RabbitMan!
“Siamo alla fine del
Mondo!”
“No problema! Ci
salverà...rabbitman!”
Charter One
La nascita dell’eroe
Quella mattina il sole
splendeva alto nel cielo e gli uccellini cinguettavano allegramente. Il ritorno
della primavera aveva risvegliato la natura dal lungo torpore che
l’inverno aveva portato con se assieme al freddo e alla nave ormai
sciolta.
Quel giorno, anche il
trentaduenne professor Roberto Mangani, insegnante matematica in un piccolo
liceo classico di montagna, sentì il richiamo della natura, quindi
andò al bagno e tutti vissero felici e contenti, soprattutto il suo
intestino...Ah, no, scusate, non è questa la storia che volevo
raccontarvi...dicevo, quindi, che in quel giorno, era una domenica mattina, il
professore di matematica Roberto Mangani
avvertì forte e chiaro il richiamo della natura, perciò decise di
uscire e di andarsi a fare una bella passeggiata nel verde, invece di starsene
chiuso in casa, come al solito, a correggere gli orrori, e non gli errori,
presenti nei compiti di matematica dei suoi allievi, già abbastanza
rincretiniti dal greco e dal latino. Fu così che il professore si
ritrovò a camminare nel folto di un piccolo boschetto poco distante
dalla sua abitazione. I raggi del sole, filtrando dai rami degli alti alberi
sopra di lui, lo scaldavano con il loro dolce tepore, mentre, ogni tanto, una
frizzante brezza, ultimo residuo del freddo invernale, lo faceva rabbrividire
accarezzandogli fresca la pelle.
“Che
bello qui!” pensò l’uomo guardandosi intorno, percependo una
sensazione tanto strana quanto bella: per la prima volta nella sua vita si
sentiva veramente bene, in pace con se stesso e con la natura che lo circondava
e della quale sentiva, con ogni cellula del suo corpo di farne veramente
parte...finché non inciampò nella grossa radice di un albero,
benedicendo l’amica deforestazione incontrollata che ogni anno falciava
via miliardi di verdi e legnose vite per farne gli odiosi mobili dell’Ikea. Tuttavia, fu solo rialzandosi in piedi che lo vide: era una palla di soffice pelo bianco, tutta
raggomitolata su se stessa, tremante.
-Oooooh! Un coniglietto!- esclamò tirandolo su
dall’erba alta nella quale s’era nascosto -Ma che carino, carino,
carino, carino, carino che sei!- aggiunse poi con la stessa vocina, estremamente stridula ed emozionata di una stupida ragazzina
tredicenne alla vista del suo cantante Emo preferito...gioventù
bruciata!
Fece per rimettere
l’animaletto dove l’aveva trovato, ma si fermò subito,
giacché la sua attenzione era stata attirata da qualcosa di molto strano.
-Ma sei ferito!- disse preoccupato, rivolgendosi al
coniglietto stesso, come se quest’ultimo potesse comprendere le sue
parole -Ma non preoccuparti, bel coniglietto! Ti porterò a casa mia e ti
guarirò con tanto tanto
affetto!- Il coniglietto parve sgranare gli enormi ed acquosi occhi rossi, come
incredulo, ma non disse nulla...non era ancora il momento.
-Ecco fatto!- esclamò
l’uomo giulivo, mostrando all’animaletto, al quale aveva appena
fasciato una delle zampine posteriori, un sorriso a centotrentadue denti -ora devi solo riposare...accomodati pure su questi fogli, tento
sono solo i compiti dei miei allievi...non fare caso alle insufficienze, sono
proprio delle teste bacate...ora ti prendo qualcosa da mangiare, devi aver fame
tesorino mio...vado e torno in un momento, aspettami qui!-
Il professore saltellò
allegro fino al frigorifero, in cucina; era davvero contento di aver trovato un
nuovo amichetto ed era felice che adesso quello stesse bene. Ficcò la
testa nell’elettrodomestico e ne estrasse una bella
carota arancione, tipo una di quelle di cui era sempre armato Bugs Bunny, si girò per
tornare in salotto, ma non appena si fu voltato si bloccò. La carota gli
scivolò via dalle dita, finendo a terra, sul pavimento fresco di
Mastrolindo, mentre i suoi occhi si dilatavano per la meraviglia: il
coniglietto che aveva raccolto poco prima nel bosco era ora di fronte a lui,
sospeso a mezz’aria, con gli enormi occhi rossi, come iniettati di
sangue, sgranati, sotto i quali il pelo candido diventava più scuro, affondando
in due pesanti occhiaie.
-Dovresti usare del
fondotinta per coprire quelle brutte borse sotto gli occ...-
ma non potè finire di parlare che il coniglietto lo colpì
con una violenta testata, per poi affondargli i suoi dentini dannatamente
aguzzi nel collo, in corrispondenza della giugulare. Roberto Mangani cadde a terra, mentre l’animaletto continuava
imperterrito a bere del suo sangue.
-Grazie per il pasto, stupido
umano.-
-Ti prego nonno, ti prego!-
un più che giovanissimo Roberto Mangani supplicava il nonno di
raccontargli, per l’ennesima volta, la storia della guerra che
c’era stata un tempo tra i lupi mannari ed i vampiri.
-E va bene, va bene...- acconsentì
il vecchio -ma stavolta ti racconterò una versione inedita di
questa storia...- a quelle parole il bambino sgranò gli occhi
meravigliato.
-Inedita?- chiese quindi -In che senso?-
-Molti sostengono- cominciò a dire il nonno
-che la guerra tra i lupi mannari ed i vampiri si concluse
senza vincitori né vinti perché le due fazioni contrapposta erano
egualmente potenti ed egualmente forti, ma ci sono anche persone che sono
convinte di ben altra storia...- il bambino lo guardò curioso, mosso da
un vivo interesse e lo pregò di continuare -Non so quanto ciò
possa essere vero, ma alcuni dicono che i due eserciti non si eliminarono a
vicenda, ma che furono sterminati entrambi, a loro volta, da un terzo
concorrente al dominio del mondo allora conosciuto...- a quelle parole il volto
del bambino era divenuto una maschera di terrore.
-Sto parlando dei coniglietti mannaveri!-
Vi prego, siate clementi,
questa è la prima fanfiction originale comica che provo a scrivere e
vorrei un vostro spassionato commento...vi ringrazio...ciao dalla vostra Isi!