C'è buio. Il mio respiro pesante riempie il silenzio, il battito del mio cuore le mie orecchie. Non vedo ne sento niente, immersa in quell'oscurità piena, quasi liquida. Da quanto tempo mi trovavo lì? Quando ci ero arrivata? Provo a muovermi, a mala pena riesco a sollevare un braccio. Strano, le mie emozioni sembrano svanite, morte. Lembi di oscurità avvolgono il mio corpo. Stringono fino a farmi male, impedendomi di respirare. Non avrei dovuto avere paura in quel momento? Eppure ero vuota, insensibile, invisibile in mezzo al nero, nulla nel nulla.
Un ricordo cerca di penetrare a forza nella mia testa: luce, bianco, parole: "ti tirerò fuori te lo prometto!"
Il cuore manda una fitta al cervello.
Un sentimento mi trapassa parte a parte come una lancia: la speranza; si impossessa di me rapida e io non posso far altro che assecondarla. Così cerco
quella luce, quel bianco...
Provo a liberarmi da quelle catene inesistenti dimenandomi inutilmente, come fossi sott'acqua. Non respiro. Boccheggio. Lotto contro il niente. Grido, ma la voce non esce. Svanisce nel buio, come tutto il resto. La lentezza dei miei movimenti è snervante. Gemo. Poi lo vedo e mi blocco. Un fascio di luce di uno splendente biancore mi si avvicina lento e inesorabile. Lo osservo attentamente. Lo esamino con cautela. "È una mano" realizzo. Una mano bianca nell'oscurità, così luminosa da far male agli occhi. Mi abbandono all'istinto e a fatica ne sfioro le dita prima di sentire la sua presa forte sul mio polso.
Inizio una lenta ascesa verso l'ignoto, trascinata in alto da dita affusolate, poi, dopo interminabili minuti, dopo incessanti ore, giorni forse, vedo l'oscurità incresparsi, come percossa, vedo la luce, la salvezza.
Riemergo lentamente. Anche a occhi chiusi la luce risulta insopportabile. Inspiro a pieni polmoni. Sento qualcuno parlare, qualcuno mi abbraccia, forse la stessa persona. Mi arrendo fin troppo facilmente a quella calda stretta, esausta tanto da non potermi concedere alcun tipo di reazione.
Mi costringo ad aprire gli occhi.
Rosso.
Tutto ciò che vedo è del colore del sangue.
Due rubini occupano il mio campo visivo.
"Maka..." sembrano sussurrare. Forse è solo la mia immaginazione. Forse è un sogno.
Avevo sempre pensato che fosse tutto bianco o nero, in perenne contrasto. Chi ha l'uno desidera ardentemente l'altro e, una volta ottenuto, se ne pente. Un circolo vizioso, infinito, stupido. O forse stupida ero io che ci ero caduta.
Ma adesso...
Adesso tutto si è fermato, improvvisamente, come è iniziato.
La catena si è spezzata, gli anelli tintinnano rincorrendosi fino a fermarsi.
Non è tutto solo bianco o nero.
È rosso.
Lo stesso rosso che corre nelle vene.
Lo stesso rosso delle rose.
Lo stesso rosso della passione.
Lo stesso rosso che pulsa di vita.
"Grazie" è tutto ciò che esalo.
Poi l'oscurità mi avvolge ancora, questa volta però caldamente, come una coperta.
Prima di scivolare via intravedo un sorriso.
Risalta in contrasto al candido biancore della luce.
Rosso.
Come Soul.

Salve salvinooooo

Oook! Erano le 01:30 di notte. Ero a letto. 0 sonno. 0 libri da leggere. O mi suicidavo... o scrivevo una flash sul cellulare! Quindi lo ho preso e, non avendo idee, ho scritto, ispirata dal momento: “C'è buio”. E da lì è partito tutto! É una sciocchezza senza pretese, ma mi piacerebbe sapere se vi è piaciuta!
Grazie comunque di essere passati! :) :)

XOXO
firephoenix e il sonnambulismo