Polvere
Non ho sempre avuto paura della polvere.
Una mattina di tanti anni fa mi svegliai starnutendo;
non sono allergica a nulla, se non alle fragole,
quindi cosa mi fece prudere il naso?
Guardandomi attorno però non vedevo niente.
Quando, all’improvviso, la notai: la vile patina,
se ne stava lì come se niente fosse,
cercando di nascondersi nella confusione.
Ci riusciva benissimo, perché mai l’avevo considerata.
L’ho spazzata via con il palmo della mano,
e sono rimasta ad osservarla da vicino.
Pochi istanti ed è tornata come prima, senza pietà.
Quando ho capito che la polvere non risparmiava me,
stava ricoprendo me e tutto ciò che avevo attorno,
ma soprattutto me.
Ho tentato di scuotermela di dosso, ma tornava,
tornava crudele
tornava senza permesso
tornava silenziosa.
Nell’istante in cui la vidi cadere di nuovo su di me,
iniziai a temerla.
Chi si diverte a spargerla nell’aria?
E perché dovrei scuoterla se poi tornerà immancabile?
Dovrò per caso aspettare che si depositi anche sul mio cuore
e mi ricopra del tutto?
Forse dovrei continuare a cacciarla via, anche se tornerà,
ma io,
io ho paura della polvere.