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Autore: alovethatconsumesyou    06/08/2013    2 recensioni
Damon torna a casa dai Navy Seals, ma come un uomo traumatizzato. Elena potrà aiutarlo?
AU. Tutti umani.
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non sono stata a Mystic Falls, Virginia da quando me ne sono andata per il college cinque anni, fa dopo la morte dei miei genitori causata da un incidente d’auto. Avevo deciso che andarmene lontano e capire cosa volevo davvero dalla vita fosse la cosa migliore per me per andare avanti. Dopo essermi laureata in infermeria all’università dell’Illinois a Chicago, capii che era il momento per me di tornare nella mia città natale. Stare lontano da casa mi aveva aiutato a superare il dolore nel modo giusto. Era tempo di tornare. Mi mancavano mia zia e mio fratello.
 
Dopo la morte improvvisa dei nostri genitori, Jeremy ha toccato il fondo.  Era solo al secondo anno delle superiori, non riusciva ad accettare il fatto che loro se ne fossero andati. Mentre io mi chiudevo in me stessa e allontanavo tutti, lui iniziava a fumare e drogarsi. Io e mia zia abbiamo fatto del nostro meglio per aiutarlo ma alla fine lui si ribellava sempre di più. Quando ha iniziato a saltare le lezioni mia zia ne ha avuto abbastanza. A metà del terzo anno Jenna l’ha costretto ad andare da uno psicologo. Dopo un anno di terapia, Jeremy era in grado di pensare ai nostri genitori come un ricordo felice invece di sentire soltanto il dolore della loro perdita. Jeremy adesso frequenta un college che dista venti minuti da quello di zia Jenna. Non posso essere più fiera di lui dopo tutto quello che ha passato.
 
Anche io sono andata abbastanza bene. Il college è stata la cosa migliore che mi potesse capitare. Mi sono aperta e ho fatto parte di molte organizzazione che aiutavano con la carità a livello locale. Mi sono fatta diversi amici e ho avuto due relazioni. Non sono finite bene, ma entrambe sono state delle esperienze da cui ho imparato. Appena laureata capii che volevo tornare in Virginia, ho ottenuto un lavoro come infermiera nell’ospedale di Mystic Falls. Ho chiesto di cominciare a giugno per avere un mese per tornare e riabituarmi a Mystic Falls.
 
Dopo due lunghi giorni di guida, ero finalmente arrivata nella mia città natale. Misi la macchina nel mio vecchio garage e fissai la mia casa d’infanzia iniziando a sentirmi ansiosa. Jenna sarebbe stata entusiasta di vedermi, questo lo sapevo. Per il resto, non sapevo cosa aspettarmi. Mi aveva perdonato per essermene andata? Aveva un ragazzo? Qualche sorpresa di cui non sospettavo?
 
Non ho parlato molto con i miei vecchi amici mentre ero al college. Volevo una nuova vita, una senza i dolorosi ricordi del mio passato. Le uniche persone con cui sono stata in contatto per più di un mese sono state Jenna e Jeremy. Per quanto ne sapevo non era cambiato molto da quando me ne ero andata. A parte il grande cambiamento che Jeremy aveva fatto negli ultimi anni.
 
Avanzai fino alla porta e suonai il campanello. Zia Jenna aprì la porta quasi immediatamente, come se mi stesse aspettando. Il suo sorriso già brillante si illuminò ancora di più quando vide chi c’era sulla soglia. “Elena! Mi sei mancata così tanto! Sono felice che tu sia finalmente a casa!” Mi stritolò in un abbraccio e i miei occhi si riempirono subito di lacrime. Probabilmente mi mancava casa più di quanto pensassi. Mi sentivo così bene nel suo abbraccio materno.
“Mi sei mancata anche tu zia Jenna. Sono contenta di essere tornata.” Risposi.
“Jenna? Chi è?” Una profonda voce maschile chiese dall’interno.
“Oh, Elena, c’è qualcuno che vorrei presentarti.” Disse Jenna aprendo la porta per farmi entrare. Incontrai un uomo che non poteva essere tanto più vecchio di Jenna. I suoi capelli biondo scuro si incontravano con degli occhi verdi e un sorrisino sulla sua faccia. Indossava una t-shirt grigia e jeans scuri. Sembrava estremamente intimidatorio e muscoloso. Aveva tatuaggi che coprivano entrambe le sue braccia.
“Lui è Alaric, il mio ragazzo.” Concluse Jenna.
Nonostante le apparenze da duro il sorriso di Alaric era caldo e mi porse la mano. “E’ bello conoscerti, Elena. Jenna parla spesso di te.”
“E’ un piacere anche per me.” Salutai. “Da quanto tempo state insieme?”
“Soltanto da tre mesi, ma ci conosciamo da circa un anno. Volevo aspettare che tornassi per dirtelo!” Spiegò Jenna.
Ero felice per lei, meritava qualcuno nella sua vita. Le persone tendono a dimenticare la propria vita quando hanno due teenager da crescere. Prima che i miei genitori morissero si era quasi laureata al college e aveva appena iniziato la sua vita. Aveva fermato tutto per crescere me e mio fratello. Faceva un lavoro orribile, a causa di questa situazione.
Dopo avermi aiutato a spostare la mia roba, abbiamo parlato di molte cose. Gli ho raccontato di Chicago, sia le cose buone che quelle cattive. I momenti divertenti, i miei buoni amici, gli ex fidanzati, le delusioni d’amore e la scuola. Jenna sapeva già molte cose, ma era bello parlarne faccia a faccia. Mi ha raccontato di come ha conosciuto Alaric al matrimonio di un amico comune ed è stato “amore a prima vista”. Ero davvero felice per lei. Ric sembrava un bravo ragazzo che la amava veramente. Era palese che a lei importava di lui dal modo in cui lo guardava.
 
Una volta stabilita, decisi che avrei dovuto contattare le mie vecchie amiche Bonnie e Caroline. Entrambe erano le mie migliori amiche da una vita e mi sentivo davvero in colpa per non averle sentite durante il periodo al college. Sono state delle amiche fantastiche nel periodo dopo la morte dei miei genitori, anche quando non lo meritavo. Ero fredda e irritabile e le allontanavo per poi abbandonarle definitivamente quando me ne andai per il college. Promisi che saremmo restate in contatto, ma mentre loro provavano, io facevo il minimo indispensabile cercando di non essere notata. Avevo un centinaio di chiamate perse e messaggi a cui non risposi da tutte e due preoccupate riguardo a come stavo e il motivo per cui non rispondevo.
Non volendo chiamarle, inviai dei messaggi.
Caroline e Bonnie. Spero che questi siano ancora i vostri numeri. Sono Elena. Se non mi odiate mi piacerebbe incontrarvi al Grill presto. Mi mancate.
Caroline rispose per prima, dieci minuti dopo.
Hey Elena! Mi piacerebbe vederti! Sono libera stasera se vuoi incontrarmi. Avevo perso le speranze.
Il mio telefono vibrò ancora e vidi il nome di Bonnie sullo schermo.
Incontriamoci stasera se puoi.
Sorrisi. Almeno mi stavano parlando. Poteva andare peggio.

Alle sei e mezza, entrai camminando nervosamente al Grill per incontrare le mie amiche. Il Grill non era cambiato neanche un po’. Era sempre quel luogo confortevole: abbastanza affollato da poterti divertire, ma abbastanza tranquillo da poter avere delle conversazioni private con la gente. Guardando oltre il bancone le vidi ad un tavolo ridere e parlare.
“Ciao ragazze!” Dissi appena mi avvicinai al tavolo.
Entrambe si alzarono e mi abbracciarono, ricevetti dei “mi machi! Sono così contenta che tu sia qui!” da tutte e due. Non meritavo amiche del genere.
“Come stai?” Chiese Caroline mentre mi sedevo. Era uguale, solo qualche anno più grande. I suoi capelli biondi erano luminosi e ricci, aveva un po’ di mascara e il rossetto rosso. Sempre la regina di bellezza, indossava una camicetta rosa con dei jeans aderenti e dei sandali estivi.
Sorrisi, “Bene. Finalmente ho capito cosa voglio dalla vita. Ho un lavoro da infermiera all’ospedale.”
“E’ fantastico! Congratulazioni! Sono così felice che tu sia tornata.” Esclamò Caroline.
Arrossii. “Grazie.” Borbottai, sapendo che avrei dovuto scusarmi per gli ultimi anni. Avevo bisogno di togliermi il peso e loro avevano bisogno di risposte. Mi schiarii la gola e dissi: “Mi dispiace tanto di non essermi fatta sentire in questi anni. Sono stata un’amica terribile, lo so. Voi siete le mie migliori amiche e non ho scuse per quello che ho fatto tranne il mio dolore e sono stata così egoista da non voler affrontare il passato. Mi dispiace tanto.”
Si guardarono e Bonnie rispose per prima. “Elena, ero così arrabbiata e ferita quando non hai risposto a nessuna delle mie chiamate. Volevo odiarti. Ma tu sei la mia migliore amica e ho capito che avevi bisogno del spazio e di tempo. Adesso che li hai avuti, sono contenta che tu sia tornata. Dobbiamo rimediare al tempo perso.”
“Si, Elena, non potremmo mai essere arrabbiate con te. Non preoccuparti.” Aggiunse Caroline.
Ero così grata ad entrambe. Seriamente, erano le migliori. Volendo cambiare argomento chiesi: “Quindi, qualche ragazzo nelle vostre vite?”
Bonnie guardò immediatamente Caroline che arrossì e iniziò a parlare. “Oh, Elena, ho incontrato il ragazzo più fantastico di sempre! Si chiama Stefan. Ci siamo incontrati in estate due anni fa e siamo insieme da allora. Non vedo l’ora di fartelo conoscere, lo adorerai!”
“Caroline, sono così contenta per te. Ti meriti un bravo ragazzo. Anche io non vedo l’ora di conoscerlo.” Le dissi.
“E tu Bonnie?”
Lei fece spallucce. “Sono uscita con qualcuno, niente di serio. Sto lavorando per la laurea in psicologia.”
“Come sta andando?” Chiesi, sapevo che diventare una psicologa è sempre stato il suo sogno.
“Molto bene, vado all’università e mi piace molto.” Disse Bonnie e il suo sorrise rivelava quanto fosse felice.
“E’ fantastico Bonnie, sarai una magnifica psicologa.” E lo pensavo. Fin da quando eravamo bambine Bonnie aveva questa abilità innata di aiutare gli amici e la famiglia in caso di bisogno. Era fantastico averla intorno.
“Lo spero. Comunque, Caroline ha una panetteria poco distante da qui. E’ bellissima e sempre piena,” Rivelò Bonnie.
“La vedrò presto! Sicuramente è fantastica! Come si chiama?” Chiesi. Non potevo essere più felice per le mie amiche. Entrambe sembravano avere successo ed essere molto felici.
“Sweet Retreat. Io…” Il suo telefono interruppe qualunque cosa stesse per dire. Guardò lo schermo e rispose. “Ei tesoro. Cosa? Ancora? Stefan, ha bisogno di aiuto. Non so più cosa fare. Si, okay, lo farò. Ti amo anch’io.”
Caroline riattaccò, sembrava molto meno felice rispetto a prima della telefonata. “Ragazze mi dispiace dovermene andare così presto ma il fratello di Stefan è ancora ubriaco e ha bisogno di un passaggio a casa dal bar. Ma ci sentiremo presto!”
Entrambe la abbracciammo e la guardammo uscire dal Grill. “Il fratello di Stefan è un alcolista?” Chiesi, il tono con cui Caroline aveva detto che era ubriaco lasciava intendere che lo fosse spesso.
Bonnie annuì e aggrottò la fronte. “L’ho incontrato solo un paio di volte. Ha partecipato a molte risse negli ultimi due mesi, è tutto quello che so.”
Annuì e non andai avanti con l’argomento. Lei non sembrava sapere molto a riguardo e sinceramente non erano affari nostri. Io e Bonnie andammo avanti a ricordare la scuola superiore per un’altra ora prima di salutarci.
 
Ero sdraiata a letto a casa e sentivo uno strano peso andarsene dalle mie spalle. Non sentivo questa pace da anni. Tutti, inclusa me, sembravano felici. Per un momento mi sentii spaventata al pensiero della felicità perché l’ultima volta che mi ero sentita così i miei genitori erano morti. Speravo soltanto che questa volta fosse diverso, che non succedesse qualcosa di brutto adesso che la mia vita sembrava andare per il verso giusto.

La sera seguente era venerdì e Caroline mi aveva invita ad andare al bar con lei e Stefan. Quando entrai nel Pub era piuttosto affollato. C’erano due bar a Mystic Falls il Grill e il Pub.
Ero vestita aderente, pantaloni neri aderenti con delle ballerine rosa e un top blu con un po’ di scollatura. I miei capelli erano lasciati al loro liscio naturale ed ero un po’ truccata. Sentii il mio nome e trovai Caroline in piedi di fianco ad un uomo incredibilmente bello. Lui aveva dei bellissimi capelli color bronzo e degli incredibili occhi verdi. Le sue braccia muscolose erano messe in mostra dalla sua maglietta e potevo vedere che aveva un fisico possente. Sembravano una coppia scesa dal paradiso.
Lui indossava dei jeans e una t-shirt bianca. Mi avvicinai e lui mi riservò un sorriso amichevole. “Sono Stefan, piacere di conoscerti.”
“Piacere mio, Caroline mi ha detto delle belle cose su di te.” Risposi stringendogli la mano. La sua stretta era forte, come mi aspettavo.
“Bè, lo spero.” Scherzò lui sorridendo a Caroline. Anche se l’avevo appena conosciuto, potevo vedere che entrambi erano davvero innamorati.
Stefan ci fece strada verso il tavolo e guardò il suo orologio facendo una smorfia. “Damon dovrebbe essere qui adesso.” Esclamò.
Mi guardai intorno, confusa. “Chi è Damon?” Chiesi.
Caroline lanciava sguardi per tutto il Pub mentre mi rispose. “Il fratello di Stefan.” Annuii, ero nervosa, incontrare questo Damon Salvatore per quel poco che ne sapeva portava solo problemi. Né Caroline né Bonnie sembravano entusiaste di lui.
“Dagli tempo.” Disse lei, accarezzando la schiena del suo ragazzo.
“Non preoccuparti Barbie, sono qui.” Disse una voce vellutata da dietro di me. Mi girai per poi incontrare il più bell’uomo che avessi mai visto. Stefan non era niente rispetto a Damon Salvatore, e io pensavo che Stefan fosse bello. I suoi capelli corvini sembravano spettinati e aveva una leggera barbetta sul viso, come se non si rasasse da un  paio di giorni. Lui, come Stefan, era muscoloso. I suoi bicipiti erano messi in mostra dalla maglietta nera che indossava. Il suo abbigliamento era del tutto nero. I suoi jeans erano neri e indossava addirittura delle scarpe nere.
Si, la sua faccia era bellissima, ma i suoi occhi erano un mondo a parte. Il mio respiro si fermò appena i miei occhi marroni incontrarono i suoi. Le due orbite azzurro ghiaccio avevano una bellezza intimidatoria. Come se i suoi magnifici occhi fossero delle pozze che nascondono i più scuri dei misteri.
“Chi è lei?” Chiese rude.
Sorrisi nonostante la sua indelicatezza e risposi. “Sono Elena Gilbert, un’amica di vecchia data di Caroline.”
Allungai la mano per fargliela stringere. Lui la prese e sorrise. “Damon Salvatore.”
La sua stretta lasciò finalmente la mia e lui si guardò intorno, come se fosse nervoso riguardo a qualcosa. “Perché siamo seduti esattamente al centro del Pub?” Chiese improvvisamente.
“Possiamo andare da qualche altra parte se ti da così fastidio.” Disse Caroline.
Lui si irrigidì e si voltò verso di lei. “Bè, mi da fastidio Barbie. Quindi ci spostiamo.”
Mi alzai guardando l’interazione tra i due. Sembrava che a lui non piacesse molto Caroline. Non potevo immaginare il perché, lei era la persona più dolce del mondo. Non aveva mai dato a nessuno nessuna ragione per essere odiata. Caroline era la persona che sorrideva sempre anche quando le cose erano difficili. Devo darle credito per questo perché neanche lei ha avuto una vita facile. Suo padre divorziò con sua madre quando lei aveva 10 anni e scappò con un altro uomo. Lui non è mai stato nella sua vita e il lavoro di sua madre come sceriffo la teneva occupata tutto il giorno. Sapevo quanto questo facesse soffrire Caroline, anche se non lo ammetteva.
Caroline sembrava infastidita. “Okay, scegli tu se è così importante.”
Stefan intervenne prima che Damon potesse dire qualcosa d’altro. “Cosa ne dici dell’angolo là infondo? Vicino al muro?”
Damon annuì e ci guidò al tavolo designato. Si sedette dando la schiena al muro. Notai come sembrò rilassarsi immediatamente. Presi la sedia di fianco a lui in modo che Caroline e Stefan potessero sedersi vicini.
Dopo aver ordinato da bere, Stefan si rivolse a Damon. “Andrai al party di papà il prossimo weekend, vero?”
“Perché cazzo dovrei andarci?” Scattò Damon.
“Damon, lui ti vuole presente. Ha detto che te ne aveva parlato.” Spiegò Stefan.
La mascella di Damon si aprì per poi richiudersi prima che lui parlasse. “L’ha fatto. Gli ho detto di no. Vestirmi bene e fingere un sorriso con persone false non mi interessa.”
“Significherebbe molto per lui se tu venissi. Penso che tu non verrai perché hai paura che le persone ti chiedano cos’è successo mentre eri…”
Damon lo fermò immediatamente con una brutta occhiata. Il suo tono era freddo come il ghiaccio quando riprese parola. “Non hai la minima idea di quello che stai dicendo. Papà non ha bisogno di mostrare il suo figlio incasinato, credimi.”
I miei occhi erano puntati sul tavolo. Non avevo idea di cosa stessero parlando, ma capii che era off-limits per Damon. Ovviamente il suo rapporto con il padre non era dei migliori. Damon non era il tipo di persona con cui avrei voluto avere una discussione.
Stefan cambiò argomento e fortunatamente la cameriera venne a prendere le nostre ordinazioni. Damon parlò per primo. “Un Cheeseburger e un altro bicchiere di bourbon.”
La cameriera sembrava shockata dalla sua bellezza (cosa che non mi sorprese) oppure dal modo aspro con cui ordinò. Lei lo stava fissando e Damon sbottò. “Devo ripetermi?”
La cameriera si riprese e scrisse il suo ordine, subito dopo prese anche le nostre ordinazioni. Dopo che lei se ne andò Stefan disse un’ultima cosa sul party del loro padre. “Ti chiedo solo di pensarci un po’.”
Damon annuì ma non diede risposta verbale. Invece, prese due grossi sorsi dal suo bicchiere di bourbon. Lo beveva come se fosse acqua.
Il resto della cena andò meglio con conversazioni più leggere. Raccontai a Stefan di come fossi cresciuta Mystic Falls e che l’avrei sempre considerata casa mia nonostante tutto. Gli chiesi dove fosse cresciuto, perché Mystic Falls era una piccola cittadina e Salvatore era un nome che non avevo mai sentito prima.
“Io e Damon siamo cresciuti a New York e ci siamo trasferiti qui quando io avevo quattordici anni e lui sedici.” Spiegò Stefan. “Mi piace qui. Le persone sono cordiali. Perché te ne sei andata?”
Volevo evitare l’imbarazzo che veniva subito dopo che raccontavo alle persone della morte dei miei genitori, quindi dissi una piccola bugia. “College. Ho studiato infermeria. Inizio a lavorare all’ospedale locale a giugno.”
“E’ fantastico! Bè, so che Caroline è felice del fatto che tu sia tornata in città.” Disse Stefan mentre circondava con un braccio le spalle della sua ragazza.
“Adoro Bonnie, ma sai come può diventare. In più, è sempre bello avere più di un’amica femmina in città.” Aggiunse Caroline. Io risi perché sapevo cosa intendeva quando parlava di come Bonnie potesse essere. Bonnie poteva essere molto dolce e carina, ma poteva anche diventare pessimista e aveva tendenze a giudicare. Un paio di volte ero finita a non parlare con Bonnie per un bel po’ di tempo perché avevamo litigato, ai tempi avevo giurato alla mia famiglia che non le avrei mai più parlato perché la odiavo. Sembrava così stupido ripensandoci.
“Sono contenta di essere a casa, è passato molto tempo dall’ultima volta che sono stata qui.” Ammisi. “Quindi, tu cosa fai Stefan?” Chiesi trasportando la conversazione su qualcos’altro.
“Studia legge.” Annunciò Caroline fiera.
“Wow. Buon per te, io non riuscirei ad andare molto avanti.” Amavo imparare, ma legge sarebbe stato troppo.
“Mio padre è un avvocato quindi è stato quasi naturale per me.” Disse Stefan. Non potei fare a meno di notare il grugnito emesso dall’uomo seduto accanto a me.
“E cosa mi dici di te Damon?” Chiesi, girandomi verso di lui.
Allungò il braccio verso il suo bicchiere e io vidi un tatuaggio all’interno del suo bicipite destro. In grassetto corsivo c’era scritto:
Never forget
1.04.12
C.W. A.S. R.B. I.N.
Damon probabilmente mi vide fissarlo perché sposto prontamente il braccio sul suo fianco, in modo che il tatuaggio fosse contro il torso e nessuno potesse vederlo.
“Non sono andato al college.” Rispose seccato e capii che non voleva parlare di sé. Sospirai interiormente. Volevo sapere di più su quest’uomo fantastico. Il più grande problema era che lui non sembrava voler condividere. Avevo incontrato persone che erigevano dei muri tra sé e il mondo prima. Cazzo, anche io l’ho fatto per anni, ma lui non voleva parlare neanche di una cosa su sé stesso.
Caroline non sembrò catturare il tono non-voglio-parlare-di-me di Damon perché lei disse quello che lui non aveva voluto condividere. “Damon ha fatto il militare. E’ un Navy Seal.”
I miei occhi di spalancarono per lo shock. Non ero stupida, sapevo che onore fosse essere un Navy Seal. Era uno dei rami più duri del militare, se non il più duro. Loro si occupavano delle questione sporche, quelle difficili. “E’ un onore.” Espressi i miei pensieri.
Damon non rispose. Le sue guance si tinsero di rosso, e potei solo pensare che fosse per la rabbia nei confronti di Caroline perché lei aveva vuotato il sacco. “Penso di averne avuto abbastanza, vado al bar.” Damon si alzò rapidamente e se ne andò. Notai che zoppicava leggermente, favorendo chiaramente la sua gamba sinistra.
Caroline farfugliò una scusa a Stefan. “Mi dispiace, non sapevo si sarebbe arrabbiato tanto.”
Stefan le accarezzò la schiena e la confortò. “Lo so. Non hai fatto niente di male. Vado al bar. Devo vedere come sta.”
Appena se ne andò Caroline praticamente saltò dalla sedia. “Ecco a te Damon Salvatore.”
Ridacchiai. “Era arruolato?”
“Si, una missione in Afghanistan e tre in Iraq. Apparentemente, ne ha passate davvero tante. Non conosco l’intera storia, solo Stefan la sa. Che è il motivo per cui è così paziente con il carattere di Damon.” I suoi occhi seguirono Stefan che in quel momento stava parlando con Damon.
“Il carattere?” Chiesi.
Caroline si lasciò sfuggire una risatina sarcastica. “Quello che hai visto qui non era niente. Avere Damon intorno può essere stressante. Gli piace farsi odiare.”
“Hai un’alta considerazione di lui.” Aggiunsi sarcasticamente con un sorriso.
“Non lo conosco molto bene. So solo quello che mi dice Stefan. Quando ho incontrato Stefan, Damon era già un Seal. Era sempre alle esercitazioni o in missione. Passavo del tempo con lui tra un viaggio e l’altro, e poi è tornato.”
“Questo quando?”
“Marzo.”
Era il 7 di maggio e Damon era tornato a casa solo due mesi fa. “Sono sicura che tornare sia stato difficile per lui.” Iniziai. Avevo sentito che tornare dalla guerra e riadattarsi alla vita ‘civile’ era difficile per molti soldati.
“Non dirmelo, non può neanche guidare un auto senza impazzire.” Rivelò Caroline.
Mi sentivo male per quel ragazzo. Il mio sguardo lo trovò al bar con un altro bicchiere di bourbon in mano. La sua testa era bassa, ma potevo vedere i suoi occhi guardarsi intorno. Stefan gli era accanto, parlando con un amico.
“Vive da solo?” Chiesi, non ero in grado di fermare le domande. Ero una persona curiosa.
“Ha un suo appartamento e il suo labrador. Ma praticamente vive con me e Stefan nella sua casa d’infanzia.” Spiegò. Sentii un po’ di irritazione nella sua voce.
Quando mi vide alzare le sopracciglia continuò. “Io tengo a Stefan, quindi di riflesso tengo anche a Damon perché so che lui è estremamente importante per Stefan. Loro sono molto legati, nonostante le apparenze. E’ per questo che Stefan si sta facendo in quattro per aiutare Damon e allo stesso tempo finire l’università. E io non posso aiutare Damon, perché lui non si fida di me e francamente non penso di piacergli molto.”
“Perché non uno psicologo?” Suggerii.
“Stefan gliel’ha ha proposto una volta e Damon gli ha quasi tirato un pugno in faccia. Ha urlato contro Stefan per dieci minuti. Non puoi immaginartelo, è stato spaventoso.” Rivelò Caroline. La sua espressione mi rivelò che nella sua testa lei stava rivivendo il momento. “Comunque, Stefan ha insistito e lui ha iniziato la terapia due settimane fa.”
“Matt ha iniziato il militare, vero? Forse può provare a parlare con Damon?” Non capivo perché fosse così importante per me, aiutare Damon, ma lo era. Caroline una volta mi disse che era perché avevo un grande cuore. Forse era anche per quello che facevo l’infermiera, mi piaceva aiutare le persone bisognose.
“Matt non è nemmeno arruolato. E’ alle Hawaii adesso. Non penso che capirebbe molto. Perché quest’interessamento comunque? Hai una cotta per Damon? Dimmi di no, perché tutto quello che fa è dormire e bere e..”
“No! L’ho appena incontrato! Sono solo… non lo so…” Davvero non avevo spiegazioni sul motivo per cui mi ero interessata tanto al maggiore dei Salvatore.
“Il mio consiglio è di stargli lontana Elena. Damon ti trascinerebbe solo sul fondo con lui.”
 
Caroline mi invitò a cena sabato sera. A quanto pareva, il padre dei Salvatore sarebbe stato lì e Caroline non voleva restare sola con loro. “Ti prometto che non sarai un’intrusa. Porta anche Jenna e Alaric.” Mi pregò.
Sospirai. “Va bene. Ma mi sento ancora un’intrusa ad una cena di famiglia.”
“Elena, se doveva essere una cena di famiglia non ci sarei stata nemmeno io.” Mi ricordò.
Era riuscita a convincermi ad andare. Jenna mi aveva avvertito. “Giuseppe Salvatore non è esattamente amichevole. Non ti fa sentire il benvenuto, quindi non preoccuparti se senti di non piacergli. Non gli piace nessuno.”
Alaric sbuffò. “Non gli piace nemmeno il suo stesso figlio.”
“Come lo conosci?” Gli chiesi confusa. Sembrava si conoscessero abbastanza bene. Ovviamente Jenna conosceva Caroline ma non pensavo conoscesse Stefan o Damon. In più, non pensavo Jenna avesse passato del tempo con Caroline mentre ero via.
“Alaric era nei  Seals con Damon. Sono molto amici.” Spiegò Jenna.
La mia bocca si aprì per lo shock. Non avevo idea che Alaric fosse nei militari, o conoscesse Damon. Aveva senso, Alaric e Jenna avevano 30 anni e Damon 26. “Non lo sapevo. Eravate in missione insieme?”
“Ci siamo incontrati dopo le esercitazioni e siamo finiti a Ramadi, in Iraq, insieme. Era il mio quarto viaggio e dopo ho concluso la mia carriera. Damon è andato avanti con un altro viaggio in Afghanistan. Dopo il ritorno dall’Iraq abbiamo preso un appartamento insieme, che adesso è suo. Ho incontrato Jenna e il resto lo sai. Ma si, conosco Damon da molto tempo e conosco bene la sua famiglia.” Mi disse Alaric.
Volevo chiedergli di più sull’Iraq, com’era e chiedergli di più su Damon, ma arrivammo alla villa dei Salvatore. Invece di bussare, Alaric entrò in casa e un bellissimo labrador ci venne incontro, capii che era il cane di Damon di cui mi aveva parlato Caroline. Allungai il braccio per accarezzare il cane, ma lei se ne andò. Notai che tornò con Damon di fianco, come se lo avesse chiamato.
Quando Damon vide Alaric sorride e ci salutò. “Alaric! E’ bello vederti amico.”
Alaric gli diede una pacca sulla spalla e rispose. “Anche per me, amico. E’ un po’ che non ti vedo.”
Damon ci guidò verso la cucina, il suo cane sempre dietro di lui. La loro casa era davvero magnifica, sia all’interno che all’esterno. Gli interni erano antichi, probabilmente costruiti nell’800. Soltanto la cucina era metà della mia casa. Villa Salvatore era decisamente la più grande casa di quest’area.
Caroline stava cucinando mentre Stefan parlava con un uomo più vecchio che riconobbi come Giuseppe. Aveva folti capelli grigi, con un viso rasato. I suoi occhi erano blu e avevano la stessa sfumatura di quelli di Damon. Aveva un piccolo sorriso e la sua postura perfetta era intimidatoria. La sua presenza imponeva rispetto.
Stefan mi presentò per primo. “Padre, hai già incontrato Jenna e Alaric. Questa è la nipote di Jenna, Elena. Elena, lui è mio padre Giuseppe.”
L’uomo allungò il braccio e strinse la mia mano con una presa ferma. “E’ un piacere conoscerla.” Cercai di essere confidenziale anche se quell’uomo mi faceva sentire come una bambina. Notai i suoi occhi guardarmi, chiaramente mi stava giudicando.
Appena ci sedemmo al tavolo, potei notare come il più vecchio dei Salvatore dedicasse parecchie attenzioni a Stefan, praticamente ignorando Damon. Stefan e Giuseppe parlarono di legge e università. Damon, invece di ascoltare i suoi famigliari, conversava con Alaric. Sembrava una persona del tutto diversa con Alaric. Invece di sembrare freddo e chiuso, risultava amichevole e divertente. Qualcuno con cui era facile parlare e relazionarsi. Era così diverso dal Damon con cui avevo cenato solo due giorni prima.
“Quindi Cari ha finito il suo addestramento?” Chiese Alaric.
“Si, siamo andati all’ultima sessione ieri. Adesso posso portarla in luoghi pubblici e ristoranti perché è certificata. C’è voluto molto tempo, ma finalmente è finito.” Spiegò Damon. Realizzai che Cari doveva essere il cane di supporto di Damon. Era l’unica cosa che potevo pensare perché lui ovviamente non era cieco o fisicamente disabile. Lei doveva aiutarlo con i problemi psicologici, avevo letto che era popolare tra i veterani avere cani per aiutarli.
Mentre Damon e Alaric parlavano, io chiacchieravo con Caroline e Jenna finchè non venne fuori l’argomento dell’evento di beneficenza organizzato da Giuseppe Salvatore. Lo sentii chiedere a Damon se sarebbe andato. Era più che una domanda. “Mi aspetto che tu ci sia figlio. Comportati da uomo.”
Damon roteò gli occhi e disse. “Cosa ti fa pensare che non lo farò?”
“Non voglio nessuno dei tuoi stupidi episodi o altro. Comportati come l’uomo che sei, non come un bambino.” Lo sgridò Giuseppe.
Il tavolo divenne silenzioso e potevo sentire la tensione tra i due. “Bene, padre, non ho intenzione di esserci quindi non ti devi preoccupare di una mia possibile scenata con i miei drammi.” Gli disse Damon sarcastico.
“Trovati una dannata accompagnatrice e vai al ballo! Rappresenta la tua famiglia!” Urlò Giuseppe con rabbia.
Caroline, Dio benedica il suo buon cuore, interruppe la litigata con un suggerimento. “Elena, potresti andare come accompagnatrice di Damon. Sarà divertente.”
Quasi morii strozzandomi. Non potevo credere che mi avesse appena chiesto di andare con Damon. Lo conoscevo a malapena! A cosa stava pensando? Dalla sua espressione mentre lo diceva, capii che anche lei era sorpresa di sé stessa.
Arrossii e mi sforzai di guardare Damon. Stava digrignando i denti, ma sembrava che ci stesse davvero pensando su. Passò qualche minuto di silenzio e Caroline si sentì in dovere di scusarsi. “Mi dispiace. Non so cosa mi sia preso, tu…”
“Va bene. Andrò al ballo con Elena. Sempre che a lei vada bene.” Disse, guardandomi. Senza realizzare cosa stavo accettando annuii. “Ti rende felice, padre?”
Giuseppe ci guardò, e annuì.
Rabbrividii. Cosa avevo appena accettato?
 
Questa è una traduzione, e io non sono l’autrice di questa storia, solo una persona che la adora talmente tanto da volerla condividere.
Farò sapere all’autrice tutti i vostri commenti, e spero che questa storia vi prenda come ha preso me.
La storia non è ancora completa, quindi aggiornerò i primi capitoli abbastanza in fretta e poi starò al passo con quella inglese.

Link originale: http://www.fanfiction.net/s/8324495/1/Come-Home
Spero di sentire cosa ne pensate, un bacio.
  
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