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Autore: MrsCrowley    06/08/2013    5 recensioni
Voi non li vedete tutti quei colori, quei pigmenti che si perdono l’uno nell’altro? Voi non riuscite a vederlo questo mondo psichedelico che ci circonda? Lui aspetta solo di essere trovato. E proprio come Lucy, anch’io ho gli occhi caleidoscopici. Dovreste provarci, tutti quanti, a prendere un tampone di LSD e dopo vedere tutti questi colori. Sognare è una perdita di tempo, non serve a nulla correre dietro cose che tanto poi non si realizzano.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice, Cappellaio Matto
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eat me, drink me.
 
Il mio nome è Alice, e ho diciassette anni.
Sembra una di quelle strane presentazioni fatte per caso in qualche stupido programma televisivo, ma non è così. Giuro che nella mia vita non c’è nulla che abbia a che fare con quelle baggianate. In compenso però, sono forse la persona più particolare che voi possiate conoscere, e di certo non sono la ragazza che i vostri genitori sognano di farvi incontrare.
In vita mia, da quando ho memoria, non ricordo di aver fatto mai un singolo sogno. Io non sono in grado di sognare, ma non me ne curo, c’è molto altro nella mia vita. Dicono che ho preso la cattiva strada, dicono che sono un’eroinomane, una dipendente, una pazza. Mi hanno chiusa in questo posto tutto bianco, sono costretta a stare su questo lettino e sono loro stessi a portarmi le dosi, quando vogliono. Non ascoltano le mie richieste, ed io mi sento chiusa in questo dannato labirinto da cui non so uscire.
E' da due anni che mi drogo, e ho scoperto che forse questa è stata la cosa migliore che io abbia mai fatto in vita mia. I miei genitori sono morti due anni fa in un incidente stradale, ed io il giorno dopo avevo fatto il mio primo rifornimento di eroina. Non mi ero mai avvicinata alla droga, e non avevo mai provato qualcosa di così intenso. Tutto il mondo sembrava sparire, esistevamo solo io e l’ero, non c’era dolore, non c’erano preoccupazioni. Quando ti trovi in estasi non c’è nulla che ti possa turbare, e io avevo capito che volevo trovarmi nell’estasi più assoluta per tutta la vita.
Però la droga ha anche portato una grande novità. Da quando ho iniziato ad assumerla vedo il mondo diversamente. Anche adesso che sono chiusa qui, queste pareti bianche non sono poi così bianche. Voi non li vedete tutti quei colori, quei pigmenti che si perdono l’uno nell’altro? Voi non riuscite a vederlo questo mondo psichedelico che ci circonda? Lui aspetta solo di essere trovato. E proprio come Lucy, anch’io ho gli occhi caleidoscopici. Dovreste provarci, tutti quanti, a prendere un tampone di LSD e dopo vedere tutti questi colori. Sognare è una perdita di tempo, non serve a nulla correre dietro cose che tanto poi non si realizzano.
Grazie alla droga ho iniziato a vedere un mondo che prima neanche immaginavo esistesse, e questo mondo mi piace, ci voglio vivere davvero. La mia vita è colorata adesso, lo è anche se i dottori dicono che sono in un tunnel dove la disperazione mi ha scaraventata. Io non vedo il buio però, c’è solo tanto colore qui e il nero non esiste, il dolore non è reale, il dolore non è qui quando c’è l’eroina che mi scorre nelle vene. Non è vero che sono finita nel tunnel e che sto diventando apatica, sono loro che mi hanno chiusa in questo labirinto, ma io mi ci diverto lo stesso. Ho imparato a divertirmi.
Volete sapere com’è iniziato tutto? Quando i miei genitori sono morti, ero sopraffatta dal dolore. E ho trovato l’unica soluzione possibile. Sono andata a bere, e su quelle bottiglie di alcool c’era una lampeggiante scritta.
Drink me.
Come potevo resistere io a un ordine così perentorio? Chi ero io per disobbedire? Era un esplicito invito, ed io ho accettato con passione, cercando un appiglio. E poi in quel pub, un ragazzo mi si è avvicinato. Aveva uno strano cappello in testa, ho pensato che fosse buffo. Ha lasciato cadere una piccola pillola, era rotonda e rosa. Ricordo solo che sopra c’era un’altra luminosa scritta. Un altro chiaro invito.
Eat me.
Mi è bastata quella pasticca, e il gioco era fatto. Ero leggera come una piuma, mi sembrava di poter volare, stavo bene come mai lo ero stata in vita mia. Ho iniziato a vivere in un mondo perfetto, che era come piaceva a me. Un mondo dove tutto quello che esiste in realtà non è reale e dove al contrario tutto quello che non è tangibile esiste per davvero. Tutto quello che è, non è, tutto quello che non è, è.
E per questo i dottori nei loro camici bianchi dicono che la mia vita finirà presto. Loro dicono che io sono convinta di trovarmi in una realtà onirica, io non so neanche cosa significhi. Loro dicono che secondo me le mie azioni non hanno ripercussioni o conseguenze, e che faccio del male alla gente per puro divertimento. Solo che io non faccio male a nessuno. Ho messo il crocefisso nello stomaco di un’infermiera che mi diceva di pregare, ma questo non è fare del male, è autodifesa no? Loro dicono che la mia follia è sfociata al termine quando l’altro giorno ho cercato di buttarmi dalla finestra. Che stupidi sono, io volevo solo volare! Perché non lo capiscono?
E così tra droga e alcool il tempo è passato, io sono cresciuta e avevo iniziato a innamorarmi della vita prima che qualcuno mi chiudesse qui dentro. Eppure non sono ancora in grado di sognare, la notte. La notte è tutto buio, lo sento davvero il tunnel, riesco a percepirlo. Le orecchie rimbombano di una musica lugubre, e non riesco neanche a sentire il battito del mio cuore. La notte ho paura. Nel cuore della notte piango, e non c’è nessuna eroina che possa aiutarmi. Nel cuore della notte attraverso il più oscuro dei limbi e Morfeo non riesce a scendere su di me, io nel cuore della notte torno a essere lucida. E disperatamente grido, ma nessun suono esce dalla mia bocca. Disperatamente un unico grido si propaga per tutto il mio corpo, per ogni fibra del mio essere.

Io voglio sognare.

Io voglio uscire dal tunnel.

Io voglio vivere.
  
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