Un essere umano

Entrando in salotto si sarebbe aspettato di tutto, conoscendo Sherlock probabilmente era in cucina, chino sul tavolo a trafficare con qualcosa di altamente pericoloso o illegale o immorale. O probabilmente tutte tre insieme.

John già sapeva come sarebbe andata, ormai era la loro quotidianità , a qualsiasi sua protesta sul "Cosa diavolo stai facendo?!" avrebbe risposto con il solito "E' per la scienza, John." o non avrebbe risposto affatto, assorto com'era nel suo Mind Palace. Perciò tanto valeva mettersi l'animo in pace e far finta di niente, avrebbe preso ciò per cui era sceso e sarebbe tornato in camera a dormire, data l'ora indecente.  Si sarebbe aspettato davvero di tutto, tutto tranne quello.

Appena varcata la porta del salotto non si era accorto di niente, era entrato in cucina e l'aveva trovata stranamente vuota e silenziosa, nessuna traccia del consulente investigativo. Mentre tornava sui suoi passi per andare al piano di sopra, l'aveva visto e aveva capito il motivo di tanta insolita calma al 221B. 

Sherlock era serenamente addormentato sul divano, da che si conoscessero John davvero non ricordava di averlo mai visto dormire, aveva perfino iniziato a pensare che forse lui con la sua 'mente superiore' non aveva neanche bisogno di dormire. Nello stesso istante in cui l'aveva pensato si era dato mentalmente dell'idiota, ovvio che dormiva, in fondo era un essere umano anche lui. Uno un po' particolare, un socio patico super genio, arrogante e capriccioso ma pur sempre un essere umano.

Si era fermato qualche momento a contemplare quella visione così inusuale e si era accorto del leggero tremore del corpo del suo coinquilino, quell'incosciente stava dormendo solo con un leggero pigiama e la vestaglia in pieno inverno, dopo aver preso una bella coperta calda l'aveva adagiata su Sherlock in modo che non prendesse freddo e  aveva lasciato una delicata carezza tra quegli indomabili riccioli scuri.

Forse l'avrebbe scritto sul blog che anche la mente più geniale di Londra e dintorni dorme di tanto in tanto, si proprio così, in fondo alla gente piace sapere che anche lui è un essere umano e a lui piace che gli altri lo sappiano e se lo ricordino. Se servisse a far in modo che la gente lo ascoltasse e ci credesse, correrebbe in giro per Londra nudo con un megafono in mano ad urlare al mondo che anche il suo migliore amico è un essere umano.

E John aveva avuto la fortuna sfacciata di essere il prescelto tra i sette miliardi di persone sulla Terra a scoprire che sì, anche Sherlock era umano e anche lui aveva dei sentimenti,  ancora non li sapeva gestire ma ci sarebbero arrivati un passo per volta.

Di certo non sarebbe mai corso ad abbracciare Anderson, a pensarci bene neanche lui l'avrebbe mai fatto, decisamente no.
Ma aveva iniziato a lasciar cadere, solo in presenza di John, quella maschera di freddezza che lo caratterizzava lasciandogli intravedere il suo lato umano.

Già, perché che il mondo ci creda o no, anche Sherlock Holmes è un essere umano.

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