Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: xunjcorn    06/08/2013    1 recensioni
Kyla ha 17 anni.
Kyla non è del tutto umana.
Kyla ha una maledizione.
Kyla ha dei poteri.
Kyla è letale.
Kyla è straordinaria.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Power.

 

Mi sveglio all'improvviso e non ho bisogno di portarmi le mani alle labbra per sapere di aver appena urlato. Va avanti così da sempre:ogni notte mi sveglio e sogno quello che è successo il giorno precedente e non sono sicura se il sogno sia meno crudele della cruda realtà.

Mi si spezza il respiro in singhiozzi.

Sono rinchiusa da 1849 giorni, 5 anni.

Non esco da qui da 5 anni, da quando è morta mia madre, da quando avevo 12 anni.

Un tempo ero libera di non sentirmi un mostro, adesso il dottor Cavalier mi ha resa una prigioniera.

Una prigioniera.

Una cavia.

Non ricordo una vita oltre queste 4 mura.

Un tempo questa era la mia stanza, adesso a ricordarmi quella stanza è rimasto soltanto il letto.

Il letto.

Un letto delle torture.

La porta si spalanca all'improvviso e mi si mozza il respiro quando vedo Cavalier entrare con i suoi grandi occhialoni neri che impediscono la vista dei suoi occhi.

E' alto, magro, quasi pelato.

E' pazzo.

-Kyla, tesoro.-entra. Ha la voce melodiosa come può esserlo soltanto la voce falsa di un pazzo.

E allora faccio l'impossibile. Prendo due pietre appuntite dalla tasca dei miei pantaloni logori -le ho trovate sotto il letto- e mi taglio i polsi davanti ai suoi occhi.

Spero soltanto di non dover più subire le sue torture.

E

mi

ricordo

che

non sono un mostro.

Non sono un mostro.

Non sono un …

 

 

 

 

Mi sveglio, ma sono al buio. Forse sono diventata cieca. Sbatto le palpebre a un ritmo di 5 secondi e il panorama si sbiadisce fino a tornare normale. Sono nella mia stanza, sul mio letto.

Il mio piano è fallito.

Provo a scendere dal letto ma non ce la faccio. Porto lo sguardo ai polsi cuciti e fasciati e li trovo legati al letto. Lo stesso vale per i piedi.

Non provo neanche a ribellarmi, se Cavalier vuole che io rimanga ferma, rimarrò ferma, è inutile che mi opponga.

Vaolto la testa e i capelli mi ricadono sugli occhi, ma vedo comunque la sagoma di qualcuno. Sembra un ragazzo. E' appoggiato alla parete di fronte al letto, proprio accanto alla minuscola finestra troppo alta perchè io poss affacciarmici. O buttarmi.

Il ragazzo mi sta fissando, ricambio lo sguardo.

-Finalmente ti sei svegliata.- dice avvicinandosi al letto. Io faccio il possibile per allontanarmi dal suo corpo.

All'inizio penso che anche lui sia un fenomeno da baraccone proprio come me, ma in seguito mi accorgo che in mano tiene un paio di forbici. Dev'essere qui per torturarmi.

Rabbrividisco e chiudo gli occhi, pronta al peggio.

Poi lui mi scosta le ciocche di capelli forse troppo lunghe dal viso.

-Perchè chiudi gli occhi?-mi chiede e ora la sua voce è molto più vicina.

-Non vuoi uccidermi?-sussurro, aprendo un po gli occhi.

Adesso lo vedo:ha i capelli dello stesso colore del grano, gli occhi castani come il caramello, due labbra carnose, il fisico asciutto, poco muscoloso.

Ed è a pochi centimetri dal mio volto:mi sta studiando.

-E perchè dovrei?-

-Non lo so...ti ha mandato Cavalier?-

-Si, da oggi sono la tua guardia personale. Non vuole che tu resti sola per provare ad ammazzarti. Dice che sei troppo straordinaria.-

Straordinaria.

Non era il termine adatto.

La mia guardia personale. Uno dei “soldati” del pazzo.

-Oh...e allora cosa ci fai con quella forbice?-

-Voglio sapere perchè sei rinchiusa qui.-mi risponde invece lui. Un'altra domanda, mi ha risposto con un'altra domanda. Eccezionale. Non parlo con nessuno da un'eternità e mi ritrovo nella stessa stanza con uno che non ne vuole sapere di parlare.

Rimango in silenzio, guardandolo fisso negli occhi.

Non vorrei farlo, ma lo faccio.

Gli scavo nella mente, non captando più informazioni di quelle necessarie.

Dimmi perchè hai quella forbice, gli ordino mentalmente.

-Devo liberarti, me l'ha ordinato Cvalier.- mi risponde con gli occhi improvvisamente grigi.

Lascio la presa sulla sua mente, pentendomi immediatamente di averne mai preso il controllo.

L'unico che non riesco a comandare è il pazzo.

-Biondino...-lo chiamo e lui scuote la testa, risvegliandosi dal suo stato di trance.

Spalanca la bocca.

-Cosa mi hai fatto?-nella sua voce scorgo...stupore?Impossbile.

-Io...io...non volevo..ma...pensavo che volessi farmi del male con quell'aggeggio.-abbasso lo sguardo sui miei pidi legati.

-E' come se mi fossi entrata nella testa.-si passa una mano tra i capelli.

-Riesco a leggerti il pensiero, a rubarti i ricordi se voglio, posso farti entrare in stato di trance.-

-Starordinario.- di nuovo il termina che ha usato mio padre, ma questa volta è stato il biondo a dirlo.

-Non è il termine adeguato.- lo fulmino con lo sguardo.-Ho sempre i pensieri degli altri nella testa, o almeno fino a pochi anni fa. Adesso riesco a tenerli fuori.-

-Cos'altro puoi fare?-nel suo tono non c'è scherno, lui non mi sta osservando come se fossi uno spettacolo da baraccone. Sembra curioso di saperne di più: non dev'essere qui da troppo tempo.

-Da quanto sei arrivato qui?-

-Un mese.-come sospettavo. -Cos'altro puoi fare?-ripete.

Non dico altro, così lui spezza le corde che mi tengono acnorata al letto a si allointana, ritorna alla finestra.

-Il mio nome è Justin, comunque. Non Biondino.-













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Salve Beliebers!
Eccomi con una nuova fan fiction c:
mi sono ispirata ad un libro che ho letto in questi giorni.
Beh, ditemi se vi piace o meno c:
Ora scappo, mi raccomando lasciate qualche recensione c;

baci, Wayland.
  
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