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Autore: domaris    14/02/2008    3 recensioni
Sommario: Kate stava facendo un bel sogno...
Spoilers: un paio di riferimenti qua e la. L'azione si svolge un paio di anni dopo l'assunzione di Kate all'NCIS ma niente Crepuscolo/Twilight, Ari, Ziva o Jenny (anche se quest'ultima viene citata)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caitlin Todd, Leroy Jethro Gibbs
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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After dream

Kate stava sognando. Era domenica mattina, niente sveglia puntata per andare al lavoro, ci si poteva girare dall'altra parte, stringersi un po' di più al proprio compagno e riprendere a dormire tra le sue braccia. Con un sospiro di contentezza si mosse nel sonno fino ad aderire al corpo dell'uomo addormentato accanto a lei.
L'uomo aprì gli occhi, sorpreso. Un sorriso aleggiò per un attimo sulle sue labbra alla visione della giovane donna addormentata con il viso sulla sua spalla. Inspirò il dolce profumo dei suoi capelli poi tirò fuori l'altro braccio da sotto le coperte per controllare che ora fosse. Le cinque. Poteva restare ancora un po' a godersi la piacevole sensazione di quel corpo femminile stretto al suo, prima di alzarsi e fingere di aver dormito altrove. Kate, aveva scoperto un paio di anni prima, non era affatto mattiniera e spesso bisognava quasi buttarla giù dal letto quand'erano in missione. E poi aveva la curiosa abitudine di dormire sull'orlo del materasso e piccola com'era lasciava un bel po' di invitante spazio libero, al quale quella notte non aveva saputo resistere. Richiuse gli occhi sicuro che non si sarebbe riaddormentato, ma il sommesso ronzio dell'aria condizionata e il lieve dondolare della nave lo cullavano così piacevolmente che poco dopo dormiva di nuovo.
Kate si svegliò di soprassalto. C'era qualcosa che non andava. Non era domenica mattina e lei non era nel suo letto a casa, insieme al suo ultimo boyfriend. Era su una nave della marina degli stati uniti ad indagare su un omicidio, insieme a....
- Gibbs! - strillò rossa di vergogna, rendendosi conto di essere parzialmente sdraiata sul
suo datore di lavoro e cercando di tirarsi su.
- Uh? - rispose lui senza capire cosa ci fosse da gridare tanto. Un attimo dopo sorrideva dell'espressione oltraggiata della giovane donna
- Cosa ci fai nel mio letto? - chiese Kate cercando di ricomporsi tenendo strette le coperte contro al petto
- tuo, agente Todd? - replicò lui, beffardo
- tu mi hai detto che potevo avere il letto! - replicò lei arrabbiata
- ma non ho detto che potevi averlo per te sola, non è vero? - chiese divertito dall'espressione sgomenta di Kate
- Gibbs! Come...
- Avanti Kate, abbiamo già dormito in posti più piccoli di questa cabina, come quella volta sul Philadelphia
La giovane era diventata rossa come un peperone al ricordo della sua prima indagine su un sottomarino. Erano passati due anni ma ricordava come se fosse ieri il momento in cui l'emersione rapida l'aveva fatta cadere in avanti e si era trovata stretta tra le braccia di Gibbs e per quei pochi, eterni secondi le si era fermato il cuore. E poi lui aveva fatto quel commento che l'aveva indignata, fatta ridere e risollevare dall'imbarazzo tutto in una volta. Quante volte, in seguito, si era chiesta se sarebbe accaduto qualcos'altro se fossero stati soli. Ma poi per qualche ragione Gibbs aveva smesso di flirtare con lei e non le era rimasto nient'altro da fare che comportarsi il più professionalmente possibile e dimenticare “l'incidente”, fino a questa mattina.
- Ora capisco perchè Ducky dice che DiNozzo ti somiglia! - commentò Kate ma quando vide lo scintillio negli occhi del suo capo si zittì.
- ah Kate, non avresti dovuto dirlo – commentò lui alzandosi su un gomito e prendendole il viso con la mano libera – avevo approfittato soltanto dello spazio lasciato libero nel letto questa notte, ma adesso ho una gran voglia di assaggiare quelle tue belle labbra piene.
- Non oserai! - esclamò lei con poca convinzione
Lui la guardò intensamente per un attimo. Poi la lasciò andare e si alzò. Raccolse i vestiti e si avviò verso il bagno. Prima di entrare si volse verso di lei, con un sorriso enigmatico.
- Non senza il tuo consenso, Kate.
Lei rimase imbambolata a fissare la porta chiusa. Adesso che era finalmente sola poteva cercare di capire cos'era successo. L'idea di aver dormito accanto a Gibbs le dava una strana sensazione, per niente spiacevole. Cercò di scacciare quel pensiero dalla mente. Non era dispiaciuta perchè non l'aveva baciata, non poteva esserlo!
Quando lo raggiunse in sala mensa lo trovò che leggeva dei documenti. Prese un caffè e mentre lo sorseggiava non potè fare a meno di osservarlo. Kate non sapeva esattamente che età avesse. Ad occhio poteva averne una quindicina più di lei, ma non poteva negare di esserne attratta, nonostante i capelli grigi, che si ostinava a tagliare come se ancora fosse nel corpo dei marines, e le rughe sul viso. Era un uomo dalla forte personalità, imprevedibile, tenace. Con un particolare senso dell'umorismo e un mare di ferree regole da seguire. E anche una montagna di difetti, pensò sorridendo di come allontanava da se i fogli per riuscire a leggerli senza occhiali. Stava per posare la tazza quando abbassando lo sguardo si accorse di avere davanti a se un piatto di uova e bacon.
- mangia – le disse con tono burbero, senza spostare lo sguardo dai fogli – abbiamo un bel po' di lavoro da fare oggi e non avrai molte altre occasioni di farlo
- grazie – replicò debolmente lei prendendo la forchetta in mano.
Il resto della giornata lavorarono gomito a gomito, tra interrogatori e videoconferenze con il resto del team che svolgeva le indagini al quartier generale. Alla fine erano riusciti ad individuare i colpevoli e Gibbs li aveva fatti confessare dopo un estenuante interrogatorio.
Ora stavano ascoltando Tony che, in videoconferenza, riferiva l'esito delle sue indagini. Nel frattempo Gibbs osservava Kate con la coda dell'occhio. Poco più di due anni prima aveva scommesso con se stesso che avrebbe fatto di lei un ottimo agente. Agli inizi era stata una vera sfida insegnarle. Aveva usato ogni trucco, l'unica cosa che non aveva fatto era stato portarsela a letto. Un tempo non aveva avuto scrupoli a riguardo. Jenny Shepard ovunque si trovasse adesso, avrebbe potuto testimoniarlo ma con Kate era stato diverso. Non sapeva nemmeno lui perchè ma si era limitato a flirtare e a invadere il suo spazio personale. Non si era mai spinto oltre e Kate lo aveva praticamente seguito come un cagnolino, fino a quando non aveva imparato a ragionare con la propria testa e a sviluppare il potenziale che aveva visto in lei. Ma all'improvviso quella mattina aveva seriamente messo in discussione la propria decisione. Adesso la giovane donna stava cercando di mascherare, senza successo, uno sbadiglio. Le mise sotto al naso la propria tazza di caffè. Kate si volse a guardarlo sorpresa, poi con un sorriso grato prese la tazza, stando attenta a non sfiorargli le dita. Bevve un lungo sorso e gliela restituì.
Kate Todd non era solo giovane e bella. Aveva qualcosa di più che la distingueva dalle altre donne che aveva frequentato. C'era in lei una dolcezza e una compassione che solitamente non c'era in chi faceva il loro lavoro. La maggior parte degli agenti erano guidati dall'ambizione, anche Kate ne aveva, ma, come il resto del suo team, aspirava più ad un riconoscimento da parte sua che a fare carriera.
- Va bene così, DiNozzo. Domattina viene a prenderci un elicottero, quando arriviamo al QG mi aspetto di trovare il tuo rapporto e quello di McGee sulla mia scrivania.
Tony stava cercando di dire ancora qualcosa ma Gibbs interruppe la comunicazione e si rivolse verso Kate
- Vai a dormire, il tuo rapporto puoi scriverlo domani durante il viaggio
- D'accordo. - Rispose lei alzandosi e stirandosi. Si avviò verso la porta. Poi si fermò e si volse a guardarlo dritto in quegli enigmatici occhi azzurri.
- Gibbs? - chiese timidamente
Lui attese, senza dire una parola
Kate deglutì prima di trovare il coraggio di parlare
- Tu non vieni?
- Vuoi che venga? - ritorse lui osservando attentamente la sua reazione
Kate arrossì, le sembrava di non fare altro da quella mattina, e si morse l'interno della guancia, indecisa se correre il rischio o lasciar perdere.
- se ti dico di si, cosa succede?
Lui scrollò le spalle, come a intendere che non era in grado di prevederlo. E Kate capì che, quell'uomo abituato a fare tutto a modo proprio e ad essere sempre in controllo di qualsiasi situazione, stava lasciando a lei la scelta. Un sorriso le illuminò il viso.
- Andiamo Gibbs, scommetto che sei un ottimo cuscino!
Lui non potè fare a meno di ridere mentre le posava la mano sulla schiena e la guidava alla loro cabina. Si prepararono in silenzio e scivolarono sotto le coperte. Poi Kate si volse verso di lui, sorrise e gli si fece vicina, accoccolandosi con il viso sulla sua spalla. Gibbs le mise il braccio intorno alla vita e sorridendo le diede un lieve bacio sulla fronte
- Sogni d'oro, Kate.

Fine

Robin, 15 gennaio 2008
   
 
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