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Autore: roby_lia    06/08/2013    8 recensioni
Mentre Thor e Loki sono in vacanza alla Tower (con figli al seguito) due vecchi amici molto speciali di Loki vengono a trovarli
ATTENZIONE: cross-over... ma non vi dico tra chi o rovino tutto u.u''
(Teoricamente finale ufficioso di "Piccola catastrofe")
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Sorpresa, Thor
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'Semplici storie di un amore complesso'
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Presenza di personaggi originali ovvero Hope e Lif, gli adorabili pargoli di Thor e Loki, rispettivamente di 8 e 4 anni… o qualunque sia il rispettivo asgardiano u.u’’
Conviene conoscere la trama di Hercule e de Le cinque leggende, mapresumo che si possa capire anche senza
 
 
 
 
 
 
In the middle of the night
 
“Avete mai provato quel brivido? Quello che vi fa voltare di scatto la testa mentre siete soli in casa o percorrendo un vicolo particolarmente scuro? Vi siete mai rannicchiati rigorosamente lontano dai bordi del vostro lettuccio con la paura che qualcosa spunti e vi afferri? Quante volte avete fatto uno scatto per scappare dalla vostra cameretta e rifugiarvi tra le braccia dei vostri genitori? E quanto forte vi batte il cuore quando-“
La luce di un’ab-jour si accese, interrompendo quella voce suadente.
Hope sbadigliò, passandosi una mano sugli occhi assonnati.
“Ciao Pitch” lo salutò, trattenendo a stento un altro sbadiglio.
L’uomo nero sospirò: ormai era diventato così difficile spaventare i bambini, sempre più avvezzi alla violenza ed agli orrori.
“Ciao Hope” rispose abbattuto.
La bambina si passò una mano tra i capelli scuri, cercando un modo per consolare l’altro.
“Ehm… questa volta è andata meglio, no?”
“Tu dici?”
“Oh sì. Certo. Ero davvero spaventata”
Il suo (scarso) tentativo di consolazione, affondò definitivamente quando Lif si svegliò.
“Zio Pitch!!” trillò contento il bambino, correndo verso l’interessato ed attaccandosi con forza ad una sua gamba.
L’uomo nero spostò lo sguardo scettico dal biondo, che l’aveva probabilmente scambiato per il suo adorato peluche di Sdentato, ad Hope.
“Stavo morendo di paura. Davvero. Sì, sì” ripetè lei con un sorriso poco convincente.
Pitch scosse la testa, per poi cercare di staccarsi Lif dallo stinco, senza riuscirci.
In compenso, in quel momento un Thor furibondo ed armato di Mjolnir si precipitò nella stanza, gridando a squarciagola frasi insensate come solo lui sa fare.
Riconosciuto l’intruso si bloccò sul colpo, tenendo ancora il martellone alzato.
“Pitch Black!” esclamò poi, abbassando il braccio e dirigendosi ad ampi passi verso l’ospite che, nonostante le sue proteste si trovò stritolato nel suo abbraccio spaccaossa.
Una volta liberato (da Thor. Lif restava ancora saldamente ancorato alla sua gamba) l’uomo nero restò leggermente incriccato, sentendosi le ossa ridotte a briciole.
“Te lo avevo detto che non era niente di grave” borbottò Loki, appena apparso sulla porta ed intento a sistemarsi i capelli, tra uno sbadiglio e l’altro.
“Loki”
“Pitch” lo salutò il dio.
Dopo qualche momento passato a fissarsi, Pitch riprese la parola “C’è un modo per staccarlo?” domandò indicando il bambino che ancora si stringeva a lui.
Loki sospirò “Lif ne abbiamo già parlato: non puoi attaccarti come una cozza a tutti. Non sei l’orso abbraccia tutti”
“Ma papà ha detto-“
“Lo sai che devi ignorare quello che dice l’altro tuo padre. Ed ora da bravo, libera Pitch. Guarda, c’è qui Sdentato che è in carenza di coccole” cercò di convincerlo prendendo il peluche del drago dal suo letto.
Il biondo schizzò subito via da Pitch, afferrando con forza il suo giocattolo.
“Ecco, bravo. Vuoi da bere Pitch?” gli offrì incamminandosi verso la cucina della Tower.
“Ultimamente viene spesso qui sulla terra. È dai secoli bui che non la frequenti così tanto”
“Bei tempi quelli”
“Puoi dirlo forte” disse un’altra voce, mentre in un angolo della cucina le tenebre s’infittivano per poi lasciarne fuoriuscire una figura longilinea, avvolta con stoffa grigia. Un ghigno malvagio gli aguzzava i lineamenti, mentre la fiamma blu che aveva al posto dei capelli era l’unica luce dell’ambiante.
Loki lo fissò alzando un sopracciglio, per poi sbadigliare.
“Ciao Ade. Jarvis, fai luce… Ma vuoi due non potreste scegliere degli orari normali per venire a disturbare?”
“Dimmi, è stato il matrimonio a renderti così noioso?” domandò in risposta il dio dei morti, giusto prima di venir assalito da Lif ed il suo inconfondibile grido “Zio Ade!!”
“Oh ma eccolo qua il mio spruzzetto di sole preferito!” esclamò prendendolo in braccio.
“Ti devo ricordare che l’ultima volta che hai chiamato così qualcuno, hai tentato di ammazzarlo?”
 “Ma quell’altro se lo meritava, questo marmocchio invece sarà un perfetto casinista. Dimmi, lo vuoi un lecca-lecca avvelenato?” gli offrì agitando una mano e facendo apparire il dolcetto incriminato.
“Lif, non puoi mangiare se ti sei già lavato i denti” gli ricordò il padre, versando allegramente da bere per se e per gli altri.
Nel frattempo anche Hope corse verso Ade, strattonandogli una manica.
“E come sta la nostra futura dea delle tempeste di neve? Farai morire d’invidia Chione, quella là non se l’è mai filata nessuno. Te invece ti temeranno e ti adoreranno fino alla fine dei tempi”
“Lo so. Me lo dice sempre anche papà”
“Ah! Ma davvero?” intervenne Thor, mettendosi a fissare con insistenza Loki, incrociando le braccia.
“Che c’è? È la verità!” rispose quello, con un sorriso molto poco tendente all’innocenza.
Il biondo scosse la testa, rassegnato.
Hope tirò di nuovo la tunica di Ade, per richiamarne l’attenzione “Chiami Panico e Pena?” gli domandò, sbattendo gli occhio blu.
Il dio storse il naso “Meglio di no. Quei due mi fanno venire un’ulcera al solo vederli”
“Ma la loro punizione non è ancora finita e cosa ci sarebbe di peggiore che passare un po’ di tempo a giocare con me?” cercò di convincerla la piccola.
Ade fece finta di pensarci un po’ poi, con uno schiocco di dita e un sorriso, fece apparire i due diavoli interessati.
“Padrone! È finita la punizione, vero padrone?!” domandarono concitati i due.
Il dio dei morti, sorrise malefico, per poi indicare alle loro spalle, dove Panico e Pena trovarono Lif ed Hope pronti ad agguantarli.
I due diavoli si misero a strillare, cercando di darsi alla fuga ma i figli di Thor furono più veloci.
Sorridendo felice, Hope fece per tornare in camera sua, dove Pena si sarebbe prestato “volontario” per provare i trucchi che aveva rubato proprio quel pomeriggio da zia Natasha, ma Loki la fermò.
“Come si dice, Hope?”
“Uh? Ah, grazie zio Ade” obbedì, per poi andare a realizzare i suoi malefici piani.
Lif nel frattempo aveva afferrato Panico per la coda e, dopo essersi seduto per terra, stava cercando di mordicchiarli una gamba ossuta.
“Lif, lo sai quali sono le regole: niente cibi dopo essersi lavati i denti” riuscì a fermarlo Thor, prendendolo in braccio e lasciando che il diavoletto si nascondesse dietro il suo padrone.
“Allora, lo facciamo sì o no questo brindisi?” domandò seccato Pitch, alzando il suo bicchiere.
I tre scontrarono i bicchieri, per poi buttare giù tutto d’un sorso il suo contenuto.
In quel momento, entrò Tony, con l’aria di chi è appena stato svegliato alle tre di notte. Come in effetti era successo.
“Si può sapere cos’è tutto ‘sto casino? Il sottoscritto sta cercando di dormire” borbottò prendendo la bottiglia ancora sul tavolo e bevendo direttamente da essa.
“Buon giorno Tony. Ti presento Ade, il dio dei morti e Pitch Black, l’uomo nero. Gente, lui è Tony Stark, il proprietario di quest’ottimo scotch”
“Oh certo. Il dio dei morti greco e l’uomo nero. E io non sono Iron man” ridacchiò tra se e se, per poi mettersi a fissare seriamente i due ospiti.
“No, aspettate, non stavi scherzando?”
“Perché avrei dovuto scherzare?”
“Ma tu… ma loro…”
“Pensavo che ci fossi arrivato Tony. Insomma, sai che io e Thor siamo veri, sai stato ad Asgard… credevi davvero che le altre storie non fossero vere?”
L’uomo balbettò ancora un po’, tra se e se.
“Certo che lo standard dei geni è proprio calato in questi secoli. Il tuo amico qua mi fa quasi rimpiangere Dedalo, lui sì che ci sa fare”
“A proposito, come sta andando il restauro degli inferi?”
“Alla grande. Dovresti vedere i suoi progetti. Certo, Demetra trova sempre qualche difetto ma per fortuna c’è Persefone che la tiene buona”
“Vivere nella stessa casa con la propria suocera, quello sì che è un inferno. Ameno ché non si parli di Frigga. Lei è proprio un angelo” soppesò Pitch, per poi rubare la bottiglia ad un Tony ancora in fase di negazione e versare da bere a tutti.
Dopo un altro bicchiere Loki riprese la parola “E gli altri come se la cavano?”
“Riduci il termine “altri”. Non ho voglia di stare qui per i prossimi due secoli a raccontare le imprese di tutti i cattivi della terra”
“Seth?”
“Impegnato in piani di distruzione nei confronti di quello struzzo troppo cresciuto di Horus”
“Tremotino?”
“In piena depressione. Ormai tutti sanno la risposta alla sua domanda”
“Jack Frost? È davvero passato dalla parte dei buoni?”
In quell’istante Tony sembrò risvegliarsi. O perlomeno diede un segno di vita “Jack Frost? Quel Jack Frost”
Loki lo guardò battendo le palpebre “Il nipote del Generale Inverno, sì”
“Il… il Generale Inverno?”
“Lascia stare, divisione europea- gli rispose con una scrollata di spalle Pitch- comunque sì, ha tradito il Caos per passare dalla parte dei Guardiani”
“Peccato. Era simpatico- si rammaricò Loki, facendo girare il contenuto del suo bicchiere- sono vere le voci su lui e il Colibrì OGM dei Denti?”
“Jack e Dentolina? No, lei pretendeva che lui sorridesse continuamente per mettere in mostra i suoi denti. Per non rischiare una paralisi facciale l’ha mollata” raccontò l’uomo nero, abbandonandosi contro lo schienale.
“Io invece ho sentito voci su di lui e il Batuffolo Peloso con le Pulci di Pasqua” intervenne Ade, che venendo continuamente a contatto coi morti era il meglio informato su tutto. Dopotutto i morti sanno sempre tutto e non hanno altro da fare che passare gli eoni a spettegolare e tenersi informati sugli ultimi gossip.
Pitch fece una smorfia “Già più probabile. C’era un certa tensione tra quei due…”
Loki assottigliò lo sguardo fissandolo attentamente “Dimmi Pitch… sei geloso di Calmoniglio?”
“Io?! No!”
Ade appoggiò i gomiti sul tavolo, per poi incrociare le dita “Ne sei certo? Perché sembri proprio… geloso”
“Già. E quel tuo “niente si sposa meglio del freddo e dell’oscurità”… frase alquanto ambigua, non trovi amico mio?” aggiunse Loki, voltandosi verso il dio dei morti.
“Assai. E poi con quella proposta che loro due avrebbero governato il mondo insieme…
I due dei si girarono verso l’uomo nero, mettendosi a fissarlo con insistenza.
“… se questi sono gli effetti collaterali del matrimonio, io non mi sposerò mai” sentenzionò l’accusato, eludendo la loro implicita domanda.
“Fermi tutti!- urlò Tony, sbattendo le mani sul tavolo- Adesso mi spiegate che diavolo sta succedendo!”
I tre villainssi fissarono, sbattendo le palpebre.
“Non glielo hai detto?” domandò Pitch, incrociando lo sguardo di Loki.
“Avevo di meglio da fare che raccontargli i segreti dell’universo” rispose scrollando le spalle.
“I segreti dell’universo? Tu conosci i segreti dell’universo?!” intervenne Tony.
“Bhe sono un dio, è ovvio che li conosco”
“… tu conosci i segreti dell’universo e non me li dici?!”
Il dio degli inganni fece spallucce, prendendosi ancora da bere.
“Adesso mi spiegate!”
“Cosa vuoi sapere nanetto mortale?” gli chiese Ade, passandosi una mano tra i capelli di fiamme.
Tony balbetto per qualche secondo, cercando di ragionare razionalmente “Ehm, sì, allora… voi esistete davvero. Tutti voi”
Pitch distolse lo sguardo dalle proprie unghie, fissandolo annoiato “Tralasciando il fatto che questa non è una domanda, sì, tutti noi siamo veri. Tutte le storie sono vere… a modo loro”
“Ah… e perché siete identici ai vostri cartoni animati? La Disney e la Dreamworks ci hanno davvero azzeccato bene”
A Pitch andò di traverso il sorso, facendo sghignazzare Loki.
“Io posso mutare aspetto, come gran parte degli altri dei - sbuffò Ade, facendo scrocchiare le dita- assumo questa forma per far divertire i mie due marmocchi preferiti” spiegò indicando Lif che ridacchiava felice in braccio a Thor.
“Certo, ovvio…” mormorò Tony, grattandosi la testa.
“Per quanto riguarda Black le cose sono diverse, vero amico mio?” ghignò il dio del Caos, facendo ghignare anche Ade.
L’uomo nero borbottò tra se e se, annegando la risposta nell’alcool.
“In pratica lui assume l’aspetto che i bambini si aspettano da lui. Quindi, da quando i marmocchi della terra hanno visto il suo film, se lo immaginano così”
“Vi assicuro che da quando è uscito quello stupido film, i disegnatori incriminati fanno tutt’altro che sogni d’oro” ringhiò Pitch, stringendo con forza il bicchiere.
Ade sbuffò “Ma quanto la fai lunga. Se vuoi il mio parere le cose ti sono solo migliorate”
“Infatti. Prima sembravi più un sacco dell’immondizia che l’uomo nero… senza offesa ma eri davvero inguardabile. Non si capiva se stavo parlando con la tua faccia o il tuo deretano” aggiunse Loki.
“Esatto! E ti ricordi il tuo aspetto durante i secoli bui? In pratica non potevi sederti da tanti artigli, spuntoni  e vari ed eventuali estremità affilate che avevi”
“Sì ma almeno a quei tempi facevo paura! Invece guardatemi adesso armato di cavallucci di sabbia… non riesco più a spaventare nessuno” si lamentò non curante dei tentativi d’incoraggiamento dei suoi colleghi.
“La colpa è della luce elettrica. Ve lo avevo detto che dovevamo fermare Edison prima che inventasse le lampadine, ma non mi avete voluto dare ascolto” s’imbronciò Loki, ricordando tutti gli avvertimenti che aveva dato ma che erano caduti a vuoto.
“Volevi uccidere Edison?!” urlò Tony.
“Certo. È colpa delle lampadine se adesso nessuno ha paura del buio. Insomma, che gusto c’è ad andare a dormire durante una notte di tempesta, con i fulmine e gli alberi che creano inquietanti ombre sulle parete  se con un semplice gesto puoi accendere la luce?”
“Sì ma uccidere Edison…”
“Cosa? Gli avrei fatto fare una degna morte. Con tanto senso dell’umorismo. Mi ero già preparato a far incacchiare Thor e farmi inseguire per mezza Midgard, così cercando di colpirmi, Thor avrebbe abbrustolito per bene quell’annientatore delle tenebre. Ma gli altri non volevano e addio trionfo della notte, benvenuta era della luce”
Ade roteò gli occhi “Quante storie Loki! Io ero ancora impiegato nella mia vendetta contro tutti voi visto che non vi siete dati questo gran daffare per tirarmi fuori dal pozzo delle anime quando Hercules mi buttò dentro” protestò il dio dai capelli in fiamme, per poi venir distratto da Lif, che si fece sollevare e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio.
Ghignando, il dio fece apparire con un gesto elegante della mano un lecca-lecca a forma di teschio e con degli spuntoni che lo incorniciavano.
Sogghignando, il bambino lo afferrò per poi mettersi all’opera sotto lo sguardo confuso del genitore dalla chioma bionda
“Lif cosa stai combinando?” gli domandò vedendolo arrampicarsi sul bancone tra il lavandino e i fornelli ed iniziare a tirare giù dalla mensola un po’ di tutto.
“Niente” rispose quello, mentre passava il dolce dal miele allo zucchero per immergerlo infine nel personale mix di guarnizioni per torte di Steven Rogers con codette, palline di zucchero e scaglie di cioccolato.
“Lif…” lo richiamò “minaccioso” Thor. Il bambino si decise a guardarlo negli occhi.
“Cosa c’è? Non lo sto, ne lo voglio, mangiare ergo non vado contro le regole” ribattè il piccolo dio con un tono fin troppo simile a quello di Loki, per poi scendere con un balzo dal bancone e correre via, il dolcetto strettamente tenuto in mano.
Il dio dei fulmini fece per seguirlo ma poi ci ripensò: quel bambino aveva preso fin troppo da Loki.
Nel frattempo i discorsi intorno al tavolo erano versati più su tentativi di conquista e tutto ciò che sta in mezzo.
 “Insomma, dovete ammettere che voi cattivi non avete questa grande fantasia: tu hai tentato di conquistare il mondo, tu volevi conquistare l’Olimpo e di conseguenza il mondo e tu volevi distruggere i Guardiani per conquistare il mondo” stava dicendo Tony che dopo l’iniziale confusione aveva ritrovato la sua parlantina.
“Almeno noi abbiamo spirito d’iniziativa – sibilò Loki, socchiudendo pericolosamente gli occhi- se dovessimo aspettare che voi buoni  vi diate da fare l’eternità sarebbe alquanto noiosa”
“Esatto, senza contate che per quanto vi piaccia definirvi “eroi” non avete problemi a battervi in sei contro uno, o cinque contro uno o tutto l’Olimpo contro uno” sentì di dover far presente Pitch.
Tony alzò un sopracciglio “Oh certo. E come mai non analizziamo il fatto che ognuno di voi si faceva sempre accompagnare da un esercito?”
“Dettagli- sbuffò Loki- e poi che gran esercito: i chitauri li potrebbero sconfiggere anche Hope e Lif con una mano dietro la schiena ed a occhi bendati. Servivano più che altro per fare scena”
“Come i mie cavalli! Insomma non è colpa mia se danno la caccia a tutto ciò che prova paura: è più forte di loro”
“E i Titani? Insomma, gli Olimpi erano già riusciti a sconfiggerli e come se non bastasse, erano anche stati destinati a sopportare delle pene eterne. Io mi sono limitato a distribuire un po’ di giustizia. Atlante è costretto a sostenere la volta del cielo solo perché ha preferito schierarsi dalla parte del suo amico d’infanzia Crono invece che con quell’imbecille di Zeus. Epimeteo fu costretto a sposare quell’idiota di Pandora che poi riversò tutti i mali sulla terra ed incolpò lui. Prometeo fu incatenato ad una roccia con un’aquila che gli rodeva il fegato ogni giorno, il tutto solo per aver donato il fuoco agli uomini. E la lista potrebbe continuare a lungo”
Il genio storse la bocca, poco convinto.
Mentre la discussione continuava, Lif tornò ed andò a raggomitolarsi soddisfatto in braccio a Loki, senza dire una parola su ciò che aveva fatto.
Thor notò solamente che il lecca-lecca era sparito e questo non preannunciava nulla di buono.
Tony annuì un paio di volte, mentre un ghigno divertito gli compariva in faccia “Se siamo così numerosi allora si può fare” sentenzionò convinto.
“Fare cosa?” domandò il dio del caos, passando una mano tra i riccioli biondi del bambino.
“Realizzare il mio sogno”
Pitch fece un verso disgustato dal fondo della gola “Noi non realizziamo i sogni, mortale. Noi gli infrangiamo in minuscoli frammenti irrecuperabili”
L’uomo sorrise ancora “Oh ma realizzando il mio sogno, distruggerete quello di tutte le persone sulla terra”
“E sarebbe?” sbuffò Ade, poco convinto.
“Semplice- s’interruppe, lasciando il modo alla curiosità di crescere impaziente- ruberemo il Natale!!”
I tre villainsattorno al tavolo s’adombrarono immediatamente, mentre Thor si sbatteva una mano sul volto.
Tony li fissò confuso “Ehi cos’è quest’aria funebre? Non ditemi che avete paura degli Yeti di Babbo Natale”
“Non ti facevo così stolto, Tony Stark” mormorò lugubre Pitch.
“Ci credi così stupidi da non averci mai provato?”
“Semplicemente non si può fare. Il Natale è un giorno troppo pieno di felicità e buoni sentimenti per provare una cosa del genere”
“Ah…- mormorò deluso l’uomo, grattandosi la testa- e della Pasqua che mi dite?”
Ade lo guardò scandalizzato “Rovinare la Pasqua?! Tralasciando la tua scarsa fantasia, Pitch l’ha fatto poco tempo fa. E noi abbiamo un certo stile, oltre che una reputazione da difendere!”
“Sarebbe un cliché Tony, e noi non facciamo cliché” spiegò minaccioso Loki, mentre una cupa tristezza continuava ad imperversare sulla tavola.
Il genio fece per ribattere, ma vedendo Thor fare gesti per impedirglielo, preferì dargli ascolto visto che lui li conosceva da ben più tempo.
“Si può sapere cosa sta succedendo?” li prese alla sprovvista una voce sulla soglia della porta.
“Oh, Natasha- borbottò ancora avvilito Loki- Ti presento Pitch Black e il dio Ade”
La russa alzò un sopracciglio, squadrandoli freddamente “E vi basta qualche bicchiere di scotch per finire in una sbornia triste? Mi aspettavo di più da gente del vostro calibro”
“è colpa di Stark!- brontolò Ade, mentre i sui capelli minacciavano di spegnersi- propone come se niente fosse di rovinare il Natale! L’opera in qui tutti noi cattivi degni di questo termine ci siamo impegnando da sempre!”
“E lo dice come se fosse facile per di più! Se non ci fosse per tutto quella gentilezza che trasuda nell’aria e c’indebolisce allora sì che sarebbe un gioco da ragazzi, ma invece no! Sotto Natale voi umani diventate così disgustosamente buoni che appestate tutto il mondo” s’oscurò ancora di più l’uomo nero, diventando praticamente un tutt’uno con la propria ombra sulla quale risaltavano soltanto gli occhi grigi.
La donna gli fissò, esasperata: finchè gli aveva sentiti ridere e scherzare non s’era preoccupata troppo, ma quando era sceso il silenzio allora sì che aveva sentito i guai cresce. Per fortuna che conosceva la soluzione.
“So io cosa ci vuole, per tirarvi su il morale”
I tre la fissarono con la loro aria da cani bastonati, senza dir nulla.
“Per prima cosa fate sparire quello scotch, qua ci vuole della vodka, altroché. E poi, per concludere bene la mattinata è meglio dedicarsi ad attività che vi vengono di gran lunga meglio del piangervi addosso”
“Del genere?” domandò sospettoso il dio dei morti.
Natasha sorrise “Conquistare la terra” rispose, appoggiando sul tavolo la scatola del Risiko che fino a quel momento aveva tenuto nascosto dietro al schiena.
Quella proposta bastò per far illuminare gli occhi a Loki, far ravvivare i capelli di Ade e tirare Pitch fuori dalle sue ombre.
Nel giro di un minuto i bicchieri furono nuovamente riempiti, di vodka questa volta, e il tavolo da gioco preparato.
Ma proprio mentre stavano per iniziare una Hope arrabbiata e piangente, che fece abbassare la temperatura di trenta gradi semplicemente entrando nella cucina gli interruppe.
“Hope!” esclamò preoccupato Thor, mentre Lif metteva il broncio e si nascondeva contro il petto dell’altro genitore.
La bambina si precipitò infuriata contro il fratellino “Cosa mi hai fatto?!”  gli urlò contro, mentre i pugni serrati gli diventavano di ghiaccio dalla rabbia.
“Io non ho fatto niente!- ribattè piccato il biondo- se tu rispettavi le regole non ti sarebbe successo niente” aggiunse poi, incrociando le braccai con un fare così altezzoso che ricordava in tutto e per tutto Loki, tanto che gli altri riuscirono a trattenere a stento le risa.
Il dio del caos sospirò “Lif, cos’hai fatto?”
“Gli ho solo dato il lecca-lecca di zio Ade! Se avesse rispettato le regole e non lo avesse mangiato non le sarebbe successo niente”
Loki socchiuse gli occhi, fissando il volto della figlia che si stava piano piano riempiendo di brufoli e verruche.
“Hai ragione” asserì, scrollando le spalle.
“Loki!
“Papà!”
“Cosa c’è?! È la verità: sapevi di non poter mangiare quel dolce, ma l’hai fatto lo stesso quindi ti meriti la punizione”
“Loki…” ringhiò minaccioso Thor. Il moro si voltò fissandolo negli occhi. Dopodiché, sbuffando, sollevò Lif dalle sue gambe per darlo a Thor e fece salire Hope.
“Hai imparato la lezione?”
“Sì” mugugnò lo bambina.
“Sicura?”
“Sì!”
“E va bene…” disse scettico Loki, chinandosi e posandole un bacio sulla fronte, dal quale s’irradiarono scintille verdi di magia che spezzarono l’incantesimo.
“Contenta ora?”
“No. Li f si merita una punizione” esclamò fissando ancora furibonda il fratellino.
“Non è vero!” protestò lui, facendole la linguaccia.
“Ha ragione lui, sei tu che hai disobbedito”
“Ma papà!”
Loki alzò un sopracciglio, per poi tornare a concentrarsi sul tavolo, dove il gioco doveva ancora avere inizio.
“Smettila di lamentarti e accetta la sconfitta” sogghignò Lif, al sicuro dalla sua furia in braccio a Thor.
Lei lo fulminò, per poi sbuffare e sistemarsi meglio in braccio al padre.
La partita iniziò, mentre gli avversari studiavano con calma la strategia migliore e parlavano del più e del meno.
“Allora, non mi hai ancora detto perché siete già tornati?” domandò Pitch, incrociando le dita.
“Festa di compleanno di Peter, suo figlio” rispose, indicando con un cenno del capo Tony.
L’uomo roteò gli occhi “Non me lo ricordare. Devo ancora spiegarmi perché ho voluto organizzare tutto io e non ho lascito che se ne occupasse Cap come suo solito”
“Perché Cap sta rischiando una crisi di nervi tra te e Peter. Altrimenti non li avremmo spediti entrambi in vacanza” interloquì Natasha, spostando le sue pedine.
“Anch’io voglio una festa!” intervenne Lif, sorridendo angelicamente.
“Il tuo compleanno è già passato” gli ricordò Thor, spostandoselo sull’altro braccio.
Il biondo s’immusonì per un attimo, prima di tornare ad illuminarsi “Allora voglio una festa di buon non-compleanno”
“…Stark devi smetterla di far vedere cartoni animati ai miei figli”
“Ehi sei tu quello che sta cercando di disintossicarsi dalla Disney senza tanto successo, mica io!”
 
 
 
Il sole era sorto da poco quando Ade e Pitch lasciarono la Tower.
Sbadigliando chi più assonnato, chi più ubriaco anche gli altri fecero ritorno alle rispettive camere.
“Di addio a Sdentato, Lif. Non te lo ridarò mai più!” affermò Hope, prendendo il peluche dal letto del fratellino.
“è mio! Ridammelo!” protestò lui alzando le braccia, cercando d’afferrarlo.
“No, no. Così impari”
Il biondo s’imbronciò, per poi rilassarsi.
“Ma lo puoi ridare? Per favore?”
Dopo un attimo  d’esitazione la bambina s’addolcì. Dopotutto il suo fratellino sapeva essere così tenero e coccol-
Alt, fermi tutti.
Un lampo d’energia statica colpì il muro vicino a Lif.
“Papà! Lif cerca di manipolarmi con i suoi poteri!!”
 
Loki si stiracchiò, entrando nella loro camera e, seguendo l’esempio di Thor, si distese comodamente sul letto.
“Sai Loki…- iniziò il biondo, tirandoselo contro il proprio petto- ormai anche Lif è troppo grande per essere preso in braccio, secondo i tuoi canoni”
Il moro irrigidì le spalle “Thor…” ringhiò pericoloso.
“Avanti! Non dirmi che non hai vogli di avere un altro bambino che ancora non sappia parlare o lamentarsi”
“Certo, dovremmo solo ricominciare a svegliarci nel bel mezzo della notte ed essere pronti ad obbedire ad ogni suo pianto”
“Eddai…- lo pregò, baciandogli il collo- perché non averni altri?”
Altri?!” domandò allarmato.
“Sì, tipo altri… cinque?”
“Altri cinque?! Ma tu sei completamente fuori!”
“Lo sanno tutti che il sette è un numero magico”
Loki sostenne il suo sguardo per qualche momento “… lo è anche il tre”
Thor s’illuminò “Potrei accontentarmene… per il momento” rispose cercando di baciarlo.
“Sognatelo, con la fortuna che mi ritrovo sarebbero gemelli e tu lo vedresti come un segno del destino di doverne avere sette”
Il biondo rise, stringendolo con forza “Perché no…”
“PAPÀ!!” si sentì urlare dalla stanza vicina, mentre i soliti suoni di distruzione di una normale litigata tra Hope e Lif si diffondeva nell’aria.
“… scusa dicevi?” domandò esplicito Loki.
“… niente, non ho detto niente. Devi aver sentito male” borbottò afflitto il dio del tuono.
“Ah ecco”
“… però almeno un altro…”
“THOR!”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Orbene, visto che il delirio ormai è stato fatto, facciamolo seriamente u.u
Sdentato: l’adorabile draghetto di Dragon Trainer non poteva che essere il peluche dedicato a Lif, così come la sorella ha Pikachu. Chi conosce le storie può benissimo immaginare da chi è stato scelto (sì, sono state loro”
Chione: è la dea greca della neve, figlia di Borea, il vento del nord.
Persefone è la moglie di Ade mentre Demetra è sua madre (dunque la suocera di Ade), che va con lei negli inferi per sei mesi all’anno mentre per il reato dell’anno è la figlia che torna in superfice e da qui l’alternarsi delle stagioni.
Seth è il dio del caos egiziano con la testa a forma di sciacallo mentre Horus (amorevolmente definito struzzo troppo cresciuto a causa della sua testa di falco) è il dio sole.
Tremotino è troppo complicato da spiegare, cercate con google u.u''
Jack Frost, Dentolina e Calmoniglio sono gli altri personaggi de “Le cinque leggende”, qui felicemente soprannominati in altri modi
Lo so che sapevate tutto, ma ormai avevo preso la mano.
Come preannunciato, mi prenderò una pausa da questo fandom ma non festeggiate troppo: ho qualcosa come altre 18 possibili storie su qui lavorare. alcune non vedranno mai la luce per vostra fortuna, ma altre…
Ok, la smetto di terrorizzarvi e mi levo dalle scatole.
Ringrazio già chi leggerà, preferirà, recensirà (sì, come no) ecc.
 
Ciao ciao
roby_lia
  
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