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Autore: LittleHarmony13    06/08/2013    6 recensioni
"Saremo stati dei genitori perfetti, in un remoto futuro. Sicuramente avrebbero conosciuto a memoria ogni singola canzone di ogni musical che fosse mai stato presentato a Broadway, anche grazie all'aiuto della zia Rachel, e sicuramente sarebbero cresciuti circondati da tanto amore. Sì, perché io e Blaine ci amavamo. E il nostro amore non era un amore da fiaba, di quelli che tutti sogniamo di notte e speriamo possa capitare anche a noi, almeno per una volta. No, il nostro amore era meglio. Il nostro amore era reale."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa alla "Multifandom Challenge" indetta dal gurppo Fb "Fanfiction Challenges."


It's enough for this restless warrior,
just to be with you.

 



Prompt: https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSI751UtBvSz3_37obfjgxrVIbIGsCw9e78IqQQvRnWfd_E9ycqmw





"An enchanted moment, and it sees me through
It's enough for this restless warrior just to be with you .
And can you feel the love tonight
It is where we are
It's enough for this wide-eyed wanderer
That we got this far."
Elton John, Can you feel the love tonight.
http://www.youtube.com/watch?v=XKlBVBkhZFE




 

La casa dove io e Blaine siamo venuti ad abitare ha una vista pazzesca su Central Park, ed è tutto ciò che io abbia mai potuto desiderare. Da quando abbiamo deciso di non poter vivere l'uno senza l'altro ogni particolare della nostra vita è perfetto.
E casa nostra non è da meno. Avevamo deciso di andare a vivere insieme, poiché, come avevamo sperimentato già in precedenza, la distanza ci uccideva e ci portava a compiere atti di cui non andavamo fieri. E' inutile negarlo, la distanza uccide ogni rapporto, anche il più puro, candido e sincero. E il nostro non era stata l'eccezione.
Così, dopo aver finito gli studi, Blaine è venuto da me a pregarmi, anzi no, a scongiurarmi di non allontanarci mai più l'uno dall'altro, di vivere ogni singolo momento insieme. Dopo una breve convivenza nell'appartamento di New York che condividevo anche con Rachel e Santana, abbiamo constatato che in quattro stavamo troppo stretti, e così, come sorpresa per il mio ventunesimo compleanno, Blaine mi (o dovrei dire ci) ha comprato un appartamento bellissimo all'ultimo piano di un palazzo davanti al parco più famoso di New York.
Davanti al nostro posto. Sì, perché io e Blaine abbiamo un nostro posto, nell'immenso Central Park. In un angolino del grande parco si trovava infatti una piccola cascata che confluiva in un laghetto circondato da ninfee. In quel luogo spesso venivano a giocare dei bambini che si affezionavano all'istante a me e Blaine. Saremo stati dei genitori perfetti, in un remoto futuro. Sicuramente avrebbero conosciuto a memoria ogni singola canzone di ogni musical che fosse mai stato presentato a Broadway, anche grazie all'aiuto della zia Rachel, e sicuramente sarebbero cresciuti circondati da tanto amore. Sì, perché io e Blaine ci amavamo. E il nostro amore non era un amore da fiaba, di quelli che tutti sogniamo di notte e speriamo possa capitare anche a noi, almeno per una volta. No, il nostro amore era meglio. Il nostro amore era reale.
Il nostro amore era così vero, e così bello che ogni volta che provavo a pensare alla sua intensità mi mettevo letteralmente a piangere.

 

Avevamo dovuto passare difficoltà immense per realizzare i nostri sogni, e adesso questi erano veri. Io lavoravo come direttore di un noto giornale di moda – la gavetta dopotutto era servita a qualcosa – e Blaine era stato assunto da una compagnia teatrale che metteva in scena almeno tre musical all'anno.
In mezzo a progetti mai realizzati, e progetti avverati (come la nostra casa), però, ciò che io e Blaine tendevamo a scordarci che il sogno più grande, bello, vero, e splendente di tutti eravamo io e lui.
Ero io che anche dopo una giornata stressante cercavo la mano di Blaine perché mi confortasse.
Era lui, lui che con il suo sorriso illuminava tutta la casa, ed era lui che ogni tanto, di domenica sera prendeva il telecomando, e mentre stavamo guardando qualche commedia romantica cambiava canale e metteva il football perché: “Dai Kurt, questa sì che è roba da uomini duri come noi.”, e poi dopo due minuti spegneva la Tv e iniziava a baciarmi.
Ma soprattutto il sogno eravamo noi, noi che nonostante tutte le difficoltà passate e i pericoli affrontati cercavamo ancora l'amore dell'altro per sentirci a casa.

Quella casa talmente bella da surclassare qualsiasi appartamento a Central Park.




 

 

Angolo dell'Autrice  (della tipa che si vuole sotterrare.):
Buona sera a tutti! Come avrete capito dalla descrizione di me stessa che ho posto sopra, non sono molto convinta di questa storia.
E' la prima volta che tratto di questi due (che sono la cosa più vicina ad un OTP che ho in Glee) ed ho paura di aver fatto una confusione terribile.
Volevo dannatamente scrivere di Glee (è il mio ingresso come scrittrice in questo Fandom), ed ho scelto loro.
Spero che dopotutto la storia vi sia piaciuta ugualmente, anche se io non ne sono convinta. Forse voi non avete i miei soliti problemi di insicurezza smisurata, ahah ;).
Vi ringrazio se siete arrivati fino a qui a leggere, davvero. Siete i migliori, ahah (anche se non siete arrivati fino a qui.)
In caso voleste farmi sapere qualcosa sareste i benvenuti, davvero. I commenti mi aiutano sempre a migliorarmi.
Spero di sentirvi, quindi.
Vi ringrazio anche in caso contrario.
Un bacione, alla prossima.
S. <3

 

 

 


 

  
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