God put a smile upon your face
Where do we go nobody knows?
I've gotta say I'm on
my way down
God give me style and give me grace,
God put a smile upon my face…
Thomas
accese la candela e si lasciò guidare dalla fioca luce in quello stretto e
breve corridoio che avrebbe potuto compiere a dire il vero anche ad occhi
chiusi, ormai; pochi conoscevano l’esistenza di quel passaggio segreto, nessuno
si era preso la briga di scoprire dove portasse, lui stesso l’aveva scoperto
per caso solo da qualche settimana e gli era sembrato un segno del destino.
Aveva lasciato quella sera il suo ufficio per ultimo, scivolando attraverso la
porta secondaria, e adesso procedeva lentamente, già pregustando il momento
dell’incontro proibito che aveva atteso per tutta la giornata. I conti con il
rimorso lui li aveva già fatti da un po’ e non c’era quella sera che posto per un
sorriso fiducioso sul suo volto.
Where do we go to draw the line?
I've gotta say I
wasted all your time,
Where do I go to fall from grace?
God put a smile upon your face….
Caterina si
alzò in piedi, facendosi il segno della croce: era sempre stata una donna molto
devota, ma ultimamente il tempo dedicato alla preghiera era cominciato a
diventare troppo persino per ei. Del resto quelle ore consacrate alla
riflessione e alla penitenza nella solitudine della sua stanza privata, erano
l’unico modo che conosceva per alleviare il peso che sentiva sulla sua
coscienza. Perché se le sue azioni non si erano macchiate di nessuna colpa, i
suoi pensieri sì: aveva sciolto i capelli perché sapeva che a lui piaceva
accarezzarglieli e aveva indossato la collana con il ciondolo in rubino che lui
le aveva regalato.
“State
sorridendo” mormorò una voce alle sue spalle, mentre due braccia coperte da un
tessuto nero piuttosto familiare, la avvolgevano da dietro.
La donna
sobbalzò leggermente al contatto e voltò di poco la testa ritrovandosi a pochi
centimetri dal volto del suo atteso visitatore.
“Ho appena
parlato con Dio” si ritrovò a dire, spiegando così il motivo dell’espressione
probabilmente allegra sul suo volto “Non vi ho sentito entrare” aggiunse poi,
portando le mani su quelle di lui e divincolandosi leggermente dalla presa.
Now, when you work it out I'm worse than you
Yeah, when you work it out I wanted to
Now, when you work out where to draw the line
Your guess is as good as mine
“Avevate
lasciato la porta aperta” le fece notare, lasciandola andare ma continuando a
tenerla vicino con lo sguardo.
“Avete fatto
bene a chiuderla, allora” concluse la principessa vedova, lanciando un’occhiata
all’uscio.
Thomas si
accigliò leggermente e accorciò nuovamente la distanza tra loro , cogliendo una
sorta di agitazione malcelata nel comportamento della donna. Le posò dolcemente
due dita sotto il mento, facendole alzare il viso e lasciando incontrare i loro
occhi, in un muto invito a parlare.
“Dobbiamo
smettere di incontrarci” disse semplicemente, sostenendo il suo sguardo.
Cromwell lasciò ricadere la mano e scosse la testa
impercettibilmente. La verità era che quel discorso se l’era aspettato, aveva
temuto spesso il momento in cui lei avrebbe realizzato concretamente l’abissale
differenza sociale e morale che li divideva, una differenza che per lui svaniva
ogni volta che la teneva tra le sue braccia, in un incontro di corpi che
innegabilmente si desideravano e anime non poi così diverse.
“Perché? Non
stiamo facendo nulla di male…” protestò debolmente allargando le braccia.
Caterina
annuì lentamente, ma non appariva molto convinta. Era vero, non c’era stato
niente di più che baci fugaci, carezze rubate e teneri abbracci tra loro; lei
non gli aveva concesso altro che quei semplici innocenti contatti, e lui non
aveva osato chiedere di più, anzi non ne aveva neppure avuta mai l’intenzione.
Ma ogni limite era già stato superato e cosa avrebbe impedito loro, cosa
avrebbe impedito a lei. di perdersi
definitivamente?
“Caterina”
la chiamò lui prendendole istintivamente le mani “Io vi rispetto e vi ammiro e
per tutto l’amore che porto che voi non farei mai nulla, mai, che potrebbe
danneggiarvi… Mai”
“Certo…”
mormorò lei con una traccia di ironia nella voce “Ma davvero vi basta solo
questo?” chiese poi in tono titubante, alludendo alla strana non-relazione con cui
avevano deciso di vivere il loro non-amore.
“A me basta
guardarvi negli occhi” dichiarò il Lord Cancelliere semplicemente, portandosi
una delle mani di lei, che ancora teneva strette, alle labbra.
Where do we go nobody knows?
Don't even say you're on your way down,
when God gave you style and gave you grace
And put a smile upon your face
La
principessa vedova lo guardò sorpresa a quella rivelazione, sentendo le guance
colorarsi improvvisamente, una sensazione che non aveva provato da anni, e lentamente
un sorriso si fece strada sul suo volto.
“State
sorridendo di nuovo” le disse, accarezzandole adesso una guancia con il dorso
della mano.
“Adesso è a
causa vostra però” si lasciò sfuggire in risposta, cadendo nel suo abbraccio
che mai avrebbe creduto tempo prima, così caldo e protettivo.
Una lacrima
non vista scivolò solitaria, ma lei continuava a sorridere.
A volte il
senso di colpa è solo il prezzo da pagare per essere felici. O almeno illudersi
di esserlo.