07/08/2013
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Prologue.
Chloe.
Cammino verso la scuola con passo svelto; sono in ritardo. E' strano essere in ritardo, per me. Sono sempre in orario, da quando ero piccola. Non sopporto il ritardo e i ritardatari.
E' fine maggio e la primavera mi soffoca. Mi ricorda che manca poco all'estate, ma il tempo passa lentamente. Nelle vacanze estive, ogni anno, vado a Miami da mio padre e questo mi tormenta per tutto l'anno, perché ogni volta muoio dalla voglia di tornare dove sono cresciuta. Da New York ci vogliono un po' di ore di viaggio, ma Miami è una città bella come poche ed è la mia infanzia, quindi mi sta bene.
E' strano che il custode mi faccia entrare a scuola nonostante l'orario. Bill odia i ritardatari. Molte volte non ha fatto entrare i ragazzi che arrivano tardi. Magari è solo perché io non arrivo mai in ritardo.
Corro verso il mio armadietto e vedo che non sono la sola ad essere arrivata praticamente a metà della prima ora.
Justin Bieber è accanto a me e mi sta sorridendo. Justin è il ragazzo più popolare della scuola, come tutti quelli come lui, che si comportano da superiori, come fossero i più importanti e snobbano tutti quelli che, come me, non vengono considerati.
-Anche tu in ritardo, Jansen?- dice Justin. Sono abbastanza sorpresa che mi abbia rivolto la parola. Forse si aspetta che io sia intimorita, come tutte le altre ragazze che gli cadono ai piedi, ma gli faccio svanire questa idea.
-Si- sorrido anch'io. -La sveglia si è rifiutata di suonare, questa mattina- ride. Prendo il libro di filosofia dal mio armadietto e lui poggia lo sguardo su di esso.
-Anche tu hai filosofia adesso?- mi chiede per fare un po' di conversazione, suppongo.
-Non alla prima ora. E' inutile entrare adesso, tra pochi minuti suonerà la campanella.- dico. Justin continua a sorridere. Non posso dire che non abbia un bel sorriso.
-Allora ci vediamo, Jansen- fa un cenno con la mano e se ne va, senza nemmeno aver preso un libro.
Mi appoggio all'armadietto ed aspetto la campanella. Scivolo con la schiena fino ad arrivare per terra e rimango seduta. Odio stare al chiuso e la scuola per me è come una prigione. Sono cresciuta praticamente all'aria aperta. Uscivo ogni giorno, con il sole, il vento, la pioggia. Mio padre mi portava a sedermi sotto un albero e mi raccontava delle storie che inventava lui. Ne ricordo ancora alcune, tra le ultime che mi raccontava prima che noi ci trasferissimo a New York. Ho odiato da subito questa città, piena di smog e automobili. Mi consola solo sapere che New York è piena di opportunità, che io voglio cogliere al massimo.
Le ore di scuola mi tengono impegnata, dato che in questi ultimi giorni non faccio altro che pensare a Miami e a mio padre.
Quando esco vedo Brittany Benson, una mia vecchia amica, che però cerco di evitare senza ottenere risultati.
-Chloe, da quanto non ci si vede!- esclama avvicinandosi a me.
-Sono stata molto impegnata... - cerco una scusa abbastanza convincente. Brittany non mi ha mai convinta pienamente, è troppo ingenua, non potrei mai fidarmi di lei. Comunque ha ragione, è un po' di tempo che mi sto concentrando solo sulla scuola e non ho visto nessuno in particolare in questo periodo.
-Possiamo prendere qualcosa, dopo la scuola. Come facevamo prima- mi invita, ma io sono decisa e se uscissi con lei rischierei di dirle tutto ciò che non ho detto a nessuno in questi mesi.
-Mi dispiace, devo aiutare mia madre- Brittany mi guarda, come se non fosse molto convinta. -In realtà è lei che deve aiutare me. Appena inizieranno le vacanze andrò da mio padre, a Miami. Scusa, mi sarebbe piaciuto molto- be', l'ultima parte è vera. Mi sarebbe piaciuto divertirmi un po', dopo tanto tempo.
-Okay, ci vediamo un altro giorno- e se ne va.
Di sfuggita vedo Sarah e mi immobilizzo. Si chiama Sarah Millark, ha sedici anni come me e fino all'anno scorso era la migliore amica che io potessi desiderare. Ma poi non mi ascoltò e se ne pentì, ma senza venire a chiedermi scusa. Diede la colpa a me di tutto, facendomi odiare da tutto l'istituto e da una parte di New York che mi conosceva e che mi riteneva simpatica. In poche parole, Sarah Millark è una stronza. Ma è acqua passata. Almeno mi sono convinta di questo. Comunque lei adesso è una delle ragazze più popolari della scuola ed io sono una delle ragazze meno considerate della scuola. Questo è un altro motivo per cui Miami è così importante.
Ci sono solo due persone che mi conoscevano fin troppo bene per credere a Sarah o comunque darle importanza. Brittany Benson e Justin Bieber.
Ciao a tutti (?).
Oggi sono qui per ripostare questa FF che avevo già pubblicato,
anche se solo il primo capitolo e non su questo account, perché
quello su cui l'avevo pubblicata me l'hanno eliminato.
Comunque avevo anche un'altra OS che adesso è andata perduta
per sempre, perché non l'avevo salvata da nessuna parte, ma comunque,
concentriamoci su questa lol.
Spero che siate buoni perché è la mia prima FF, spero che recensiate e se
notate somiglianze con un'altra FF (?) vuol dire che l'avete letta quando
l'avevo pubblicata sull'altro account.
Comunque, aggiornerò presto, sto già scrivendo il primo capitolo, anche
se per scrivere solo il prologo ci ho messo un po'.
Mi raccomando, recensite lol, al prossimo capitolo :)
Oggi sono qui per ripostare questa FF che avevo già pubblicato,
anche se solo il primo capitolo e non su questo account, perché
quello su cui l'avevo pubblicata me l'hanno eliminato.
Comunque avevo anche un'altra OS che adesso è andata perduta
per sempre, perché non l'avevo salvata da nessuna parte, ma comunque,
concentriamoci su questa lol.
Spero che siate buoni perché è la mia prima FF, spero che recensiate e se
notate somiglianze con un'altra FF (?) vuol dire che l'avete letta quando
l'avevo pubblicata sull'altro account.
Comunque, aggiornerò presto, sto già scrivendo il primo capitolo, anche
se per scrivere solo il prologo ci ho messo un po'.
Mi raccomando, recensite lol, al prossimo capitolo :)
Per informazioni (?) su Twitter sono biebersher0 e per il mio Ask bisogna solo cliccare sulla parola 'Ask' lol.