§*+LEZIONI DI CIOCCOLATO+*§
Ho iniziato dal 1° febbraio e ogni
giorno ho spremuto il mio cervellino bacato e ne sono venute fuori 14 one-shot
su vari personaggi anime sull’ormai vicinissimo giorno di S.Valentino.
-Kagome, cos’è San Valentino?-
La mia migliore amica si volse verso di me.
-Oh Sango, San Valentino è la festa degli innamorati!
Da noi si festeggia preparando del cioccolato alla persona che si ama.-
-Davvero?- io arrossii leggermente e, senza volere, il
mio sguardo si posò su una persona in particolare.
-Vuoi che ti insegni come si
fa?-
Io guardai Kagome con occhi sognanti.
-Mi insegnerebbe davvero, maestra?- lei scoppiò a ridere
annuendo.
La notte stessa, di nascosto, Kagome andò nella sua
epoca a prendere ciò che serviva.
A mattina inoltrata mi svegliò con uno scossone e ci
mettemmo all’opera in un attimo.
Kagome aveva portato un sacco di roba profumata e molti
oggetti della sua epoca.
-Iniziamo la lezione. Per prima cosa, questo è
cioccolato.- disse indicandomi una sostanza marrone in
polvere, che emanava un buonissimo odore.
Così ci mettemmo all’opera.
La cosa era molto più complicata di quanto avessi immaginato, non solo bisognava mescolare un sacco di
cose, ma bisognava dargli la forma e poi cuocerli.
-Kagome… non penso di farcela…-
-Non dire così, vuoi conquistare il cuore di Miroku,
sì o no?- io avvampai di colpo abbassando il capo, rassegnata… con Kagome non
c’è niente da fare!
Impastammo, mescolammo e sfornammo un disastro dopo
l’altro ma Kagome non si voleva dare per vinta.
Inuyasha e Miroku erano sempre più preoccupati ma ogni
volta Kagome li scacciava con un: -Stiamo lavorando, guai se guardate!- e loro
se ne andavano con la coda fra le gambe.
L’unico che Kagome fece guardare fu il piccolo Shippo
che, come diceva lei, era innocuo.
Io seguii ogni suo consiglio e mossa che faceva ma
ogni volta quei cioccolatini assomigliavano sempre di più a delle emanazioni di
Naraku che a dei cioccolatini!!!
Una volta sbagliai lo zucchero con il sale, rovesciai
il cioccolato una decina di volte e sbagliai il tempo di cottura almeno una
ventina.
-Non ti preoccupare Sango, non tutti nasciamo pasticceri…- sorrideva Kagome ma leggevo nei suoi
occhi la depressione e la resa.
Lavorammo fino a sera.
Shippo ci salutò promettendo di non dire nulla e tornò
dagli altri due per andare a dormire.
Anche a me si chiudevano le palpebre per la
stanchezza e il sonno ma Kagome ripeteva sempre che non c’era tempo da perdere
e che San Valentino era alle porte.
Ormai il cioccolato era finito, noi non ci reggevamo
in piedi e stare alzate a notte fonda, in una foresta
era pericoloso.
Guardai Kagome con aria stanca e dissi: -C’è rimasto
il cioccolato per un solo cioccolatino e non mi va di sprecarlo ora che non
riesco neanche più a ragionare.-
Kagome annuì e mormorò un: -Andiamo a dormire.-
Così ci incamminammo verso il
nostro accampamento quando mi venne il colpo di genio.
-Kagome, tu va a dormire io…
provo l’ultima volta.-
Lei mi sorrise: -Così si dice! Non ti arrendere, Sango
e poi… vedrai che il cuore di Miroku sarà tuo.- rise
lei poco prima di cadere addormentata.
Io guardai il cioccolato: -Ora a noi due!- dissi
rimboccandomi le maniche.
La mattina dopo mi svegliò Kagome con un enorme
sorriso stampato in faccia.
-Sveglia Sango, è San Valentino… e il tuo amato sta
aspettando il cioccolato!- io scattai in piedi al
suono di quella parola.
Aprii di scatto “l’oggetto che si porta in giro che raffredda
i cibi” che Kagome aveva portato e vidi un cioccolatino, dalla forma un po’
indefinita ma dall’aspetto gustoso che mi aspettava… o meglio, che aspettava di
essere portato da LUI!
Io e Kagome lo incartammo in
fretta e furia e la mia amica mi augurò buona fortuna.
-Ehm… Miroku?-
-Mh? Dimmi, dolce Sango.-
-Ehm… sai, oggi è un giorno speciale nel mondo di
Kagome, si chiama ‘giorno di San Valentino’ e… beh, si dà il cioccolato alle
persone a cui si vuole bene… questo è per te!- dissi
tutto d’un fiato, arrossendo.
Lui squadrò il pacchetto e lo scartò.
-Devo mangiarlo?- annuii col cuore in gola.
Lui lo mangiò tranquillamente e con un sorriso mi
disse: -Oh Sango, è buonissimo.-
-Dici davvero?- io volevo piangere
dalla felicità.
Lui mi prese le mani, che ancora mi tremavano, e mi
guardò fisso negli occhi.
-Mia cara Sango, non dimenticherò mai questo tuo
gesto… sei così… così…- io, che aspettavo una sua
dichiarazione, quando sentii la sua mano accarezzarmi il fondoschiena andai in
fiamme.
-Miroku… SEI UN INSENSI…- tirai
fuori l’Hiraikotsu ma mi fermai quando vidi la sua espressione.
-Argh… la mia pancia… che male, che male, che maleeee!!! Ma… cosa hai messo… dentro a quel cioccolato??!!- io lo
guardai sorpresa ma non riuscii a trattenere un sorrisetto di vendetta.
-Così impari! Rimani pure lì a soffrire.- dissi allontanandomi.
-No Sango… aspetta… ti prego,
perdonami!-
-Buon San Valentino, Miroku!- esclamai ridendo divertita.