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Autore: valigie per restare    07/08/2013    6 recensioni
“Parliamone” dice Ethan ogni volta che ritorna, dopo essersi tolto le converse bucate e la felpa di Jay, ma alla fine è lui il primo a non farlo e nonostante l'abbia detto chissà quante volte, Jay ci crede sempre ma poi quando non succede non rimane deluso, alla fine se lo aspettava.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Paura del buio'
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Cazzo il rumore della strada alle quattro e un quarto
senza le stelle ma una luna tanto.


 

 Ethan non parla mai seriamente perché non saprebbe che dire. Non ascolta Jay quando “Non ce la faccio più” sta dicendo mentre lui continua a ridere e ascoltare Kendrick Lamar. Non gli importa se Jay gli dice di non sparire più, lui continua a farlo ma poi torna, lo fa sempre, persino lui stesso sa che non potrebbe fare a meno di lui. Però solo alcune volte si rende conto di non meritarlo, ma non fa niente, dopotutto lui è anche egoista.
Jay ci ha provato mille volte a sparire dalla sua vita ma non ci riesce. Quando ci pensa è come se qualcosa incominciasse a mancargli, qualcosa che non riesce a definire.
Solo per un mese sono stati lontani, il più brutto per tutti e due, ma poi tutti i muri costruiti sono crollati. Jay non dormiva la notte perché non riusciva a sentirsi completo ed Ethan non riusciva ad alzarsi dal letto e riprendere la sua vita, non riusciva a sparire perché prima o poi era sicuro che sarebbe tornato. Doveva farlo, se non per lui, per Jay.
È sempre Ryley a trovare Ethan. La maggior parte delle volte lo trova mentre guarda il tramonto sulle rampe dove Aona fa skateboard e dove si è rotto un braccio, lo stesso posto dove Wayne e Jett si sono conosciuti e messi insieme, “Speravo mi dicesse di andare” gli ha detto una volta e Ryley è rimasto zitto mentre continuavano a guardare il cielo.
“Parliamone” dice Ethan ogni volta che ritorna, dopo essersi tolto le converse bucate e la felpa di Jay, ma alla fine è lui il primo a non farlo e nonostante l'abbia detto chissà quante volte, Jay ci crede sempre ma poi quando non succede non rimane deluso, alla fine se lo aspettava. Per questo non gli ha creduto quando un giorno gli ha detto seriamente che lo avrebbe sposato, lui non parla mai seriamente, non è da Ethan. Ethan è il ragazzo che esce invece di rimanere in casa, è il ragazzo che non mette mai i calzini, è il ragazzo che odia chi è sempre triste, è il ragazzo di Jay.
Ethan preferisce i colori vivaci, il caffè freddo d'inverno, il cielo sereno, le scarpe nuove, i capelli castani e le mani piccole e lisce come quelle di Jay. Vorrebbe fare una vacanza con lui, magari portarlo a New York o a Parigi, ma non ha neanche abbastanza soldi per offrire a tutti i suoi amici una birra del suo compleanno. È Jay ogni anno ad organizzare qualcosa a casa sua, dove vive da solo da quando è diventato maggiorenne e dove qualche notte Ethan si rifugia perché sua madre ha trovato del fumo nascosto sotto il letto. La stessa casa che ha visto più lacrime di quelle che avrebbe dovuto vedere e anche la stessa che ha visto abbracci rubati, i baci troppo veloci, le carezze non sentite.
Ethan vorrebbe avere lo stesso rapporto che Jake ha con suo padre, ma semplicemente non può perché il suo non lo va a salutare da quando aveva tredici anni, i capelli castani ed era convinto di sposare una ragazza più piccola di lui.
È un ragazzo che capisce molte cose, ha capito anche che è un peso per tutti, per sua madre, per i suoi amici e soprattutto per Jay, ma nessuno glielo fa notare, è questo il motivo per cui preferisce sparire per qualche giorno, ma non ha mai superato una settimana. Jay ogni volta si accorge che dovrà aspettare un po' per avere un suo bacio, quando dopo due giorni non si presenta a casa sua o quando non risponde ai suoi messaggi.
Anche se non ha il coraggio di farlo, è sicuro che se sparisse per più di una settima nessuno se ne accorgerebbe, ma non sa quello che Jay dice a Terrance, non sa quello che Jay prova quando si rende conto che è sparito. Una volta, “Ho paura che qualcuno mi chiami e mi dica che ha deciso di non vivere più” è arrivato a confessargli mentre piangeva, ci pensava da giorni. Ma Ethan non lo farebbe mai. Sa che gli è stata data un'opportunità quando aveva dieci anni, sua madre glielo aveva ripetuto sempre e lui questa opportunità non la spreca, ha solo bisogno di non pensare per un po', magari mentre fuma una Pall Mall o mentre ascolta le canzoni che Ryley passa sul suo ipod.
Ethan ha detto a Jay di amarlo al telefono, quando lo ha chiamato dopo un mese. E alcune volte si pente di averlo fatto in quel modo e pensa persino che Jay non gli abbia creduto, infondo lui non parla mai seriamente, soprattutto di queste cose.
“Non preoccuparti torno, lo sai no?”
“Invece non lo so”
“Sì, lo sai. Lo sanno tutti che ti amo porca puttana... perché anche tu... 'fanculo”.
E Ethan lo ha sentito il sorriso che si è formato sulle labbra di Jay anche se non poteva vederlo, lo conosce troppo bene, dopo ha chiuso la chiamata per mettersi le converse e raggiungerlo.
Jay riuscirebbe a riconoscere il profumo di Driss o Weldon o qualsiasi altro amico, ma non quello di Ethan perché ogni volta che lo sente è diverso, eppure prima di uscire spruzza sempre lo stesso, quello che Hale e Russell gli hanno regalato del suo compleanno l'anno prima e che sta quasi per finire perché lo usa anche lui. E non vuole pensare a niente, sa che Ethan non è quel tipo di persona e che non lo farebbe mai. Sa che quando se ne va poi rimane da solo, non avrebbe senso se no.
“Parliamone perché non riesco a sopportare più tutto questo”
“Dammi tempo cazzo, poi ti prometto che ne perliamo, ti giuro che ti parlo”
“Quanto tempo ancora? Dimmelo tu perché io non so più che fare”
“Lo sai”.
Ethan non si preoccupa se sono le cinque e ventidue e tornando da un pub o scappando da qualsiasi cosa che non sia Jay, lo trova rannicchiato nella vasca da bagno ancora vestito, non si preoccupa se sta piangendo o se ha i palmi delle mani sulle orecchie per non sentire niente o tutto, per non sentire più i “resisti” nel suo cuore e i “va' via” nella sua mente, per non sentire i passi di Ethan sul parquet o i sospiri nel silenzio.
E ti prego scusami se una volta non mi sono accorto che te n'eri andato.
Ti prometto che un giorno lo sentiamo il profumo di pittura.

Jay perdona sempre Ethan. Lo perdona se fuma in casa, se esce senza dirgli dove va, se lo abbraccia solo quando sono da soli o se dopo quella volta, non gli ha più detto ti amo. Gli chiede scusa anche se non ce n'è bisogno, gli dice che è sempre colpa sua quando si arrabbiano anche se non è vero.
Tanto anche se lo dice non succede niente, va bene perché Ethan non è come Aona che le cose non le dice proprio, Ethan ci prova, alcune volte riesce a dirle, magari mentre Jay fa finta di dormire o quando crede che non lo stia sentendo, e quando non ci riesce, per Jay è come se le avesse già dette quelle cose.
Poi dove vai? 
E quando torni? 
Quanto manchi? 
Quand'è che torni di preciso? 
Quanti giorni? Che hai deciso?
Dove dormi?
Quanto manchi?

Quanto manchi.
 


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Eccomi qui con la terza one shot della serie "Paura del buio", qui c'è la seconda e qui la prima.
Devo questa one shot a Mecna, il titolo e le ultime frasi sono prese da 31/07, una canzone, mi correggo, poesia che dovrebbero conoscere tutti. 
Spero vi piaccia perché questa forse è la storia più complicata che abbia deciso di scrivere della serie, e vi giuro che ho fatto di tutto per scriverla proprio come l'immagino nella mia mente.
Detto questo, ringrazio chiunque segua questa serie o chi decide di leggere solo questa os e lasciar perdere le altre. 
Un abbraccio a tutti. Sara.
((Andate a sentire 31/07 perché dovete dirmi cosa ne pensate, questo è un ordine)). 
  

  
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