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Autore: Carm    07/08/2013    6 recensioni
Elisabeth studentessa modello,vita ordinaria fatta di sere davanti alla tv ,si concede una sera di follia,una sola per festeggiare un bel voto all'esame tanto temuto
Una sera che cambierà per sempre la sua vita,una sfida contro il destino,un tentato stupro,un salvatore dagli occhi di ghiaccio,l'affascinate e pericoloso Jack Stone.
Jack è un assassino,un ladro,uno spacciatore,frequenta puttane e gioca d'azzardo.
Ma se due mondi opposti si incontrassero,cosa succederebbe? Se subentra l'odio e il dolore? Se arrivasse l'amore? Se lui la volesse? Se lei resiste e scappa e poi torna e ritorna?
Entrambi in balia del destino e dei sentimenti,nulla può sfuggire al cuore.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Aprii gli occhi di scatto,che richiusi poco dopo a causa della luce dei neon,presi un respiro profondo,anche se mi sentivo a pezzi,come se un camion mi avesse investito.
Riprovai ad aprire gli occhi,con il tempo mi abituai alla luce accecante,diedi un'occhiata intorno,ero in ospedale, occhi di ghiaccio mi aveva realmente portati lì.
La macchina cardiaca scandiva i battiti del mio cuore,avevo due aghi infilati nelle vene e una flebo che penzolava,odiavo gli ospedali, odiavo l'odore e la tristezza che aleggia nell'aria. Mi ricorda la morte dei miei nonni,la morte di Steffy la mia migliore amica,mi ricorda che ho pianto troppo e mi fa venire da piangere.
Cominciai ad agitarmi,respiravo a fatica,sentivo soffocarmi,volevo andare via,perché nessuno mi portava a casa?
Il bip della macchina accelerò drasticamente,vedevo le linee verdi alzarsi fino a raggiungere picchi assurdi,stavo morendo?
Ma poi ecco un medico e una ragazza in camice bianco,corsero verso di me e mi fecero una siringa, sbarrai gli occhi e poi persi i sensi.


Mi risvegliai intontita,il profumo della stanza era migliorato, sentivo profumo di rose e infatti vidi un mazzo appoggiato sul tavolino vicino la finestra.
Rose bianche e al centro una rossa,erano forse di Kate? 
Impossibile,lei odiava i fiori,diceva che si portavano ai funerali e ai matrimoni,entrambe situazioni poco piacevoli. Lei era libera,un marito o la morte significavano tenerla in gabbia,quando lei era una farfalla.
Allora chi era stato? 
Cercai di accantonare l'enigma in una parte remota del mio cervello,pensare troppo mi stava spappolando la massa grigia. 
Il silenzio era straziante,per questo mi concentrai sui suoni,il rumore dei passi nei corridoi,il telefono della reception che squillava,il parlottare frenetico dei dottori,sentivo addirittura il suono della goccia che scendeva lungo il tubicino trasparente e si perdeva nelle vene,forse avevo acquistato un super potere.
In verità non volevo ricordare,i ricordi sono la cosa più bella e distruttiva che l'essere umano possiede,ti mandano K.O in meno di un secondo. La gioia e il dolore in un'unica parola:ricordi.
Sbuffavo in continuazione, il chè provocava una fitta alla costata,mi morsi la lingua dal dolore,ringraziando il cielo la porta si aprii ed entrò una donna.
Prese una sedia e l'avvicinò al mio letto,non disse nulla si limitava a guardarmi ed io fissavo lei,avrei scommesso che fosse una strizza cervelli, avevo occhio nel capire il mestiere delle persone.
"Ciao Elisabeth come stai?"socchiusi gli occhi,aprii la bocca ma non emisi suono.
"Tranquilla,stai calma,io sono la dottoressa Fran,sono una psicologa"sorrisi,avevo azzeccato allora.
"Salve" le parole uscirono sole"So già cosa vuole"voleva capire se avessi subito un trauma.
"Secondo te cosa voglio?"piegò leggermente la testa,sembrava amorevole.
"Sto bene, nessun trauma,si fidi"dissi sicura.
"Lascia giudicare me,alcune cose sono molto più profonde di altre"prese una penna e un agenda.
"Senta dottoressa Fran,sto studiando per fare il suo stesso lavoro,so tutto di traumi o di annessi e connessi"
"Bene" chiuse l'agenda"Parlami di ieri"sorrise con aria rassicurante.
"Mi sono svegliata,ho fatto colazione sono corsa all'università per dare un esame ,la sera ho festeggiato e poi sono finita qui"spostai lo sguardo sui fiori"Sa chi li ha mandati?"
"Un ragazzo,se vuoi ti leggo il bigliettino"
"Sono curiosa"anche se poi scrollai le spalle con aria indifferente,per non mostrarle le mie reali emozioni.
Si alzò e con passo deciso mi portò il foglietto"Leggilo tu,esiste la privacy"mi fece l'occhiolino, cercava di accappararsi la mia fiducia, è un trucchetto vecchio.
Lo aprii e mi ritrovai a passare le dita sulla calligrafia elegante ma decisa"Spero che tu stia meglio,ci vediamo perché lo voglio io. Jack".
Che cazzo significava? Ma soprattutto chi era Jack? 
"Non è chi ti aspettavi che fosse?"chiese la psicologa.
"Non mi interessa chi è"lo ripiegai appoggiandolo sul comodino.
"Hanno cercato di abusare di te"disse di colpo.
"Osservazione acuta dottoressa"dissi arrogante"Pensavo che questi lividi e gli ematomi fossero tatuaggi"
"Ti hanno fatto male?"questa era idiota davvero.
"Un calcio nella pancia è meglio del solletico"ridacchiai isterica"Un pugno in faccia non è male,mi ha dato solo un po' di colorito"presi un bicchiere d'acqua e con mano tremante lo portai alla bocca.
"Mimitizzare non è corretto"
"Cosa vuole che le dica? Che mi sentivo usata, violata,mi sentivo peggio di un'animale? Che sono umiliata e mi sento sporca e che non mi fanno male le botte che ho avuto,ma mi fa male qua"indicai il centro del petto"Mi fa male dentro"scoppiai a piangere,liberandomi del nodo che attanagliava lo stomaco,erano le troppe lacrime represse che bloccavano il respiro.
" Ora come stai?"chiese gentile.
"Sono viva"presi una pausa"Mi creda in quel momento avrei preferito morire,sono fortunata a non essere stata violentata"
"Il ragazzo che ti ha portato qui, era molto preoccupato"
"Mi ha salvata" e ha ucciso due persone con una pistola, molto probabilmente gira ancora armato per le strade londinesi,questa parte però la tenni per me.
" Già"si alzò" Sei molto forte Elisabeth,davvero molto"mi prese una mano"È capitato anche a me da piccola,ma non sono stata salvata e il mostro era mio zio"se ne uscii dalla stanza ,senza darmi il tempo di dire nulla,di salvarla almeno con le parole.
Perché esistevano mostri del genere? 
Dovevano bruciare all'inferno,ardere nelle fiamme per tutta la loro esistenza.
Strinsi il lenzuolo bianco tra le mani,le nocche si arrossarono.


Era tardi pomeriggio,il cielo si stava colorando di arancione,domani sarei potuta tornare a casa. Sospirai di sollievo.
Quando bussarono alla porta di legno saltaii spaventata,non aspettavo visite, un'infermiera mi ha detto che non avevano avvertito nessuno e che avevo ematomi sparsi per il corpo e delle costole incrinate,poca roba insomma.
"Chi è?"mi uscii una voce stridula.
Fece capolinea una massa di capelli mossi,coperti da un berretto con la visiera,non sapevo chi era,ma quando alzò gli occhi mi si mozzò il respiro.
Era occhi di ghiaccio,era il salvatore e l'assassino.
" Non sembri felice di vedermi?"richiuse la porta alle sue spalle,per sicurezza avvicinai l'allarme alla mia altezza"Ti hanno mangiato la lingua?"
Mi ritrovai a fare la linguaccia e poi arrossii,che figura di merda,peggio delle bambine dell'asilo.
"Ah bene,vedo che la lingua ce l'hai"sorrise e che sorriso, di quelle che facevano perdere un battito.
" Ciao"mormorai,cioè l'avevo salutato come una deficiente? Anzi che costole rotte,avevo preso una botta in testa.
"Ciao Liz"prese il posto che prima occupava la psicologa" Non hai una bella cera"
Lo guardai truce"Tu sembri ridicolo con quel capello"dissi rabbiosa e dispettosa.
"Bambina" mormorò a bassa voce e se lo tolse"Così va meglio?"sorrise sornione.
"Che vuoi?"cercai di cambiare argomento.
"Sapere come stavi"allungò le gambe appoggiandole sul mio letto.
"Credo bene"mi tremò la voce e le mani, che strinsi in grembo come a proteggermi.
"Liz è stato bruttissimo lo so"disse apprensivo.
"Non chiamarmi Liz e non dire che puoi capire,hai il pene e non la vagina,quindi non rischi di essere sbattuta in un vicoletto senza dignità" urlai.
"Forse era meglio se non venivo"disse a bassa voce"Ti sono almeno piaciute le rose?"sviò argomento.
"Tu ti chiami Jack?"chiesi.
"Diciamo di si"rispose vago"Tu chiamami Jack"sorrise.
"Sono belle" ammisi"Profumano molto"sorrisi anch'io,cercai di alzare il busto e di appoggiarmi alla tastiera del letto ma fu una decisione pessima,mi ritrovai ad urlare dal dolore.
"Ti aiuto io,stai ferma"aveva lo stesso tono deciso di ieri notte,quando mi sistemò il cuscino e mi sfiorò la schiena,diventai rossissima.
Un killer si trovava nella mia stanza di ospedale e mi aiutava? Il mondo girava nel verso giusto davvero.
"Ehm grazie"spostai le sue mani"Ora torna al tuo posto"con un gesto gli indicai la sedia.
Scosse la testa come esasperato,ma fece come avevo detto"Che significa il biglietto? Ci vediamo perché lo dico io ,che significa?"alzai un sopracciglio.
" Ehm...non posso spiegarti tutto,ma tendo a comandare in ogni situazione"si guardò intorno.
"Assassino,dispotico e tiranno,una bella tripletta"
"Ti ho salvata la vita"sbottò"Abbi la decenza di ringraziare"
"Grazie" mormorai irritata, odiavo fare le cose sotto obbligo"Hai una pistola anche ora?"mi morsi la lingua da sola,perché non mi stavo zitta?
"Si"alzò il giubbotto di jeans e vidi la fondina"La porto sempre,ma non sono un poliziotto" scrollò le spalle con aria indifferente, come se fosse una cosa normale.
"Giochiamo all'indovina chi?"non mi stavo comportando proprio da ragazza educata e riconoscente.
"Sei antipatica e acida,mamma mia"fece una smorfia.
"Non sono antipatica"ribattei decisa.
" Se lo dici tu"si tolse il giubbino.
"Jack ,si vede la pistola"lo ammonii e lui rise,prese la pistola e la depose nel cassetto del comodino.
"Allora Elisabeth Tresir,ho letto sulla carta d'identità che hai ventidue anni"era una affermazione la sua.
"Si,tu?"
"Non posso parlarti di me,non dovrei essere nemmeno qui"assunse un tono malinconico.
"Allora perché sei venuto?"
"Avevo voglia di vederti" incrociò il mio sguardo"Cioè... di sapere come stavi"cercò di giustificarsi.
"Molto premuroso"sorrisi"Allora non sei un poliziotto e non ne hai nemmeno l'aria,mi sa che sei un mezzo delinquente"
"Ah si?"assunse un'aria divertita"E da cosa lo capisci?"
"La freddezza con cui hai ucciso quei due e la precisione,diritto al cervello,i tuoi occhi e le tue mani raccontano per te"mi ritrovai a confessare.
"Dovrei ucciderti lo sai?"disse serio"Ma sei carina,sarebbe un peccato"
"Ho visto giusto allora?!"
" Si,sono troppe cose e troppe persone,non cercare di capire Liz,finiresti nei guai"
"Sei pericoloso?"
"Abbastanza"sospirò" Dipende dai punti di vista"
"Un assassino è pur sempre un assassino,non ci sono punti di vista"lo guardai severa.
La situazione era bizzarra,a discutere di moralità con un killer,non si può dire che la mia vita sia monotona.
"Però ti ho salvata, sono un assassino gentiluomo"sorrise fiero di sé.
"Lasciamo stare,allora anni?"ritornai su un terreno neutro.
"Ventinove tra un mese,mi fai un regalo?"sembrò un bambino.
"Ehm...tra un mese non saprò più chi sei"
"Se voglio non ti liberi di me"mi guardò con una tale intensità che la macchina subito segnalò l'aumento del battito cardiaco.
" In che senso?"chiesi agitata.
"Non ci pensare" si alzò" E' meglio che ora vada"prese la pistola e la mise al suo posto" Liz riprenditi e non ci pensare,la vita va avanti in qualsiasi caso"mi fece l'occhiolino e lasciò la stanza.
"Ciao Jack"risposi troppo tardi,quando di lui non c'era più nemmeno l'ombra.

Cercai di riposarmi ma sognai due occhi grigi che mi fissavano, fu la prima volta che sognai Jack...!




Salve popolo di EFP...!
Ho già aggiornato, così riuscite a capire meglio la storia e spero di riuscire ad incuriosirvi!!!
Logicamente Liz è scossa e cerca di non fermarsi a ricordare il tentato stupro,poi c'è Jack, le sue ambiguità e il suo mondo pericoloso. 
Siamo all'inizio e la strada è ancora lunga,ma spero che ho la possibilità di raccontare cosa mi frulla per la testa!
Lasciatemi una recensione così capisco cosa fare con questa storia!:P
un bacione...!!!

Carm xoxo
  
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