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Autore: Frankie92    07/08/2013    4 recensioni
E poi li vide: gli occhi più belli che avesse mai visto in vita sua, un mix di oro e caramello fuso, in cui sembrava così facile perdersi, contornati da una matassa di ricci scuri così morbidi alla sola vista.
“Ciao” mormorò semplicemente l’altro ragazzo con un sorriso che gli fece mancare un battito.
“Ciao”
Kurt poteva sentire le farfalle svolazzare nel suo stomaco e il suo fiato quasi mancargli.
Diavolo, Sebastian aveva ragione.
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Agedifference!Klaine [Klaine; Thadastian;]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quattro

And my heart won't beat again, if I can't feel him in my veins
(DNA, Little Mix)

 
Santana sorseggiò il suo caffè e intanto guardava lo spettacolo davanti a lei: erano davvero patetici.
Perfino il suo amato divano in pelle ora era impregnato di autocommiserazione.
“San, l’ho trovata!” Brittany arrivò saltellando fino a lei con una bomboletta in mano “Lord Tubbington IV l’aveva nascosta nel suo lettino”
“Grazie Britt” le baciò una guancia “Ora tappati le orecchie e ringrazia di aver scelto una casa insonorizzata”
Un suono fastidioso e spacca timpani svegliò i due zombie depositati tra il divano e il pavimento, quasi facendo prendere un infarto ad entrambi.
“IL BLU E L’ARANCIONE NON SI POSSONO ABBINARE!”
“GIURO CHE NON SONO IO IL PADRE!”
Santana li guardò entrambi “Non voglio soffermarmi sui problemi di moda di Porcellana o sull’unica volta che Smythe si è fatto una donna, ma vi do un’ora per staccarvi dalle bottiglie vuote, pulire il pavimento, farvi una doccia e, visto che sono di buon umore questa mattina, vi rifilo anche un caffè e un toast, ma poi dovete sloggiare da casa mia”
Sebastian si passò una mano sul viso “Cavolo Satana, non potevi svegliarci in modo normale?”
“Come, con caffè caldo e il profumo di pancetta?”
“Per me croccante, dolcezza”
Kurt posò la bottiglia vuota di vodka sul tavolo e si alzò stiracchiandosi “Perché ogni volta succede sempre così?” sbuffò massaggiandosi le tempie “Non ricordo neanche cosa diavolo è successo”
“Davvero? Allora ve lo ricorderò volentieri” Santana fece un sorriso smielato “La mangusta ha architettato tutta la sera dei piani per far emigrare Robert all’estero e ha quasi scritto un poema sul sedere di Thad, mentre tu, mio caro Porcellana, hai blaterato tutto il tempo su broccoli e un diciottenne dai ricci scuri su cui vorresti immergere le dita e svariati commenti su ogni parte del suo corpo, con particolare attenzione a cosa quelle mani sarebbero capaci di fare”
Entrambi i ragazzi erano diventati completamente rossi, e per Sebastian era una cosa molto rara; almeno quando erano da Kurt nessuno dei due avrebbe commentato la serata, ma Santana non l’avrebbe fatta passare liscia.
“Quindi siete venuti qui da me per dei consigli, che ripeterò una volta sola: Sebastian, o ti riprendi Thad o chiudi per sempre questa maledetta storia e trovi qualcun altro con cui fare l’amore e non solo sesso e tutte smancerie del genere che non sopporto” si rivolse verso Kurt “Tu invece dovresti lasciarti un po’ andare, pensare meno al lavoro e soprattutto toglierti il pezzo di legno ficcato su per il tuo…”
“Grazie Santana”
“E farti finalmente il ragazzino. Se non sarà amore, almeno sarà una buona scopata”
“Poetica, come al solito” Sebastian sbadigliò e controllò l’ora, sgranando gli occhi “Le 9 e 20? Porca miseria, Sandra mi squaglia vivo se faccio tardi!” prese la giacca dalla poltrona e rubò il caffè della latina bevendolo in un sorso solo “Il tuo caffè è peggio di quello della macchinetta di Kurt. Dio, comprarvene una decente no?”
“E tu rimanere a casa tua, no?”
“Amo la vostra compagnia” fece un ghigno e sfrecciò fuori dalla porta.
Santana lo guardò andare via quasi uccidendolo con lo sguardo e poi si rivolse verso Kurt.
“Devi comunque pulire questo macello. E ti rimangono solo 55 minuti”
Perché diavolo era ancora amico di uno scrittore narcisista e dell’avvocatessa del diavolo?

Sandra guardò l’elegante orologio sul suo polso: le 10,01.
Era in ritardo.
“Sono qui!” la porta del suo ufficio si spalancò e un affannato Sebastian Smythe entrò, con i vestiti del giorno prima.
“Uh, qualcuno qui ha i vestiti della vergogna” disse la donna incrociando le braccia “Spero che sia stato almeno carino per averti fatto fare tardi”
“Molto carino, aveva un collo lungo e profumava vagamente di Martini”
“Beh, almeno non dovrò giustificare un altro articolo su “famoso scrittore esce dal locale con due splendidi ragazzi; notte di follia?” Credimi, non è divertente”
“Notte di follia è un eufemismo” Sebastian ghignò e si sedette davanti a lei “Che ne dici di chiamare il tuo schiavo e farmi portare un caffè decente?”
“Grazie, ma ho già preso il mio cappuccino con latte di soia” prese il telefono “Lucas, portami qui Jordan e digli di iniziare a pregare, ne avrà bisogno”
“Andiamo, non sono così tremendo!”
“E dì a Maxwell di mandarmi quei dati che avevo chiesto un’ora fa” attaccò il telefono e lo guardò “Sebastian, parliamoci chiaro: trovarti un assistente è stata una scelta… molto calcolata. Ti seguirà dappertutto, ti trascinerà ai meeting e alle interviste e soprattutto ti torchierà per il prossimo libro. Sia chiaro: se arrivi al punto di farlo licenziare, userò la tua pelle come pelliccia per questo inverno”
“Mi spieghi perché ogni nostro discorso finisce con una parte del mio corpo rotta o squagliata?” Sandra gli lanciò un’occhiataccia e alzò una mano “Prometto di fare il bravo boy scout e di non torturarlo… eccessivamente”
Un leggero bussare li interruppe e Lucas, l’assistente di Sandra, entrò, seguito da un ragazzo basso, dai capelli scuri, con un paio di occhi blu incorniciati da degli occhiali neri e un maglioncino che Kurt avrebbe bruciato, poi sotterrato e fatto costruire una Chiesa sopra.
Oddio, aveva un nerd come assistente; perché la sua editrice lo odiava così tanto?
“Sebastian, questo è Jordan McKenzie, il tuo assistente” presentò il ragazzo che subito stese la mano verso di lui che l’accettò quasi mal volentieri “Jordan, questo è il tuo incubo peggiore. E ora uscite dal mio ufficio e Lucas, conferma l’appuntamento di oggi pomeriggio e portami un danese che non sappia di carta da parati”
E con un gesto della mano, cacciò i tre fuori dal suo ufficio, dove finalmente Sebastian poteva affrontare il suo assistente.
“Signor Smythe, sarà un vero piacere lavorare per lei” disse il giovane con entusiasmo “    E spero…”
“Sei uscito da una di quelle pubblicità progresso contro la depressione?” lo fermò subito lo scrittore, già stufo di quell’entusiasmo “Comunque Jay…”
“È Jordan, signore”
“Niente signor Smythe, non sono mio padre per fortuna” si diresse verso l’ascensore “Secondo: tu fai tutto quello che ti dirò e io farò tutto quello che Sandra dice, non per il tuo bene, ma per il mio e quello delle mie ossa” l’ascensore si aprì e i due entrarono “Terzo…”
“Fermate le porte!” la voce di Lucas li interruppe e con uno scatto riuscì ad entrare anche lui nel cubicolo “Grazie, avrei dovuto aspettare secoli per un altro” li ringraziò con un sorriso smagliante e lì Sebastian lo notò.
Jordan.
Con uno sguardo da pesce lesso, le guance arrossate e le mani che si contorcevano.
Oh no, riconosceva quei sintomi. Perfino Kurt li aveva avuti quando aveva una cotta per Finn (che per qualche scherzo del destino era diventato poi il suo fratellastro).
Non solo si trovava un assistente nerd, ma per di più un assistente nerd invaghito di un assistente che poteva competere a Mister America e vincere grazie ai capelli perfettamente biondi, i lineamenti perfettamente scolpiti e il sorriso perfettamente splendente.
Perché gli sembrava di essere appena entrato in uno squallido film romantico che Brittany lo costringeva a vedere in alternativa ad Alice nel Paese delle Meraviglie?

Kurt si stropicciò gli occhi e diede un’ultima occhiata alla lista degli articoli: tutto sembrava perfetto e la giornata si prospettava relativamente leggera, o almeno sperava.
“Ehi Kurt” Thad si affacciò alla sua porta con un sorriso “Ti ho portato le bozze grafiche per la prossima settimana”
“Uhm? Oh, grazie” indicò la sedia davanti a lui “Perché non entri?”
Thad annuì, entrò dentro e si sedette, lasciando la cartellina sulla scrivania “Non vorrei infierire, ma la tua faccia ha un aspetto orribile”
“Lo so, i cocktail di Santana sono micidiali” si passò una mano sulla fronte “Comunque, ti vedo di buon umore oggi. I preparativi del matrimonio procedono bene?”
“Abbastanza, domani dobbiamo andare a scegliere il gusto della torta” Thad incrociò le braccia al petto “Sebastian te l’ha detto vero?”
“Mi ha solo accennato qualcosa, poi ha ripreso a inveire contro la sua editrice” non era del tutto vero, ma neanche del tutto falso “Ma volevo sapere cosa ne pensi tu”
“Beh, sto bene, credo” rispose un po’ confuso “Sono stato io a proporre di sotterrare l’ascia di guerra ed essere amici”
“E come mai?” Kurt alzò le mani “Non voglio intromettermi troppo e lo sai, ma vorrei solo capire”
Thad sospirò “Sono stanco di tutta questa tensione ogni volta che ci vediamo; sono passati due anni e io mi sto per sposare, credo sia giusto che ormai ognuno vada avanti con la sua vita e senza pensare al passato, ma solo guardando verso il futuro”
Kurt annuì, anche se non sembrava molto convinto: il passato non si poteva cancellare, no di certo, come  non si poteva cancellare una relazione come quella di Thad e Sebastian.
In effetti era ancora divertente ripensare a come il suo migliore amico d’infanzia fosse cambiato da quando stava insieme a Thad.

“SMYTHE, SONO A CASA” Kurt agganciò il cappotto all’appendiabiti e sentì uno strano rumore provenire dalla cucina e anche… un odore di cucinato?
Quello che trovò fu scioccante, uno di quegli spettacoli che mai si sarebbe aspettato di vedere in tutta la sua vita.
Sebastian Smythe in un grembiule bianco a tagliare pomodorini, le pentole sul fuoco e una cosa che assomigliava ad una torta nel forno.
“O mio dio”
Sebastian si girò spaventato verso di lui “Cosa diavolo ci fai qui?” chiese irritato asciugandosi le mani sul grembiule “Credevo andassi da Santana per la festa di addio al celibato di Judy!”
“Ehm, ho dimenticato di prendere il regalo dalla stanza e… Seb, è una torta al cioccolato quella nel forno?”
“Sì, anche se è un impasto pronto è una torta al cioccolato” prese i pomodorini e li buttò nella pentola “Ora, prendi il regalo ed esci da qui: Thad arriverà a momenti”
Kurt si fece incredulo “Aspetta hai cucinato per Thad? Cioè Thad, lo stesso Thad che conosco io?”
“No, Thad l’elfo di Babbo Natale. Sei idiota di natura o il merletto e il pizzo a Vogue ti hanno riempito il cervello?”
“No, aspetta fammi prendere la telecamera e AHIA!” si massaggiò lo stomaco dove aveva appena ricevuto una specie di frustata con lo straccio “Mangusta, cosa c’era nell’impasto? Doppia dose di latte acido?”
“Esci da qui o giuro che userò tutta la tua collezione di riviste di Vogue per farci un barbecue”
“E dire che l’amore dovrebbe rendere tutti più buoni” Kurt sbuffò e si allontanò dalla cucina con un sorriso sulle labbra.
L’amore non aveva di certo reso più buono Sebastian, ma sicuramente gli faceva fare cose quasi incredibili.

“Sono felice anch’io che vi stiate dando una possibilità di essere di nuovo amici” ammise dopo un po’ “E se per te va bene e anche per lui, non vedo perché per me non dovrebbe”
Thad gli sorrise grato, come se avesse avuto conferma di aver fatto la cosa giusta “Bene” si alzò dalla sedia “È meglio che torni al lavoro. Ti ricordi che venerdì abbiamo la prova dei vestiti?”
“Tranquillo, verrò a dirti quanto starai bene con il completo che ti ho scelto” Kurt ghignò soddisfatto “Ci vediamo più tardi”

“Non capisco perché abbiamo dovuto lasciargli la casa proprio stasera?”
“Uhm, perché è il loro anniversario?”
“Sì, ma perché proprio stasera?”
“Sam…”
“C’era la nuova puntata di Teen Wolf, Blaine!” si lamentò Sam quasi facendo cadere la busta con il vino “Ho dovuto metterla a registrare e devo aspettare fino a domani per vederla!”
“Andiamo, passerai la serata con Christie a guardare i cartoni animanti!” Blaine guardò l’amico che sembrava avere un’idea “No, te lo scordi! L’ultima volta che hai provato a farle vedere Teen Wolf, voleva che le prendessimo un cane sperando che si trasformasse in Tyler Hoechlin!”
“Ehi, non è colpa mia se la tua nipotina ha buon gusto per gli uomini” si difese il biondo mentre suonava il campanello.
“Ma è troppo violento per lei!”
“E io ti dico che le faccio chiudere gli occhi alle scene violente”
“Samuel, no!”
La porta si aprì e uno smagliante Cooper Anderson li salutò “Ehi ragazzi!” li fece accomodare dentro “Uh, avete portato il vino. Aspettate, lo avete comprato legalmente?”
“In realtà era nascosto in una delle tue mensole e abbiamo pensato di riportartelo” confessò Sam con nonchalance “Però Blaine ha portato la cheesecake!”
Blaine mostrò fiero un pacchetto ben chiuso “Quella alle fragole, la preferita di Christie!”
“ZIO BLAINE! SAMMY!” Christie arrivò giusto in quel momento, buttandosi tra le braccia di Sam che la fece alzare in aria.
“Ed ecco la mia piccola principessa!” se la sistemò in grembo e le baciò una guancia “Allora, cosa guardiamo questa sera?”
“Peter Pan! Però il film!” spiegò la bambina seriamente “E tu puoi fare Peter Pan e io Wendy e zio Blaine il capitan Uncino!”
“Ehi!” Blaine sbuffò “Non ottengo un bacio e mi tocca fare Capitan Uncino!”
“Ma zio Blaine, a me piace Capitan Uncino nel film!” Christie si sporse verso di lui e lo baciò su una guancia.
“Ragazzi, prima di mettere in scena Peter Pan il musical che ne dite di andare a cena?” Erika, la moglie di Cooper, li interruppe.
Lei e Cooper stavano insieme fin dal liceo e, nonostante la carriera di attore di Cooper lo avesse portato in svariate parti dell’America, erano riusciti a stare insieme per molti anni, fino a coronare il loro sogno d’amore e dare alla luce una delle bambine più adorabili del mondo.
Erika era una splendida donna, con capelli scuri, occhi marroni e un naso all’insù che Christie aveva decisamente ereditato, forse una delle poche cose visto che la bambina sembrava la fotocopia di Cooper.
La bambina scese dalle braccia di Sam e prese la mano che la madre le stava offrendo, farfugliando di pirati e sirene, mentre i tre le seguivano fino in sala da pranzo.
La cena fu piena di aneddoti di Cooper sui giorni nel set del suo ultimo film, le avventure di Christie all’asilo e una guerra di tiro di carote tra Sam e Cooper (e qualche volta anche Blaine).
Visto che Erika aveva cucinato, i tre erano stati addetti alle pulizie e mentre Cooper si erano allontanato un attimo, Sam diede una leggera gomitata a Blaine che stava pulendo i piatti.
“Ehi, hai più rivisto Kurt?” chiese divertito mentre il moro lo guardava accigliato.
“E cosa centra adesso?”
“Mi sto perdendo Teen Wolf, devo pur fare qualcosa”
“Asciugare i piatti è fare qualcosa!” Blaine gli mollò un piatto tra le mani “Poi te l’ho detto:  è solo una cotta e lui è un uomo adulto, non vorrà un ragazzino di diciotto anni appena entrato al college”
“E perché no?” Sam posò il piatto asciutto sul bancone “Sei un bel ragazzo, intelligente e premuroso, perché non dovresti piacergli?”
“Perché ho diciotto anni?”
“Ripetilo un’altra volta e giuro che ti nascondo il gel per una settimana”
Blaine sospirò e svuotò il lavandino dall’acqua “Non è così semplice, Sam.  Lui ha già una carriera, un appartamento suo e poi perché uno come Kurt Hummel dovrebbe anche solo pensare  di voler uscire con uno come me?”
“Kurt Hummel, eh?” la voce divertita di Cooper arrivò alle sue spalle e quasi si congelò alla vista del ghigno del fratellone “Hai capito il mio Blainey” si avvicinò a lui e gli cinse le spalle con un braccio “Awww, ha una cotta per un uomo più grande!”
Blaine arrossì di colpo “Smettila Coop!”
“Ma se è adorabile!” gli pizzicò una guancia “Vuoi dei consigli su come conquistarlo?”
Sam scosse la testa “Mi sono già proposto, ma lui già parte sconfitto in partenza per via dell’età”
“Blainey, l’età è solo un numero!”
“Esatto!”
“Alla fine è l’amore che conta!”
“Giusto!”
“Poi sai quanti trucchetti ti può insegnare a letto un uomo più grande?”
“Ehh, queste sono cose che preferirei non sentire”
Blaine roteò gli occhi: quei due andavano fin troppo d’accordo per i suoi gusti.
“Età o no, Kurt non uscirebbe mai con me, non in quel senso almeno” si strinse le spalle “E la mia sarà una cotta passeggera che passerà presto”
“Ma…”
“Coop, davvero, non preoccuparti!” il moro sorrise e prese la cheesecake “Un giorno forse troverò la mia anima gemella, ma per ora mi accontento della mia nipotina e di una fetta di dolce”
Sam e Cooper si guardarono prima di annuire verso di lui e seguirlo, mentre nelle loro menti già stavano architettando un piano geniale degno di loro ovviamente.

“Pronto? Parla Santana Lopez, avvocato”
“Che tono professionale ed eccitante. Sicura di essere lesbica?”
“Come sono sicura che tu sia gay e narcisista” Santana si sistemò il telefono all’altro orecchio “Ci sei ancora per pranzo? Ho voglia di italiano e tocca a te pagare”
“Questa è l’ultima volta che vengo a bere da te” sbuffò Sebastian infilandosi la giacca “Ci vediamo alla Bella Notte?”
“Perfetto. Oggi ho deciso di farmi male e prendere un piatto di pollo alla parmigiana”
“D’accordo. Muovi il culo e vedi non fare tardi”
Senza neanche salutare, Sebastian riattaccò e Santana tornò a lavorare sul suo nuovo caso, ma l’universo quel giorno era contro di lei perché il suo cellulare squillò di nuovo.
“Pronto? Parla Santana Lopez, avvocato”
“Ehi San? Sono Thad”
Santana sorrise “Bambi? A cosa devo l’onore?”
“Mi serve una mano” la sua voce sembrava stanca ed arrabbiata “Devo andare a scegliere la torta, ma Robert non può venire e Kurt mi ha detto di chiedere a te, visto che non rinunci mai a dei dolci gratis”
“Mmh, questo potrebbe essere vero, ma non vorrei rovinare la mia figura perfetta” la ragazza prese a scrivere un paio di note finché una strana illuminazione le venne in mente “Sai cosa ti dico? Ci sto. A che ora devo essere lì?”

“Ancora non capisco perché non vuoi andare al ristorante” si lamentò Sebastian a bordo del taxi “Ho una fame che non ci vedo e quell’idiota del mio assistente non sa dove trovare un danese decente”
Santana controllò un paio di email sul suo cellulare “Perché qualcuno mi ha chiesto un favore e non dovrai preoccuparti di morire di fame” posò il blackberry nella borsa e tirò fuori un paio di banconote da dare al tassista “Siamo arrivati”
Sebastian scese dalla macchina e si accigliò confuso: perché diavolo si trovavano davanti a una pasticceria?
“Sebastian?” Thad si avvicinò a lui confuso “Che ci fai qui?”
“Veramente me lo stavo chiedendo anch’io”
Nel frattempo, la latina era scesa con un sorrisetto soddisfatto e prese i due ragazzi sottobraccio “Ho pensato che fosse bello festeggiare la vostra nuova amicizia con un’ottima degustazione di dolci”
I due ragazzi ancora non avevano capito cosa diavolo stesse succedendo, ma in pochi minuti si erano ritrovati seduti a un tavolino di vetro con davanti almeno quindici tipi di torta, dalla semplice al cioccolato a quelle più esotiche con mango e papaya.
Santana prese una forchetta e iniziò ad assaggiare una torta con crema di champagne, mentre faceva finta di ascoltare la pasticciera spiegare ogni tipo di combinazione possibile.
Thad si sentiva stranamente nervoso, ma iniziò ad assaggiare qualcosa, mentre Sebastian sembrava non farsi problemi come lui.
“E potremo combinare tre strati, magari pan di spagna alla vaniglia con crema al pistacchio e…”
Sebastian roteò gli occhi e semplicemente prese la torta al cioccolato e la posò davanti all’altro ragazzo.
“Andiamo, non hai bisogno di scegliere: sai che questa è la tua preferita”
Il ragazzo sgranò gli occhi per la sorpresa: ancora se lo ricordava?

“Sebastian, perché la cucina è piena di pomodorini e c’è una specie di torta al cioccolato semi bruciata nel lavandino?” Thad si avvicinò al tavolo “E soprattutto, perché sei nascosto sotto il tavolo?”
“Non voglio parlarne”
“Neanche se ti dicessi che sei sexy anche con il grembiule?”
Sebastian mugugnò qualcosa di incomprensibile e, visto che non sembrava avere scelta, Thad dovette abbassarsi e sedersi sotto al tavolo insieme a lui.
“È carino qui sotto” scherzò “Forse un po’ rustico”
Il francese non rispose e abbassò lo sguardo, giocherellando con il grembiule sporco di sugo.
“Seb?” Thad si avvicinò a lui e iniziò a baciarlo leggermente “Mi stai preoccupando”
Sebastian dal canto suo continuò a rimanere in silenzio e avvolse le braccia intorno alla sua schiena, attirandolo a sé e affondando la testa nell’incavo del suo collo mentre Thad iniziò ad accarezzargli i capelli.
“Volevo prepararti la cena” mormorò imbarazzato “Ma non ho messo il timer al forno e per far saltare i pomodorini, sono davvero saltati fuori dalla padella”
Gli lasciò un bacio sulla guancia “Aww, davvero volevi prepararmi la cena?”
“Sì, ma non ti è permesso parlarne con nessuno: Kurt mi sta ancora prendendo in giro”
“Parola di scout” si allontanò leggermente e strinse le braccia al collo di Sebastian “Ma sai che non mi importa del risultato? Sei stato tremendamente romantico anche solo a pensare di prepararmi la cena”
“Avevo anche comprato gli impasti per i dolci, almeno avrei fatto finta di averli cucinati” brontolò il ragazzo con un broncio adorabile a cui Thad non seppe resistere: cominciò a baciarlo languidamente, mentre iniziava a sbottonargli la camicia.
Lasciò un ultimo bacio sulle labbra di Sebastian e si dedicò al suo collo “Quindi avevamo una torta, vero?”
“Mmh, ormai non… più” gemette ai morsi di Thad proprio sulla sua spalla “Ma c’è rimasta la panna montata”
“Panna montata, eh?”
“Un barattolo intero”
Thad si avvicinò al suo orecchio “Che ne dici di uscire da sotto il tavolo e di andare a letto?”
“Che ne dici di sdraiarci sopra il tavolo?”
“Lasciati solo il grembiule addosso e abbiamo un affare”


Thad assaggiò la torta, evitando volontariamente la panna montata, e doveva dire che Sebastian aveva ragione: per quanto rimanesse un cliché la torta al cioccolato restava sempre la sua preferita.
Sebastian affondò la forchetta e ne mangiò un generoso boccone “Meglio di quegli impasti già pronti con la panna montata spray, vero?”
“Intendi dire quando non finivi per bruciare tutto?” scherzò Thad con una risata allegra “Guarda, qui c’è la tua preferita: torta alla vaniglia con crema di lamponi”
Sebastian storse il naso “Come se non sapessi che sono allergico ai lamponi”
“Stai scherzando? Non mi scorderò mai quando ti riempisti di macchie solo perché eri caduto in un cespuglio di lamponi”
“Che se ricordo bene fu colpa tua”
“Non è colpa mia se per guardare il mio didietro sei inciampato su sasso”
“Giusto, perché sono io che amo così tanto le escursioni da costringere il mio ragazzo a svegliarsi alle sei di sabato mattina durante le vacanze estive”
“E non mi sembra che la sera ti sia lamentato tanto”
“Scusate signori” la pasticcera li interruppe con un sorriso “Avete deciso?”
“Sono indeciso tra la torta al cioccolato e …”
Sebastian rubò un altro pezzo di torta “Perché questa con crema pasticciera e gocce di cioccolato?”
“Non è un po’ troppo sdolcinata? E anche questa ripiena di canditi”
“Nah, meglio la ganache alla nocciola”
La signora della pasticceria scoppiò a ridere “Prendetevi il vostro tempo. Non siete la prima coppia che vedo indecisa”
Entrambi i ragazzi sgranarono gli occhi mentre Santana nascondeva il suo ghigno brevettato dietro a una gustosa fetta di Foresta Nera e capì che era il momento di lasciare la scena.
“Bene, è tutto squisito ma ho cose da fare e persone da vedere” prese la borsa e si sistemò gli occhiali da sole “È stato un piacere piccioncini” alzò i tacchi e con un’eleganza innata se ne filò via, sotto lo sguardo sbigottito dei due.
“Uhm, non è il mio fidanzato” confessò Thad mentre la faccia della signora si fece imbarazzata “Non si preoccupi. Va bene la red velvet con crema al burro”
La donna sorrise e segnò tutto “Perfetto. Le manderemo il disegno della torta domani mattina”
“La ringrazio molto per la sua disponibilità” le strinse la mano e uscì insieme a Sebastian, che lo guardava accigliato.
“Harwood, tu odi la red velvet: la trovi stoppacciosa e in più la crema di burro è troppo dolce”
Thad lo fulminò con lo sguardo “L’ho scelta perché Robert la adora e odia la cioccolata” spiegò semplicemente “Poi non sono affari che ti riguardano. Avevo detto solo a Santana di venire”
“Scusa se la mia presenza ha influito su una scelta che già era stata stabilita” sbuffò Sebastian inviperito “A questo punto potevi anche evitare di perdere tempo”
“Dovevamo scegliere insieme” si difese Thad “Ma lui ha avuto da fare e…”
“Quante volte ti ha dato buca?”
“Cosa…”
“Quante volte ti ha dato buca quando si trattava del vostro matrimonio”
Gli occhi di Thad tradirono del risentimento “Qualche volta, ma lui è molto impegnato”
“Troppo impegnato per il matrimonio? Il vostro matrimonio?”
“Sebastian ti prego…”
Il francese lo guardò e in cuor suo non se la sentì di infierire troppo; Thad meritava di essere felice e sperava che nonostante tutto Robert riuscisse a renderlo più felice che mai.
Allora perché invece sembrava un cucciolo bastonato più che un futuro sposo eccitato per i preparativi?
“Va bene, non mi intrometterò” indicò una caffetteria lì vicino “Ma almeno un caffè tra amici? Credo che il mio esofago sia intasato da tutte quelle torte”
Thad scoppiò a ridere, la tensione sparita completamente “Sei disgustoso, Smythe”
“E tu sei basso, ma non per questo rifiuterò di farmi offrire un bel caffè “
“Sei sempre il solito, eh Seb?”
“Il solo e unico Sebastian Smythe”
 
 
Blaine poteva dire che quel giorno il mondo sembrava avercela con lui: la sveglia non era suonata, aveva saltato la fermata della metro per la Juilliard, il suo professore non era soddisfatto del suo progetto, si era rovesciato il caffè addosso, macchiando irrimediabilmente la sua maglietta perfettamente bianca e in più non si era portato le chiavi di casa e i suoi coinquilini o erano impegnati al lavoro o non rispondevano al telefono.
Ecco perché adesso sedeva fuori dall’appartamento, studiando Storia della musica e maledicendo la sua sfortuna.
Perché sembrava che il mondo ce l’avesse con lui?
Appoggiò stancamente la testa al muro, volendo solo addormentarsi lì e in quel momento, quando le porte dell’ascensore si aprirono e Kurt, in tutto il suo splendore nonostante la giornata lavorativa, uscì e subito notò il ragazzo seduto a terra.
“Ciao Blaine” lo salutò con un sorriso incerto “Hai deciso di accamparti fuori di casa?”
“Sì, ma ho scordato il sacco a pelo” rispose il moro acidamente per poi scusarsi “Mi dispiace, è stata una giornata davvero orrenda e in più sono rimasto chiuso fuori casa e non so per quanto tempo”
Kurt lo guardò comprensivo e gli offrì una mano “Che ne dici se ti offro ospitalità, una maglietta decente e qualcosa da mangiare?”
“Davvero?” chiese Blaine guardandolo come un angelo salvatore e afferrò la mano dell’altro mentre si alzava “Sei il mio salvatore”
“Nah, ho solo fatto la mia buona azione del giorno” gli fece l’occhiolino, aprì la porta di casa e lo fece entrare.
La casa di Kurt era arredata con gusto, ma questo non aveva stupito Blaine visto che il proprietario era un meticoloso redattore di Vogue.Com, eppure dava un’idea di calore e di familiarità che uno non si aspetterebbe.
Kurt prese la sua giacca e quella di Blaine per metterle sull’appendi abiti “Se vuoi fare una doccia, posso darti degli asciugami e alcuni vestiti; non credo che una maglietta macchiata di caffè sia molto comoda”
“Oh, non vorrei disturbare troppo”
“Non disturbi affatto, te lo sto chiedendo io” sorrise e lo condusse verso il bagno “Gli asciugamani sono sotto il lavandino e lì” indicò una stanza “C’è  la mia camera da letto e ti lascio qualcosa da mettere. In più ho una fame che non ci vedo e purtroppo il mio frigo è vuoto. Quindi, pizza o cinese?”
“Uhm… cinese?”
Il sorriso di Kurt gli fece capire che aveva fatto la scelta giusta “Bene, qualcosa in particolare?”
“Sorprendimi” sussurrò con un ghigno malizioso prima di chiudere la porta del bagno e accasciarcisi contro.
Era a casa della sua cotta, nel suo bagno, un bagno enorme con una doccia enorme dove Kurt faceva la doccia (stava raggiungendo livelli inquietanti), stava per indossare i suoi vestiti e mangiare cinese con lui.
Quello doveva essere il giorno più fortunato della sua vita.
Si tolse i vestiti appoggiandoli sul lavello ed entrò nella doccia, studiando i (tanti) prodotti e scegliendone un paio; si lavò addirittura i capelli, visto che era rimasto poco e niente del gel.
Una volta lavato bene e asciugato, uscì dal bagno, sentendo la televisione accesa del soggiorno e il leggero canticchiare di Kurt in cucina, e si diresse nella sua camera.
Una camera con un letto enorme ed invitante.
No, non era il momento di pensarci.
Blaine si guardò intorno, notando subito la grande cabina armadio, una splendida specchiera che sembrava avere un bel po’ d’anni e il comò, pieno di cornici di ogni dimensione e genere, alcune con foto di Kurt da bambino, altre da adolescente, altre ancora con Sebastian e altri amici.
Con un sorriso all’adorabilità di un baby Kurt immerso nella neve, prese i vestiti dal letto quando la sua attenzione venne richiamata da una foto incorniciata in quadro d’argento, posta in un angolo del comodino: era la foto di una donna, una splendida donna dai capelli di un biondo miele e gli occhi azzurri che teneva in braccio un bambino di massimo 5 anni che le sorrideva felice.
Doveva essere sicuramente la madre di Kurt visto che il ragazzo era la sua fotocopia al maschile.
Scosse la testa e archiviò quei pensieri per cercare di non saltellare al profumo del giornalista sui suoi vestiti e ora sulla sua pelle: profumavano di colonia, di ammorbidente e di Kurt.
Uscì dalla stanza con un sorriso ebete e arrivò in cucina, dove trovò il proprietario di casa già cambiato in abiti più comodi.
“Ehi, ti sei rilassato un po’?” chiese Kurt premurosamente mentre gli offriva una tazza di thè caldo che Blaine accettò più che volentieri.
“Molto” ne bevve un sorso gustandone l’aroma dolce e delicato “Oggi mi sono proprio svegliato in una giornata no”
“Credimi, a New York i giorni no sono molti, soprattutto al college”
“La fretta è cattiva consigliera, lo diceva sempre mia nonna. Se non mi fossi svegliato tardi non avrei dimenticato le chiavi a casa” guardò di sottecchi Kurt “Ma è anche vero che adesso non sarei qui”
“Mmh” Kurt appoggiò la testa sulla mano “Forse dovrei ringraziare la mia buona stella, altrimenti avrei passato la serata da solo”
“E io l’avrei passata a studiare Teoria Musicale. Molto meglio trascorrerla in compagnia”
L’altro ragazzo fece per rispondere, ma il campanello suonò all’improvviso.
“Deve essere arrivata la cena” mormorò il giornalista prendendo il portafoglio “Torno subito”
Blaine annuì e si appoggiò al tavolo: cosa stava succedendo?
Stavano flirtando l’uno con l’altro e questo era palese, molto palese.
Forse Kurt era attratto da lui? C’era davvero una piccola speranza? E perché continuava a sentire le irritanti vocine di Sam e Cooper nella sua testa?
Kurt tornò da lui con due buste in mano e in silenzio apparecchiarono per la cena.
“Spero di averci azzeccato, altrimenti ho una scatoletta di tonno nella dispensa. Il tonno ha una scadenza?”
Blaine scoppiò a ridere e rubò un involtino primavera “Credo di sì, ma per ora mi accontento dei miei piatti preferiti”
“Allora ti ho sorpreso?” lo stuzzicò prendendo un pezzo di pollo alle mandorle e leccandosi una goccia di salsa dall’angolo della bocca e il moro cercò di non pensare a quelle labbra, ma a quel Natale in cui sua nonna lo aveva costretto a vestirsi da coniglio rosa (in quei casi funzionava spesso).
“Forse dovresti fare il veggente” lo prese in giro con una risata e aprì un’altra scatola storcendo il naso “Ma evita l’anatra all’arancia la prossima volta?”
Kurt si accigliò “Non ti piace?”
“Non l’ho mai assaggiata: sinceramente non credo che mi piaccia”
“Come fai a dirlo se non l’hai mai assaggiata?”
“La salsa all’arancia deve essere dolce no? Che centra con l’anatra?”
“Uhm, chiamasi combinazione di sapori?” Kurt prese un pezzo di anatra e lo porse verso di lui “Forza, assaggia”
“No”
“Non fare il bambino”
“No”
“Forza, B. Fallo per me”
Ecco, Blaine aveva appena scoperto che il broncio di Kurt sarebbe stata la sua criptonite, insieme ai finti papillon.
Aprì la bocca e assaggiò la pietanza, trovandola piacevolmente buona e croccante.
“Ehi, non è male!” ammise prendendone un altro pezzo mentre Kurt sorrise soddisfatto.
“Visto? Ci voleva tanto a fidarti di me?”
Blaine sorrise “Beh, adesso so di poterlo fare” non gongolò alla vista delle guance rosse di Kurt (o almeno non esternamente) e prese una scatola lì vicino “Spaghetti di riso?”

A fine cena, i due ragazzi decisero di condividere una confezione di gelato (che Kurt chiamava “gelato d’emergenza”) e si piazzarono sul divano, una maratona di “Cake Boss” alla televisione.
“Un giorno ordinerò una torta gigante da loro” sbottò deciso Blaine, gli occhi entusiasmati da una torta a forma di roulette “A forma di pianoforte. O forse con ogni cosa al cioccolato sopra. Credi che potrebbe fare una torta a mia immagine e somiglianza?”
Kurt lo guardò divertito “Beh, almeno non avrebbe problemi in altezza” lo prese in giro scoppiando a ridere alla faccia drammaticamente offesa del moro.
“Signor Hummel, mi ritengo offeso!” si portò una mano sul petto “Non tutti possiamo nascere alti fino a toccare le porte”
“Ehi, il mio fratellastro quasi le sfiora”
“Ecco, ma mai sentito del detto “Nella botte piccola c’è il vino buono”?”
“Aw, ti sei davvero offeso, vero?”
Blaine borbottò un “non è giusto” e mangiò un’abbondante cucchiaiata di gelato e Kurt scoppiò a ridere.
“Che ne dici se per farmi perdonare la prossima volta ti preparo una torta di mele? La ricetta è quella di mia madre, è la migliore”
“Mmh, sarei quasi tentato” ed ecco di nuovo quell’adorabile broncio, dannazione “Va bene, vada per la torta. Accidenti, usi quel broncio anche al lavoro?”
Kurt fece la linguaccia “No, ma so essere molto persuasivo anche in altri modi”
“Davvero?”
“Davvero”
Entrambi si guardarono negli occhi, sulle labbra un sorriso divertito: erano come due magneti che non potevano fare a meno di essere attratti e fu così semplice sporsi l’uno verso l’altro ed essere così vicini da…
DRINNN
Essere interrotti dal campanello proprio a meno di 5 centimetri di distanza.
“Scusami” disse Kurt rosso in viso alzandosi in fretta dal divano mentre Blaine malediceva l’universo per andare contro di lui.
Perché non poteva avere un altro colpo di fortuna oggi? Forse nella sua vita precedente aveva ucciso qualcuno? O forse doveva dare retta a quella zingara della metro e comprare un amuleto scaccia iella.
“Blaine? Sam è qui” lo avvertì Kurt e l’istinto omicida verso il suo migliore amico aumentò notevolmente.
Peggior tempismo di sempre.
Prese le sue cose e andò alla porta, dove i due stavano chiacchierando del più e del meno.
“Grazie Kurt per aver tenuto il cucciolo” scherzò Sam scompigliando i capelli di Blaine che gli lanciò un’occhiataccia “Purtroppo Jeff e Nick lavorano entrambi e io sono riuscito adesso a liberarmi”
Kurt sorrise e scosse la testa “Non c’è nessun problema”
“Samuel, sai che non sono un cane e che so parlare?” sbuffò Blaine acidamente “Grazie ancora di tutto Kurt. Non so proprio come ringraziarti”
Sam si illuminò “Ehi, ho un’idea: per sdebitarci che ne dici di venire a cena da noi questo fine settimana?”
Una cena? A casa loro? Una cena a casa loro con la sua cotta che aveva quasi baciato?
“Se per voi non è un disturbo, volentieri” accettò Kurt con un sorriso luminoso.
Blaine non sapeva se l’universo lo stesse aiutando o semplicemente si stesse prendendo gioco di lui.
“Allora venerdì alle sette?”
“Venerdì alle sette sia!”
“Perfetto!” Sam prese Blaine, incapace di proferire parola, per un braccio.
Perché venerdì non era un giorno a caso, no.
Venerdì doveva venire anche Cooper a cena da loro.
Quei bastardi avevano architettato uno dei loro strambi piani.
No, sicuramente l’universo lo odiava. 

“Quindi, mercoledì avrà un’intervista e giovedì pomeriggio la signorina Blake vorrebbe vederla…”
“Dì a Sandra che vederla due volte a settimana è un suicidio per la mia creatività”
Jordan sospirò “Signor Smythe, è importante. Deve andare”
Pianificare la settimana con Sebastian Smythe era un inferno, un vero inferno: perché diavolo aveva accettato quel lavoro? Ah già, per i soldi e per l’esperienza.
E forse per rivedere più spesso un certo assistente dal sorriso smagliante.
Dio, se si sentiva patetico.
“O mio Dio, non dirmi che stai ripensando a lui”
La voce di Sebastian risvegliò Jordan dai suoi pensieri e subito il ragazzo si fece rosso “C-cosa? Di che sta parlando?”
“Andiamo Jay…”
“Jordan, signore”
“L’ho capito da quando siamo entrati in quell’ascensore e gli hai quasi sbavato addosso” il ghigno di Sebastian era quasi inquietante “Ti piace eh?”
“Non vedo cosa centri con lei, signore” si difese l’assistente “Dicevamo, l’intervista di mercoledì…”
“La farò se mi daranno prima tutte le domande per iscritto e vedrò la signorina Blake” fece una specie di virgolette con le dita “Se mi dirai tutta la storia”
“E perché mai le dovrebbe interessare?”
“Per noia e magari mi dà qualche idea. L’ultima volta che ho sentito Santana parlare di rasoi per le gambe ho deciso di uccidere uno dei personaggi con un vecchio rasoio da barbiere”
Quello era molto inquietante.
“Allora?”
Jordan si passò una mano sul viso e finalmente cedette “Io e Lucas siamo entrati  all’agenzia nello stesso periodo; all’inizio lavoravamo insieme e diventammo amici, anche se io stavo iniziando a provare qualcosa di più. Poi lui fu subito preso come assistente della Blake mentre io correggevo le bozze. Lo vedevo spesso passare in ufficio, ma non riuscivamo a scambiare più di due parole e dopo un po’ ho creduto di essere quasi sparito ai suoi occhi, ma lui continuava a piacermi. Patetico, vero?”
“Abbastanza, ma ho sentito di peggio” sorseggiò un po’ di caffè “Continua”
“La Blake mi ha offerto il posto come suo assistente e, per quante volte ci siamo visti, non abbiamo parlato altro che di lavoro” giocherellò con un tovagliolo e fece un sospiro affranto  “Ho perso le speranze ormai, come potrebbe mai uno come lui anche solo pensare a uno come me”
Sebastian lo osservò, quasi sentendosi in empatia con il ragazzo: avere l’oggetto dei suoi sogni così vicino eppure così lontano, nascondere ogni emozione e fingere dietro una maschera.
Dio, quanto si sentiva patetico anche lui a pensare certe cose.
Ma forse per il suo assistente c’era speranza, una piccola, ma c’era sempre. Forse con il suo aiuto…
Stava davvero pensando di aiutare il nerd a conquistare il campione di football? (Doveva smettere di vedere quei film con Brittany, assolutamente)
Non era un’idea così malvagia, però, sarebbe stata una specie di tentativo per compensare il suo comportamento con Thad. Fare del bene dopo aver fatto del male?
Forse lo era, ma doveva finirla di pensare come se fosse in un film di liceali.
“JD…”
“È Jordan” ripeté esasperato l’assistente “Cosa?”
“Mettiamola in questi termini: se la smettessi di indossare quei maglioncini patetici, ti dessi una bella sistemata e tirassi fuori un po’ di carattere, quell’adone in giacca e cravatta cadrebbe ai tuoi piedi. E io, in via del tutto eccezionale, ti aiuterò Jay”
“È Jor…” Il ragazzo sgranò gli occhi “Cosa vuole fare?”
“Jimmy, il piano “Aiuta il caso quasi senza speranza a conquistare il campione di football dell’ufficio” ha ufficialmente inizio!”
Perché Jordan aveva la strana sensazione che quel piano non gli sarebbe affatto piaciuto?”



Note dell'autrice
Chi si aspettava Sebastian Smythe Love Coach? Vi meritate un muffin! Bene, mentre io e Sam schiveremo i pomodori per aver interrotto il primo bacio Klaine, pensiamo alle imminenti nozze di Thad e la piatt...volevo dire Robert (il mio lato Thadastianer ogni tanto esce fuori), che sembrano sempre più vicine mentre la mente di uno degli sposi è sempre più lontane e immersa nella panna montata.
Ma soprattutto: chi è che odia la cioccolata???
Un omaggio come al solito alla mia altra piccola creatura, la Bella Notte, con Christie che vuole sposare sia Tyler Hoechlin (per chi non lo conoscesse, vale la pena spendere un minuto su google) che Sammy: bambina molto intelligente. E il piano di Sam e Cooper? Diciamo che ci sono piani che vanno dalla A alla Z, ergo neanche le suppliche di Blaine li fermeranno!
Santana rappresenta la voce della ragione, sia nei Klaine che nei Thadastian.
Ora un piccolo annuncio: questo sarà l'ultimo aggiornamento di Agosto perchè la qui presente partirà lunedì e tornerà il 28 agosto, forse più fusa di prima.
Per chi segue la Bella Notte: cercherò di aggiornare prima di partire, ma non prometto nulla di certo.
Qui la mia pagina facebook dove saprete quando finalmente potrò pubblicare: 
https://www.facebook.com/pages/Frankie92-EFP/569250319772928
Un grazie a Ele e Mickey, le mie dolcissime beta che nonostante i "partorirai con dolore!" e ripetuti "Infame" mi vogliono sempre bene (o almeno spero)
Grazie a chiunque abbia recensito e inserito la storia tra preferiti, ricordati e seguiti!
Buone vacanze tutti :)
Baci e sorrisi
Frankie 
  
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