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Autore: Angel of light    07/08/2013    1 recensioni
La vita non sempre è facile, e per Matt è sempre stato come nuotare contro corrente cercando qualcosa o qualcuno a cui aggrapparsi. E ogni volta che gli sembrava di esserci riuscito, inevitabilmente finiva per scivolare e farsi trascinare di nuovo dal turbine degli eventi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fumi. Una sigaretta, un'altra e un'altra ancora. Al diavolo chi dice che morirai di cancro di questo passo. Tanto sei già in parte morto dentro e nessuno nemmeno se ne accorge.

Nemmeno Lui. Lui che sembrava il salvatore e che invece si è rivelato come gli altri. Un carnefice. Ti ha strappato anche lui quel poco di speranza rimasta. Quel poco che, attaccata alle pareti della tua coscienza e del tuo essere, si affannava a sopravvivere nell'inferno che era la tua testa.

Se Matt avesse potuto mostrare come si sentiva all'interno, avrebbe disegnato un'enorme stanza vuota con pareti di specchi che riflettevano l'immagine di un essere, ormai consumato, un essere stanco e provato. Un essere solo, di cui nessuno importava.

Era questo che gli faceva male. L'essere un nessuno, una presenza la cui mancanza non sarebbe stata notata.

Questa ossessione se la trascinava da quando era rimasto orfano e senza parenti. Sbattuto in un orfanotrofio di infima categoria in cui se veniva pestato, doveva cavarsela da solo. Non c'erano appigli o persone a cui aggrapparsi. Era solo contro tutti.

Uno spiraglio di luce si era mostrato con l'arrivo di Watari. Quel vecchio dall'aspetto innocuo e gentile, che gli aveva rivelato la sua vera natura. La sua genialità che gli avrebbe permesso di andarsene in un posto migliore. Senza botte, senza gente indifferente.

Sarebbe diventato Qualcuno. Oh si, Mail Jeevas ora avrebbe avuto un futuro brillante davanti a sé.

Le sue illusioni durarono poco però. Appena entrato alla Wammy's house capii che non erano rose e fiori e che forse psicologicamente sarebbe stato peggio. Una competizione aggressiva fra ragazzi della stessa età e con la stessa smania di raggiungere il podio, di raggiungere il primo posto nella classifica, che ogni semestre veniva esposta sulla bacheca del corridoio principale.

L. Quella figura misteriosa. Senza volto e sfuggente, ma abbastanza forte da rovinare la vita a coloro che vivevano in quell'orfanotrofio. Bisognava essere come lui. Diventare ciò che lui avrebbe voluto. Anche qui Matt capii. Non sarebbe stato comunque qualcuno, anche qui solo un'ombra, nascosta da una lettera dietro ad un pc.

Perciò non si sforzò nemmeno più di lottare. Era il terzo? Bene! Sarebbe rimasto in quella posizione non si sarebbe sbattuto per diventare qualcosa che non voleva. Non si sarebbe ridotto come Lui.

Mello, un biondino vestito sempre di nero. Il secondo classificato, con uno dei complessi di inferiorità peggiori mai visti nella storia. Era uno dei motivi per cui aveva abbandonato la competizione. Meglio morto piuttosto che come lui!

Ma nonostante l'iniziale competizione, i due erano ormai diventati amici. Matt nel suo mondo di nicotina e videogiochi faceva da sacco da box metaforico al biondo, sempre pronto ad arrabbiarsi e a sfogarsi a urla e parole, per l'ennesima prova in cui Near l'aveva battuto.

Fin lì ok, la sua esistenza proseguiva monotona e fiacca. Ormai era abituato alla solitudine e ad un mondo parallelo tutto suo. Non pensava che quel bastardo di cupido avesse in serbo per lui un bel tiro mancino.

Di certo il fatto di scoprirsi gay fu un bel trauma... ma lo scoprirsi innamorato della petulante biondina vestita di pelle che era il suo migliore amico, quello si che fu un colpo!

Stare ore a fare pensieri illeciti sulle sue labbra e sulle forme che trasparivano dai suoi abiti. E l'insopprimibile senso di nostalgia dato delle sue assenza. La voglia di vederlo, anche solo per poco, anche se Mello parlava solo di Near e delle sue strategie per batterlo, al ragazzo bastava che fosse lì davanti a lui. Quanto era diventato patetico!

E poco dopo un altro trauma, un altro abbandono. Il secondo in classifica alla morte di L, se n'era andato senza saluti, senza un abbraccio. Tipico di quell'egocentrico ingoiacacao. Sparito con solo un fagotto, di notte.

I giorni dopo per Matt furono un dolore atroce. Si finse malato, e rimase in camera, fumando tre volte più del solito. Attraversato da tremiti, sentendo un'angoscia indescrivibile addosso. Non c'era stato nulla tra di loro. Mello non poteva sapere come la sua fuga dalla Wammy's house avesse provocato nel rosso una crepa emotiva insanabile.

Passarono gli anni, Matt uscì dall'istituto con dei voti eccellenti, ma nonostante questo fu trascinato nel vortice della malavita, degli affari loschi. Dall'Inghilterra partì per gli Usa, dove si infilò in uno dei giri più organizzati del narcotraffico, utilizzando le sue abilità informatiche per intercettare le comunicazioni fra i vari agenti della polizia, riuscendo così a far sparire i propri “colleghi” prima di ogni retata.

Il suo lavoro gli fruttava bene e di tanto in tanto si concedeva il lusso di divertirsi con la droga che lui stesso spacciava.

Una mattina qualcuno bussò alla sua porta. Matt andò ad aprire per ritrovarsi di fronte l'ultima persona al mondo che si sarebbe immaginato: Mello.

Era circa uguale a come se lo ricordava alla Wammy's house, con l'unica differenza che ora era ricoperto di sangue ed aveva faccia e petto ustionati. Lo medicò subito e lo curò per i giorni seguenti, sopportando i suoi sbalzi d'umore e le sue urla derivanti dal dolore sia fisico che psicologico. Si ritrovò a fargli da psicologo ancora una volta e con lo stesso sentimento represso.

Alla fine non ce la fece più, un giorno mentre erano a tavola, il rosso si alzò di scatto guardo il biondo, ancora fasciato per buona parte del viso, e lo baciò.

Si aspettava di essere respinto con forza dall'altro, di ricevere i suoi peggiori insulti e di essere addirittura picchiato. Ma non avvenne nulla di tutto ciò, il ragazzo si limitò a rimanere immobile e alla fine di quel contatto, Mello lo trascinò in camera da letto dove dimostrò a Matt che in quegli anni, al contrario di lui, non aveva represso la sua vera natura, ma anzi aveva sperimentato l'amore omosessuale, guadagnando diversa esperienza.

Dal canto suo il rosso, si sentiva finalmente al sicuro,aveva finalmente trovato un appiglio, una roccia a cui aggrapparsi in quella faticosa scalata che era la vita. Un porto sicuro, dove tornare in caso di tempesta. Cominciarono a vivere insieme, anche se più per esigenze economiche e di lavoro che per amore, ma a Matt andava bene, la presenza di Mello , per quanto fosse sempre fissa sul monitor di un computer lo rendeva calmo.

Aveva smesso di drogarsi e fumava molto meno,fare l'amore con Mello era un'estasi che nessuna droga naturale o sintetica avrebbe potuto eguagliare. E i giorni trascorrevano così, in balia di una fittizia serenità.

Già, fittizia perché Matt qualche periodo dopo grattò oltre la superficie e vide la vera faccia di Mello. Conosceva il suo lato aggressivo e quello competitivo ed era pronto ad accettarli, ma non era pronto ad accettare la sua incapacità a legarsi con nessuno. Il biondo infatti aveva altre relazioni e glielo disse in faccia con una tranquillità che Matt trovò più insopportabile della faccenda stessa.

Un'altra bomba emotiva. Un'altra illusione che crolla. Per una volta nella sua vita avrebbe voluto essere unico, avrebbe voluto significare qualcosa di più per qualcun altro.

Ma capì che per Mello nessuno era insostituibile, a lui non importava di nessuno, se non di Kira e di Near. Ora era lì ad aspettare che il suo “amante”, tornasse da chissà dove, probabilmente era con qualche altro ragazzo di cui ignorava l'esistenza.

Il giovane si alzò, e cominciò a frugare nel cassetto della biancheria, fino a trovare l'agognata busta. L'aveva tenuta di scorta, in fondo era uno spreco, non usufruire di roba così buona, non come quella tagliata che vendeva a quei patetici drogati agli angoli delle strade.

La dispose sul tavolo, e cominciò a godersi quel suo paradiso proibito, ora si che si sentiva meglio.

 

 

Quel giorno Mihael Keehl trovò il proprio coinquilino collassato sul pavimento del salotto.

  
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