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Autore: callmemavy    08/08/2013    3 recensioni
[Hotel Transylvania]La festa di compleanno di Mavis è appena finita, ma i problemi della coppia appena nata iniziano solo ora: il sangue di Jonathan risveglierà gli istinti da predatrice della vampira, il passato nascosto di Dracula verrà a galla e l'attacco di un uomo misterioso metterà in pericolo la vita della coppia oltre a rischiare una guerra fra umani e mostri.
Questa storia è un'avvincente susseguirsi di romanticismo, angoscia ed avventura, che aggiunge molto sentimento a questo splendido film.
Prometto a tutti i lettori che questa storia non rimarrà incompiuta!
Questa sembra essere l'unica fanfiction su Hotel transylvania in italiano al mondo, che tristezza, mi sento tanto solo... RETTIFICO, non è più la sola, ora è solo la prima, che bello!
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di demone'
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Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un saluto speciale alle nuove followers TheElleXfile e Roxylilly :-)


CAPITOLO 26 - Origini

Mavis si risvegliò seduta su una sedia regale e davanti a lei c'era una tavola imbandita di pietanze succulente.

Si trovava dentro alla sala di un castello, ma non era l'hotel Transylvania. Alle pareti erano appesi degli stendardi rossi con ricamato uno stemma di un drago rosso in posizione circolare con la coda attorcigliata al collo.

La vampira stava per alzarsi, ma il grande portone della sala da pranzo si spalancò facendo entrare un uomo alto con un naso aquilino, folti baffi e lunghi capelli neri e ricci. Indossava un copricapo di velluto rosso contornato di perle e con al centro un grosso rubino quadrato incastonato in una stella ad otto punte dorata, un pesante mantello rosso contornato di ermellino ed abiti regali. Sembrava un imperatore.

Mavis non aveva mai visto quell'uomo, ma quella faccia non le era nuova.

L'uomo la fissò un momento prima di iniziare a parlare in rumeno, una lingua che Mavis conosceva bene, come molte altre.

-E così abbiamo ospiti oggi! Non ne tornavano dalla pasqua di Târgovişte. Servitù!? Portate il pranzo in giardino.- (nds: mi spiace, non conosco il rumeno, quindi lascio tutti i dialoghi scritti in italiano, se qualcuno può farmi una traduzione ben venga...)

Dopo di che quattro camerieri entrarono, sollevarono il tavolo e si incamminarono fuori dal castello.

Mavis e quell'uomo li seguirono fino ad arrivare al grande portone, il quale, aprendosi, fece entrare una luce che travolse tutti. La ragazza chiuse gli occhi immersa in quel rilassante tepore mentre usciva dal tetro castello.

-Allora? Non hai fame?- Era la voce del nobile del castello.

La ragazza si voltò aprendo gli occhi d'istinto verso l'uomo, poi si guardò attorno stupita... scioccata.

Una fitta allo stomaco, poi oppressione, angoscia, paura... Mavis si sentiva il cuore in gola, tanto da non riuscire a respirare.

Gli alberi, tutti gli alberi di quell'immenso cortile erano stati tagliati e trasformati in forche dove erano state impalate decine, forse centinaia persone.

La ragazza iniziò a camminare stordita e confusa da tutta quella inaudita violenza, le sue scarpe affondavano nelle pozze di melma create dal sangue di giovani, anziani, uomini e donne tutti umani, tutti accomunati dallo stesso destino avverso.

Mavis si voltò verso l'uomo in cerca di spiegazioni, ma non riuscì a proferire parola, lui era seduto a tavola e mangiava tranquillamente, sembrava rilassarsi alla vista di tutta quella sofferenza.

-Tu... chi sei?- Riuscì a dire la giovane tremando.

Il signore alzò lo sguardo stupito per la domanda, poi si alzò in piedi.

-Sono Vlad III Draculea voivoda di Valacchia, detto "l'impalatore".- Disse vantandosi del soprannome con cui tutti lo chiamavano.

-Vlad Draculea... il tuo nome... il tuo volto... la tua voce... non è possibile...tu... non...- Ma le parole soffocate dalle lacrime della ragazza vennero interrotte da uno strano rumore che proveniva da sotto il terreno.

Mavis si allontanò di qualche passo preoccupata, mentre la terra iniziò a gonfiarsi. La ragazza spostò lo sguardo verso Vlad e notò che lui e le sue due guardie avevano brandito le spade, sembrava che nemmeno lui sapesse cosa stava accadendo.

Crack... crack...

Un flebile rumoreattirò l'attenzione di tutti su quella semisfera di terra.

Crack...

Ne uscì con vigore una mano che sembrava umana, poi subito dopo, la terra continuò a rompersi facendo uscire una donna dai lunghi capelli verdi, nuda e sporca di una sostanza viscosa rossa.

La donna alzò la testa ed aprì gli occhi gialli verso Vlad, poi si alzò in piedi, anche se di piedi non aveva, una lunga coda di serpente verde iniziava dalla vita ed era lunga alcuni metri.

Mentre il mostro strisciava verso di loro, incurante della presenza di Mavis a pochi passi da lei, i tre umani alzarono le spade in posizione offensiva.

Le due guardie stavano per intimare al mostro di fermarsi, ma si accasciarono a terra esanimi come se un soffio di morte avesse portato via le loro anime.

-Sei stato tu a versare tutto questo sangue innocente alla terra che mi ha generata?- Disse il mostro a pochi metri da Vlad l'impalatore, che impassibile rifoderò la spada e rispose:

-Si, è opera mia. Ti piace questa vista? Questo odore? E questi lamenti?-

-È uno spettacolo unico...- Sussurrò la donna guardandosi attorno, anch'ella compiaciuta quanto l'umano, poi continuò con voce sensuale, -Voglio ricompensarti, chiedimi quello che vuoi ed io ti soddisferò.-

-Voglio padroneggiare le arti magiche oscure, le mie capacità da umano sono troppo limitate.- Rispose l'uomo senza indugiare.

Le labbra nere della donna serpente sogghignarono.

-Umani, già... un'anima tanto forte, ma incapace di essere trasformata in magia. Assieme a dei veri poteri magici ti donerò anche la vita eterna, ma devi sacrificare il tuo sangue a me.-

-Ma se sacrifico il mio sangue non morirò?- Chiese Vlad incrociando le braccia.

-Non fino a quando ti nutrirai di quello altrui...-

Queste parole fecero sorridere il crudele voivoda, adesso avrebbe avuto una motivazione in più per continuare con le sue sanguinose esecuzioni.

-C'è solo una cosa, io non faccio patti con chi non conosco.- Puntualizzò l'umano.

Il mostro lo guardò stranito, poi rispose:

-Io non ho ancora un nome... ma puoi chiamarmi Mamba, sai chi sono le lamie?-

-No, e neanche mi interessa.- Rispose Vlad sgarbatamente, poi aprendo le braccia continuò, -Adesso mantieni la tua promessa!-

Il mostro avvolse fra le sue spire l'uomo portandolo verso se, lo guardò negli occhi ed infine lo costrinse ad bacio lussurioso.

-So cosa pensi...- Una voce debole e sofferta attirò l'attenzione di Mavis che non aveva mosso un muscolo da quando quella creatura era uscita dal suo uovo di terra e sangue.

-Ma... non cambiare quello che sei...-

La ragazza si voltò di nuovo e scoprì chi stava parlando, un ragazzo dai capelli rossi e scompigliati, simile, ma più giovane dell'uomo del pub; era grondante di sangue ed un palo gli trafiggeva la schiena fuoriuscendo dal petto, mentre gli arti e la testa erano ciondolanti e senza forza.

Subito Mavis ignorò suo padre e la lamia per correre in aiuto dello sconosciuto, ma una ferita del genere sarebbe stata letale persino per un mostro. L'unica cosa che poté fare fu sorreggergli la testa.

-Le origini non significano nulla... il nostro destino... lo creiamo noi...Coff, coff, coff...- Il ragazzo sputò sangue.

-Tu!?- Disse Mamba rivolgendosi ai due giovani, -Tu dovresti essere già caduto nell'oblio!-

-Non lasciarti confondere... non lasciarti traviare...- Continuò il ragazzo morente, ormai senza voce, rivolgendosi alla ragazza ormai sempre più confusa e spaventata. Poi un lampo di luce rossa avvolse il giovane nel fuoco. Mavis avrebbe voluto continuare a stargli vicino, ma le sue mani non potevano sopportare altro dolore ed abbandonarono il ragazzo, che, seppur gravemente ferito ed ustionato concluse con tono di sfida guardando la lamia che usava la sua potente magia contro di lui:

-Non ti... libererai... di me... tanto facilmente...-

Poi una seconda fiammata ancora più potente della prima investì Mavis che incrociò le braccia di fronte al viso per difendersi e quando riaprì gli occhi si ritrovò dentro ad una casa in fiamme. Sentiva l'odore acre del legno bruciato e lo scricchiolio delle travi che stavano cedendo.

Non era il castello di prima.

La ragazza cercò una via d'uscita e spalancò il portone di fronte a lei, ma ciò che trovò fuori sembrava essere più pericoloso del fuoco.

Un'orda inferocita di umani armati di torce, falci e forconi urlava e minacciava di morte i vampiri, mentre si preparava ad assaltare il castello.

Mavis spaventata fece alcuni passi indietro, fino a che qualcuno non le posò la mano sulla spalla con gentilezza, come fosse una carezza.

La vampira si voltò spaventata, ma la paura si tramutò presto in commozione, accanto a lei c'erano suo padre e... sua madre Martha, era bellissima, proprio come la vedeva nei quadri o descritta da Dracula.

-Amore mio, dobbiamo fuggire.- Disse Draula alla moglie.

-Non possiamo, nostra figlia non sa volare e sarebbe un bersaglio troppo facile.- Rispose Martha, che aggiunse, -Amore...- Ma venne interrotta dal marito:

-Vai a nasconderti, me ne occupo io.-

-Mamma, no! Non lo fare!- Disse Mavis preoccupata, ma la donna sembrava non la sentire, così provò a rivolgersi al padre:

-Papà, ti prego, almeno tu ascoltami!- Ma nemmeno lui la sentiva.

La vampira provò a prenderlo per il mantello, ma venne presa per la mano dalla madre e portata via, Mavis iniziò a seguire la madre, pur combattendo contro se stessa per impedire a Martha di andare incontro al suo destino, ma era impotente al corpo che si muoveva contro la sua volontà.

Le due vampire si rifugiarono al piano di sopra, mentre Mavis piangeva disperata perché già sapeva cosa sarebbe successo di li a poco.

Marta si fermò ed abbracciò Mavis per consolarla, la ragazza appoggiò la testa sulla spalla della madre che le disse:

-Non ti preoccupare piccola mia, andrà tutto bene, c'è la tua mamma qui con te e ti starà per sempre accanto a proteggerti. Qualsiasi cosa accada io sarò sempre accanto a te, te lo prometto.- Poi iniziò a canticchiare una dolce melodia.

Quell'abbraccio materno fu l'unico che Mavis avrebbe mai potuto ricordare ed avrebbe voluto che quello splendido momento non finisse mai, ma venne spezzato bruscamente da un grido di dolore.

Martha si accasciò a terra con una freccia conficcata sulla schiena, Mavis cercò di sorreggerla, ma era totalmente impotente.

-Martha, cosa è...? No!- Dracula le aveva raggiunte attirato dall'urlo e dopo aver visto la moglie a terra le si avvicinò inginocchiandosi accanto.

-Drac, non ti preoccupare per me, salva la bambina.-

-No! Non ti abbandonerò qui!- Dissero Mavis e Dracula assieme.

Martha si rialzò a fatica in piedi dicendo:

-Sarà già troppo difficile scappare con Mavis, se poi devi aiutare anche me che sono ferita, sarebbe impossibile. Tu vattene, li trattengo io!-

-Come posso abbandonarti? Come posso far crescere nostra figlia senza di te? E se dovessi tornare ad essere malvagio? Ti prego, fuggi te con la bambina, a loro ci penso io!-

-Eccoli, sono qua!- Era la voce di un uomo armato di un arco lungo che dava ordini alla folla.

Martha baciò Mavis sulla testa, poi sulle labbra di Dracula in lacrime.

-Amore, fammi una promessa...non inseguire la vendetta, ma proteggi nostra figlia e crea un posto sicuro per tutti noi in attesa che gli umani diventino abbastanza maturi da riuscire a vivere armonia con i mostri.-

Dracula singhiozzava troppo per riuscire a rispondere, ma lei capì che aveva accettato la promessa.

La donna si girò mentre Habrham Van Helsing caricava un'altra freccia, puntando a Dracula, ma Martha iniziò a correre verso gli umani piazzandosi lungo il tragitto della freccia appena scoccata che le colpì una spalla. La vampira continuò a correre ruggendo minacciosamente contro la folla che spaventata che si ritirò, solo Habrham rimase impassibile estraendo la sua spada.

-Mamma, non mi abbandonare, ti prego! Ho bisogno di te!- Urlò, invano, la vampiretta.

Dracula stava per correrle in aiuto, ma sapeva che la salvezza di Mavis aveva la priorità assoluta, così approfittò della copertura per fuggire appena in tempo, prima che il soffitto crollasse.

Il vampiro si trasformò in pipistrello e tenendo Mavis fra le zampe planò in una densa nube di fumo nero in modo da sparire dalla vista degli umani.

Mavis si sentì precipitare sempre più velocemente, la puzza acre di bruciato e di fumo svanì, ma attorno a se c'era solo il buio più oscuro, fino a che non colpì violentemente un suolo erboso.

Mavis riaprì gli occhi e si rese conto di essere tornata nuovamente in quel boschetto che aveva imparato ad odiare.

La ragazza si alzò in piedi e guardò il cielo sopra agli alberi, attorno a lei non c'erano più montagne e colline, anche l'hotel che era l'unica cosa a donarle sicurezza era svanito, lasciando la vampira sola e senza orientamento.


Non sapendo dove andare o cosa fare Mavis si buttò a terra e chiuse gli occhi nella speranza di risvegliarsi fuori da quell'incubo.

Lo so, speravate di leggere la fine dell'incontro fra Drac e Victoria, ma voglio farvi soffrire un altro po'... ma non vi preoccupate, dovete solo aspettare fino al prossimo capitolo!

Se il capitolo vi è piaciuto ricordatevi di lasciare una recensione per farmi tanto felice!

  
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