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Autore: Euridice100    08/08/2013    11 recensioni
"A San Lorenzo c'è sempre posto per una magia."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A B. ,
per cinque anni di pazienza, ironia
e amore incondizionato.
 

 
 
- Che giorno è oggi, Rumpelstiltskin?
- Dieci Agosto, Dearie, perché?
Dieci Agosto… Belle ripensa alla sua vita ad Avonlea. Ricordi dolci e amari le si affollano nella mente. – Nella mia città oggi si festeggia San Lorenzo, sapete?
- No. Di cosa si tratta?
- Ogni anno, in occasione di questa ricorrenza, si va in spiaggia e si trascorre la serata in compagnia: si ride, si scherza… E si aspettano le stelle cadenti.
- Perché mai, Dearie?
- Come perché, per esprimere un desiderio! Non conoscete la tradizione? Se la notte di San Lorenzo si vede una stella cadente e si esprime un desiderio, questo si avvererà!
Rumpelstiltskin la guarda scettico. – E tu ci credi? – le chiede ironico.
- Perché no? Se proprio voi non credete nella magia…
- Dearie, mi duole disilluderti, ma questa non è magia, solo semplice scienza. Le stelle cadenti sono residui di comete, sciami di frammenti rocciosi che ruotano attorno al Sole, ma che a volte incrociano la nostra orbita, cadono nell’atmosfera e per attrito si incendiano, consumandosi completamente, - ghigna il folletto continuando a filare, - Quando vuole ottenere qualcosa, la gente ricorre ad un metodo molto più immediato e sicuro: invoca me.
Belle gli lancia un’occhiataccia. – So che esiste una spiegazione scientifica, ma non è bello credere comunque a questa leggenda? Magari non tutti sono disposti a ricorrere alla Magia Oscura pur di giungere ai propri fini…
- Dearie, attenta, sei stata tu la prima a stringere un patto con me pur di sfuggire al tuo bel destino di moglie e madre, - commenta divertito lui.
- Sì, ma non siete forse stato voi a volermi nel vostro Castello come domestica? Non potevate pulire tutto voi con la magia? Non potevate lasciare tutto a prendere polvere come negli ultimi, diciamo, due secoli?
Rumpelstiltskin la guarda intensamente. Belle non distoglie lo sguardo, sebbene senta le guance diventarle di fiamma.
- Insomma, Dearie, - sbotta lui – dove vuoi arrivare con tutto questo parlare di stelle, magia e desideri?
- Da nessuna parte, volevo solo parlarvi di una tradizione della mia terra.
La ragazza si pente subito del tono della sua voce, quasi malinconico, ma non può farci nulla: è andata così, per un istante ha abbassato la guardia e la nostalgia di casa è tornata a farsi sentire. Non rimpiange la sua scelta, ma a volte non può fare a meno di pensare al mare, alle mille varietà di fiori del giardino del Palazzo Reale e, soprattutto, a suo padre.
- E allora non essere sentimentale e fa qualcosa di utile! - esclama Rumpelstiltskin – Posso solo suggerirti di non rompere altri piatti? Mi sono stancato di dover crearne sempre di nuovi a causa della tua goffaggine.
Belle ride uscendo dalla stanza e quel suono è come musica.
Il folletto non può fare a meno di guardarla allontanarsi.
Per alcuni istanti l’arcolaio smette di cigolare.
 


- Sali in camera a cambiarti, Dearie, indossa un vestito più caldo, - le dice Rumpelstiltskin dopo cena.
- Perché? – chiede Belle incuriosita.
- Una volta tanto non puoi accontentarti e vivere nell’ignoranza?
- Non ne ho alcuna intenzione, ormai dovreste sapere che non faccio le cose solo perché me le si ordina! Inoltre, è scortese rispondere ad una domanda con un’altra!
- Possibile che in tanti anni di lezioni di buone maniere nessuno sia riuscito a farti diventare una principessina ammodo e garbata? Devo concludere un accordo e tu mi accompagnerai.
- Di notte?
- Dearie, ti svelo un segreto: c’è chi lavora anche di notte. Non tutti sono dei dormiglioni come te.



- Alla buonora, Belle, pensavo ti fossi persa nell’armadio!
- Devo dire, Rumpelstiltskin, che stasera siete particolarmente affabile. Cos’è, avete trovato la soluzione per portare la pace nel mondo?
- O la guerra perenne. Avanti, seguimi.
I due escono nel parco, ma il folletto non si dirige verso l’uscita.
- Ehm, Rumpelstiltskin? – chiede Belle a mezza voce.
- Sì, Dearie?
- Non dovevo accompagnarvi a concludere un affare?
- Esattamente.
- E allora perché non stiamo andando verso l’uscita?
- Non ho mai detto di dover uscire per stringere un accordo.



Dopo pochi minuti si ritrovano in una piccola radura.
Rumpelstiltskin si ferma all’improvviso. – Eccoci arrivati, Dearie! – esclama con un gran sorriso sornione.
- Non vedo nessuno… - mormora Belle, stringendosi nel suo mantello scuro.
- Infatti non verrà nessuno.
- E allora che ci facciamo qui?!
- Semplice, guardiamo le stelle.
Alla ragazza la voce quasi muore in gola. – Cosa?! – chiede stupita.
- Hai capito benissimo, Dearie, stanotte noi resteremo qui e guarderemo le stelle, come vuole la tradizione della tua amata Avonlea. Il clima non è dei più caldi, non c'è il mare, ma il cielo è terso e, se ti sei coperta bene, potremo restare qui fino a domani mattina.
- Era una sorpresa? - la voce di Belle è resa incerta dall’emozione.
- Direi proprio di sì.
- Io… Non so cosa dire. Perché l’avete fatto?
- Poi sarei io il maleducato che risponde a domande con domande… Non si ringrazia più, come ai bei vecchi tempi? Anzi, per piacere, non dire niente, mi beerò del tuo raro silenzio.
- L’avete appena rifatto, – ride Belle.
- Cosa, Dearie?
- Rispondere a una domanda con una domanda! Rumpelstiltskin…
- Dimmi.
- Questo è il mio primo San Lorenzo, - confessa la ragazza, senza guardarlo negli occhi.
- Da come ne parlavi, credevo fossi un’esperta.
- Mio padre non mi ha mai permesso di trascorrere la notte fuori a guardare le stelle cadenti. Diceva che sarebbe stato troppo pericoloso per una principessa, che avrei compromesso la mia salute e la mia reputazione ed altre sciocchezze simili.
- E allora sono felice di offrirti il tuo primo San Lorenzo.
- Rumpel, non ho finito…
- Ti ho mai detto che sei logorroica?
- Grazie, - mormora la giovane.
- Per il complimento o la serata?
- Non sapete sempre tutto, Voi? – scoppia a ridere lei.
- Non c’è di che, Belle, - l’Oscuro sorride.
 Non c’è alcuna traccia di malvagità nel suo sguardo.
 
 

Durante quella notte indimenticabile, Belle e Rumpelstiltskin parlano di tutto. Non sembrano serva e padrone, ma solo due amici che trascorrono assieme la notte delle stelle cadenti, come ce ne sono a centinaia ad Avonlea.
La ragazza ha una parlantina irrefrenabile, racconta al folletto aneddoti, leggende del suo Paese natale, episodi del suo passato. Gli confida ridendo che a casa non le permettevano di vestire di viola, perché dicevano che quel colore non le stesse bene;  d’ora in poi indosserà solo abiti di quella tonalità, diventata per lei sinonimo di libertà.
Per la prima volta, Belle dà del tu a Rumpelstiltskin.
A lui questo particolare non sfugge.
La segue nei suoi mille discorsi, di tanto in tanto ridacchia e fa le sue battute ironiche; ma per lo più ascolta il suono cristallino della voce della fanciulla.
Si scopre ad alzare gli occhi al cielo quando lei esclama meravigliata: - Oh, guarda, una stella cadente!
 

 
Una stella cadente. Cosa dovrei chiederle? Cosa non ho e non posso avere?
Vorrei qui Bea.
Abbracciarlo e poter finalmente piangere, chiedergli scusa.
O almeno, sapere se è vivo, se sta bene, dov’è.
Scusami Bea, scusami, tuo padre è sempre stato un codardo, lo sai.
E vorrei capire me.
E vorrei capire lei, perché non fugge via dalla Bestia che le sta accanto.
È vero, il viola non le sta bene, la fa sembrare ancora più pallida, ma è così contenta di poterlo indossare che non glielo direi mai.
Non voglio farla rimanere male.
Ecco, me ne rendo conto? “Non voglio farla rimanere male”. È questo il punto: in passato non avrei esitato un attimo prima di offenderla, e ora mi ritrovo a misurare ogni parola, anche nei battibecchi più scherzosi, pur di non veder sparire dal suo volto quel magnifico sorriso.
Non immaginavo che amasse un colore tanto scuro, lei che vive di Luce, ma per lei colorerei subito il mondo di viola, così come ho deciso di organizzare questa sorpresa appena ho visto un  lampo di malinconia nei suoi occhi di cielo.
Diamine, cosa mi succede?! Non so che questi sentimenti bruciano? Dovrei rifuggire dall’amore, mi sono già ustionato, basta, grazie, sto bene così, non voglio più saperne. Milah e Cora dovrebbero essermi valse da lezione.
E allora, perché mi sorprendo a guardarla sempre, non solo ora, ma anche quando legge, quando lavora, quando fissa il fuoco, quando mi risponde a tono, quando fa qualsiasi altra cosa?
E ogni volta scopro un nuovo particolare del suo corpo e della sua anima che mi lascia senza respiro.
Se l’amore è malattia, io sono già malato.
 
 
 
Una stella cadente. Cosa dovrei chiedere? Cos’è che voglio e non posso avere?
La libertà? No, sono più libera ora che nei ventiquattro anni trascorsi a casa. Avonlea mi manca, ma non tornerei indietro: qui posso far quel che voglio, non ho guardie e governanti che seguono ogni mio passo.
Lui mi lascia respirare, ridere, giocare.
Mi lascerebbe andare, se glielo chiedessi.
So cosa vorrei.
Capire me stessa.
E capire lui, perché non mi tratterrebbe.
So che c’è del buono in lui. Se davvero fosse la Bestia che tutti descrivono, a quest’ora non sarei viva, visto tutto quel che combino; ed invece no, nei miei confronti lui si è dimostrato migliore di tutti i principi di mia conoscenza.
Gentile, attento. Paziente – e con me ce ne vuole di pazienza – e dolce.
Ha un’anima tormentata, ha vissuto un grande dolore, ma non mi permette di capire come aiutarlo.
Ma io non smetterò mai di lottare per lui.
E in tutto questo ci sono io, che muoio e rinasco ogni volta sotto il suo sguardo.
Non mi sono mai sentita così: è come se il mondo fosse nuovo, ogni cosa una scoperta, ogni sensazione amplificata. Sogno ancora di più ad occhi aperti e mi perdo dietro mille pensieri senza nome
No, non è vero, il loro nome è Rumpelstiltskin.
Se l’Amore è forza, allora io sono un’eroina.
 
 

Rumpelstiltskin non si ritrae quando Belle si avvicina e poggia la testa nell’incavo della sua spalla.
Trascorrono così il resto della notte, in silenzio, ad ascoltare uno i respiri dell’altra.
A San Lorenzo c’è sempre posto per una magia.
 
 
 


 
N.d.A.: sì, lo so che mancano ancora due giorni a San Lorenzo.
Sì, lo so che con una  raccolta in corso non posso perdere tempo dietro altri progetti.
Però posso spiegare, davvero! :D
Il mio pc mi ha abbandonato e quindi sono costretta a sfruttare questo momento e approfittare del computer di mia nonna per pubblicare questa one shot, che giace nella moleskine da più di un mese.
All’ultimo momento ho deciso di cambiare il finale: nell’originale, Belle prende per mano Rumpel… Spero che il lavoretto vi sia piaciuto e non vi abbia causato un attacco di diabete!
Ricordate, un commentino è sempre gradito!
La definizione accurata di stella cadente viene da www.sapere.it!
Grazie a chi si fermerà a leggere e a chi sta seguendo “As my memory rests – but never forgets what I lost” – che aggiornerò appena possibile! :) :*
Grazie a B., cuore mio, e a F. , cui sta antipatico Mr Gold xD
E – anche se in anticipo – un magico San Lorenzo a tutti!
   
 
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