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Autore: Antilla    08/08/2013    2 recensioni
Tutti conosciamo bene la t-shirt indossata da Kurt durante Born this way, ma chi ci dice che non ne abbia anche un'altra?
MissingMoment 2x18
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Loves Blaine
 

“Perché non resti a guardarmi?”
 

***

 Erano passate poco meno di ventiquattro ore dall’ultima volta che lo aveva visto eppure non ce l’aveva fatta e l’aveva raggiunto.
La sera prima gli aveva fatto un discorso impeccabile su come le cose tra loro non sarebbero cambiate, e poi, non riesce ancora a capire come, si era ritrovato sulla strada che lo portava al McKinley.
 
Tanto vale ammetterlo, si era detto Blaine, svoltando non troppo prudentemente nella strada che lo avrebbe condotto al liceo: senza di lui non so più stare.
Non che se ne vergognasse, affatto; stare con Kurt era senza dubbio la cose che più amava fare e lui era decisamente la persona di cui andava più fiero - forse proprio per questo non riusciva a stargli lontano.
 
Cosa c’era di male, in fondo, nel raggiungerlo durante il nuovo primo giorno in quella gabbia di matti?
 
Parcheggiò la sua Ford accanto alla Navigator di Kurt, una delle poche auto nel parcheggio, e si diresse a passo svelto verso l’aula canto: il tour che il suo ragazzo gli aveva fatto fare prima dello spettacolo della Notte dei negletti si rivelò utile.
Si ripeté per l’ennesima volta di essere patetico e bussò piano alla porta; l’agitazione che sentì provenire dall’interno gli diede il coraggio di girare il pomello.
 
Si ritrovò davanti l’incredibile.
Ragazzi a torso nudo in ogni angolo e t-shirt bianche sparse su ogni centimetro di pavimento.
Dopo qualche istante di panico, due o tre battiti di ciglia e uno schiarimento di gola piuttosto sonoro, le Nuove direzioni si accorsero di lui.
 
“Blaine!” urlò Kurt, correndo verso di lui e gettandogli le braccia al collo. “Cosa ci fai qui?” chiese, con l’innocenza negli occhi.
“Io, bhè, ecco… Vo-volevo vederti. Mi mancavi.” mormorò vicino al suo orecchio, stringendolo più forte. Più che una dimostrazione di affetto, quella ne fu una di gelosia.
Non era per nulla a conoscenza del fatto che Kurt passasse il suo tempo tra palestrati dai muscoli scolpiti con l’abitudine di spogliarsi in pubblico.
 
Sciolto l’abbraccio con Kurt,  posò gli occhi sulla sua maglietta, la fissò e tentò di incenerirla con lo sguardo.
“Ti piacciono i ragazzi.” constatò, con voce assolutamente piatta. “Ti piacciono tutti questi ragazzi.” ripeté poi,  guardando in cagnesco ogni singola cosa di genere maschile in quell’aula, pianoforte compreso.
 
Avrebbe voluto togliere quella maglietta a Kurt, fargli indossare il suo blazer e portarselo dietro, tra le mura immacolate e pudiche della Dalton. Aveva impiegato mesi per rendersi conto di quanto fosse innamorato di lui e non aveva la intenzione di permettere a degli atleti/cantanti da strapazzo di portarglielo via. Assolutamente no.
Kurt era la prima cosa bella che aveva avuto dalla vita e non lo avrebbe perso per nulla al mondo.
 
“Ehi!” lo chiamò questi, notando lo sguardo assassino sul suo volto. “Io ho occhi solo per te, Blaine.” sussurrò piano.
La purezza nella sua voce eliminò in un sol colpo qualsiasi traccia di gelosia nella mente di Blaine; lo strinse forte e affondò la testa nell’incavo del suo collo, lasciando che il suo odore gli entrasse dentro.
 
“Tra poco dobbiamo esibirci..” mormorò il maggiore, cercando di tornare alla realtà.
“Allora è meglio che vada adesso.” rispose l’altro, con voce chiaramente dispiaciuta.
 
“Perché non resti a guardarmi?”
 

***

 
Blaine entrò in auditorium stretto tra Mercedes e Brittany, alle quali era stato affidato dallo stesso Kurt.
 
“Vi raggiungo tra poco.” aveva infatti detto questi, quando il signor Shue era andato a chiamarli.
 
L’usignolo si accomodò nella platea vuota, occupando uno dei posti più esterni e lasciando che il gruppo salisse sul palco.
Non passò molto tempo prima che Kurt sbucasse dalle quinte e le luci si abbassassero.
 
La performance fu a dir poco fenomenale e Blaine avrebbe potuto giurare di aver perso qualche battito su ‘It doesn’t matter if you love him’ e su dito di Kurt puntato verso di lui.
Trattenne il fiato sul movimento di bacino, per nulla casto, del suo ragazzo e lo rilasciò solo quando applaudire si rivelò essere necessario, non prima ovviamente di aver recuperato la giacca rossa e nera che questi aveva lanciato senza indugi.
 
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, Kurt gli fece segno di aspettare al suo posto e lui obbedì, osservando il suo ragazzo scomparire dietro il sipario e poi apparire improvvisamente pochi secondi dopo.
 
“Ti siamo piaciuti?” chiese, accomodandosi al suo fianco e poggiando accanto a sé qualcosa che Blaine fu troppo lento a focalizzare.
 
“Da morire. Deve esserti mancato molto ballare così.” commentò, soffocando una risatina al ricordo della funesta lezione di danza che lo stesso Kurt aveva cercato di impartire agli usignoli.
 
“Non immagini quanto.” rispose il castano, sorridendo, quasi avesse intercettato i pensieri dell’altro.
 
Ci furono degli attimi di assoluto silenzio prima che Kurt riaprisse la bocca.
 
“Ho fatto una cosa per te, prima.” mormorò, incerto e timido. “Bhè, in realtà è per me, ma l’ho fatta per te ecco. Non la metterò a scuola, non mi sembra il caso, ma quando siamo insieme o con i nostri amici, io p-potrei indossarla, sempre se ti piace. Blaine, io vol-”
 
“Kurt,” lo interruppe l’altro, accarezzandogli il dorso della mano pallida con i polpastrelli ruvidi, “posso vedere?”
 
Il castano annuì e, aperta la maglietta stropicciata, se la poggio sul petto. 
“Cosa ne pensi?” chiese, tenendo gli occhi bassi sulla scritta in nero. “Ti piace?”
 
Blaine sgranò gli occhi e rilesse le due paroline con fatica, balbettando appena, come un bambino alle prime armi con la lettura.
“Mi ami?” chiese allora, insicuro del fatto che ‘Loves Blaine’ significasse proprio quello.
 
Kurt si limitò ad muovere il capo timidamente, certo che le parole gli sarebbero venute fuori tutte sbagliate.
“Tu ami me?” ebbe però il coraggio di domandare, accortosi che Blaine non aveva alcuna intenzione di dire qualcosa.
 
“Da impazzire.” rispose questi, prima di stampargli sulle labbra un bacio che sapeva di nuovo amore.
 

***

 
Uscirono tenendosi per mano venti minuti più tardi, dopo una sessione extra di coccole.
“Kurt.” lo chiamò Blaine, inserendo le chiavi nella maschiatura della sua portiera. “Per la maglietta, non c’è bisogno che tu la indossi. So che l’hai fatta per me e sarebbe bellissimo vedertela addosso, ma so che urleresti dentro perché è assolutamente un oltraggio alla moda.”
 
Kurt rise di gusto, già seduto al volante e con il finestrino abbassato.
“Oh, grazie al cielo.” disse, passandosi veloce una mano sulla fronte. “Menomale che ci sei.“
 

  
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