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Autore: luxvato    08/08/2013    4 recensioni
dal capitolo uno;
«cazzo ti ridi, idiota?»
dissi alzandomi, passai una mano sugli shorts per pulirli.
«oh, che parole dolci.»
disse il tizio che fino a poco tempo prima stava ridendo.
«ne ho anche altre di parole dolci, testa di cazzo.»
lui sorrise.
aveva un sorriso magnifico, splendido, perfetto.
portava un cappello che si intonava al colore della sua maglia, pantaloni larghi e scarpe, che sembravano supra, o adidas, o modelli simili.
era bellissimo.
«oh, ‘testa di cazzo’ notevole.»
«ma vaffanculo.»
dissi irritata, salii sullo skate di nuovo, dandogli le spalle.
«cerca di non far di nuovo male a quel bel sederino.»
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''i'm not okay..3000 miles away.'
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Wesley Stromberg
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

 
rimasi spiazzata a quell'affermazione.
 
A:Wes.
«tu che cosa?!»
 
Da:Wes.
«voglio essere tuo amico. A M I C O.»
 
A:Wes.
«improvvisamente vuoi essermi amico?»
 
Da:Wes.
«certo che sei una delle ragazze più idiote che io abbia mai conosciuto..secondo te perché?»
 
quella sua risposta, a dir poco inutile, mi irritò.
non risposi e lanciai il telefono su un punto non definito sul letto.
ripresi la lettura del mio libro.
dopo un bel po' di tempo il telefono iniziò a vibrare, lo cercai e lo presi.
rimasi sconvolta dal nome che c'era scritto sullo schermo.
mi sedetti a gambe incocriate sul letto, incerta sul da farsi.
rispondere o non rispondere? questo era il problema.
vabbeh dai.
alla fine risposi.
«pronto?»
«finalmente mi hai risposto!»
«emh, cosa c'è? perché mi hai chiamato?»
sospirò.
«nulla, volevo sentirti.»
«Wes, stai bene? no perché non ci credo che con tutte le tipe che hai intorno tu senta il bisogno di sentire proprio me, ce, non me la bevo!»
«ma sta' zitta, Alyce.»
prima mi chiamava dicendomi che voleva sentirmi, poi, mi diceva di stare zitta, l'intelligenza di quel ragazzo mi stupiva ogni volta. 
«fino a prova contraria, tu hai chiamato me.»
ci fu una lunga pausa, nessuno dei due fiatava.
«ti va di fare una passeggiata?»
okaay, il cervello di Wes era proprio partito e aveva lasciato un criceto in prognosi riservata al suo posto o cosa?
«ma sei serio?»
«senti, se non ti va, dillo chiaramente, io voglio solo farmi perdonare per quello che è accaduto oggi, mi è dispiaciuto un sacco il comportamento del mio amico, ma è idiota, che ci posso fare?»
non so perché, ma a quelle parole mi scappò un sorriso.
«e vabeh,quando signorino?»
«adesso.»
guardai l'orologio, erano le dieci e mezza passate, non pensavo di aver letto per così tanto tempo. 
«ma è tardi, e poi sono impresentabile.»
«non lo sei mai.»
rise. 
«ma quanto sei dolce! rifiuto il tuo invito. fottiti.»
chiusi la chiamata. 
posai il cellulare e il libro sul comodino e mi distesi, cercando una posizione abbastanza comoda per poter dormire.
mentre stavo per addormentarmi sentii un rumore, un ticchiettio provenire dalla finestra.
mi alzai dal mio amatissimo letto e mi avvicinai alla finestra aprendola.
in quel preciso istante, un sassolino mi colpì sulla fronte.
sentii ridere. 
guardai giù e scorsi nell'oscurità l'ombra di Wesley.
«scusami Alyce.»
«cosa cazzo ci fai qui!»
sentii dire qualcosa, non decifrai cosa.
ora parlava pure in una lingua tutta sua? 
che Dio mi aiuti.
scesi di sotto senza fare rumore e uscii di casa. 
corsi verso il lato della finestra della mia stanza ma mi scontrai con lui.
«cosa cazzo corri! potresti farti male!»
disse prendendomi letteralmente in braccio.
ma ci provava gusto a prendere in braccio la gente?
«cosa ci fai qui a quest'ora!»
dissi dandogli dei colpetti sul petto.
rise.
«dovevamo fare una passeggiata, quindi ti sono venuto a prendere.»
sorrise mettendomi giù.
«peccato che ti abbia detto già no.»
sorrisi a mia volta.
«nah, tu vieni con me, che tu lo voglia o no.»
disse sempre con il sorriso stampato in faccia.
mi voltai e avanzai verso la porta di casa, ma mi afferrò per il polso e mi trascinò con se.
«lasciami immediatamente il polso! Wesley mi stai facendo male!»
non mi diede retta e mi portò con lui in spiaggia.
solo a quel punto mi lasciò il polso e si sedette a terra. 
adesso o mai più, è distratto posso scappare. pensai.
indietreggiai.
«vieni qui Alyce.»
si voltò e mi fece segno di sedermi accanto a lui.
okaay, non mi ucciderà mica. pensai di nuovo.
da quando avevo visto per la prima volta Wesley, pensavo e conversavo fra me e me più volte al giorno. 
stavo diventando pazza.
mi sedetti accanto a lui. 
mi guardò e poi mi sorrise, feci lo stesso.
che momento dolce e imbarazzante allo stesso tempo.
  
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