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Autore: _Rossyj_    08/08/2013    6 recensioni
Il destino esiste? Due persone posso essere collegate da qualcosa che li spinge solo a stare assieme? Se dovessimo chiedere ai protagonisti di questa storia probabilmente direbbero di sì
Dal prologo: "Thad e Sebastian si erano visti per la prima volta e quella sera andarono a letto pensando l’uno all'altro; uno chiedendosi a chi appartenessero quegli occhi verdi e l’altro cercando di immaginarsi la storia dell’ispanico."
Thadastian / Niff / con accenni Klaine
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Note alla fine! :D 


N:“Jeff se non la smetti di muoverti mi farai cadere!”


J:"Ma Nick non mi sto muovendo, è che hai un insetto sulla testa che non se ne vuole andare!"

Questi due tenerissimi soggetti meglio conosciuti come Nick e Jeff erano giustamente in posa proprio in un punto dove, se si fossero mossi troppo, sarebbero caduti da una collinetta.

Ma tranquilli, non erano lì perché i loro ormoni da tredicenni li avevano fatti impazzire del tutto, no, ma perché il loro caro amichetto Thad aveva deciso che quel punto era perfetto per una foto: giusta luce, ombreggiature ok e tutte quelle altre cose che riguardavano un fotografo esperto.

T:"Ok ragazzi, abbiamo cinque secondi per metterci in posa da... ORA!"

Thad si mise al fianco di Jeff che cingeva con le braccia le spalle degli altri due compari e assieme cominciarono il conto alla rovescia...

CINQUE...

QUATTRO...

TRE...

DUE...

UNO...

J:"E quello chi è?" 

E poi si sentì solo un gran botto assieme al "CLICK" della macchina fotografica; poco più in giù dalla collinetta, invece, stavano i tre ragazzi stesi per terra a lamentarsi.

T:"Jeff, mi hai rovinato la foto perfetta!"

J:"Non era mia intenzione, avevo visto... AHIA! Nick, mi hai dato uno schiaffo!"

N:"Te lo meriti, mi siete caduti addosso tutti e due e non avete esattamente lo stesso peso di due piume!"

Thad fu il primo ad alzarsi lasciando gli altri due a terra a litigare.

C:"Ragazzi, venite a fare merendaaa!!"

La voce squillante della ex-signora Sterling – il cui nome era Cintia – (aveva divorziato dal marito da almeno due anni) aveva attirato la sua attenzione.

T:"Arriviamoooo"

E dopo aver richiamato più volte gli altri due si diressero verso casa, non prima di aver controllato la foto: avevano tutti e tre gli occhi sgranati; Jeff per vedere qualcosa dietro la macchina, Nick e Thad perché stavano già per cadere. L'ispanico ridacchiò alla vista di quell'immagine e pensò che comunque fosse una foto davvero bella.

La famiglia Harwood, formata da Thad e sua madre Selly dato che il padre era venuto a mancare quattro mesi prima, e Cintia, che aveva portato il suo adorabile figlioletto Jeff e l’amichetto Nick, avevano deciso di fare un viaggio in Europa, più esattamente in Corsica, in un paesino chiamato Albo; nessuno sa perché proprio lì però era un bel posticino lontano da casa, ovvero da Westerville in Ohio.

Thad era nato in America anche se Selly era di origini ispaniche, infatti il ragazzo aveva preso molto dai tratti della madre: una donna molto bella, dai capelli neri e la pelle ambrata. Aveva gli occhi di un marrone molto scuro e dal suo viso traspariva una gran dolcezza, ma in quel periodo era come se fosse stato sporcato da un velo di tristezza… anche se lei cercava di nasconderlo il più possibile, soprattutto agli occhi del figlio.

Cintia, invece, era l’esatto contrario: i suoi capelli erano biondissimi, come quelli di Jeff, anche lei con delle forme perfette nonostante il parto di due creature (perché Jeffy aveva una sorella di quasi dieci anni, Cleo, che era partita con delle sue amiche in camper, cosa che faceva preoccupare la madre non poco); aveva due occhi verdi molto chiari ma davvero grandi che avrebbero fatto ritrovare il buonumore a chiunque, infatti era una donna molto vivace, anche dopo il divorzio. Era rimasta sempre una bambina troppo cresciuta e restò molto vicino alla sua amica per farle forza durante il lutto, come Selly ne aveva fatta in precedenza a lei durante il divorzio.

Nick e Jeff si conoscevano fin dalla nascita, erano stati concepiti nello stesso ospedale e da lì le loro strade si erano sempre incrociate. Dall’inizio delle elementari avevano iniziato a frequentare Thad che subito entrò a far parte del trio: da allora non si separarono più.

Comunque, tornando ai nostri ragazzi in vacanza, Thad aveva raggiunto la cucina dove Nick e Jeff si contendevano l’ultimo biscotto rimasto.

T:“Jeff, si può sapere cosa hai visto prima, mentre facevamo la foto?!”

J:“Delle persone con delle valigie che si dirigevano di sopra… Nick, è MIO!”

Urlò Jeff, riferito sempre a quello stupido biscotto che Nick gli aveva soffiato da sotto il naso mentre parlava; a volte non dimostravano la stessa età di Thad… probabilmente avevano ancora i cervelletti di bambini di sei anni.

Thad rubò il loro prezioso tesoro e se lo pappò, lasciandoli con delle facce sconvolte.

T:“Saranno quelli venuti ad abitare di sopra”

Si ripulì la bocca dalle briciole.

S: “Speriamo non siano troppo rumorosi”

C: “O che al contrario queste pesti non diano fastidio a loro”

I tre ragazzi fecero una linguaccia a Cintia e quella rispose con una pernacchia facendo scuotere la testa divertita di Selly.

Dopo tutto erano un bel quadretto ma soprattutto si sostenevano l’un l’altro e si volevano tanto bene come una grande e strana famiglia.
 
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Nel frattempo, mentre i tre ragazzi e le due donne trascorrevano un pomeriggio felice, una famiglia francese formata da una coppia di quarantenni e da un ragazzo tredicenne stava posando le valigie nell’appartamento di sopra.

M: “E’ un po’ piccolo…”

P:“Sei tu che non sai mai accontentarti e che occupi sempre tutto lo spazio”

M: “Con questo cosa vorresti dire?!”

I due continuarono a litigare animatamente ma il figlio ci era abituato ormai, non che questo non gli desse fastidio; comunque li lasciò alla loro discussione e si rinchiuse in quella che decise sarebbe stata la sua camera.

S: “Entrati in questo posto da circa due secondi e già hanno iniziato… nuovo record”

Dicendo ciò si cambiò, mise le cuffie alle orecchie per non sentire niente di quello che gli accadeva attorno e cominciò a mettere le sue cose a posto: la stanza non era grande come quella di casa, ma non aveva molte cose da metterci.

Quando finì volle solo farsi una doccia per togliersi tutto lo sporco del viaggio e dormire, anche se erano le 16:30, quindi lasciò il suo iPod sul comodino, prese un asciugamano e andò a lavarsi.

Passando davanti alla camera dei genitori li sentì ancora discutere, ma sapeva come sarebbe andata a finire: sua madre era troppo orgogliosa per arrendersi durante uno scontro verbale, ma suo padre aveva poca pazienza e l’avrebbe fatta smettere in un modo o nell’altro.

Lui non poteva niente, ci aveva provato più volte a difendere sua madre, non perché avesse ragione ma perché non gli piaceva il modo in cui suo padre la zittiva, ma non aveva ottenuto niente se non qualche brutto segno sulla schiena.

Ogni tanto sua madre riusciva a capire quando fermarsi e se ne andava, lasciando l’uomo a sbollire da solo.

Così quando il ragazzo sentì le urla continuò a camminare calmo fino al bagno.

Dopo essersi fatto una doccia, tornò in camera e si addormentò non appena poggiò la testa sul cuscino; sfortunatamente non sognò nulla di così bello, quindi quando fu svegliato da suo padre che urlava il suo nome non interruppe niente di importante.

P: “Sebastian, muovi il culo!”

Urlò ancora l’uomo e Sebastian fu costretto ad alzarsi ed andare da lui.

S: “Che vuoi?”

Il tredicenne si trovò davanti al padre: un uomo che apparentemente sembrava innocuo, i capelli di un castano chiaro che andava a confondersi con alcuni capelli grigi, portava il pizzetto ed era alto anche se il figlio lo stava per raggiungere, ma la cosa che lo intimoriva di più erano i suoi occhi, erano di un verde cupo ma arrivavano subito a trafiggerti l’anima.

P: “Devi andare a prendere queste cose dato che tua madre si è dimenticata di portarle”

Sottolineò le parole “tua madre” e quasi le pronunciò con disgusto porgendogli un piccolo biglietto con una lista di oggetti.

S: “Non potevi andare tu?! O mamma?! Io dormivo!”

P:“Muoviti e non discutere!”

Sebastian sospirò e uscì di casa vedendo di sfuggita la madre: era una donna alta anche lei, gli occhi nocciola e i capelli castani. La sua pelle era chiara perciò si vedeva subito se aveva qualche segno sul corpo, ma suo padre stava attento a dove la colpiva e se qualcuno si fosse accorto di qualcosa lei avrebbe mentito.

Sembrava arrabbiata ma il francesino non ci fece caso e continuò a camminare

S:“Perché non chiedono il divorzio? Perché lei non lo denuncia? Perché…”

Il ragazzo continuò a tormentarsi con queste domande, “perché?” era una parola semplice che ormai continuava a ripetere in continuazione.

Si chiedeva in oltre se mai quella situazione sarebbe finita.

“Quando avrai diciotto anni Seb, a quel punto potrai andartene”

Gli ripeteva una vocina nella testa.

E quei pensieri lo tormentarono anche arrivato a casa quando trovò solo la madre sul divano a guardare la TV, che gli disse che suo padre era andato chissà dove con la macchina e che se voleva poteva tornarsene a letto, il tutto senza nemmeno alzare lo sguardo verso di lui.

Sebastian fece un cenno d’assenso e andò verso la camera dove si ributtò sul letto, continuando a farsi domande senza risposta con la musica nelle orecchie finché non si addormentò.

Si svegliò verso le 20:00 e andò a prendersi qualcosa da mangiare; loro non cenavano mai assieme, se lo avessero fatto si sarebbe scatenato un putiferio.

Invece di chiudersi nella sua stanza decise di consumare quella che per lui si poteva chiamare cena, ovvero un panino con del prosciutto e un pacchetto di patatine, il tutto accompagnato da una lattina di Coca Cola. Andò a cenare sul piccolo terrazzo che dava sul giardinetto condiviso con quelli che alloggiavano di sotto.

Sotto di lui stavano tre ragazzi: un ragazzo dai capelli biondo platino tipo quelli della Barbie, un moretto con il naso a patata e un ragazzo dai tratti ispanici; il moro e la Barbie dormivano appiccicati su un divanetto e l’ispanico ammirava le stelle canticchiando una canzoncina lenta.

Tutti e tre dimostravano la stessa età di Sebastian, ma non sembravano francesi.

Sebastian li osservò dall’alto, nascosto nell’ombra della sera. Il suo sguardo si soffermò su Thad: era sdraiato sull’erba tranquillo e guardava verso l’alto. Non aveva notato affatto il francesino che lo stava spiando; era più concentrato a cercare suo padre fra tutte quelle stelle.

Sua madre gli diceva sempre che le persone che ormai non c’erano più se ne stavano lassù a proteggerli e che se avesse guardato nel cielo le stelle più luminose erano loro.

Ma ovviamente Sebastian non sapeva nulla di tutto ciò, anzi, non sapeva proprio nulla di quel ragazzo, eppure continuava a guardarlo come se avesse potuto leggere la sua storia solo fissandolo.

Ad un certo punto Thad spostò lo sguardo verso Sebastian, ma vide solo i suoi occhi; anche al buio quelle due pozze verde smeraldo si vedevano.

Il francese puntò gli occhi nei suoi senza spostarli e rimasero così per quelle che a loro parvero ore, anche se forse erano stati solo pochi secondi, poi Cintia uscì a chiamare i ragazzi e si dissolse… quella qualsiasi cosa fosse che li teneva in contatto.

Sebastian maledì quella donna, ovvero la mamma della Barbie come aveva intuito, perché mentre guardava il ragazzo negli occhi aveva sentito qualcosa di strano, anche se non sapeva cosa.

Thad e Sebastian si erano visti per la prima volta e quella sera andarono a letto pensando l’uno all’altro, l’uno chiedendosi a chi appartenessero quegli occhi verdi e l’altro cercando di immaginarsi la storia dell’ispanico.








Spazio di saluti dal manicomio:
Hey! Questa è la mia prima Thadastian / Niff / con accenni Klaine (che avremo dal prossimo capitolo) quindi PLEASE siate clemeti con me! ç.ç
Diciamo che questo sclero è cominciato in un posto isolato (Albo lol), in un momento di dolce noia! v.

Gli aggiornamenti saranno...ogni qualvolta finisco di scrivere un capitolo (anche se ne ho già due pronti) e che questo venga betato dalla mia carissima beta Marta_Gleek (che è anche una grande autrice...sì, pubblicità) e la quale ringrazio tantissimo per il lavoro e la pazienza (un grazie anche qui ci stava! <3).

E...niente, se pensate che sia il caso che continui a scrivere fatemelo sapere! ;


Baciottoni dolcibottosi dal manicomio in cui sto! <3

Rossij (nome d'arte!) :*
  
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