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Autore: martioriginal    09/08/2013    2 recensioni
Il caos regna libero a Panem, la Ragazza in Fiamme avrà bisogno di un aiuto prezioso, quello della sua migliore amica, la Strega più Brillante della sua età.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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THE FINAL BATTLE IS WAITING FOR YOU.
Era notte, il buio avvolgeva completamente i distretti di Panem che ormai erano in piena ribellione. Nessuno era più capace di contenere quello che stava succedendo fuori dalle mura di Capitol City.
Nessuno era più in grado di comprendere cosa fosse successo dopo la Terza Edizione della Memoria.
Katniss, la ragazza in fiamme, era finalmente riuscita a mettersi in contatto con Hermione, una sua amica d’infanzia che per aiutarla aveva lasciato la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, con il suo ragazzo Ron, e il suo migliore amico, Harry, il ragazzo sopravvissuto.
Adesso la ragazza in fiamme poteva continuare a bruciare, aiutata dalla sua migliore amica, dal suo migliore amico Gale, e da quel ragazzo col pane che finalmente aveva capito di amare, Peeta Mellark.
Le polveri delle bombe e il fumo si espandevano per tutto il distretto 13. La vita era diventata impossibile anche lì. Capitol City non si era fatta alcuno scrupolo nell’attaccare il tredicesimo distretto quando aveva capito che da lì arrivavano i comandi ai ribelli.
Il caos era ovunque.
“Katnisssss. Katniss dove sei??”
La voce di Hermione era preoccupata ansiosa, i vestiti bagnati di sangue e sudore le si appiccicavano addosso mentre correva alla ricerca dell’amica stringendo con forza la sua bacchetta.
“Hermione, torna da me, dove corri?”
Qualcuno la stava cercando, era Ron , la sua voce era lontana ma Hermione riusciva ancora a vederlo mentre lui cercava di raggiungerla ma ne era impossibilitato poiché Gale cercava di trarlo a riparo. Un hovercraft lo aveva colpito e Ron non era in grado di muoversi.
“Segui Gale, tornerò!”
La voce della ragazza era quasi strozzata, a causa dei gas, mentre tentava di rassicurare Ronald.
“Allora trova Harry, ritrovalo, è il mio migliore amico.”
Ron riuscì a dire solo queste ultime parole prima di svenire a causa del dolore. Ma le braccia di Gale erano forti, lo sorressero e lo portarono a riparo sotto una piccola spelonca, lì c’era Madge, la figlia del sindaco del distretto 12, che li aspettava insieme a Peeta. La ragazza era sempre stata innamorata di Gale, ma questo era sempre rimasto un segreto, nessuno lo sapeva, nessuno l’aveva capito tranne Peeta, lo sguardo vigile del ragazzo aveva capito i sentimenti di Madge prima ancora che lei potesse negarli, così quando Gale entrò nella grotta con Ron, Peeta gli andò in contro e con estrema facilità prese Ron tra le braccia e lo sollevò.
“Dov’è Katniss?”
Fu l’unica cosa che riuscì a chiedere.
“Hermione la sta cercando.”
Rispose Gale abbassando lo sguardo e incontrando quello di Madge a sedere su un cumulo di terra. Peeta notò quegli sguardi desiderosi di un momento di intimità e portò Ron alla fine della grotta cercando di curare le sue ferite. Madge guardò di nuovo Gale e con voce rotta dal pianto provo a dire qualcosa che somigliava a:
“Hermione deve trovarla, lei è la mia migliore amica, lei è la mia sola amica..”
Ma prima che potesse finire la frase i singhiozzi le riempirono la gola impedendogli di parlare. Gale si accovacciò vicino a lei e allargò le braccia, lei ci si tuffò dentro senza nemmeno rendersene conto e lui la strinse forte e per un momento esistevano solo loro due, nessun altra cosa in tutta Panem e fuori aveva più senso. Madge provò a sciogliersi dall’abbraccio per guardare Gale e lui senza pensarci le prese il viso tra le mani e la baciò con tanta dolcezza che le lacrime di Madge sembrarono scomparire all’istante. Quel bacio sembrò andare avanti per ore, ma in realtà furono solo pochi attimi, fu Ron a riportarli alla realtà.
“Dove sei amore, dove sei!”.

“Sta delirando, la febbre ha preso il controllo sul suo corpo.”
Peeta provava a bagnargli la fronte con quella poca acqua a disposizione, ma non bastava.
“Solo Hermione può aiutarlo, ha bisogno di lei.”
Peeta aveva ragione, ma la ragazza non c’era stava cercando Harry e Katniss.
Hermione correva, e ovunque si girasse trovava tra le macerie abitanti di Panem, feriti, morti. Sapeva che da sola non avrebbe potuto fare niente. Aiuto! Le serviva aiuto. Lei doveva cercare Katniss, e Harry, ma ad Hogwarts c’erano tantissime persone su cui fare affidamento, tantissime persone che le avevano sempre detto che ci sarebbero state in caso di pericolo. Non ci pensò nemmeno un secondo. Sapeva che la sua decisione era avventata e che oltre a Hogwarts avrebbe attirato anche Capitol City, ma non aveva scelta doveva farlo.
“Periculm”
Una sola parola urlata per disperazione, un solo gesto con il quale la bacchetta si alzava verso l’alto, e una serie di scintille rosse lampeggiarono nel cielo oscuro. Uno, due, tre secondi, non si rese conto del tempo che passava ma poco dopo ecco materializzarsi davanti a lei i suo amici, le sue amiche. C’erano tutti, Fred, George, Ginny , Luna e Neville e poi Draco, non si aspettava di vederlo, ma era cambiato era lì, era lì per salvare Harry, e accanto a lui c’era Sirius, aveva una mano sulla spalla di Draco e appena si materializzo senza nemmeno pensarci disse solo una cosa.
“Dov’è il mio figlioccio?”
Hermione gli disse che non lo sapeva, nel giro di un secondo Ginny corse da Sirius e Draco e i tre stringendosi la mano si smaterializzarono pensando a Harry. Hermione aveva capito, lo stavano cercando.
“Fred, George, Ron sta male, sta malissimo, un hovercraft l’hai colpito, Peeta e Gale si stanno occupando di lui, ma sta male, andate da lui, andate da lui.”
Hermione sentì la forza che le scorreva dentro mancare come di colpo, Ron era troppo importante per essere perso a causa di Capitol City.
“E’ sotto un grotta, a est della montagna, andate da lui.”
Fred le si avvicinò.
“Tranquilla piccola, ci pensiamo noi, lo riporteremo indietro meglio di prima.”
Poi si girò verso George che gli disse:
“Pronto Fred?”
“Pronto George”
Gli rispose d’istinto, diede un bacio veloce sulla fronte di Hermione e poi prese la mano del fratello. Si smaterializzarano in un baleno. Lune e Neville, rimanevano solo loro.
“Curateli.”
Chiese Hermione con tono disperato mentre abbassava lo sguardo sui corpi inermi. Neville strinse con forza la mano di Luna, e la ragazza annuì. Hermione si sentì scendere una lacrima e senza nemmeno asciugarsela iniziò a correre, Katniss, Harry, loro, la stavano aspettando, loro avevano bisogno di Harry.
Katniss, in preda al panico continuava a stringere in mano l’arco, ancora incoccato, i nemici erano tutti lì tutti, dal primo all’ultimo, alle sue spalle sentiva sbattere la schiena di Harry contro la sua faretra, la stava aiutando, perché? Nemmeno la conosceva eppure era lì che la spalleggiava, pronto a soccombere per salvarla, perché? Poi un lampo di luce le attraversò la mente, Hermione.
Harry era lì ad aiutarla perché glielo aveva chiesto Hermione, voleva talmente bene a quella ragazza che era disposto anche a rischiare la vita per un’estranea, lei, Hermione, era la migliore amica di entrambi, e ora entrambi erano scomparsi. Volevano, dovevano scappare da quella morsa,per lei, per la loro migliore amica.
Con la mano destra Harry stringeva la bacchetta mentre la sinistra era scivolata dietro la schiena stringendo la tenuta da Ghiandaia di Katniss, la ragazza in fiamme e il ragazzo sopravvissuto, la loro fama era arrivata oltre i confini di Panem, oltre le mura di Hogwarts, quella fama, quel coraggio erano sparsi per il mondo, se ne parlava ovunque in tutti i dialetti, in tutte le lingue. Non c’era nessuno al mondo che non li conoscesse, e loro adesso erano spalla a spalla, uno insieme all’altra a combattere.
Entrambe le loro menti vagarono altrove mentre i loro nemici parlavano, improvvisamente il cielo divenne più nuvoloso del solito e nella mente di Harry il pensiero dei capelli rossi di Ginny venne scosso da una sola parola, Mangiamorte.  Volate nere si abbatterono sul suolo morto e circondono Snow, il Presidente di Capitol City, che vestito elegantemente con la sua rosa bianca appuntata sul petto era appena sceso da un hovercraft.
“Mi chiedevo quando sareste arrivati.”
Esordì il presidente che con un’occhiataccia venne ammonito dalla Coin che gli stava accanto. Poi i due si girano e Katniss spaesata seguì i loro sguardi che conducevano alla bocca dell’hovercraft. Dal grigio metallizzato di quella macchina volante uscirono due uomini, Plutarch e Seneca.
Seneca, Seneca, Seneca.
Katniss sbarrò gli occhi.
“Lei, lei era morto!”
 Disse la ragazza sconvolta.
Harry non riusciva a vedere bene la scena poiché gli dava le spalle ma davanti a lui si trovò Lucius Malfoy, Mangiamorte sempre in prima fila.
“Per colpa tua ho perso mio figlio, è scappato per salvare te!”
Malfoy era riluttante a ciò solamente a parlarne. Harry strinse ancora di più la tenuta di Katniss, ma la ragazza si strattonò e avanzò.
“Mi fidavo di te, traditore!”
Plutarch, quelle parole erano dirette a lui, e lui lo sapeva bene.
“Le idee cambiano signorina.”
 Disse non curante, ma si sfiorò l’orologio. Katniss conosceva quel gesto, rimase confusa ma poi capì. Ora Harry vedeva bene tutto, Lucius era andato vicino alla Coin e Harry si era messo accanto a Katniss, anche lui aveva notato l’orologio.
“Cosa significa?”
Sussurrò a Katniss.
“Sta con noi.”
Rispose lei in un bisbiglio.
“Bene.”
Esordì Harry.
“Ora tocca a me.”
Si posizionò e Katniss approvando incoccò l’arco.
“Stupeficium, Expelliamus, Ruducto…”
una serie di incantesimi uscirono dalla bacchetta di Harry schiantando uno a uno tutti i Mangiamorte, Malfoy compreso. Katniss non rimase ferma, e pianto frecce nel cuore della Coin, di Snow, colpendolo dritto sulla rosa, e di tutti i suoi uomini.
Lasciò vivo Plutarch, sapeva che li avrebbe aiutati e poi rivolse il suo arco a Seneca.
“No!Lui no!”
 Plutarch gli si gettò davanti a parare l’amico, o forse qualcosa di più che gli altri non potevano capire.
“Lui no.”
Katniss abbassò l’arco e mosse la testa in segno di approvazione.
I suoi pensieri fluttuarono nel vento, Peeta, pensava a lui, a quel pane della speranza, a quei capelli biondi, a Peeta. Sperava che stesse bene, che si fosse messo a riparo. Poi guardò Harry, anche lui stava pensando a qualcuno, il suo sguardo era troppo profondo per non essere ricollegato a niente.
“Sirius!”
Le parole di Harry furono quasi un urlo quando vide comparire il suo padrino. Gli corse in contro. Gli gettò le braccia al collo. La sua famiglia, lui, Sirius Black, era lì, era lì e niente aveva più importanza. Niente contava più di quello.
Le braccia di Sirius erano forti oltre quello che ci si aspetta da un uomo di cinquantaquattro anni, ma la cosa più bella è che quel’abbraccio era vero.  Da dietro le spalle di Sirius, Harry riuscì a distinguere in lontananza due colori, un rosso-arancio e un biondo platino, Ginny, Draco, erano lì anche loro. Sirius sentì Harry irrigidirsi tra le sue braccia.
“Va’ da loro.”
Gli sussurrò, e poi si fece da parte. Harry corse da loro e Ginny lo baciò con tanto amore e tenerezza da fargli dimenticare la battaglia appena sudata e vinta. Poi Harry andò da Draco.
Non parlò, ma lo guardo con degli occhi supplichevoli, un misto tra –Scusa- e –mi dispiace- Draco capì e diede una pacca sulla spalla a Harry ma il dolore era tanto. Lì esangui c’erano i suoi genitori.  Sirius invece si avvicinò a Katniss.
“Ora capisco perché Hermione ha rischiato tanto per venirti in aiuto, sei stata grandiosa.”
Katniss sorrise.
“L’ha vista? Dov’è? Come sta?”
Sirius le mise una mano sulla spalla.
“Come prima cosa dammi del tu. Secondo perché non glielo chiedi te?”
Entrambi sorrisero e poi Katniss si voltò, Hermione era dietro di lei, a braccia aperte con la bacchetta ancora in mano. “Fantastica!” Le disse mentre Katniss le correva in contro e le si buttava tra le braccia.
“Grazie”
Le disse mentre le fiato le ricadeva sul collo e l’amica l’abbracciava, un abbraccio forte, sincero, vero, il migliore che ricordasse.  Draco, ancora abbassato a terra alzò lo sguardo e incrociò quello di Harry che gli tendeva la mano.
“Andrà tutto bene?”
Gli chiese Draco con un filo di dolore.
“Te lo prometto.”
Gli disse Harry mentre lo aiutava ad alzarsi.
“Non possiamo fare tutta la strada fino alla grotta a piedi.”
Disse Hermione mentre tutti si radunavano.
“Sirius?”
La voce di Ginny era dolce mentre si riferiva a quell’uomo che ormai era come uno zio.
“Ci penso io.”
Felpato allungò la mano e tutti la strinsero. In una frazione di secondo erano tutti alla grotta. Katniss si sentiva un po’ scombussolata ma stava bene, aveva fatto la sua prima smaterializzazione con più successo di Harry.
Alla grotta c’erano tutti, Fred e George, che andarono in contro a Ginny. Hermione si gettò tra le braccia di Ron e che sembrava essersi miracolosamente ripreso da quando la ragazza era entrata nella grotta.
Gale sorrise a Katniss che dopo un breve sguardo a lui e Madge abbracciati corse verso Peeta.
Per la prima volta non trattenne le lacrime e lo baciò con tanto amore come non aveva mai fatto.
Draco andò da Neville e Luna che gli curarono una ferita sulla gamba, e Harry rimase lì con Sirius.
Sulla bocca della grotta i due guardavano il cielo, ora sembrava diverso, più chiaro, stava sorgendo il sole.
“Starò con te lo sai, vero?”
Gli sussurrò Sirius con tono paterno.
“Fin proprio alla fine?”
Gli chiese Harry in attesa di una risposta.
“No, perché non è la fine, resterò con te anche dopo la fine.”
Harry sorrise e Sirius lo strinse forte. Sarebbe andato tutto bene, per tutti. 





---ANGOLO DELLE SCRITTIRCE.
Questo è ufficilamente il mio primo crossover, spero che vi piaccia.
A presto, e recensite. Marti
 :)
 

   
 
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