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Autore: mallow7    09/08/2013    1 recensioni
-Lasciati andare- mi disse in tono langiudo. Cavolo era troppo eccitante. Ma dovevo resistere.
-Non posso-
-Perché no?- Mi chiese ancora. Ora lo ammetto,volevo cedere. Ma non lo feci.
-Perché se lo faccio tutto cambierà-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era una bella mattina di luglio, il sole splendeva nel cielo nonostante fossero solo le sette del mattino. Avevo dormito molto poco quella notte, probabilmente troppo eccitata per ciò che sarebbe accaduto il giorno successivo.

-Vanessa muoviti che tra poco parte il treno! Sbrigati se non vuoi restare qui! – gridò la mia mamma, un po’ troppo forte, tanto da stordirmi.
-Si mamma mi sto alzando- gridai, cercando di imitarla.

Quella mattina del primo luglio 2010 stavo per partire verso un nuovo viaggio e una nuova città con le mie due migliori amiche Federica e Alessandra. Avevamo programmato questo viaggio da almeno sei mesi, optando quasi immediatamente per Londra, la città dei nostri sogni. Non vedevamo l’ora, anche perché finalmente avevamo chiuso il capitolo maturità e, almeno per il momento loro due erano libere da ogni pensiero.  Erano ,sì, perché io avevo ancora tanti pensieri per la testa.

-Mamma dov’è lo shampoo?!? In questa casa non si trova mai nulla! – 
Che macello era la mia stanza…vestiti sparsi dappertutto.
Alla fine però alle 8.30 ero pronta: lavata, vestita ,pettinata e valigia finita.  
Salutai mia madre che mi disse: - Mi raccomando Vanessa so che vuoi divertirti ma non fare stupidaggini solo perché sei giovane,mantieni la testa sulle spalle, ti voglio bene piccola.- Eh già, nonostante avessi 19 anni mi trattava sempre come una bambina, anche se in fondo non mi dispiaceva.
-Lo farò mamma, promesso- le dissi. Vorrei aver potuto mantenere quella promessa.

Presi le valigie, salutai la mia gattina Chany e chiusi la porta tentando di infilare le mie enormi valigie nell’ascensore. Alla fine ci riuscì, grazie al cielo.
Ad aspettarmi per accompagnarmi alla stazione c’era il mio ragazzo, Marco.  Lo guardai e lui mi sorrise, mi baciò e mi prese le valigie mentre insieme ci incamminammo verso la stazione.
Eravamo diversi io e lui, fisicamente io ero molto alta, anche se non ero magrissima mentre lui era piccolino, poco più basso di me. Stavamo insieme da circa tre anni e qualche mese, lo amavo tanto e lui amava me più di quanto una donna potesse mai immaginare. Eravamo inseparabili, facevamo tutto insieme, lui è stato il mio primo amore, il primo ragazzo con cui ho fatto l’amore, progettavamo già un matrimonio, figli, e tutto il resto. Non ci eravamo mai separati per più di qualche giorno, e lui era preoccupato per questo, glielo leggevo in quegli occhi verdi che tanto mi piacevano.

-Spero ti divertirai con le tue amiche, e mi raccomando tenete alla larga tutti gli inglesi eh- mi diceva scherzando, ma so che era serissimo. Era sempre stato geloso, ma non in modo violento o perverso, aveva solo paura che qualcuno avesse potuto portarmi via da lui. Voleva solo me, io ero il suo mondo. Ma io ero diversa da lui. Lo amavo, certo, condividevo tutto con lui, era la mia metà perfetta. Nonstante ciò ogni tanto mi assalivano dei dubbi. 
No che dico, molto spesso mi assalivano e io cercavo di cacciarli e di dire: no Vane, non troverai mai nessuno che ti ami più di lui, non ci sarà mai una persona che darebbe la sua vita per te. E in quei momenti mi chiedevo se allora fosse questo l’amore, accontentarsi perché si ha paura di rimanere soli, di non essere amati, e di essere rifiutati, cosa che lui non mi avrebbe mai fatto, come mai mi avrebbe fatto mancare affetto e tenerezza. Ma era questo che cercavo?

-Insomma? Mi stai ascoltando o sto parlando con un muro? – mi chiese Marco, con un tono un po’ indispettito.
-Scusami amore ero un attimo sovrappensiero-  cercai di riprendermi e di smettere per un momento di pensare.
-Ok, comunque siamo arrivati se non te ne fossi accorta- mi guardava come se fosse l’ultima volta.
-Me ne sono accorta amore, cerchiamo il binario- dissi. Il treno mi avrebbe condotta all’aeroporto dove avrei preso l’aereo per Londra. Cavolo non vedevo l’ora.

Trovato il binario aspettammo il treno per dieci minuti.
-Ti mancherò almeno un po’?- mi chiese lui, con uno sguardo troppo triste e malinconico.
-Ma certo scemo, lo sai che ti penserò tanto, ma tu ricordati che io sarò sempre nel tuo cuoricino,ok?- dissi io, non so se per rincuorare lui o me stessa.
-Si ma saremo lontani..tu,tu  sarai lontana da me..promettimi che tutto andrà bene.-
-Te lo prometto- seconda promessa che avrei voluto mantenere.

 Il treno stava arrivando, lo sentivo dal rumore incessante del motore.
Salì e salutai l’unico ragazzo a cui avevo dato il mio cuore e da cui adesso mi sentivo così lontana nonostante non mi trovassi ancora sul quell’aereo.

-Buon viaggio piccola mia- ora era visibilmente a terra.
-Stai tranquillo amore, tornerò da te.-

Entrai nel treno sentendo addosso il suo sguardo malinconico. Forse inconsciamente aveva paura che al mio ritorno non sarei stata più la stessa Vanessa che aveva conosciuto… ad esserne sincera avevo paura anche io.
Le porte si chiusero e attraverso di esse sussurrai a Marco un timido ‘ti amo’… Lui mi rispose un semplice ‘ti amo anch’io’ mentre una debole lacrima scendeva sulla sua guancia destra.
In quel momento avrei voluto rimanere lì con lui e consolarlo. Ma non potevo.
Le porte si chiusero.
Ero partita.

  
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