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Autore: DreamEater    09/08/2013    2 recensioni
Tre piccoli capitoli di una NON storia, che va a toccare le pareti della mia mente. Sono stati scritti durante la notte in un orario non definito, quasi al mattino. Non si possono descrivere, vanno solo letti.
Genere: Poesia, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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E cosa succederà? Senza di te sarà quel che sarà. Tanto passerai nei miei sogni ancora sporchi di sangue e calore. Son dolori mentali i pugni allo stomaco. Son dolori mentali le farfalle già morte. Come queste nostre vite corte, come queste nostre vite corte, contorte, marcite sotto il sole. Ferma quel pugno, non colpirmi ancora, sono fragile, ritorna fra le mie lenzuola. Abbracciami soltanto, dammi un motivo, un altro, per restarti affianco. Ancora, non per molto, quel pugno fa ancora male al mio stomaco già morto. Son dolori mentali i pugni allo stomaco. Son dolori mentali le farfalle già morte. Come queste nostre vite corte, come queste nostre vite corte, contorte, marcite sotto il sole. E continuo a fissarti, mentre le farfalle sono rinate. Non allontanarti, il nostro amore deve ancora rifiorire. E invece muore, il tulipano di vita che ci proteggeva dalla pioggia che ogni giorno fredda scendeva e ricopriva i nostri volti, spenti, già morti. Come le mie farfalle, come un’estate sotto la pioggia. Son dolori mentali i pugni allo stomaco. Son dolori mentali le farfalle già morte. Come queste nostre vite corte, come queste nostre vite corte, contorte, marcite sotto il sole. Fortifica le tue emozioni, aggiustane la durata, sii meno triste, sii più amata, da me. Basta, solo da me! Sarei geloso, sarei testardo, mi giocherei la mia vita, altro che azzardo. Fa più male quando cammini, con un altro, mano per mano e sorridi. No, non correrò più il rischio di cadere nelle tue grinfie, malvagia bellissima principessa. Sei la padrona del nuovo mondo, dove ogni parola uccide una farfalla in qualsiasi posto, o nel mio stomaco. Son dolori mentali i pugni allo stomaco. Son dolori mentali le farfalle già morte. Come queste nostre vite corte, come queste nostre vite corte, contorte, marcite sotto il sole. Vorrei scappare, andando avanti, sempre avanti senza mai arrivare. Per poterti dimenticare, per poter riuscire a volare. Ma so che non sarà facile, un paio d’ali potrebbe spuntare dalla mia mente. Per volare in un cielo spento, senza sole, dove ogni lacrima si perde e nessuno muore. Si moriva di felicità, di allegria o di gioia, ma non ho mai visto una farfalla morire per una droga. Leggera o potente che sia, tu sei la più potente che abbia mai visto in vita mia. O, non far morire una farfalla così giovane, falla vivere almeno stanotte.  Son dolori mentali i pugni allo stomaco. Son dolori mentali le farfalle già morte. Come queste nostre vite corte, come queste nostre vite corte, contorte, marcite sotto il sole. La la la lalala, canterà fino a quando la neve non si scioglierà. Peccato che qui siamo in paradiso e la neve si confonde col tuo viso. Bianco immerso nelle nuvole senza tristezza, ma ancora vuoto, spento senza un velo di allegria. Allora uccidimi, dai, andrò all’inferno per vederti, porterò con me le ninfe della distruzione che dall’inferno ti porteranno sulla terra, dove la gente brucia di più, e dove non finisce mai l’inverno. Freddo, caldo, brivido, afa, amore, sopportazione, leggiadra poesia tra veli di disperazione. Scritto prima del sonno, dove la morte non arriva, dove sono ancora in balia,della mia poesia. Musa di una farfalla nell’inferno, porta via la mia mente, portala dove nessuno può toccarla. Troppo pericolosa, con una doppia identità. Non riesco a controllarla, intanto tra un chilometro morirò tra le fiamme di un inferno che neve non ha, ma che bruciore provocherà. Lassù, in paradiso, muoiono di freddo, qui giù invece si vive di calore! Son dolori mentali i pugni allo stomaco. Son dolori mentali le farfalle già morte. Come queste nostre vite corte, come queste nostre vite corte, contorte, marcite sotto il sole. Crolla la vita, crolla lo stupore, crolla la testa insieme al mio sudore. Mi guardo in giro, cosa lascio? Di cosa mi pento? Un ultimo respiro, un ultimo lamento. Soffoco, non riesco a respirare le ali si appesantiscono, o musa, fammi volare. Perdo quota, denti stretti, vita corta, zero rimpianti. Mi lascio andare, la morte ha il sopravvento, è la testa che gira, e si spegne insieme ad ogni lamento. La la la...una strana canzoncina risuona in testa, è il senso della vita.
Questa misteriosa mai sentita.
   
 
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