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Autore: Dragasi    09/08/2013    3 recensioni
Avrebbe dato qualsiasi cosa per essere come il suo Maestro, per sapere sempre cosa dire e quando dirlo, per avere sempre una parola buona per tutti, per la sua saggezza… ma non era il suo Maestro, e forse il compito di insegnare era troppo per lui.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai erano passati sette anni da quando era diventato Cavaliere, ma in lui era vivo il ricordo di quando il suo Maestro l’aveva scelto come apprendista.
In quei sette anni era sempre rimasto da solo, non aveva voluto prendere un ragazzino con sé, non si sentiva pronto. Cosa poteva passare a un giovane Jedi? Lui, che si riteneva un Cavaliere mediocre, cosa poteva insegnare a un ragazzo che un giorno sarebbe diventato un Jedi migliore di lui?
Era sempre stato insicuro e il suo Maestro aveva sempre cercato di infondergli fiducia in sé stesso. Era l’unica cosa in cui il suo Maestro aveva fallito.
Adesso stava guardando quei ragazzini che si impegnavano al massimo per essere notati, per esseri scelti, e per alcuni di loro, per non essere assegnati ai Corpi Secondari.
Si ricordò di quando era stato scelto, ormai era certo di finire nei Corpi Secondari, mancavano pochi giorni al suo tredicesimo compleanno quando il suo Maestro lo vide. Lo vide e lo prese con sé nonostante ci fossero studenti migliori di lui.
Tornò a guardare i ragazzini che combattevano tra di loro, ma non gli stava prestando così attenzione. Era perso nei suoi pensieri.
Non era sicuro di essere pronto, ma forse il suo Maestro aveva ragione. Si erano parlati pochi giorni prima e il suo vecchio Maestro gli aveva detto che lui aveva bisogno di un Padawan. Aveva bisogno di qualcuno che rimanesse con lui e si fidasse di lui, o almeno questo era quello che gli aveva detto il suo Maestro.
Tornò a concentrarsi sugli Iniziati che stavano facendo mostra di sé. Percepì arrivare da un ragazzo la paura di non essere scelto. Probabilmente per lui era l’ultima occasione. Cercò di ricordarsi se anche lui aveva avuto quella paura, ma la memoria non riusciva ad aiutarlo. Forse, all’epoca, si era già rassegnato all’idea.
Gli vennero in mente gli anni passati con il suo Maestro, le missioni, i giorni al Tempio e ogni momento felice o triste passato con lui. Si chiese se anche il suo Maestro si fosse sentito così quando l’aveva preso con sé. Se anche per lui quella scelta fosse stata tanto difficile.
Si ricordò delle volte che il suo Maestro gli aveva tolto fardelli dalle spalle. Si ricordò di come lui sorridesse quando combinava pasticci. Non si ricordava di averlo mai visto arrabbiato con lui. Rivide la faccia del suo Maestro il giorno in cui riuscì a capire chi era stato a sabotare la nave della regina di Artorias, era pieno di orgoglio per quello che lui aveva scoperto.
Gli vennero in mente i primi insegnamenti ricevuti dal suo Maestro, che a volte andavano contro quello che gli avevano insegnato al Tempio, ma con il tempo si era abituato e si era reso conto che il suo Maestro era un Jedi estremamente saggio. Avrebbe dato qualsiasi cosa per essere come lui, per sapere sempre cosa dire e quando dirlo, per avere sempre una parola buona per tutti, per la sua saggezza… ma non era il suo Maestro, e forse il compito di insegnare era troppo per lui.
Vide che il ragazzo da cui aveva percepito paura lo stava fissando incuriosito. Si chiese se per caso avesse capito cosa stava provando, sicuramente lui poteva sentire che quel ragazzino era diventato insicuro sapendo che quella era la sua ultima occasione.
Lo guardò un momento. Chissà se anche lui aveva avuto la stessa espressione stampata in viso, magari aveva guardato così il suo Maestro… si ripromise di chiederglielo.
Il ragazzo lo guardava ancora, non era molto alto per avere tredici anni, aveva i capelli nero corvini e gli occhi verdi. Due occhi che lo guardavano con speranza, ma ormai lui aveva deciso. Non avrebbe preso un Padawan, non era pronto. Si girò per andarsene, ma sentì le emozioni del ragazzo attraverso la Forza. Delusione, senso di smarrimento, consapevolezza di aver fallito nel momento che tanto aveva atteso, nel momento per cui si era preparato durante tutti quegli anni.
Si girò di nuovo verso il punto in cui prima c’era il ragazzino.
Ma quest’ultimo si era già voltato, e si stava incamminando a testa bassa verso la parete opposta della sala.
Non si seppe spiegare perché lo fece, nemmeno negli anni successivi, lo prese come il volere della Forza.
Si mise a rincorrere il ragazzo finché non lo raggiunse mettendogli una mano sulla spalla. Lo fece girare e gli chiese:– Quanti anni hai? –
Al ragazzino balenò la speranza negli occhi:– Quasi tredici –
– Vieni – gli disse solo e il ragazzino lo seguì. Aveva scelto il suo Padawan.
 
   
 
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