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Autore: SmartieMiz    09/08/2013    4 recensioni
Sebastian, papà single a New York. Sua figlia è il suo tutto, eppure avverte che nella sua vita manca qualcosa.
Thad, intrappolato in Ohio, ha perso la sua strada, ma vuole una svolta.
Le loro strade si incroceranno, e non dimenticheranno i dissapori del liceo.
Non dimenticheranno assolutamente niente. E il problema sarà quello, ovvero il non dimenticare.
Ma si sa che certe persone vengono nella nostra vita per una ragione.
La bambina prese il foglio tra le sue mani; quasi lo abbracciò come se fosse un peluche. «Hai trovato il mio disegno! Grazie mille!».
«Prego, signorina», sorrise il ragazzo, finché non alzò il capo e incrociò gli occhi di Sebastian Smythe, restando quasi sbalordito.
Chanel assistette alla scena, incuriosita. «Già vi conoscete?», chiese.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: People come into our lives for a reason
Rating: arancione
Genere: angst/fluff/romantico

 



Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

 

 

 

 People come into our lives for a reason 

 


~


        

 

Capitolo 1

November

 


Quel pomeriggio di novembre faceva particolarmente freddo a New York, e già si intravedevano i primi fiocchi di neve.
Sebastian Smythe non sopportava il freddo: l’autunno e l’inverno erano le stagioni più tetre e le giornate erano sempre più corte e più cupe.
Ma odiava anche il caldo afoso e decisamente appiccicoso sulla pelle, quello che si poteva benissimo osservare sulle t-shirt sudate e sulle fronti imperlate e lucide come diamanti.
In verità, Sebastian Smythe detestava tantissime cose. Erano davvero poche le cose che non lo infastidivano: un buon caffè, un buon libro, il divano di casa sua.
E lei. Aprì la porta di casa Anderson-Hummel e la vide, la sua piccola campionessa di quattro anni.
«Papi!», la bambina saltò dalla poltrona dove un attimo prima era comodamente seduta, con una tazza di cioccolata calda tra le mani e la tv accesa per vedere i cartoni animati.
«Campionessa!», rispose il ragazzo: «Tesoro, posa prima la tazza o mi verserai addosso tutta la cioccolata».
La bambina ridacchiò, poggiando la bevanda su un mobile vicino, per poi saltare addosso al padre che la prese al volo.
«Papi», fece la piccola sorridente, baciandogli una guancia: «Zio Kurtie ha preparato la cioccolata calda e i biscotti».
«Che ne dici, Chanel? Secondo te me ne darà uno?», chiese Sebastian, aggrottando giocosamente le sopracciglia.
La bambina annuì energicamente. «Certo che te ne dà uno, anche cento!».
Sebastian sorrise, sempre più intenerito. «E Dan? Dov’è?», chiese.
«Sono qui», una testolina riccia fece capolino dal divano: «Stavo facendo un pisolino».
«Mi dispiace averti svegliato».
«Oh, non fa niente», il ragazzino si alzò, camminando pigramente verso Sebastian. «Ciao, zio».
«Ciao, campione», Sebastian gli scompigliò affettuosamente i capelli, posandogli un piccolo bacio.
«E un bacino a me no?».
Ed eccolo lì, Kurt Hummel, sulla soglia della porta della cucina, con un sorriso divertito stampato sul volto.
«Sta’ attento che lo dico a Blaine», scherzò, facendo ridere Dan.
«Comunque i biscotti sono per i bambini. Se poi glieli vuoi togliere, fai pure», lo punzecchiò Kurt.
Sebastian si rivolse ai bambini. «Credete che me lo merito un biscottino?».
Chanel annuì. «Certo, papi!».
«Anche tutto il vassoio, così metti su qualche chilo», rispose Dan, ironico.
«Tu invece hai bisogno di crescere, piccolo hobbit. Devi bere più latte», rispose Sebastian con un sorriso saccente.
Il ragazzo seguì Kurt in cucina, mentre i due bambini occuparono di nuovo il divano.
«Ti ringrazio, Kurt, stai facendo davvero tanto per me e Chanel», fece Sebastian, pieno di gratitudine, prendendo posto su una delle sedie di legno.
Kurt gli porse della cioccolata calda fumante e dei biscotti. «Di niente. Tu lo fai lo stesso con Dan».
Sebastian annuì, lentamente. «Blaine? Novità?», chiese, degustando la sua bevanda.
«Come già sai è arrivato fin in Australia con la sua compagnia teatrale. Il loro musical di Wicked sta riscuotendo un successo clamoroso», rispose il ragazzo, fiero.
Sebastian addentò un biscotto. «Sono felice per lui. E a te? Come va?».
«Bene. Isabelle è sempre gentile, le modelle un po’ meno», rispose, alzando gli occhi al cielo.
Sebastian ridacchiò. «Com’è andata la cena con i colleghi?», chiese Kurt, curioso.
«Una palla mortale», rispose l’altro, senza peli sulla lingua: «Eccetto Alyssa, sono tutti una noia».
«Nessuno ti sta mai simpatico, eh?».
«Ti ho detto, soltanto quella tipa. Fa morire dal ridere, è molto allegra ed ottimista. Mi serve decisamente un po’ di ottimismo in questo periodo».
L’espressione di Kurt si ammorbidì. Stava per dire qualcosa, ma Sebastian fu più veloce di lui. «Ora ce ne andiamo. Comunque grazie ancora. Ah, e non te lo dirò più, quindi stammi bene a sentire: invidio la tua cioccolata calda».
Kurt rise. «Fondente, poco zucchero. Anche ai nostri bambini piace».
«Già, ed è molto strano dal momento che Chanel mangia le fragole rigorosamente senza limone e soltanto se cosparse da un quintale di zucchero».
Sebastian si recò in salotto. «Campionessa, è ora di andare».
Chanel fece un piccolo broncio. «Va beeene», fece, avvicinandosi al papà che le infilò il cappottino e le sistemò con cura il cappellino di lana, i guanti e la sciarpa.
«Ci vediamo, marmocchia», la salutò Dan, scompigliandole i ricci capelli rossi.
Chanel rispose con una linguaccia. «A presto, hobbit».
«Ma se sei più bassa di me!».
«Piccoli Smythe crescono», si intromise Kurt con una risata.
Sebastian e la bambina salutarono Kurt e Dan, dopodiché uscirono e salirono in auto.
«Hai fatto la brava?», chiese Sebastian, mettendo le mani sul volante.
«Certo! Ho anche aiutato zio Kurtie a fare i biscotti e non ho sporcato niente», la bambina sorrise, orgogliosa.
«Brava la mia piccola cuoca».
«No, io diventerò avvocato!».
«Anch’io lo dicevo, e ora eccomi come insegnante di francese».
«Allora diventerò avvocato in Francia! Non è bello?».
Sebastian sorrise. «Cambierai mille idee crescendo».
«Ti dirò che sarò l’avvocato più bravo di tutta la Francia! Quanto ci scommettiamo?», lo sfidò la piccola.
«Chanel, mi fai paura. È proprio vero che sei una piccola me».
La bambina sorrise, e Sebastian si sciolse di fronte a quel sorriso enorme e luminoso che sapeva sempre come tirarlo un po’ su di morale.
«Papà».
«Sì?».
«Prima di andare a nanna ci vediamo un film?».
«Certo. Quale?».
«La Bella e la Bestia», rispose la piccola: «Belle è bellissima ed è anche francese! E la Bestia ti somiglia un po’. Vuole fare tanto il duro, ma in realtà ha un cuore tenero».
Sebastian restò sbigottito da quelle parole. «Ti ringrazio per il complimento», rispose, ironico.
«Guarda che la Bestia è adorabile! Vorrei un cucciolo di bestia come lui. È possibile?».
Sebastian rise. Non si sarebbe mai stancato di quell’adorabile piccoletta.
 
Anche Thad Harwood odiava tantissime cose: il traffico, svegliarsi presto, dimenticare l’accappatoio in camera da letto quando doveva fare la doccia, il caldo asfissiante, il freddo pungente.
E da un po’ di tempo anche le carinerie.
«Hey, bellezza, ti posso offrire da bere?».
Thad scrutò l'uomo che gli aveva appena rivolto la parola: doveva avere qualche anno in più a lui. Aveva capelli scuri e un po' di barba sul mento. Gli occhi, chiari, lo stavano contemplando con avidità.
«Oh, certo», rispose Thad, avvicinandosi a lui: «Dunque, sei nuovo? Non ti ho mai visto prima».
«Non sono di qui», fece lui: «Domani vado via, sono venuto qui in Ohio soltanto per mia sorella. Questa è la mia ultima notte, e deve essere memorabile. Ne sei capace?».
Thad sorrise, lievemente. «Mi staresti sfidando?».
«Beh, perché no?», sorrise lui: «Come ti chiami?».
«Non ti interessa. Lo dimenticherai pure domattina».
«Io sono Liam, comunque», disse l'altro, porgendogli la mano.
Thad accettò la stretta. «Thad, piacere».
Liam gli sorrise. «Sei molto carino».
«Se vuoi scoparmi, basta che me lo dici. Non mi piacciono le carinerie pre-scopata», fece Thad, diretto.
«Sì, è vero, voglio scoparti, ma il complimento era sincero», svelò Liam: «Sei davvero carino. Come ti muovi, come ti comporti, come parli, come ti approcci... davvero».
«Okay... possiamo andare avanti?», Thad sembrava voler andare al sodo.
«Come vuoi tu», rispose Liam, poi chiese: «Quanti anni hai?».
«Vabbè, credo di aver capito». Thad lo prese per il polso e lo trascinò nel bagno del locale.
«Che modi gentili... e meno male che avevo detto che eri carino!», scherzò Liam.
«Piantala».
«Perché tutta questa fretta?».
«Non mi piacciono i ragazzi come te. Sono tutto fumo e niente arrosto. Vuoi una scopata? Okay, ma non mi va di parlare, d'accordo?».
Liam annuì, perplesso. «Va bene, non parleremo», disse.
Con un colpo secco, Thad gli abbassò la zip dei jeans. «Perché lo fai?», gli chiese Liam.
«Spogliarti?».
«No, tutto questo».
«Per il tuo stesso motivo».
«Non mi sembra che ti stia divertendo».
«Cosa t’importa?».
«È diverso, mi incuriosisci. Lo fai di malavoglia».
«Bene, ora sei anche psicologo!».
«C’è qualcosa sotto».
«Sotto ho soltanto qualcosa che vedrai tra poco».
Liam quasi rise a quella “battuta”. Thad, invece, lo guardò torvo.
«Sei buffo».
«Ti farò vedere quanto lo sono».
 
«Papà! Guarda! C’è Lumière, il mio preferito! Amo questa canzone», esultò la piccola.
«Sì, quella dei bicchieri e dei piatti ballerini», rispose Sebastian, sorseggiando del tè caldo.
«Possiamo trasformare così la nostra cucina, papi?», chiese la piccola, con gli occhietti verdi speranzosi.
Sebastian sorrise. «Non sono una fata. Non posso animare il mobilio e farlo andare qua e là canticchiando».
La bimba rise, dopodiché ritornò con lo sguardo fisso sul televisore. Sebastian la osservò, rapito. Era estremamente contento e soddisfatto del fatto che la sua piccola fosse felice, ciò significava che stava crescendo bene.
Un semplice sorriso di quella creatura così meravigliosa rendeva per un po’ felice anche lui.
Quando il film finì, andarono a lavarsi i denti e si buttarono sul lettone. Sebastian le rimboccò per bene le coperte e le diede un bacio sulla fronte, per poi tenerla stretta a sé.
«Buonanotte, campionessa», le sussurrò.
«’notte, papà. Ti voglio bene», rispose lei con un dolcissimo sorriso.
A quelle parole, Sebastian si emozionò.
«Ti voglio bene anch’io, tesoro».
Chanel prese subito sonno, e una lacrima solitaria rigò il volto del ragazzo.
La depressione stava di nuovo cominciando ad impossessarsi di lui. La stessa depressione che lo teneva sveglio la notte e che la mattina gli regalava due splendide occhiaie al di sotto dei suoi occhi verdi e spenti.
La stessa depressione che lo stava portando ad impazzire.
La stessa depressione che cercava di affrontare, soltanto per il bene della sua bambina.
 
Thad tornò a casa con un nuovo compagno con cui trascorrere la notte. Non male quattro ragazzi in una serata, ma altre volte aveva fatto di meglio.
Si muoveva dentro lo sconosciuto con rabbia e disprezzo, la stessa rabbia e lo stesso disprezzo che provava per se stesso e che stava scaricando addosso agli altri.
Quando ebbero finito, Thad si limitò a girare il cuscino dall’altra parte e provare invano a dormire.
Si chiese perché lo stesse facendo, perché si stesse gettando così.
I suoi amici erano tutti sistemati a New York e avevano il lavoro dei loro sogni e una vita felice. Lui no.
Lui si odiava, provava ribrezzo per se stesso.
New York. Il sogno americano.
Vai a New York, e i tuoi sogni si avverano. O almeno questo era accaduto ai suoi amici.
Sua sorella abitava a New York, e un’idea improvvisa lo folgorò.

 

~

Angolo Autrice

Buona serata a tutti! :D
E ora vi starete chiedendo: l'ennesima long? Ebbene sì.
Non ho resistito. Avendo terminato "You don't know how lovely you are" ho pensato benissimo di iniziarne un'altra xD Il problema è che ho tantissime idee che mi frullano in testa e che si impadroniscono di me(?) lol
Ma come sapete, le completerò, sia questa che le altre. Ho soltanto bisogno di tempo. E della vostra pazienza. Quindi mi scuso in anticipo.
Cosa abbiamo qui? Sebastian papà single a New York! :) Non ho molto da dire su questo primo capitolo, eccetto che è abbastanza breve ed è una specie di prologo per introdurre le basi della storia.
Ringrazio con tutta me stessa Frankie92, che mi ha dato ottimi consigli e suggerimenti :) <3
Ah, vi lascio alcuni link: quello della mia pagina https://www.facebook.com/pages/Marta_Gleek-EFP/493176084080290?ref=hl per poter vedere gli aggiornamenti, e quelli del mio Ask http://ask.fm/MartaGleek944 se volete chiedermi curiosità o se volete lasciarmi giudizi e critiche :)
Ci tengo molto a questa nuova ff, spero di sentire il vostro parere :)
Al prossimo capitolo :D 

   
 
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