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Autore: MrBadCath    10/08/2013    2 recensioni
Se riprendiamo le fila di una vecchia storia, per quanto esso sia possibile, ci rendiamo conto che nonostante il tempo trascorso alcune cose non si dimenticano. L’era degli Smile era al termine e quella dei Queen stava per iniziare quando due ragazzine alle prese con le loro prime storie d’amore, un gruppo di musicisti che andava alla deriva e un bambino in arrivo erano alle prese con la preparazione dei loro bagagli.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I ’ v e  f a l l e n  i n  l o v e  f o r  t h e  f i r s t  t i m e

Capitolo I

‘ Baby, why don’t you give me a brand new start?

(Queen – Let me live)

 

 

Se riprendiamo le fila di una vecchia storia, per quanto esso sia possibile, ci rendiamo conto che nonostante il tempo trascorso alcune cose non si dimenticano. L’era degli Smile era al termine e quella dei Queen stava per iniziare quando due ragazzine alle prese con le loro prime storie d’amore, un gruppo di musicisti che andava alla deriva e un bambino in arrivo erano alle prese con la preparazione dei loro bagagli.

‘Ho fatto bene a venire…’ borbottò Dorothy tra sé e sé.

La prima cosa che aveva notato non appena entrata nella camera da letto dell’amica erano le tre valigie che Anthea aveva aperto sul letto, di cui due già piene.

«Non credi di stare esagerando?» domandò, francamente preoccupata all’idea di dove infilare tutta quella roba nel minuscolo bagagliaio della sua auto.

Anthea diede un’occhiata rapida a quanto già accumulato e scosse la testa.

«Tutta roba necessaria.» concluse, porgendo all’amica un foulard.

«Un foulard? Andiamo, che te ne fai di un foulard alla fine di luglio? Non lo usano nemmeno le vecchie di novant’anni!»

«Infatti non lo voglio portare, è per te. Così ti copri quei segni che hai sul collo…»

Dorothy si irrigidì di colpo, senza però mostrare segni di debolezza, e ricominciò a parlare.

«Non penso che tutta questa roba entrerà nel bagagliaio della mia auto… senza contare che ci sono altre quattro persone oltre a te!»

Anthea si voltò non troppo preoccupata e commentò:

«Dovrete trovare una soluzione, allora. Per esempio potresti montare uno di quei portapacchi sul tettino…»

«Poi la spingi tu l’auto fino a Brighton!»

Brighton era un posto molto carino a sud di Londra e d’estate si popolava di tantissimi turisti, essendo una località balneare piuttosto popolare nel Regno Unito. I ragazzi erano riusciti ad accaparrarsi un posto tenda ad un prezzo stracciato, sebbene dovessero attraversare tutto il campeggio prima di arrivare alla spiaggia. Il viaggio in auto era stato tanto traumatico quanto epico, come al solito. I cinque individui stipati nell’utilitaria di Dorothy erano giunti a destinazione in condizioni peggiori di quelle delle famiglie che si imbarcano per fare un mese di villeggiatura in Sardegna, tanto che una volta uscito dall’auto Roger si rivolse a Dorothy dicendo:

«Credo di aver bisogno di un bacio per riprendermi…»

Tutti i presenti lo guardarono male e fu Brian a pronunciarsi:

«Datevi una regolata, tra tutti, che abbiamo una settimana di convivenza che ci aspetta!»

Era acido perché si sentiva troppo anziano, visto che il suo compleanno era da poco trascorso.

John era in vena di fare una battuta di spirito tanto era di buon umore per l’inizio della vacanza, ma doveva ancora uscire dal sedile posteriore dell’auto ed era troppo sconvolto per dire qualsiasi cosa, così la conversazione morì lì.

Furono subito organizzati due gruppi di lavoro: il primo per montare la tenda trifamiliare militare gentilmente offerta da David e il secondo per fare la spesa. Inutile dire quale fu la ripartizione dei ruoli. Così, mentre i ragazzi sintonizzavano la radio su qualche canale che tenesse loro compagnia mentre montavano la tenda, Dorothy ed Anthea andavano a fare un po’ di spesa. Le due ragazze, finalmente libere da impegni scolastici, avevano il tempo di concendersi qualche giorno di vacanza prima di iniziare le loro nuove vite da impiegata presso l’ambasciata e studentessa dell’Accademia delle Belle Arti.

 

Il piccolo emporio del campeggio non era molto dispersivo, tuttavia sembrava impossibile riuscire a trovarvi anche le cose più semplici.

«Dove è di solito il pepe nei supermercati?» urlò Anthea da una corsia a Dorothy, nell’altra.

Le due si erano divise per fare prima visto che non si fidavano granché dei tre e volevano supervisionare il montaggio della tenda prima di ritrovarsela in testa una volta all’interno, magari nel buio del cuore della notte.

«Tra le spezie!» rispose l’altra, che stava cercando una qualsiasi varietà di insalata che non fosse stata colta un paio di ere geologiche prima.

«Grazie… e dove sono di solito le spezie?»

«Vicino ai preparati per risotti!»

«Pensi che in questo emporio ci siano preparati per risotti?» imprecò la bionda, che sembrava un cane da tartufo, anzi, da pepe.

La mora non le diede troppo peso, convinta che fosse l’arrivo precoce del ciclo a farla parlare in quel modo, e decise che non avrebbero mangiato insalata, così si spostò al banco delle bibite. Una decina di minuti dopo le due si incontrarono alla cassa e Dorothy si prese la briga di chiedere:

«Trovato il pepe?»

Anthea sbuffò.

«Dopo una ricerca estenuante ho realizzato che c’era scritto pane. Perché Brian scrive così male?»

 

Anthea e Dorothy percorsero la strada al contrario, costeggiando la via che riportava al campeggio. C’erano un sacco di negozi per turisti e le due lanciavano delle occhiate sporadiche a qualche vetrina, mentre distribuivano il peso delle buste della spesa o su un braccio o sull’altro. Quando Anthea notò i suoi assorbenti nel sacchetto si dolse di avere quell’improvviso problema, realizzando poi che Dorothy non avrebbe di certo avuto quell’inconveniente. La ragazza, che sembrava troppo intenta a grattarsi il primo pinzo all’altezza del gomito, non la stava neanche ascoltando.

«Insomma, gliel’hai detto?»

«Ahahahhaah» rise l’altra «credi che sarebbe così di buon umore se glielo dicessi?»

La bionda sospirò.

«Magari era felice di diventare papà!»

«Infatti: è andata proprio così! Gliel’ho detto ed era così felice che abbiamo deciso che lo annunceremo stasera a cena!» rispose Dorothy, mostrando un sorriso a trentasei denti.

«Oh! Sia lodato il cielo! Sono così felice!» riprese Anthea, improvvisamente gioiosa come pochi.

«Antie, stavo scherzando. Non gliel’ho detto e non ho intenzione di dirglielo. Penserà a tutto tuo fratello. Ora non voglio pensarci, sono in vacanza e voglio divertirmi, visto che posso fare sesso senza protezione quanto mi pare!» vedendo che l’altra aveva messo su una faccetta triste, Dorothy fu costretta a proseguire «Su, non fare quella faccia. È una cosa più grande di tutti noi. Lo so che non approvi i miei metodi, ma è il mio modo di dimostrargli quanto lo amo, credimi. Sto cercando, nel limite dell’impossibile, di affrontare questa cosa con serenità, soprattutto per non darlo a vedere a nessuno e non far preoccupare gli altri. Quindi meno ne parliamo meglio sto.»

Fu a quel punto che l’attenzione di entrambe fu attirata da un negozio che vendeva biancheria intima… ma non un negozio qualsiasi di biancheria intima.

«Entriamo» proprose la bionda, soffocando una risatina.

«Certo, ci manca solo di essere viste in un negozio del genere!» ribatté Dorothy, in preda ai suoi sbalzi d’umore.

«Ma sì, che te ne frega!»

Detto ciò Anthea trascinò l'amica nel negozio, dietro di sé.

I ragazzi, che avevano finito in fretta di montare la tenda trifamiliare, si erano messi alla ricerca delle due e le avevano giustappunto identificate quando le videro entrare nel suddetto negozio e decisero di osservare dall’esterno che cosa stesse accadendo.

Visto il grande afflusso di turisti, nei negozi c'erano tanti prodotti particolari, divertenti, quelli che si tirano fuori a cena con gli amici per farsi una risata; certo, forse quello non era il caso del negozio in cui le due ragazze si trovavano... ma alcuni completi intimi erano talmente ridicoli da sembrare costumi di Carnevale.

«Che ne pensi di queste? Quasi quasi le compro a tuo fratello…» esordì Dorothy, che teneva fra gli indici, allargando l'elastico, un paio di mutande di finta pelle, talmente lucide da poter essere usate come specchio.

«Perché proprio quelle?» domandò la bionda, rossa come un peperone.

«Non so, David ha la faccia di uno che fa cose strane» la moretta accennò una voce sensuale con una punta di invidia per chi aveva potuto provare, accompagnata da un paio di battiti di ciglia.

«Dio, non ci posso pensare…» Anthea si passò una mano sul viso, e, quando la tolse, vide una cosa di cui innamorò subito. Un paio di mutande da uomo, nel perfetto stile inguardabile e poco sobrio di Roger: stoffa maculata contornata da merletti rosa acceso. «Come si può produrre una cosa del genere?» riprese, anche nel tentativo di cambiare argomento.

 

Intanto all’esterno i ragazzi si stavano facendo infinite seghe mentali su cosa le ragazze stessero comprando e le spiavano dalla vetrina.

«Vedo della roba leopardata, sicuramente è per Dorothy.» affermò sicuro Brian.

«Concordo.» confermò Roger, che poi tornò sui suoi passi «Scusa, ma te come fai a sapere dei gusti di Dorothy in fatto di biancheria intima?»

«Non conosco i suoi, ma conosco i tuoi, purtroppo…» commentò lui, con tristezza.

John, invece, non diceva niente, e si limitava a sbirciare, praticamente schiacciando il naso contro la vetrina.

«Hey, io vedo dei merletti rosa… secondo me quella roba non è per Dorothy…»

«Ehm… no!» risposero all’unisono gli altri due.

«Forse è per Anthea… Magari vuole farti una sorpresa!»

 

 

 

» And the Miracle occurred on the tenth day.

 

10-08-2011                                                                                                                                                                                                              

Siamo tornate con una nuova avventura di Anthea e Dorothy e ne progettiamo un’altra: amateci e idolatrateci per questo! LOL

MrBadGuy vorrebbe ringraziare: la propria collaboratrice e tutti coloro che hanno seguito e continuano a seguire le opere di MrBadCath, nonostante gli alti e i bassi. Siete fantastici, non quanto noi, ma lo siete ugualmente.

Snafu vorrebbe ringraziare: i membri della sua famiglia, in particolare BlueJay, Dazed, Frankie, Havoc, Midori e MrB (rigorosamente in ordine alfabetico) per tutto, Cinzia per i suoi commenti che la hanno incoraggiata a scrivere ancora in questo fandom, Alexander&Hephaestion (i suoi pesci rossi) per la compagnia durante le ore notturne con i loro rigurgiti di acqua, chiunque abbia riassegnato i posti all’Auditorium di Milano per averla fatta finire in prima fila centrale e l’Armata Snafu, per supportarla nel mondo (?). Ringraziamenti speciali a: il brevettatore di Skype, del ventilatore elettrico e dell’Antalgil per aver reso la sua vita meno infernale, chiunque non shippi coppie di fratelli per toglierle un dispiacere ogni volta che guarda sua sorella, se stessa.

 

State ancora leggendo?! Andate a diffondere la notizia del ritorno di MrBadCath, presto! LOL

 

   
 
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