Fanfic su artisti musicali > B.A.P
Ricorda la storia  |      
Autore: YourSisterX    10/08/2013    3 recensioni
Cosa succederebbe se te, che vivi a Seoul, dovessi prenderti per un giorno cura del cane di tua sorella?
E se il cane decidesse improvvisamente di dare una svolta alla tua vita tirando il guinzaglio?
Per seguire questa storia basta solo l'immaginazione... quindi....
dovete solo cliccare sul titolo...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yongguk
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~Immagina~

ATTENZIONE: ho messo OOC perchè non conosco i BAP di persona e quindi non so come potrebbero comportarsi in questa situazione. 

Attezione 2: questa storia è incompiuta... libero spazio alla fantasia sul finale vero della storia...


Per il resto...per fare in modo che possiate calarvi completamente nel personaggio serve solo che vi rilassiate, quindi... chiudete gli occhi, respirate, mettete una canzone dolce di sottofondo... non so... Coffee Shop... e cominciate a leggere.


Piacevole imprevisto

 
Stai camminando per le vie di Seoul, non è molto che ti ci sei trasferita, ma stai prendendo sempre più confidenza con il posto, la lingua e la cultura.
Dopotutto, pensi, è una bella città e anche i suoi abitanti non sono male… ti hanno sempre guardato un po’ storto perché sei straniera e hai le fattezze occidentali, ma non ti è mai pesato tanto, sei consapevole degli infiniti interventi che si fanno molte donne e molti uomini per assomigliare agli occidentali e hai sempre preso quegli sguardi come una specie di malcelata invidia.
Il guinzaglio tira, tua sorella ti ha affidato il suo cane, una retriever di due anni dal pelo dorato, ti sta tirando verso un assembramento di gente.
Ci mancava solo quello. Speri che non sia un branco di saesang e cerchi di guidare il cane da un’altra parte. Inutile… nulla ferma una cucciolona.
Ad un certo punto ti urta un vecchio.
Maledetti ajusshi. O brontolano o ti spintonano.
Si allontana con un inchino e scusandosi un paio di volte, ma ormai il danno è fatto. Ti è sfuggito di mano il guinzaglio e Lea si è precipitata verso il branco di ragazze e ragazzi urlanti.
Incredibilmente riesce a passare sotto le gambe di tutti, ovviamente doveva complicarti la vita e mentalmente maledici tua sorella chiedendoti perché abbia dovuto affidare quell’ammasso di pelo proprio a te, insegui Lea, spintonando le fan, perché quello sono, fan di un gruppo, che non segui, forse hai sentito una loro canzone una volta, alla radio, appena arrivata a Seoul, ma nulla più, non ti sei mai interessata troppo alla musica di quel paese, a te la Corea interessava per la tranquillità.
Finalmente arrivi vicino al cane, che scodinzola gaio ai piedi di un rgazzo dai capelli tinti.
«Lea! Lea Qui!» la chiami pi volte ma nulla, non ti ascolta, è troppo presa a guaire di soddisfazione alle carezze del ragazzo e degli altri che si sono abbassati per giocarci, sotto gli sguardi famelici delle fan e quelli contrariati delle guardie del corpo.
“Hai combinato un guaio bimba mia!” pensi sperando che il cane ti senta e come se niente fosse ritorni al guinzaglio per poi scortarti a casa.
Ma i cani, come si sa, non hanno nessun tipo di telepatia e Lea continua, incurante di tutte le persone che in quel momento la stanno invidiando e odiando, scodinzolando come se non ci fosse un domani e guardando adorante i sei ragazzi chini su di lei.
La chiami ancora, lei si gira per un attimo, l’attimo dopo si sta strusciando sulle gambe lunghe di uno dei ragazzi.
Imprechi, a bassa voce, ma imprechi.
Cerchi di avvicinarti al cane, per recuperare il guinzaglio. Un uomo della sicurezza ti blocca, convinto che a te interessi solo saltare addosso ai chini cantanti.
«No, guardi devo solo recuperare il mio cane» Biascichi in un coreano stentato, l’uomo, alto come un armadio e largo altrettanto, con gli occhiali da sole addosso e un’espressione torva.
Continui a chiamare il cane, impotente, i ragazzi ti notano, vedono che vuoi riprenderti il cane e si avvicinano sospettosi.
«E’ tua?» chiede uno
«Si è mia, scusate, la riprendo subito» cerchi nuovamente di passare. Nuovamente la guardia del corpo te lo impedisce. Lo guardi male.
Ti attaccano da dietro, le fan sono invidiose, uno dei loro idoli ti ha rivolto la parola, una ti tira i capelli, un’altra di graffia. Ti giri, su tutte le furie.
Non avresti dovuto essere là. Ce l’hai con quelle stupide fan, possedute da chissà qualche demone.
Con tua sorella, che poteva tranquillamente prendersi un dog-sitter.
Con quel bodyguard perché se ci rimani a causa delle fan è tutta colpa sua che non ti fa recuperare il cane.
Ce l’hai con Lea, che è stata attirata qua da non si sa cosa.
Ce l’hai con quel “non si sa cosa” che l’ha attirata là.
Ce l’hai col vecchietto che ti ha spinta.
Guardi le fan che ti hanno spinto con gli occhi pieni di rabbia.
Quelle indietreggiano.
Alzi il mento, se già prima svettavi su quelle ragazze alte un metro e un barattolo, adesso puoi vederle in prospettiva. Che ti graffino ancora, le stai solo aspettando.
Una coraggiosa ti tira una manata, una specie di schiaffo, lo fermi a mezz’aria.
«Evitate scenate come queste di fronte ai vostri idoli» dici freddamente.
Spingi di lato il bodyguard, anche lui attonito di fronte all’improvviso silenzio delle fan, lo superi, recuperi il guinzaglio del cane.
Saluti i ragazzi, ti inchini a loro sotto lo sguardo annichilito di tutti quelli che hai intorno, specie dei sei che mai avevano visto un gruppo di fan messo a tacere così facilmente.
Te ne vai, passando per il varco che le fan hanno creato. Non ti volti.
Arrivi a casa mezz’ora dopo. Stanca, arrabbiata e abbastanza affamata. Scaldi gli avanzi della cena di due giorni prima. Ultima cosa che ti va di fare è cucinare. Non sei mai stata molto brava e non ti impegnerai per diventarlo. Già hai rischiato di mandare a fuoco tutto una volta, non perderai la casa per un paio di linguine.
Ti butti sul divano in maniera scomposta, Lea ti si accoccola vicino ai piedi.
Cominci a mangiare prendendo generose forchettate dalla ciotola. Sbuffi ripensando alla mattinata e continui a mangiare sfogandoti sul cibo.
Hai quasi finito quando squilla il telefono.
Imprechi ad alta voce svegliando un santo a caso.
Ti alzi pronta ad attaccare il deficiente che telefona a quell’ora e nonostante ti faccia un po’ pena pensare al giovane che probabilmente è tutta la giornata che dal suo centralino rpopone offerte telefoniche ti prepari ad attaccare senza pietà.
«Pronto» dici praticamente sputando bile.
«E’ lei la proprietaria del cane di stamattina?»
«Quale cane? Chi parla?» chiedi
«Il cane Lea. Il golden retriever che stamattina ha fatto le feste ai BAP di fronte alla TS. E’ lei la ragazza che ha messo a tacere le fan?»
«Il cane ha morso qualcuno? E poi ancora non mi ha detto chi è…» dici irritata cercando di farla breve e mandi un triste sguardo all’ormai freddato pranzo nella ciotola su cui ancora penzola la forchetta con infilzato il cibo.
Senti ridacchiare dall’altra parte, cosa che ti fa montare la rabbia ancora di più
«Senta lei…» Dice all’improvviso «Io stavo mangiando mentre mi ha chiamato. Quindi la pianti di ridacchiare e mi dica cosa vuole che qua c’è chi ha di meglio da fare che stare al telefono.»
«Sono Bang Yongguk»
«Non mi dice nulla…»
Dall’altra parte silenzio. È evidente che quel Yongguk non si aspettava una risposta del genere.
«Un membro del gruppo da cui il cane è corso… quello biondo…»
«Si rende conto che eravate tutti biondi?»
Di nuovo silenzio. Qualcuno ride e si sente la voce di Yongguk che chiede silenzio in malo modo.
«Vero… vabbè, uno del gruppo»
«Tic toc… hei.. mi si sono freddati gli spaghettii~♪» canticchi per mettergli fretta.
«Volevamo chiederle se voleva venire alla TS.»
«Per cosa?»
«Un provino.»
«Che?»
«Un. Provino. Non l’ho ancora chiesto ai miei superiori, ma noi del gruppo vorremmo una ragazza che dia un forte impatto in un nostro video e lei ci è sembrata una scelta appropriata… sempre che se la senta e sia portata a fare l’attrice.»
«Si rende conto che tutto questo non ha senso vero?» fai una pausa soppesando le opzioni. Lavori part time in un’edicola, prendi il minimo sindacale,Attrice… potrebbe essere bello…
«In pratica lei sta offrendo un lavoro ad una ragazza che ha incontrato per caso stamattina solo perché ha zittito le fan con un’occhiata?»
«Esatto.»
«Lei è pazzo…»
«Se lo dice lei. Allora mi dia una risposta, così ne parlo con il manager…»
«Beh… E se accettassi?»
«Alle 15:30 alla caffetteria dietro alla TS… le offro un cappuccino»
 
 

- Fine ? -

Per favore, recensite, pensavo di fare altre storie su questa linea, quindi vorrei che mi diceste come vi siete trovati. Spero anche che abbiate apprezzato...
RECENSITE!!! NE HO BISOGNOOOOOO!!!!


YourSister X

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > B.A.P / Vai alla pagina dell'autore: YourSisterX