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Autore: Seyenne    05/10/2004    24 recensioni
- SOSPESA -
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Helios/Pegasus, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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DEATH:

 

La ragazza al centro della cripta ormai dava segno di voler cedere. Sul suo volto sfigurato dalla fatica si poteva leggere la disperazione che in quel momento abitava il suo animo.

Il suo viso era imperlato di sudore e completamente arrossato dallo sforzo di continuare il combattimento.

Dietro di lei un uomo era incatenato al muro e guardava la scena impotente.

La ragazza aumentò lo spazio tra lei e il suo nemico arretrando di qualche passo.

Nella cripta aleggiava un silenzio irreale rotto solo dall’ansimare della giovane.

“Allora principessa ti arrendi? Non capisci che combatti una guerra persa in partenza? Io sono capace di prevedere ogni tua mossa, io ti leggo nella mente, io posso arrivare in ogni meandro del tuo animo! Guardati, non ti reggi neanche più in piedi…. Fai quel giuramento e tutto questo finirà! Riavrai quell’inutile uomo che tanto ti ostini a difendere!” propose la figura meschina davanti alla ragazza.

“Meglio morire!” rispose ansimante la giovane portandosi a difesa dell’uomo alle sue spalle.

Il suo interlocutore la prese in parola e scomparve per riapparire poi una frazione di secondo dopo davanti al naso della ragazza, questa non fece neanche in tempo a rendersi conto di ciò che accadeva che l’uomo le strappò lo scettro dalle mani e lo scaraventò contro il muro mandandolo in frantumi. Un pugno da parte della figura femminile venne facilmente schivato dall’uomo e lo stesso successe con un calcio, una manata e altri tentativi di aggressione da parte della fanciulla.

“Comincio a stancarmi. Questa è la tua ultima possibilità di salvarti. Fai quel giuramento…” sibilò l’uomo all’orecchio della giovane dopo aver afferrato il suo avambraccio destro e averla attirata a se.

La ragazza in risposta sputò in faccia al suo nemico che affondò il volto nei fili doro che altro non erano che i capelli della fanciulla, l’uomo ispirò per un’ultima volta il dolce profumo di quella ninfa e a malincuore sferrò un violentissimo pugno allo stomaco della ragazza che sgranando gli occhi si accasciò lentamente al suolo.

L’uomo incatenato seguiva la scena impotente cercando inutilmente di sciogliere le catene che gli impedivano di andare in soccorso della ragazza. Assisté all’ultimo scambio di battute tra i due, era la fine, lo sapeva. Serrò gli occhi e poco dopo sentì il tonfo del corpo della sua ragazza accasciarsi a terra, socchiuse lentamente le sue iridi blu oltreoceano che in quel momento esprimevano dolore e rabbia fino ad incontrare gli occhi della dolce figura distesa a terra che ansimava, quel bastardo l’aveva condannata ad una morte crudele, una morte per asfissia, probabilmente le aveva fracassato le costole o perforato i polmoni. Gli occhi vacui della ragazza lo fissavano senza in realtà vederlo, non aveva mai visto quei suoi bellissimi occhi celesti così spenti, intrisi di dolore e rassegnati alla morte. Provò un incredibile moto di rabbia nell’osservarla in quello stato e si scagliò contro l’uomo che si ergeva a pochi passi da lei; se non ci fossero state le catene a trattenerlo avrebbe fatto scempio di quel maledetto assassino.

“Addio…” quel sussurro lo fece rabbrividire, tornò a guardare la fanciulla, una cascata di capelli color del miele le faceva da tappeto, lei lo stava fissando, non riuscì a spiegarsi come ma trovò la forza di regalargli un ultimo sorriso prima di spirare. La testa bionda ricadde di lato e l’aria fu invasa dalle risate malefiche di quell’essere maledetto da dio.

L’uomo incatenato perse la poca lucidità che gli rimaneva e crollò a terra in ginocchio scoppiando in lacrime amare e disperate esplodendo poi in tutto il suo dolore con un unico straziante e lacerante grido che riecheggiò in tutta la cripta “BUNNYYYYYYYYYY!!!! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO”

 

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“BUNNYYYYYYYYYY!!!! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO” l’esile figura della principessa fu svegliata dal suo stesso urlo. Tremava ed era completamente fradicia di sudore. Non era possibile, Bunny! La ragazza scivolò fuori dal letto e uscì di corsa dalla sua stanza diretta verso la camera dei genitori. Le guardie che erano di turno la guardavano accigliate mentre lei piedi scalzi e capelli al vento attraversava velocemente i corridoi.

Un capogiro la colse mentre svoltava un angolo e per non rovinare a terra si appigliò al gomito di un soldato. Questo la guardò stralunato, di norma lui avrebbe dovuto confondersi con l’arredamento e restare impassibile ma ora l’erede al trono era leggermente in difficoltà.

La ragazza si sentiva mancare il respiro e cominciò ad ansimare violentemente, si portò una mano alla gola e venne scossa da violenti colpi di tosse. Guardò implorante l’uomo che l’aiutava a reggersi in piedi.

Gli occhi della principessa erano dilatati all’inverosimile e lui preso dal panico cominciò ad urlare ai suoi compagni di andare a chiamare il re e la regina.

La ragazza crollò a carponi e cominciò a tossire sangue. L’uomo vedendo la scena si accucciò a fianco alla ragazza e cercò di aiutarla a rialzarsi, ma questa colta da un altro capogiro perse i sensi.

NERO. Ci mise qualche secondo a capire di avere gli occhi chiusi. Si costrinse a riaprire le palpebre che però sembravano pesanti come macigni. Sopra di lei un soldato la fissava scioccato. La testa riprese a girare violentemente mentre il ricordo di quello che era successo a Bunny riaffiorava nella sua mente. No. Non era successo veramente. Era solo un incubo. Che stupida era stata, se Bunny fosse veramente morta a quest’ora lei sarebbe già scomparsa. Ma allora perché si sentiva così male?

Sentì l’eco dei passi di qualcuno che evidentemente aveva fretta muoversi verso di loro. Non fece in tempo a formulare nessuna supposizione su chi potesse essere perché la risposta arrivò quando il volto diafano di sua madre comparve davanti ai suoi occhi.

“Oddio, che cos’è successo? Che cos’hai?” chiese ansiosamente la regina. I lunghi capelli biondi le incorniciavano scompostamente il volto e le sue iridi color del cielo brillavano di preoccupazione.

La ragazza in risposta fu scossa da un altro attacco di tosse. Come la prima volta sputacchiò sangue che sporcò la candida vestaglia della madre che assistendo alla scena sgranò gli occhi e non trattenne un gridolino preoccupato.

Il padre della fanciulla scansò sua moglie e raccolse la figlia con l’intenzione di portarla in infermeria.

“Papà, no, mi fai male” protestò la ragazza mentre l’uomo la sollevava da terra.

“Ti porto in infermeria” cercò di rassicurarla il re.

La regina trotterellava attorno all’uomo cercando di capire la gravità della situazione.

Il re si fermò improvvisamente quando la fanciulla che trasportava cominciò a dimenarsi come se l’aria la bruciasse e ad urlare come una pazza.

DOLORE.

SOFFERENZA.

STRAZIO.

SPASIMI.

SUPPLIZIO.

TORTURA.

CRAMPI.

Tutti aggettivi che potevano in parte spiegare quello che provava la principessa. Era come se miliardi di lame ghiacciate stessero penetrando ogni millimetro della sua carne, come se delle fiamme invisibili la stessero ardendo dall’interno, come se fosse attraversata da parte a parte da scariche elettriche.

Sua figlia stava gridando come una squilibrata e lei non sapeva proprio che fare, incrociò i profondi occhi blu di suo marito e vi lesse sconcerto e ansia.

Il re accasciò a terra sua figlia e come aveva cominciato ad urlare così finì. Come se niente fosse successo.

Sentiva il freddo pavimento sotto la sua schiena. Cos’era stato? Non le importava. Pregava solo che non succedesse mai più. Spostò la testa di lato senza curarsi dei suoi genitori che le rivolgevano domande che però lei non riusciva a capire; la sua mano era così pallida, sembrava quasi confondersi col bianchissimo pavimento di marmo. Era strano, diventava sempre più bianca, ora se non fosse stato per la differenza di materiale avrebbe potuto dire che la sua mano faceva parte del pavimento. Ora si mimetizzava benissimo, doveva sforzarsi per capire dove cominciava la mano e dove finiva il pavimento. Però adesso che ci pensava questo non era affatto normale. Sentì sua madre gridare e suo padre afferrarla per le spalle. Allora successe. Le mani del re sprofondarono dentro la principessa come se fosse fatta d’aria. Sentì sua madre gridare e disperarsi invocando il suo nome…. Aveva capito…. Si stava dissolvendo. Allora Bunny era veramente morta.

Una lacrima solitaria solcò il volto semitrasparente della fanciulla prima che si dissolvesse definitivamente.

Il re con la morte nel cuore si girò verso sua moglie per cercare di consolarla ma soprattutto per cercare un po’ di conforto.

La regina improvvisamente sgranò gli occhi e si accasciò al suolo priva di sensi. Suo marito nonostante fosse preoccupato pensò fosse una reazione normale per una donna che ha appena perso l’unica figlia. Quell’affermazione lo colpì internamente, solo ora realizzava quello che era successo, la sua bambina era… era… morta.

Un urlo lancinante rimbombò per tutto il palazzo svegliando non poche persone.

L’uomo distrutto psicologicamente si accostò alla moglie riversa e rimase inorridito quando girandola si accorse che un rivoletto di sangue le colava dalla bocca.

“No, non anche tu” mormorò l’uomo stringendo a se il corpo che cominciava a sbiancare della moglie.

La donna riprese i sensi e si sorprese di trovarsi a pochi centimetri dagli occhi arrossati di suo marito. Inizialmente rimase spiazzata ma poi sentendo la tesa dolerle e il viso inumidito dalle lacrime versate la cruda realtà tornò a schiacciare il suo animo delicato.

“E-Endimion…” mormorò con voce rotta.

“Cos’è successo?” domandò l’uomo come se qualche essere superiore potesse dargli una risposta.

La donna emettè un piccolo gemito prima di cominciare a sentire un fastidioso formicolio attaccarle il corpo.

“Serenity!” gridò l’uomo disperato vedendo che la moglie era TROPPO pallida.

“Aiutami!” scongiurò la donna in una smorfia di dolore.

“Come faccio? No, ti prego non lasciarmi! Non mi abbandonare anche tu!” urlò l’uomo disperato ma sua moglie ormai non aveva più la forza per rispondere e prima di dissolversi come aveva fatto pochi minuti prima sua figlia regalò un dolce sorriso a suo marito che ormai non tratteneva più le lacrime.

Era solo. Se n’erano andate. Le due persone più importanti della sua vita si erano dissolte come aria nel giro di un ora. Le uniche due persone per cui avrebbe dato tutto, anche la vita, erano appena scomparse. Aveva perso la sua famiglia nel giro di una notte. Adesso sarebbe scomparso anche lui? Aspettò qualche minuto in silenzio ma non accade nulla. Perché? Perché gli era negato di raggiungerle? Chi aveva deciso che si dovevano sparare? Stanco di tutte quelle emozioni e quegli immensi dolori si accasciò al suolo privo di sensi.

 

**The End**

Ohi gente onestamente non so proprio da dove mi sia uscita sta roba, ero sotto la doccia in un momento di depressione profonda ed ho avuto l’ispirazione….

A dire la verità questa Ff avrebbe anche un seguito, ma non è ben definito e non vorrei rovinare tutto comunque se mi dite che ne vale la pena posso sempre rimetterci mano.

Beh, che vi sembra? Mi lasciate un commentino?

Un bacio a tutti quelli che leggono ma soprattutto a quelli che recensiscono Seyenne^.^

  
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