Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Yoshinori Nakai e Takashi Shimada; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

Padre e figlio: dubbi .

- Povero Terry!- disse Wally.

- Speriamo che si riprenda- aggiunse Dik Dik.

- E' tutta colpa mia!- si colpevolizzò Kid.

- No Kid! Non ti devi preoccupare.- cercò di tranquillizzarlo Checkmate.

- Ragazzi, forse è meglio se lo lasciamo riposare...- ordinò Meat.

Così se ne andarono dall'ospedale.

Terryman era seduto su una sedia di fianco al letto.

Il suo sguardo era spento.Strinse i pugni e ringhiò:

-Proprio non capisci, vero Terry?-

Abbassò il capo:

- Sei sempre troppo instintivo e presuntuoso.-

Rialzò la testa e osservò il volto del ragazzo e si rattristò:

-Perchè non capisci? Perchè ti ostini sempre? Perchè vuoi far soffrire gli altri?-

Poi aggiunse sottovoce:

- Perchè vuoi farmi soffrire?-

Si incupì:

- Se mi odi così tanto pensa alla mamma. Lei si ucciderebbe se.... Se....- si bloccò. Aveva la voce rotta e gli occhi si riempirono di lacrime ma cercò di trattenerle:

- Perchè vuoi sempre rischiare di morire? Io sto male quando ti vedo così , sai?-

- Ma io non voglio farti penare!- 

Terryman alzò di scatto la testa e vide Terry con gli occhi aperti ma ancora debole.

Sorrise ma continuò:

- E allora perchè? Ti prego, dimmelo! Io davvero non capisco!- lo pregò il padre.

- Perchè io ti devo dimostrare che sono forte, per renderti orgoglioso di me!- disse un po' dolorante.

Il maggiore scosse la testa sconsolato:

- Oh Terry....-

Poi rivolse lo sguardo di nuovo verso il figlio e riprese:

- Tu non mi devi dimostrare niente! Io so già quanto vali. Però figliolo ogni essere ha anche dei limiti, lo sai?-

Il minore non rispose. Ecco, aveva ancora sbagliato mossa.

- Scusa papà!-. Sussurrò febilmente.

Il vecchio texano vide che il giovane aveva voltato la testa dall'altra parte.

Terryman sorrise dolcemente. Suo figlio era cresciuto, era già un uomo ma per lui rimaneva sempre il suo piccolo bambino da come si comportava.

- Terry, io sono orgoglioso di te. Lo sono, lo sono sempre stato e lo sarò sempre.-

Il giovane americano si rigirò verso il padre con gli occhi lucidi. Quelle parole lo avevano rincuorato.

Terryman accarezzò i capelli del figlio che si assoppì con il tocco lento e protettivo, sorridendo.

Il vecchio wrestler lo guardò addormentarsi poi prese il cappello.

Quando fu a due centimetri dalla porta una voce lo fece voltare:

- Io non ti odio, papà. Ti voglio bene e mi dispiace se ti ho fatto preoccupare.-

Terryman si calò il cappello in testa e rispose: - Ti voglio bene anch'io, figliolo. Scusami se ho avuto dei dubbi sul tuo conto Ora cerca di riposare.-

Terry si riaddormentò sereno e il padre tornò a casa rincuorato.