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Autore: The_Mad_Maid    11/08/2013    0 recensioni
Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I am not a robot

Lo guardai negli occhi, era triste, sommerso dagli impegni, la fatica stava spegnendo la luce che mi aveva fatto innamorare di quello splendido ragazzo; E perché? Semplice, si mostrava vigoroso e maturo davanti a tutti, ma in fin dei conti era solo un bambino.
-Basta non sei una macchina, non puoi fare tutto...-dissi dolcemente massaggiandogli le spalle.
-Non sono stanco.-si alzò e mi lasciò sola nel grande e vuoto letto.
Lo vidi fumare, si comportava male negli ultimi tempi. Non era più lo stesso.
Lo accarezzai da dietro, lui si voltò e mi diede un sorriso tirato. Sfiorai la sua mascella e ci lasciai un piccolo bacio; Era meglio essere pacata  e dolce, bastava una persona aggressiva in casa.
-Tranquillo, riposati, prenditi una pausa, anche il tuo capo lo vuole, i tuoi parenti...
-No, è solo un momento, sono un pochino debole. -E via con un'altra sigaretta. Due pacchetti al giorno, sempre sempre peggio. Dovevo agire.
-Ricordati: non devi essere perfetto e sentirti sempre al top, è normale...
Mi abbracciò affettuoso, per le mie parole. Aspirai il suo buon odore. Profumava di se stesso ed era quello che amavo di lui. Appoggiai il capo sul suo petto, sembrava un duro ma dentro era come un ingenuo e piccolo bimbo che ha bisogno di calore. Il suo cuore finalmente era quieto.
Lo baciai, lui mi scostò un po’ freddamente; Ma lo potevo capire...era stressato, abbattuto, usato come un robot.
-A me piaci come sei dentro.
Continuai il mio monologo, lui mi fissava fumando distrattamente, ormai ripeteva quel gesto così spesso che mi sembrava di vederlo solo con la sigaretta in mano.
-Io ti amo per quello che sei e non perciò che fingi di essere...Come disse Kurt Cobain, meglio essere odiati per quello che si è che essere amati per qualcosa che non si è...Quindi non continuare a fingere una forza che non hai...ti stai solo autodistruggendo...
-Ora basta, cazzo! Non sei mia madre!-si alzò di scatto rabbioso ed  io con lui.
-Infatti! Io provo un amore diverso dal suo, ma sempre nei tuoi confronti. -dissi senza perdere la calma, con il suo comportamento capriccioso.
Presi i suoi capelli e mi avvicinai. Lui mise una mano sui miei fianchi, e mi accarezzò la pelle che usciva dalla maglietta. Brividi di piacere mi attraversarono la schiena. Sorrisi sulle sue labbra. Il suo fiato contro il mio. Il suo cuore contro il mio. Sentivo le sue emozioni...è quella che chiamano empatia. L’empatia quella di cui tutti avremmo più bisogno.  Le nostre labbra lievi e timide... da quanto tempo non parlavamo? Da quanto non ci scambiavamo semplici parole o gesti d’affetto? Troppo tempo...
-Sei solo vulnerabile...come tutti...Sei così tenero
Ridacchiò per le mie frasi che potevano apparire sdolcinate, ma che venivano dritte dal mio cuore. Mi toccò i riccioli. Abbassai lo sguardo, i suoi occhi erano troppo profondi per non sentirsi fragili rispetto a lui.
-Ma sei anche problematico-le nostre risa si mischiarono con i nostri baci.
-I tuoi occhi sono come una calamita, anzi tu sei una calamita che attira tutte le pinzette.
-E le pinzette, fammi indovinare sono le ragazze?-la sua voce sardonica nel rispondermi.
-Sì, e sono gelosissima!-mi morse piano il labbro inferiore, mentre io gemevo sotto di lui incontrollatamente. Attimi infiniti di pura felicità.
-E indovina tu una cosa!? Non sei un robot, perciò da domani ferie!
-Ma non farò nulla...mi sentirò inutile!-protestò debolmente.
-Non fai mai nulla!
-Sì, lavoro...
-Intendo...non vivi!
-Perché tu fai tanta vita mondana!-ribatté piccato.
-No, non la faccio perché io sono fidanzata con te, convivo con te e poi...ti sembro la tipa da andare da sola al cinema o da qualunque altra parte?!
Mi diede un buffetto senza dire nulla, perché sapeva che avevo ragione. A pensarci bene io vivevi la mia vita molto peggio di lui, io non lavoravo nemmeno, certo studiavo. La mattina mi svegliavo senza orario, e per il resto le mie giornate si succedevano una uguale all’altra. E lui non c’era mai. Quella sera, non era tanto affaticato, finalmente un piccolo ritaglio di tempo per parlare.
Poi il suo cellulare squillò. Non lo guardò neppure. Faceva sempre così, si escludeva in maniera puerile e senza senso...Perchè?
-Non essere patetico!-cercò di zittirmi ma continuai imperterrita-Devi solo aprirti e cantare!
-Sei pazza-soffiò con gli occhi sgranati per le mie parole.
-No! Tu sei ottuso! Non chiuderti a riccio! Siamo giovani, freschi, inesperti, innamorati e pensanti! Soprattutto liberi! Godiamoci questi momenti che non ritorneranno mai più!
Sorrise convinto, forse dalla verità delle mie parole dirette e sincere. Ci baciammo di nuovo, ma compassione e fervore, perché eravamo giovani. Perché dovevamo ricominciare da capo, riscuotere le nostre vite, impadronirci del futuro e sentirci vivi, facendo sbagli e scherzando per le cazzate.
Facemmo l’amore, con sentimento e poi io-sorprendendo anche me stessa-piansi di gioia di malinconia e stupidità insieme.
-Sono vulnerabile, ho bisogno di te, sempre...
-Shh tranquilla-ora i ruoli erano invertiti lui calmava me.
Tra i singhiozzi dissi-Puoi farmi sentire reale? Puoi accendere il mio potere?
-Sì, sì.-
Ci lasciammo trascinare dal turbinio svincolato, puro e pieno di desiderio; il desiderio di sentirsi vivi, felici, cantando, ballando, ridendo e anche piangendo.
Forse non ci saremmo amati per sempre, come nei romanzi, forse avremmo litigato ci saremmo traditi, ma è cosi che succede perché non siamo robot.
Allooora oggi stavo rileggendo il testo di questa meravigliosa canzone di Marina and the Diamonds e be’ merita moltissimo, quindi perché non scrivere una one shot su questo stupendo testo?! Perciò l’ho fatto :3
Ecco la canzone   àhttp://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=S_oMD6-6q5Y
 
  
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