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Autore: _Woodhouse_    11/08/2013    3 recensioni
"La verità è che sapere voleva dire cominciare a sperare."
Un segreto - quello di Aido e Yuki - che cambierà le sorti di un'eterna partita a scacchi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabusa Aido, Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO



«Yuki, posso parlarti un istante?»


Ricordo quella richiesta di Aido con una nitidezza spaventosa.
Ricordo lo strano contorcersi delle mie viscere, la breccia fulgida nel suo sguardo,
il condensamento di sensazioni indefinibili, contraddittorie, situato proprio al centro del mio petto.
Seguii Aido fuori dalla stanza, lasciandovi dentro la mia partita a scacchi con Nee.
Era una notte cupa, le stelle erano rade e lontane le une dalle altre, la luna soccombeva all’oscurità e il vento, attraversando i rami degli alberi che circondavano casa, emetteva un sussurro sibillino.
Mantenni lo sguardo basso, anche se Aido scelse comunque di darmi le spalle.
«Ho cercato a lungo, Yuki, quanti anni sono? Trecento? Ebbene, credo che le mie ricerche abbiano fruttato. Non so dirti se si tratta soltanto di un abbaglio, ma so che è l’unica possibilità che abbiamo.»
«Hai… hai.. trovato un modo per restituirmelo?» mi sembrò che per pronunciare questa domanda mi fossi prosciugata di ogni energia. Il terrore e il desiderio duellavano furiosamente nelle mie vene e il mio cuore, il mio cuore era come se dovesse spezzarsi  o precipitare in qualche sperduto abisso dentro me.
«Sì, Yuki. Voglio sperarlo, quantomeno.» sussurrò gravemente Aido.
Mi avvicinai a quel vecchio e fedele amico e, dopo avergli posato una mano sulla spalla, tentai di proferir parola, ma le emozioni erano troppe e troppo intense perché le mie labbra potessero esprimerle in un flusso di parole.
Le parole. Che inutile invenzione. In quante parole mi ero persa prima di soffermarmi una volta sola nello sguardo di Kaname, quando avrei dovuto?
Con quante parole l’avevo ferito? E quante ne avevo soffocate senza sapere che sarebbe bastato il minimo per dargli quello di cui aveva bisogno?
Le parole – quelle giuste- avrei potuto usarle per lenire la sua antica solitudine.
Ad ogni modo non fu necessario dire nulla: Aido conosceva tutto quello che serviva e sapeva di quali risposte avevo bisogno.
Si voltò verso di me e accolse la mia mano tra le sue e mi promise che avrebbe fatto di tutto per concedere un’altra possibilità alla nobile vita di Kaname Kuran.

«Riposa, Yuki, sei talmente scossa. Ti parlerò dei dettagli non appena ti rivedrò giusto un po’ più lucida. Hai bisogno di metabolizzare, lo capisco.» fece Aido con fare protettivo.
«Credo tu abbia ragione.» furono le uniche parole sensate che riuscii a racimolare.
Anche se in un altro momento, probabilmente, avrei insistito veementemente per conoscere subito ogni informazione necessaria, quella notte non osai ribattere. La verità è che sapere voleva dire cominciare a sperare e sperare, farlo con passione e forza, tanto quasi da morirne, avrebbe ferito un’altra persona, ed io avevo bisogno di tempo anche per prepararmi a questa evenienza.
«Ah, Aido?»
«Sì? » si voltò appena prima d’imboccare la rampa di scale.
«Non farne parola con Zero. Non ancora
   
 
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