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Autore: bebabeba    18/02/2008    3 recensioni
Corre l'anno 1968, e Tai e Sora sono due semplici ragazzini del liceo classico che tutt'ad un tratto si trovano ad essere protagonisti dei gloriosi anni della contestazione studentesca e a far parte dell'ambiente eversivo e comunista bolognese. Riuscirà la loro storia d'amore a resistere alle intemperie della giovinezza e all'arrivo dell'affascinante Yamato?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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1968 9

1968

 

Era scoccato il giorno della vendetta.

Tai, Izzy, Mattia e Andrea stavano acquattati dietro ad un cespuglio del cortile del palazzo di Yamato, protetti dalle tenebre precoci tipiche dei pomeriggi di febbraio. Erano le 6 di sera e il quartetto stava aspettando impaziente che la cameriera uscisse come ogni sera per andare a fare la spesa. Sì: avevano studiato tutti i particolari, dalle abitudini della domestica, agli orari dei padroni di casa; avrebbero avuto la bellezza di 20 minuti di tempo per attuare la vendetta.

Tai non aveva avuto il coraggio di raccontare agli amici, nemmeno a Izzy e a Joe, il vero motivo dell'incursione vendicativa in casa di Ishida. Era troppo frustrante ammettere davanti a loro che la sua Sora l'aveva tradito con un fascista, per cui li convinse a partecipare dicendogli che dovevano andare a fare danni in casa del ministro Ishida, per il semplice motivo che era fascista. Soltanto Mattia conosceva il vero motivo. Joe, però, non aveva voluto partecipare all'avventura considerandola uno stupido atto violento, infantile e esibizionista.

Finalmente la cameriera fece capolino dal portone del palazzo; attraversò a passetti veloci il cortile, strinta nel cappotto per proteggersi dal freddo pungente e uscì dal cancello. I quattro ragazzi si scambiarono una gomitata d'intesa:

"Forza Izzy! E' il tuo momento!"

Izzy sbuffò protestando: "Non capisco perchè il lavoro più difficile tocca a me!"

"Perchè tu sei il più piccolo e agile, e se ti beccano puoi inventarti una balla qualsiasi, che tanto tutti credono al tuo bel faccino innocente!"

Il rosso sospirò e si diresse con disappunto verso l'edificio. Si avvicinò al davanzale della finestrella del seminterrato e ci salì. Da lì riuscì a raggiungere con la mano la sbarra di ferro dove venivano stesi i panni ad asciugare; vi si aggrappò e si altalenò fino a toccare con i piedi la ringhiera del balcone di casa Ishida, che per fortuna era al primo piano! Finalmente riuscì ad arrivare all'interno del balcone e a raggiungere la porta finestra che dava all'appartamento che era aperta. Fece un cenno ai compagni che uscirono dal cespuglio e si diressero di corsa verso il portone del palazzo. Attraversarono l'atrio con passo felpato; per fortuna il portiere in quell'istante non era presente, altrimenti avrebbe voluto sapere chi fossero. Salirono le scale fino al primo piano, mentre Izzy intanto si era introdotto in casa e aveva raggiunto la porta dell'appartamento, liberandola dall'interno dai numerosi giri di serratura e dai chiavistelli. Aprì agli altri tre.

"Bella performance, Izzy! Hai un futuro come scassinatore!" disse Tai battendogli sulla spalla.

"Già, sei lo Spiderman dei poveri!" aggiunse Andrea sghignazzando.

"Scordatevelo! La prossima volta tocca a te, Tai!"

"Bado alle ciancie, ragàs, il tempo stringe!" intervenne Mattia. Estrasse dalla ampie tasche del suo Eskimo il pennello e un barattolo di vernice rossa: "Vediamo un pò dove possiamo farla..."

I ragazzi si cominciarono ad aggirarsi per le stanze dell'ampio appartamento cercando il posto più adatto per lasciare l'impronta del loro passaggio.  Avrebbero potuto distruggergli la casa, bruciargli la macchina, rubargli i gioielli o spargere letame nelle stanze da letto... Ma in fondo erano bravi ragazzi, e avevano deciso di limitarsi a dipingere una falce e martello sul muro, ovvero il simbolo dei loro ideali e della loro rabbia (anche se in realtà anche l'idea del letame era molto affascinante...).

Tai aprì una porta a caso e si ritrovò in una bella stanza ampia; alla sua destra si c'era una mensola piena di dischi: Bob Dylan, Beatles, Pink Floid, Rolling Stones... una fantastica collezione di musica moderna! Il ragazzo sbuffò pensando ai pochi pallosi dischi che possedevano i suoi genitori, fra i quali spiccava Gianni Morandi, l'idolo della madre. Altre due mensole erano piene di libri ordinatamente allineati, sia romanzi che testi di scuola... Quella stanza doveva appartenere senza ombra di dubbio a un ragazzo! A Yamato! La sua ipotesi fu confermata quando vide sul comodino la foto del biondo insieme a una donna, che probabilmente doveva essere sua madre. Aveva trovato la stanza di Yamato...La stanza del suo rivale... Lo assalì una strana sensazione. Sfiorò con una mano le corde della chitarra appoggiata alla parete, aprì l'armadio e carezzò la stoffa pregiata dei suoi vestiti appesi, toccò il piumone soffice che copriva il letto matrimoniale... Tutti i suoi oggetti avevano un effetto ipnotico su di lui...

"Questa camera... chissà se Sora è stata qui?...questo letto...Dio, dio, dio non posso pensarci! Chissà cos'hanno combinato qua dentro! Ma... ma... forse non l'hanno nemmeno fatto! Sono uno stupido e un codardo! Invece di farmi tutti questi viaggi mentali dovrei prima parlarle per sapere finalmente che cazzo hanno fatto e soprattutto il perchè! Devo smetterla di struggermi nell'incertezza, mi ucciderebbe! Domani tornerò a scuola e la affronterò! Basta ya!"

Uscì scuotendo il capo ed entrò nella stanza adiacente; subito un sorisetto maligno si affacciò sulle sue labbra: "Qui! Venite!" gridò agli altri. Era nientepopodimenoche nella stanza del ministro, cupa e seria quasi quanto lui. Appeso a una parete c'era il suo ritratto. Il ritratto che aveva dipinto la mamma di Sora. Il ritratto che aveva fatto conoscere Sora e Yamato...

"Ah ah, mi sembra perfetto. A te l'onore Tai" disse Mattia porgendogli la vernice. Il moro intinse il pennello nel colore rosso come il suo dolore e la sua rabbia, e tracciò rapido e deciso il simbolo di una delle poche cose in cui credeva ancora dopo tradimento: una falce incrociata con un martello e una stella. Voltò le spalle alla sua opera e uscì dalla stanza col capo alto, mentre la vernice colava dalla faccia del ministro e sporcava anche la parete.

"Averemmo potuto fare danni molto più gravi se avessimo voluto, siamo stati gentiluomini. Joe avrebbe dovuto venie con noi!" commentò Izzy.

"Già, ma... ora è meglio levare le tende prima che torni la cameriera dal supermercato!"

"Hey, fermi un attimo!". Andrea sbucò dalla cucina brandendo due bottiglie di champagne: "Guardate cosa ho trovato qua!"

"Mammamiabella, questo è capace di costare più di cinquantamilalire a boccia!" rispose Izzy ammirando a bocca aperta l'etichetta pregiata della bottiglia: "Champagne francese!" 

"Io direi di approfittarne in nome di tutti i nostri poveri compagni, che vivono nella ristrettezza, mentre questi stronzi si bevono del vino che costa più di noi quattro messi insieme!" proferì Andrea alzando il pugno.

Tutti furono daccordo.

Si calarono dal balcone e scapparono in strada, attenti a non farsi beccare proprio alla fine. Sghignazzavano di brutto per la tensione causata dal rischio, e già si immaginavano la faccia del ministro Ishida nonappena sarebbe entrato in camera! Si portarono dietro tre bottiglie di champagne a testa. Presto avrebbero festeggiato degnamente la riuscita dello "scherzetto" a casa di Joe!

---

 

In quel preciso momento Sora e Yamato giacevano abbracciati nel letto di Sora. Sotto ad un soffice strato di coperte colorate nella stanza disordinata e piena di gingilli di ogni tipo: candele e incensi, tende colorate provenienti dal Nepal e dall'India, specchi e lampade decorati da Sora, vestiti e libri sparsi qua e là, quadri di Sora alle pareti... Tutto era così caldo e accogliente agli occhi di Yamato. Era la prima volta che era entrato in camera di lei. Aveva anche potuto conoscere la madre di Sora, che era intenta a lavorare a un quadro nell'atelier al piano di sotto, con un bocchino con una sigaretta sottile fra le labbra. Era davvero una donna suggestiva; era così indifferente alle faccende di Sora: non molte madri lascerebbero salire in camera la figlia quindicenne con uno sconosciuto, oltretutto sapendo che il fidanzato della suddetta figlia è un altro. Sora aveva commentato amaramente che quando la madre era fatta di valium non si preoccupava più di niente. Il biondo baciò la fronte della ragazza assopita fra le sue braccia, come a volerle trasmettere un pò dell'amore che la madre non le dava. Osservò il comodino al lato del letto: c'erano due foto. Sulla prima c'era un uomo sorridente sulla quarantina, che doveva essere il signo Takenouchi, mentre la seconda ritraeva Tai e Sora abbracciati e sorridenti. Era stata scattata solo pochi mesi prima eppure le cose erano così cambiate...

"Sora... Non ti senti in colpa?"

La rossa sospirò: "Certo che mi sento in colpa... Mi faccio schifo! Sai che sono quattro giorni che non lo sento?!Ho approfittato delle sue assenze a scuola per stare con te! So che devo parlargli, ma non trovo il coraggio nemmeno di telefonargli per dargli i compiti... Non posso continuare a stare con lui e vedermi con te..."

"E quando gli parlerai che cosa gli dirai?" chiese Yamato con tono spento, aspettandosi l'imminente fine dalla sua storia con lei.

"Beh... Gli dirò che l'ho tradito."

"E lui ti perdonerebbe e tornereste insieme come se non fosse successo nulla..." commentò lui abbassando lo sguardo.

"Sì, lui mi perdonerebbe. Ma non torneremmo insieme, perchè la mia coscienza mi impedisce di stare insieme a lui se sono innamorata di un altro..." scostò lo sguardo da lui dicendo le ultime parole, perchè era la prima volta che ammetteva a sè stessa e a lui che gli piaceva davvero...

"Davvero ti piaccio sul serio??". A Yamato si allargò un bellissimo sorriso sulle labbra e cominciò a ridacchiare dalla gioia ricoprendo il viso di Sora di bacetti.

"Dai scemo, smettila! E' già così frustrante per me il fatto di aver gettato ai porci la mia felicissima storia con Tai per te che mi consideri solo una storiella!!"

"Ma no!" le prese i viso tra le mani "guarda Sora che per me tu non sei solo una storiella , mi piaci davvero!"

"D-davvero?.."

"Sì sciocchina!"

I due ragazzi ruppero in una risatina nervosa: per tutto il tempo della loro tresca non erano riusciti a dirsi che si volevano bene. Sarebbe stato tutto più facile, si sarebbero risparmiati tanti sensi di colpa...

Si strinsero felici, ricominciando a baciarsi e ridendo dalla gioia. Sora allungò un braccio sul comodino per girare verso il muro la foto di Tai, come per impedirgli di vedere quello che stavano per fare.

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La mattina dopo Sora non venne a scuola. Tai si vide obbligato a rimandare ancora le sue richieste di spiegazioni. All' una andò a prendere la sorellina a scuola. Aspettava davanti alle medie Carducci da quasi 5 minuti che Kari uscisse, appoggiato al muretto del cancello principale, con le mani affondate nelle tasche. Svogliatamente si guardò intorno sbadigliando. Finalmente la campanella suonò e in pochi istanti la massa di ragazzini iniziò a fluttuare fuori dal portone. Sorrise scorgendo la cara sorellina in mezzo al branco di bambini vocianti, che stava parlando amabilmente con un bimbo biondo: Tk. Tai lo conosceva bene perchè veniva spesso a casa a giocare con lei. Erano così carini... In un attimo gli venne in mente l'immagine di lui e Sora da piccoli, che uscivano insieme da scuola... Anche loro erano così carini, ma adesso...

"Ciao fratellone!" disse Kari abbracciandolo di slancio.

"Ciao Kari, tutto bene a scuola?"

Il ragazzo sorrise mesto e si accommiatò da Tk , e da bravo fratello maggiore prese per mano la ragazzina e le prese la cartella, che era troppo pesante per lei.

"Ma quanti libri ti fanno portare a scuola?? Siete soltanto bambini e vi fanno già sgobbare così tanto! Dovreste occupare anche voi!" risse ridendo.

Il sorriso gli morì sulle labbra quando vide a pochi metri da lui un ragazzo biondo ormai ben noto. Non si accorse nemeno che il biondo teneva per mano Tk, in quanto come lui era venuto a prendere il fratello a scuola, perchè i suoi occhi erano già acciecati dalla rabbia. Tutto l'odio represso sfociò in un secondo. Finalmente si trovava faccia a faccia col rivale, e sentì una vampata di caldo salirgli dallo stomaco e le mani formicolargli. Gli si avvicinò a passi lenti pronunciando con disprezzo: "Tu!"

Yamato si girò di scatto e sussultò : "Lui!"

Senza potersi nemmeno rendere conto di quello che stava succedendo il biondo si trovò in un attimo steso a terra con un sordo dolore alla mascella. Non fece in tempo ad asciugarsi il rivolo di sangue che gli colava dalla bocca , che Tai gli fu nuovamente addosso menando colpi all'impazzata. Il biondo tentò di reagire con calci e pugni nello stomaco, anche se faceva fatica a competere con i muscoli allenati del moro. In men che non si dica attorno a due ragazzi azzuffanti si formò un gruppo di bambini curiosi e madri indignate.

"Tai!" "Matt!" esclamarono Kari e Tk sconcertati alla vista dei fratelli, tentando di staccarli. Dopo innumerevoli sforzi riuscirono a fermarli. I due si allontanarono fissandosi loschi, Yamato con un labbro sanguinante, i capelli scompigliati e il cappotto strappato; Tai con un occhio nero e altre innumerevoli ammaccature...

Tai alzò teatralmente un dito inquisitore contro Ishida :"Vai al diavolo lurido fascista! Pensavi che Taichi Yagami si lasciasse tradire così senza reagire??! E ritieniti fortunato perchè avrei potuto aspettarti sotto casa con una decina di amici, ma sono troppo leale per farlo!". Detto questo uscì dal cancello della scuola a testa alta, sotto gli occhi sbalorditi della folla, e con Kari che gli correva dietro per raggiungerlo.

 

Uff che fatica scrivere questo capitolo! Finalmente ho deciso come finire la storia e vi annuncio che il prossimo capitolo sarà l'ultimo! (Wow non avrei mai pensato di riuscire a scriverne ben 10!! Per me è un record!)... PS: l'Andrea che va con Tai & Co. in casa Ishida è lo stesso dl cap 5.

Alla prossima ragàs

Beba

  
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