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Autore: Mrs LeeHae    11/08/2013    1 recensioni
{ - Tratta da AsianFanfics. - }
La vita è sempre stata una cosa strana.
Siamo nati per vivere, ma a un certo punto dobbiamo morire.
Ma quello che viene lasciato indietro, continua ad andare avanti.
[ Credits fanfiction: mapihypermonkey // Traduzione: Mrs. LeeHae ]
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Leeteuk
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice:  Bonjour ヽ(^Д^)ノ !  / Mi metto qui, così non vi rompo a fine storia. /
Stavo curiosando tra i miei preferiti - che sono alquanto ricchi di fanfitcion - e rileggendo questa, ho voluto tradurla.
Penso che sia davvero una bellissima fanfiction.
Ti mette un'angoscia assurda ma ti fa comunque comprendere che certe scelte sono sempre fatte per amore.
Questa è per l'appunto una traduzione, non possiedotrama né tanto meno i personaggi - anche se non mi dispiacerebbe, lol. - 
Spero di aver tradotto in maniera almeno passabile e da renderla leggibile.
Per qualsiasi errore, non esitate a farmelo notare ^^


Buona lettura a tutti.


 

Left Behind





"Sei sicuro che è per me?"

Devo essere sembrato così infantile allora. 

Ricordi che avevo cercato di dimenticare, erano tornati in mente uno per uno. 

"Grazie! Ti amo così tanto! "

Tutto quello che riuscivo a vedere era un volto sorridente spalmato nella mia testa. 
Avevo dimenticato tutto di lui. O meglio - non volevo ricordare.

 

Vestiti di nero, come il buio della notte, uomini e donne sedevano fianco a fianco nella piccola chiesa. Il ronzio silenzioso delle chiacchiere nella chiesa si trasformò rapidamente in un completo silenzio, non appena l'organista cominciò a suonare il grande organo legnoso. La melodia suonata era bella, ma triste allo stesso tempo, come una mela dolce, che lascia un retrogusto amaro.

 

Il volto cominciava a prendere forma nella mia testa, e ho potuto vedere Donghae sorridermi felicemente - il suo volto non mostrava nulla, se non il suo amore per me. 

"Posso davvero tenerlo?" Un'altra domanda infantile sfuggita dalla mia bocca, ho sempre voluto sapere così tanto. 

"Certo che puoi stupido ! L'ho comprato per te! "La sua voce distorta suonava strano dentro la mia testa. Era difficile credere che ci fosse voluto così poco tempo per dimenticare.

 

La melodia cambiò ad un passo più tranquillo. Come un sussurro in un orecchio. Una grande bara dipinta di bianco si lasciava trasportare dentro da sei uomini vestiti in nero. 
Tutti sapevano, che sembrava ci fosse un buco nero in quella maniera e che la bara sembrasse nascosta.. ma nessuno avrebbe avuto il coraggio di dirlo ad alta voce.
Nessuno voleva nemmeno ammettere, che non sarebbero mai, per l'eternità, stati in grado di udire nuovamente la sua voce.

 

Il me ventenne stava davanti a Donghae, mentre quest'ultimo chiudeva la serratura sul braccialetto che mi aveva dato. 
Era stato il primo regalo che lui mi aveva mai dato.
Era da parte del mio primo amore. 
Non potevo dire abbastanza volte: "Ti amo"
Ogni volta che lo dicevo, lui rideva di me. 

"Non mi ami anche tu?" Avevo chiesto metà serio e metà scherzoso. 
"Eunhyuk! Certo che ti amo", aveva risposto, coinvolgendomi in un abbraccio. 
Come giovani e sciocchi eravamo allora.

 

Guardai il mio polso, che stava riposando sul mio grembo. Era ancora lì. Il braccialetto che avevo ottenuto da Donghae. L' avevo indossato da allora, il giorno che mi era stato donato. In tutti questi anni, con lacrime e risate che abbiamo avuto insieme. Gli avevo promesso che non l'avrei mai perso. Ancora una volta ho guardato fino all'altare. Il prete borbottò parole incomprensibili, che solo lui capì. Parole che, pensava, avessimo sentito.

 

Il giovane me, era diventato qualche anno più grande nella mia mente. 
Avevamo litigato. 
Donghae e Io.
Era stato veramente stupido. 
Nessuno di noi poteva ricordare ciò che era la causa della discussione dopo. 
Non aveva importanza. 
Ci eravamo perdonati a vicenda facilmente. 
Ci amavamo. 
"Tu sei l'unica al mondo, mi piace discutere con te" aveva riso,  baciandomi poi sulla guancia, "perché mi piace tutto di te."
Lui era sempre stato così onesto. 
Perché  io ero stato così timido? 
Perché non l'ho mai detto, che cosa avevo in mente?

 

Il sacerdote fece il segno della croce davanti alla bara, dopodiché quest'ultima venne trasportata all'esterno. 
La chiesa divenne chiassosa, la gente si alzò e cominciò a parlare, ottenuto più rumorosa, dopo che erano stati in silenzio fino ad ora. 
In mezzo al trambusto, lo vidi. 
Lui - chi aveva la colpa per avermi fatto sentire così. 
Lui - che era da biasimare per avermi fatto perdere il mio primo e unico amore.

 

Mi sono visto. 
Il me ventiseienne.
Ero in piedi di fronte a Leeteuk, che mi diede la notizia. 
I suoi occhi erano iniettati di sangue a causa del troppo piangere, e sembrava esausto. 
"Donghae è morto", egli stava lottando per non crollare - Lo sapevo, lui non voleva piangere davanti a me. "Donghae stato investito da una macchina."
Avevo aperto la bocca, ma subito la richiusi. 
Ripetei tutto da capo un paio di volte. 
"Posso vederlo?" Balbettai attraverso le parole, lottando per trattenere le mie lacrime. 
"Chi?" Leeteuk aveva chiesto, mentre lui mi strinse in un abbraccio. 
Ancora una volta provai a dire qualcosa, ma non ci riuscii. 
Avevo perso la mia voce.

 

L'uomo, che aveva preso tutto da me , si stava dirigendo verso di me. 
Chiusi gli occhi. 
Non volevo vederlo, ma l'immagine di lui stava già bruciando nella mia mente.
Lo sentivo al mio fianco. 
"Mi dispiace," sussurrò. 
Guardai il braccialetto.
Il mio ultimo collegamento a Donghae. 
Il mio ultimo ricordo. 
"Se tu potessi risolvere tutto con delle scuse, perché avremmo bisogno della polizia?" Sussurrai duramente. 
La mia vita era stata rovinata. 
Corsi fuori dalla chiesa, fuori all'aperto.

 

"Ho solo bisogno che tu continui a sorridere sempre", Donghae rise, baciando l'attimo dopo le mie labbra. 
Gli sorrisi e annuii in risposta. 
Avrei provato a fare di tutto per continuare a sorridere per sempre - per il suo bene. 
Avevo il mio braccialetto indosso come sempre, e guardai giù su di esso, come ho pensato tra me e me, che vorrei sempre trovare un motivo per sorridere.

 

Ero sulla spiaggia sottostante  alla chiesa. 
La sabbia si estendeva per quanto potei constatare.
Infine lasciai le mie lacrime cadere. 
Il vento freddo mordeva le guance nude, e le mie lacrime sembravano divenire come cristalli. 
Guardai verso il mare. 
Quello fu il momento, presi la decisione più importante della mia vita. 
Mi alzai e armeggiai per togliere il bracciale. 
Come il metallo liberò la mia pelle, mi sentii strano. 
Come se qualcosa di importante mancasse. 
Misi il braccialetto giù sulla roccia, e rimasi per un po' seduto accanto ad esso. 
"Addio Donghae," sussurrai, "Mi ricorderò di sorridere per entrambi."
Con quelle parole voltai le spalle al braccialetto, incamminandomi verso la chiesa. 
Sapevo che, dovevo dire addio al mio ultimo ricordo, o non sarei mai stato in grado di andare avanti. 

  
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