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Autore: _mcfly_    11/08/2013    0 recensioni
(dal cap. 1)
Ehm, io sono Gerard, puoi chiamarmi Gee.. Cosa ci faccio qui?- chiesi cercando di non sembrare uno psichiatrico con gli amici immaginari
-Eri svenuto su un marciapiedi ed eri coperto di sangue percui ti ho portato in casa mia. Non eri in un bel quartiere, sai? Non volevo lasciarti lì conciato così. A proposito, non hai nulla di rotto, mia madre è infermiera- disse e le sue guance divennero di un rosso vivo -non sono un maniaco, tranquillo, e neanche un assassino- piuttosto un angelo direi.
-Lo so, cioè non lo so ma ehm- dì qualcosa di sensato ti prego -grazie- risposi.
Frank fece un sorriso che lo fece sembrare seriamente un angelo sceso sulla terra per salvarmi la vita.
Ancora non lo sapevo, ma lui mi avrebbe salvato per davvero.
Magari era un angelo seriamente.
(Frerard, e come potrebbe non esserlo? quei dui sono troppo shippabili! *w*)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, questa è la mia prima ff in cui mi cimento percui non siate troppo brutali con me :D
Hope you enjoy <3
Dora

Gerard P.O.V.

Non avevo la più pallida idea di che ore fossero, il sole era tramontato e non me ne ero nemmeno accorto.
Il sole era appena tramontato ed io ero già sbronzo. Stavo peggiorando.
-Vai a casa Gerard- diceva una vocina dentro di me. Taci coscienza, io non ce l'ho più una casa, no, io non ce ne ho mai avuta una vera e propria. Qualcuno dice che la casa è dove si trova chi ti vuole bene e a me nessuno vuole bene.
Ha appena iniziato a nevicare e io sono in un vicolo sconosciuto con solo un maglioncino che per di più è bucato! Fantastico, oggi sono proprio tutte dalla mia parte.
-Guarda un po' chi c'è qui! Ehi Way cosa stai facendo? Aspetti il tuo ragazzo?- era una voce conosciuta, contornata da altre voci che ghignavano tutt'intorno. 
Quella voce apparteneva allo stesso corpo dal quale era partito il calcio che mi stava bucando lo sterno.
Non avevo la forza per difendermi e nemmeno quella per rispondere alle loro provocazione percui mi lasciai picchiare pensando a quelle parole, avrei davvero voluto che fosse stato così, avrei voluto davvero aspettare il mio ragazzo come diceva lui. Ma ero anche così fottutamente solo.
E così arrivò di nuovo il buio, ma questa volta lo seppi grazie al suono di una probabile costola rotta.
 
                                                        **
Un poster dei Misfits attaccato alla parete, una chitarra, delle lenzuola che profumavano di lavanda e la voce di un ragazzo che canticchiava dal piano di sotto. Non ero decisamente in camera mia.
Avevo dimenticato di specificare il dolore lancinante che avevo ovunque.
-Oh, ti sei svegliato.. Spero di non averti disturbato io, comunque io sono Frank Iero, ma se ti va puoi chiamarmi anche solo Frankie- dissero due occhi nel buio.
Occhi. Dei meravigliosi occhi castano-verde mi stavano parlando, e mi stavano porgendo la colazione.
-Idiota, gli occhi non parlano, è un ragazzo che parla. Non sai chi è e non sai nemmeno dove ti trovi.- disse la solita odiosissima vocina della mia stupida coscienza. Non bastavano i bulli a rompere i coglioni, ci voleva pure questo, nemmeno fossi Pinocchio.
-Bravo Gerard non ascoltarmi, come ieri, magari questa è la volta buona che muori- ffh, sapessi da quanto ci provo.
Ero troppo preso dai miei dialoghi interiori che non mi ero nemmeno accorto che Frankie mi stava guardando come si guarda un fantasma.
-Ehm, io sono Gerard, puoi chiamarmi Gee.. Cosa ci faccio qui?- chiesi cercando di non sembrare uno psichiatrico con gli amici immaginari
-Eri svenuto su un marciapiedi ed eri coperto di sangue percui ti ho portato in casa mia. Non eri in un bel quartiere, sai? Non volevo lasciarti lì conciato così. A proposito, non hai nulla di rotto, mia madre è infermiera- disse e le sue guancie divennero di un rosso vivo -non sono un maniaco, tranquillo, e neanche un assassino- piuttosto un angelo direi. 
-Lo so, cioè non lo so ma ehm- dì qualcosa di sensato ti prego -grazie- risposi.
Frank fece un sorriso che lo fece sembrare seriamente un angelo sceso sulla terra per salvarmi la vita.
Ancora non lo sapevo, ma lui mi avrebbe salvato per davvero.
Magari era un angelo seriamente.
  
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