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Autore: Anna_Asia    18/02/2008    1 recensioni
"...tutto cominciò quel giorno quando scoprii di aver vinto quel concorso. Avrei viaggiato per la prima volta nella mia vita…Mi ricordo ancora quando la professoressa venne da me...sapevo che con quel viaggio la mia vita sarebbe cambiata, ne ero convinta ancor prima di partire…"
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Capitolo 1

 

Ormai erano parecchie ore che cercava nella grande biblioteca di famiglia quel libro. Aveva guardato ovunque, ma di quello nessuna traccia. Rimaneva, solo l’ultimo scafale a destra da controllare. Prese la scala e salì. Cominciò a cercare buttando giù i libri che non le servivano. Proprio per colpa di uno di questi libri perse l’equilibrio e cascando dalla scala trascinò con lei un libro.

“ Ahia, che botta!” si stava massaggiando il fondoschiena, quando si accorse che tra le mani teneva un libro consumato da anni. Curiosa lo aprì e cominciò a sfogliarlo…

 

“…tutto cominciò quel giorno, quando scoprii di aver vinto quel concorso. Avrei viaggiato per la prima volta nella mia vita…”

 

“ Ma è la scrittura della nonna, deve essere una specie di diario” si disse la ragazza. Poi sfogliò altre pagine.

 

“… sapevo che con quel viaggio la mia vita sarebbe cambiata, n’ero convinta ancor prima di partire…”

 

“ Interessante… chissà cosa avrà combinato nonna da giovane”

“ Smeralda?? Dove sei?”

“ Oddio, la nonna”

“ Eccoti finalmente, ma che nascondi là dietro?”

“ Niente nonna!”

“Fammi vedere… mmh! Hai trovato il mio diario”

“ Non volevo leggerlo, solo che...”

“ Credo che tu sia abbastanza grande da sapere la verità su tutto quello che è successo”

“ Non sei arrabbiata?”

“ Vuoi leggerlo da sola o desideri che te lo racconti io?”

“ Raccontamelo tu, nonna” detto ciò la donna prese per mano, la sua dolce nipotina e la portò nella grande cucina vicino al camino accesso. Smeralda guardò fuori. Nevicava, nevica sempre d’inverno in Germania.

“ Ormai tu hai 15 anni e credo che posso raccontarti la mia vita con tranquillità, perché tu mi capirai.”

“ Come ha fatto la mamma?”

“ Camelia ha avuto qualche difficoltà all’inizio.”

“ Perché nonna? Che potresti mai aver fatto di tanto terribile, nonna?”

“ Per saperlo devi ascoltare. Cominciamo come nel diario?”

“ Si!”

La donna aprì il suo diario.

 

 

“…tutto cominciò quel giorno, quando scoprii di aver vinto quel concorso. Avrei viaggiato per la prima volta nella mia vita… Ricordo ancora, quando la professoressa venne da me.

- Natalie, hai vinto! Sei stata fantastica! -

- Non capisco! -

- Partirai per la Germania, sai hai vinto il concorso, ho appena parlato con Peter il direttore della rivista Bravo, andrai due settimane a Berlino dove ti sarà assegnato un incarico da giornalista.. -

-         Ma non è possibile, io frequento solo il primo anno d’università –

-         Beh, sei stata bravissima e hai vinto! –

Detto questo mi allontanai dalla mia professoressa, avevo solo due giorni per prepararmi psicologicamente e fisicamente a quello che dovevo affrontare.

Presi il mio trolley e cominciai a riempirlo di vesti e varie cose che mi sarebbero servite in Germania. Già , Germania chissà come mai proprio quel paese aveva scelto l’università per me. Lasciando cadere i vestiti sul letto, andai a prendere il mio testo e notai di aver ottenuto il massimo punteggio in tedesco, mentre in quell’altre tre lingue raggiunsi una percentuale del 90%. Niente male per una novellina…”

 

“ Quali sono le altre lingue che parli, nonna?!” chiese la nipotina.

“ Dunque l’italiano che è mia madre lingua, e che sa parlare anche Camelia, poi l’inglese, il francese e lo spagnolo”

“ Mamma sa l’italiano? Non me lo aveva mai detto”

“ Se vuoi un giorno te lo posso insegnare”

“ Si.. ma adesso continua con il racconto”

 

“… Quella stessa sera riferii ai miei genitori la notizia. All’inizio rimasero un po’ straniti, ma poi mi diedero tutto il loro appoggio come sempre. Mia madre cominciò a farmi le solite raccomandazioni.

-         Mi raccomando, stai attenta, e non fare niente d’avventato..-

-         Sì mamma non ti preoccupare, starò bene –

-         La mia piccola bambina!-

-         Mamma, dai, ormai ho diciannove anni, non sono più così piccola –

-         Lo so! Ma per me resti sempre la mia piccola Natalie –

 

“ Guarda Smeralda, ho anche una foto da giovane”

La ragazza prese la foto e la guardò. Ritraeva una bella ragazza dai capelli castani con qualche meches bionda, che le ricadeva morbidi sulle spalle. Aveva i capelli mezzi raccolti ed erano ricci. Tra i capelli si notavano dei fiorellini dello stesso colore del vestito. Vicino a lei c’era un ragazzo molto alto, dai capelli corvini con le punte più bianche che bionde. Indossava un vestito nero dal quale s’intravedeva la camicia bianca e la cravatta. I capelli erano perfettamente lisciati. Vederlo così sembrava quasi uno di quelli che si vedevano in tv tutti piercingati e tatuati, un rock star per precisione. Infatti, notò che al sopraciglio destro aveva proprio un piercing.

“ Nonna ma chi è questo?”

“ E’ stato il mio primo e vero ragazzo, ma quando arriveremo a lui te lo spiegherò meglio”

“ Okay!” rispose lei ancora un po’ incredula sul fatto che sua nonna aveva frequentato certa gente.

La donna riprese il suo racconto.

 

“… Sapevo che con quel viaggio la mia vita sarebbe cambiata, n’ero convinta ancor prima di partire… Ormai ero nell’immensa sala d’attesa da parecchio tempo, quando finalmente udì annunciare il mio volo. Presi la borsa, feci il check-in ed andai a sedermi al mio posto. Il volo non fu per niente stancante. Sorrisi non appena l’aereo decollò, era una sensazione che non avevo mai provato prima d’ora. Mi pareva di stare sulle montagne russe. Il mio vicino credo, che mi scambiò per pazza. Dopotutto stavamo volando non guardando un film comico, ma a me poco importava ero felice e volevo sorridere.

Non appena l’aereo atterrò e presi il mio bagaglio un ragazzo sui 25 anni mi venne incontro.

-         Tu devi essere Natalie –

-         E tu… sei?! –

-         Oh, scusa! Non mi sono presentato. Sono Daniel, l’assistente personale di Peter. – mi disse porgendomi la mano.

-         Sai, sei molto giovane, come hai fatto a vincere? –

-         Sinceramente me lo domando anch’io. Di solito partecipano ragazzi che frequentano l’ultimo anno d’università. Io mi sono iscritta per puro gioco, non pensavo di vincere –

-         Beh, quello che posso dirti è solo di goderti questo stage, è un’esperienza unica –

-         Grazie, Daniel! –

-         Andiamo? –

-         Si! –

Usciti dall’aeroporto notai subito una cosa che avevo visto di rado in Italia, la neve. Nonostante fosse fine di febbraio, la neve copriva gran parte della città. Salimmo nella sua bellissima Mercedes ML nera. Quella macchina mi era sempre piaciuta…”

 

“ Quella macchina che guidi tu, quindi è un mercedes ml?”

“ Si. Sai l’abbiamo comprata insieme io e tuo nonno. Ci piaceva a tutti due.”

“ Infatti, è molto bella, in ogni caso adesso sono usciti i nuovi modelli, gli hai visti?”

“ Si. Sono belli, ma a noi piaceva il modello vecchio.”

 

“… Dopo qualche minuto arrivammo davanti ad un palazzo. Dalla grande scritta dedussi che era la redazione.

-         Vieni, Peter ti sta aspettando. –

Salimmo le scale e mi portò davanti ad una porta di vetro che aprì senza fatica. Alla scrivania c’era un signore intorno ai cinquant’anni che mi guardò sorpreso.

-         Tu devi essere Natalie –

-         Si, sono io –

-         Complimenti, hai vinto uno stage gratis da noi, ma siediti non rimanere in piedi –

-         Grazie, lei è molto gentile –

-         Dunque Natalie, ho visto le tue doti per le lingue straniere e direi che potresti tranquillamente fare un’intervista per conto nostro ad una band. Purtroppo però la loro traduttrice si è ammalata, e quindi pensavo che magari potessi anche fare da traduttrice. –

-         Oh! Sarebbe una cosa stupenda. –

-         Dovrai trasferirti a casa loro, però! –

-         A casa loro? –

-         Si! Vedi, loro hanno uno studio di registrazione proprio fuori Berlino. Per comodità dormono lì, ma penso che tu gli conosca. Si chiamano i Tokio Hotel –

-         Tokio Hotel?! Non è possibile, sono famosissimi. –

-         Se non vuoi non sei obbligata. Pensavo però che fosse un’esperienza unica. Accetti? –

-         Si! Credo di sì! –

-         Bene una macchina ti aspetta giù all’ingresso. Ho spostato le tue cose –

-         Allora vado –

-         Si! Ricorda che l’intervista la devi fare dopo il loro concerto che si terrà tra una settimana. –

-         Si! E grazie ancora dell’opportunità!”

Detto questo mi allontanai. Scesi di corsa le scale e notai una macchina con i motori accessi. Un uomo abbastanza grosso mi chiese il nome e poi mi fece salire.

 

“ Nonna, ma che per caso il ragazzo della foto e uno dei membri della band?”

“ Si! Proprio così. È il cantante.” Rispose la donna. La ragazza sgranò gli occhi. Certo era bello, ma pareva una femmina. Ma cosa aveva nonna nella testa. La donna girò il capo e guardò fuori. Chiuse gli occhi ed inspirò, cercando di ricordare quei momenti, i più bei momenti della sua vita. Fuori nevica forte, guardò il calendario era il 20 di febbraio, proprio come quel giorno che li conobbe per la prima volta.

 

 

Ciao a tutti lo so che ho un’altra fanfiction in sospeso che, però non sta riscotendo molto successo. E per di più l’hanno cancellata. Non sapevo proprio che titolo dare a questa nuova storia. Se non vi piace e vorreste cambiarlo me lo potete dire. Comunque spero che questa possa piacere di più.

Baci Anna    

 

  
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