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Autore: Road_sama    12/08/2013    4 recensioni
Un breve viaggio nella vita passata e futura di Inghilterra e America (Assolutamente UsUk aha). Raccontata in prima persona da America. Una song-fic ispirata ad una canzone abbastanza datata e romantica, ma secondo me sempre bella di Bryan Adams.
E' una bomba quindi preparate fazzoletti e defibrillatore (per sicurezza u.u)
Genere: Fluff, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Innanzitutto ringrazio la SnowBlizard che ha sostenuto I miei sclera improvvisi su questa one shot. So che molto probabilmente sarà li appostata con una barretta di cioccolata e fazzoletti pronta a leggere questa.
Devo dire che non pensavo di riuscire a scrivere una cosa del genere, ma si sa che quando ci sono UsUk tutto è possibile.
Non vi dico altro e lascio valutare a voi :)
Ps: Non l’ho ricontrollata se c’è qualcosa che non va recensite e ditemi pure ;)
 
 

 
Everything I do


Look into my eyes
 you will see
What you mean to me
Search your heart
 search your soul
And when you find me
there you'll search no more
 
 
 
-Ah! Ah! Ah! Sono impegnatissimo, ma sono venuto ad incontrarti ugualmente sacrificando le mie ore di sonno. Ringraziami pure!- ghignò una voce familiare dietro un cespuglio rigoglioso. Si riusciva ad intravedere solo una zazzera di capelli biondi, ma sapevo già chi fosse. Erano ormai giorni che lui e i suoi uomini gironzolavano per la mia terra. Non mi dispiaceva tutto quel via vai.
Finalmente c’era qualcuno a farmi compagnia in questa landa enorme.
-Sono contento che tu sia venuto.- dissi sorridendo.
-Eh? Ma come non scappi?- chiese sorpreso l’altro avvicinandosi a me. Era molto più alto di me, degli occhi dello stesso colore dei prati incontaminati e indossava dei vestiti molto buffi. Ma quello che mi sorprese di più furono le sopracciglia, due enormi sopracciglia! Non ne avevo mai viste di così grandi.
-No, non preoccuparti. Ultimamente ho capito molte cose di me stesso.-
Quello si stupì.
-D-Davvero?- un leggero rossore imporporò la pelle delle guance facendo risaltare i suoi smeraldini.
-Anche io sono contento di averti incontrato. Cresci molto in fretta.-
Qualche breve istante di silenzio e poi l’altro proruppe a gran voce puntandomi il dito contro.
-Bene! Bando alle ciance allora! Da oggi sarai il mio fratellino!- dal suo tono sembrava una cosa abbastanza assurda, ma non sembrava una cattiva persona; anzi sembrava più insicuro di quanto desse a vedere.
-Si.- gli sorrisi avvicinandomi a lui. –Allora ti chiamerò fratellone!-
-F-Fratellone…?- ci pensò un po’ su facendo qualche smorfia di tanto in tanto poi mi osservò sorridendo debolmente.
-Chiamami solo Inghilterra.-
 
-Su, vieni da me. Qua ogni giorno ti aspetta la fantastica cucina francese!- disse Francia tendendomi un piatto colmo di pietanze dallo strano aspetto e odore. Mi pareva perfino di aver visto una lumaca…!
Spostai lo sguardo verso Inghilterra che si era seduto a terra tenendo la testa tra le ginocchia.
Lui non aveva nulla da offrirmi come piatti prelibati o vestiti costosi. Lui aveva solo se stesso da offrire e non poteva fare altro che promettere di essere un amorevole tutore.
Tutto qui.
Mi avvicinai a lui, posandogli la mia manina sulla camicia bianca.
-Tutto bene?- lo vidi guardarmi e sorridere e quello mi bastava. Mi prese in braccio e io appoggiai la testa sul suo petto. Mi feci cullare dal suo profumo e me lo impressi in testa perché sarebbe stato il mio preferito.
 
 
 
 

 
Don't tell me it's not worth tryin' for
You can't tell me it's not worth dyin' for
You know it's true
 
 
-Senti Inghilterra io scelgo la libertà.-
-Non sono più un bambino. Da questo preciso momento divento indipendente.- urlai quelle parole che da tanto mi tenevo dentro. Si dispersero nella pioggia, ma solo alle sue orecchie arrivarono come frecce. Tenevo la baionetta alta verso di lui. I nostri eserciti ci circondavano sfogando ancora in battaglia. Non volevo fargli del male. Volevo solo che riuscisse a capire.
-Concedimelo.- la dissi veloce perché Inghilterra si avventò su di me come una furia. Era forte se combatteva seriamente, stava diventando famoso per la sua freddezza dopotutto. Il mio fucile volò lontano. L’estremità del suo puntata alla gola.
-La tua mossa finale è stata troppo indulgente, idiota..-
In quel momento rividi l’insicurezza che aveva il primo giorno che lo incontrai.
-Non posso assolutamente colpirti.- il fucile gli scivolò di mano affondando nel fango del campo di battaglia.
-Idiota..- si accasciò a terra aggiungendo anche le ginocchia alla sorte del fucile.
-Perché? Merda…merda!- un sussurrò in quella notte di pioggia che forse non dovevo sentire. Quella sua debolezza che non doveva trasparire.
-Inghilterra…-
Lo osservavo sconcertato perché era proprio lui, ora inginocchiato davanti alla sua colonia. Ad una delle tante che si stavano creando sotto di lui.
-Eppure…un tempo eri così grande…-
Stavo per andarmene e abbandonare quella guerra, ma lui trovò il coraggio di alzare il viso.
Non sapevo se fossero lacrime quelle agli angoli dei suoi occhi. Sapevo soltanto che quello non era lo sguardo di Inghilterra, era più deciso, determinato e…spietato.
Era lo sguardo del Grande Impero Britannico e diceva solo una cosa:
-Solo perché ho perso te non vuol dire che non sarò grande.-
 
-Al è arrivato il giornale!- un ragazzo dai capelli biondi e abiti semplici si avvicinò a me.
-Grazie..- sussurrai già preso a leggere il titolo in grassetto sulla prima pagina.
 
“INDIA BECOME PART OF GREAT BRITISH EMPIRE
QUEEN VICTORIA: EMPRESS OF INDIA”
 
Sorrisi quasi rassegnato. Mi sfilai gli occhiali e li appoggiai sul tavolino in legno. Guardai fuori dalla finestra e vidi l’Oceano.
Lo stesso Oceano che ora controllava Inghilterra, l’Impero Britannico.
 
 
 
Look into your heart
you will find
There's nothin' there to hide
Take me as I am
take my life
I would give it all
 I would sacrifice
 
 
-Inghilterra arrenditi. Ormai cadi a pezzi, limita le perdite e arrenditi.-
-Mai.- disse a denti stretti l’inglese.
Germania gli puntò una pistola alla tempia.
-Sono stato paziente fino a questo momento, ma ora..- qualcosa si piantò sulla schiena al tedesco.
-Prova a sparare e giuro che ti ammazzo qui e subito.- dissi freddo.
Germania rise.
-Che teatrino romantico. Mi ritiro, hai vinto Inghilterra. Ma la guerra non è finita, ritornerò.-
Non gli staccai mai gli occhi di dosso. Era ricoperto di ferite e respirava a fatica. I suoi occhi erano spenti. Ero arrivato giusto in tempo.
Lo sollevai da terra.
-Che fai..?! So cavarmela da sol-
-Non dire cavolate!- urlai. –Stavi per morire!- la mia voce si inclinò.
Sentii il suo sguardo su di me.
-Grazie America.-
Lo issai sulle mie spalle. Le orze dell’Asse mi avevano già portato via più di 2000 soldati, fratelli, il mio popolo a Pearl Harbor, non mi avrebbero portato via anche lui.
-Inghilterra ti aiuterò…i-io…non dovrai mai più soffrire così tanto. Il mio esercito entrerà in guerra al tuo fianco.-
Lo sentii aprire la bocca e richiuderla, poi qualcosa di umido mi scivolò lungo il collo.
-…Idiota…-
 
 
Oh  you can't tell me
it's not worth tryin' for
I can't help it
 there's nothin' I want more
I would fight for you
I'd lie for you
Walk the wire for you
ya I'd die for you
 
 
-Alfred, no!- le lacrime di Inghilterra mi inumidiscono le guance.
-Maledetto americano, stupido, stupido, stupido!- la sua voce è rotta dai singhiozzi.
-Perché devi sempre fare la maledetta parte dell’eroe?!-
Sorrido debolmente. Alzo una mano e con le dita gli sfioro il viso. Lui prende la mia mano e se la stringe sotto l’orecchio. Ora riesco a toccare i suoi bellissimi capelli.
-Lo sai che io sono l’eroe. Io devo salvare tutti quelli in difficoltà e tu s- la mia gola viene riempita dal sangue che espello evitando all’ultimo Inghilterra.
Altre lacrime coprono il viso di Arthur. Altro dolore gli riempie il cuore, ma almeno è vivo.
-Lo sai Arthur. Posso morire felice perché ho salvato la tua vita. La vita dell’unica persona che abbia veramente amato in tutta la mia vita.- una fitta al petto mi impedisce di andare avanti.
-Non sforzarti Alfred, ti prego a momenti saranno qui i soccorsi. Non morire per favore!-
-Ti amo Arthur, sempre amato e sempre ti amerò.- mi sollevo piano e appoggio delicatamente un bacio sulle sue labbra. Sulla bocca che ho sempre bramato.
Si, ora posso morire in pace.
-Alfred ti amo anche io…ma non morire…! Ho bisogno di te.-
L’ultima cosa che vedo sono delle luci blu e rosse dietro al viso di Arthur, ma quello che non voglio dimenticare sono i suoi occhi, gli occhi che ho amato dall’inizio.
Poi tutto buio.
Se devo morire sono felice così, la mia esistenza è stata creata da lui.
Se devo vivere che lo facciano in fretta. Non ho più forze.
 
 
 
 
Ya know it's true
Evrything i do
I do it for you.
 
 

 
  
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