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Autore: Doila483    12/08/2013    0 recensioni
Alex, una ragazzina di quindici anni, con un sogno, che condivideva col resto del mondo.
Il suo sogno aveva un nome: Justin Bieber. Il suo idolo. Nonostante non l'avesse mai incontrato, mai visto, credeva nel Never Say Never. Sapeva che sarebbe arrivato il suo momento... e non si sbagliava.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« Lascia che io ti stia accanto »
 
Il tempo si era fermato in quel preciso istante. Se ci fosse stato un orologio le lancette si sarebbero fermate, come si erano fermati il cuore e il respiro di Alex.
Quello era uno di quegli attimi che, se avesse potuto, avrebbe rivissuto per, non so, sempre?
Uno di quegli attimi in cui tu pensi "Un attimo, cosa?" e vorresti tornare indietro e schiacciare play, come fosse una registrazione. Poi rewind, ancora e ancora. 
Uno di quegli attimi che Alex non avrebbe scordato, mai.
Prima di Justin mai nessuno gliel'aveva detto. Sonny l'aveva sempre aiutata, Sonny era la sua migliore amica, e Alex non aveva nessun altro al di fuori di lei, ma.. quella frase.. era nuova per Alex.
Era un sogno?
Lui le aveva appena detto di volerle stare accanto?
« C-Cosa? » chiese Alex tremando.
Pensò di aver capito male, ma aveva sentito benissimo, era quello il guaio. 
Justin aveva davvero detto quella frase e lei non poté che sentirsi rinata. Era come se un grosso peso si fosse d'un tratto tolto dalle sue spalle. Era come se avesse preso una boccata d'ossigeno dopo interminabili minuti d'apnea.
Non era possibile, non poteva essere reale.
O sì?
Justin mise il suo braccio destro sulle spalle di Alex allontanandosi per trattare meglio, anche se brevemente, quell'argomento.
« Alex, non.. non è né il posto né il momento adatto per parlare, ma dovevo dirtelo » iniziò, lasciando che i suoi occhi incontrassero quelli dolci e annacquati di Alex.
Un moto di tenerezza prese posto in Justin. Ogni volta che la guardava negli occhi riusciva a percepire la sua fragilità e il suo bisogno di essere accettata e abbracciata. Perché nessuno voleva esserle amico? Perché nessuno sentiva quanto Alex avesse sofferto? Perché nessuno aveva un minimo di sensibilità? 
« Credimi, vorrei darti la spiegazione che cerchi, ma ora proprio non posso. E' solo che voglio starti accanto, voglio aiutarti.. okay? »
Alex lo guardava come se quello davanti a lei fosse stato un alieno. Lo guardava come se fosse un qualcosa di totalmente sconosciuto al mondo, ma la verità era che era il contrario, lo conoscevano tutti, e Alex credeva di essere stata perennemente invisibile.
Ogni volta che aveva visto Justin Alex credeva di essere il nulla, di valere meno della cenere, ma in quel momento dovette ricredersi.
Non che si sentisse il mondo per Justin, ma c'era un motivo se lui voleva starle accanto, no?
La ragazzina tremò dalla testa ai piedi e annuì meccanicamente guardando lui.
Ma sì, dai, in fondo non le dispiaceva avere Justin accanto a sé. Non faceva così schifo il ragazzo.
Sì che era okay, perché no?
...Cristo, se avesse potuto sarebbe scoppiata come i fuochi d'artificio all'arrivo del nuovo anno.
Justin voleva salvarla. L'aveva fatto così tante volte tramite un aggeggio e senza saperlo, ma ora voleva esserci davvero.
Cosa aveva fatto Alex per meritarsi tutto ciò? Era troppo, anche se mai se ne sarebbe lamentata.
Justin poté giurare di aver visto qualcosa di diverso nei suoi occhi, come se non fosse solo contenta. Dentro di sé sentiva che Alex voleva piangere e ringraziarlo, perché lei era sola e voleva qualcuno al suo fianco.
La verità era che, per quanto Justin potesse avere milioni e milioni di fans, per quanto potesse andare d'accordo con i membri della sua crew.. anche lui era solo.
Tutti credevano che lui avesse una fidanzata, una bella ragazza che lo capiva, sinceramente innamorata, e che meritava il suo amore. Ma in realtà lui era solo, non aveva nessuna accanto a sé da accarezzare con la voglia, la spontaneetà, di sorriderle dolcemente e stringerla forte a sé. Non aveva nessuna al suo fianco, che potesse abbracciarlo ogni volta lui stava male e aveva paura, paura di qualsiasi cosa.
Aveva una madre che lo amava più della sua stessa vita, sì. Aveva i suoi migliori amici anche se si potevano contare sulle dita di una sola mano. E sì, okay, aveva tanti fans che avrebbero dato via la propria esistenza per lui, ma ciò non gli impediva di sentirsi solo molte volte, di sentirsi triste.
Alex, davanti a sé, si presentava come una ragazzina con i suoi stessi bisogni, le sue stesse paure e i suoi stessi disagi.
Aveva vissuto la sua stessa vita, aveva avuto i suoi stessi problemi, ma qualcuno l'aveva salvato, la sua vita un giorno era cambiata drasticamente.
Ora voleva dare ad Alex la stessa gioia, perché lo meritava. Sapeva che lo meritava, gli era bastato guardarla negli occhi per capire di cosa avesse bisogno, e sapeva di essere in grado di darle qualsiasi cosa lei desiderasse. Si sentiva l'unico. Era normale? Forse era quello il tanto famoso 'colpo di fulmine'? Non lo sapeva, e non credeva che quello fosse amore. Per lui era impossibile, e non credeva a niente. Voleva solamente proteggerla, farla sorridere, sorprenderla, farla sentire speciale. Non voleva che stesse male.
Ora Alex era lì davanti a lui, lo guardava come se volesse la conferma di ciò che aveva appena detto, ciò che era appena successo. Erano passati pochi secondi, ma quelli sembrarono minuti sia per Alex che per Justin. Erano impegnati a guardarsi e a promettersi di esserci l'uno per l'altra.
« ...Grazie » disse Alex a corto di parole. Sperava con tutta sé stessa che Justin percepisse ogni cosa e cogliesse il vero significato di quel piccolo e apparentemente inutile 'grazie'.
La ragazza aveva ancora le lacrime agli occhi e Justin, per quanto potesse ripudiare l'idea di un Alex in lacrime, si godette quel momento perché sapeva che non erano lacrime di tristezza, bensì di felicità.
Faceva sorridere milioni di persone ogni giorno -con o senza l'intenzione- ma in quel momento si sentì incredibilmente appagato nel vedere il sorriso timido e le lacrime sincere di Alex. 
Ora ci sarebbe stato lui per lei.
« Non ringraziarmi »
'Non ringraziarmi', certo. Era facile per lui dire così. Lei non avrebbe mai smesso di ringraziarlo, esplodeva di gratitudine, non c'erano parole per descrivere le sue sensazioni. Mai, mai avrebbe smesso di ringraziarlo, ne era sicura.
Sembrava che quel momento stesse durando ore, invece erano passati pochi istanti da quando Alex e Sonny avevano fatto capolino in quella stanza. Il loro incontro stava durando giusto un po' di più rispetto a quello degli altri, ma solo perché Justin non aveva resistito alla tentazione di fermarsi a parlare con Alex e stringerla un po' di più a sé. Quelli erano gli ultimi secondi che poteva trascorrere con lei, non sapeva quando l'avrebbe rivista. Era preso dal Tour, doveva partire e.. sarebbe stato certamente difficile. Ora Alex sarebbe dovuta andare via, andare al suo posto nella platea e avrebbe dovuto assistere al concerto. Lei avrebbe avuto il vantaggio di vederlo lì sopra, sul palco, illuminato da mille e più luci, lui invece sarebbe rimasto accecato tutta la sera e chissà se sarebbe riuscito a scorgere lo sguardo intenso di Alex.
...Sinceramente lo sperava. Ma c'è bisogno di dirlo? Ormai ciò che provava Justin diventava sempre più limpido man a mano che i giorni passavano. Quel caos dentro di sé poteva già prendere il nome di 'sentimento'.
Sentimento, non amore. Lui sentiva Alex. E beh... era davvero una cosa bella, seppur complicata.
La sua vita era complicata, e proprio ora desiderava che una comune ragazza la conoscesse, magari ne facesse parte.
Chissà, magari piano piano ce l'avrebbe fatta. In una cosa Justin era fottutamente bravo se escludiamo l'argomento musica: lui vinceva sempre contro le cose che sembravano impossibili. Lui ce la faceva, sempre. Lui ci credeva. Lui trovava sempre un modo per farcela. Ce l'avrebbe fatta ancora. Il tour sarebbe dovuto finire, il tempo sarebbe passato in fretta e chissà, magari Alex ci sarebbe ancora stata, anche se ignara di tutto ciò che stava provando Justin.
Povero lui. Poveri loro.
Le guardie lì, erano rimaste ferme avendo ormai constatato la 'confidenza' tra Alex e Justin. Justin, certe volte, era libero di fare quel che voleva, e in quel momento era libero di dedicarsi a una comune persona, anche se per pochi istanti.
Infatti, l'attimo più bello per entrambi finì.
Alex non aveva fiatato dopo quel 'Non ringraziarmi'. Aveva solo pensato che Justin si sbagliava, meritava di essere ringraziato, e si era limitata a sorridere timidamente e a distogliere lo sguardo, incapace di reggerlo.
« ..Ci sentiamo presto, Alex » disse Justin, consapevole che il Meet era finito. Doveva andare a prepararsi per lo show, e Alex doveva raggiungere il suo posto.
Qualcosa nel petto della ragazza fece crack. Ecco, anche quel momento era finito. Ecco che Justin tornava a essere distante, anche se non letteralmente, almeno per quella sera, per quelle ore.
Ecco che Justin tornava a essere la star, il cantante, e lei tornava a essere la fan. Ma poi, erano mai davvero stati qualcosa di diverso da questo? Non poteva certo crederlo, lui era Justin Bieber, lei non era nessuno. E, vero, Justin le aveva chiesto di permettergli di starle accanto, forse non era capitato a tante fan, ma sapeva bene persino lei che sarebbe stato impossibile, il Believe Tour era appena iniziato, e il ragazzo aveva ancora tutto il mondo da vedere e sconvolgere con le sue incredibili performance.
Il suo cuore perse un battito anche per il verbo che Justin aveva usato: 'Ci sentiamo'. Sentiamo? Forse voleva dire 'ci vediamo'? Perché sentirsi? Com'era possibile? Non avevano nulla che permettesse ai due di restare in contatto.
Forse era solo lei che si faceva pippe mentali inutili, forse Justin aveva solo detto il verbo sbagliato senza rendersene conto, perché dopotutto non contavano certe cose.
Le guardie già si avvicinavano a lei per scortarla fuori da quella stanza. Che sensazione orribile, indescrivibile a parole.
« ..S-sì, a presto, Justin »
I due si abbracciarono quasi timidamente. Le braccia di Justin circondarono il corpo gracile della ragazza che chiuse i suoi occhi celestiali godendosi l'ultimo abbraccio. Lascio che un triste sospiro fuoriuscisse dalle sue labbra e si abbandonò a quelle sensazioni che chissà quando avrebbe riprovato. Presto, sperava.
L'abbraccio si sciolse e il ragazzo salutò calorosamente Sonny che aveva assistito alla scena con occhi increduli. Aveva sicuramente fatto caso a ogni sguardo, ogni gesto, ogni piccolo particolare e si era innamorata di quell'incontro. Si era innamorata di quella coppia che, nella sua testa, già si presentava all'altare.
Sonny sorrise a Justin, salutandolo anche con la mano e con la sua migliore amica -ormai in tutt'altro Universo- se ne andò.
Nessuno dei tre avrebbe dimenticato quel giorno, questo era poco ma sicuro.
Justin aveva il cuore più leggero in quel momento, ma le ragazze non lo sapevano, Alex non lo sapeva e non poteva neanche sospettarlo. Il ragazzo era felice, tranquillo, sereno, e avrebbe fatto un magnifico concerto, col sorriso sulle labbra.
Fuori da quella stanza, invece, quelle due ragazze che si tenevano per mano erano sotto shock. Sonny un po' meno, dopotutto Justin per lei era un ragazzo come tanti altri. Era Alex quella che stava per collassare silenziosamente. Lei aveva il cuore a mille, lei stava chiudendo gli occhi lentamente, cercando di realizzare il tutto, mentre un sospiro usciva calmo e triste dalla sua bocca. Aveva Justin alle sue spalle e non poteva girarsi e andare nuovamente da lui. Era una fottuta ingiustizia.
Le sue gambe, però, si dirigevano in un posto non meno bello: si avvicinava sempre più al palco. E quando vide la magnificenza dell'arena che brulicava di persone quasi svenne dall'emozione.
Era già piena e c'erano ragazzine in delirio a solo un'ora dall'inizio dello show. C'erano i genitori che -alla vista delle loro figlie contente come non mai- non potevano far altro che sorridere e prepararsi. C'erano ragazze con delle scritte in viso, oppure sulle braccia, con in mano già una macchinetta fotografica o una videocamera. Altre ragazze piangevano, si abbracciavano, erano rosse in viso, e quel che poteva essere un po' di mascara era ormai perduto sulle loro guance umide.
Agli occhi di Alex era tutto troppo bello per essere reale. L'aveva sognato così tanto volte che ora aveva paura di doversi svegliare da un momento all'altro. La paura che potesse essere ancora una volta un sogno giaceva in lei. Ma sentiva di essere lì, i piedi erano ben posati su quel pavimento, gli occhi erano aperti, davvero, e più sbatteva le palpebre per accertarsi che fosse tutto vero, più la scena appariva sempre più nitida. 
Che magnifica sensazione. 
Non era un sogno, era tutto vero, e le lacrime sulle guance di Alex glielo confermarono. Neanche se ne era resa conto, prima che Sonny glielo facesse notare.
Ma l'emozione ormai la stava sopraffacendo, e nessuno poteva biasimarla.
Quella sera non era in camera sua a piangere, a osservare i suoi fottuti poster che non prendevano vita. Quella sera non si chiedeva 'Perché a me?' con tanta disperazione, soffocando urla che le raschiavano la gola.
Quella sera era lontana da casa, era nel posto in cui doveva essere, e quelle lacrime finalmente non erano più tanto amare come le aveva sempre provate. Quelle lacrime le piacevano, avrebbe voluto gettarle ancora per molto perché era la prova della felicità di Alex, che nessuno avrebbe mai potuto portarle via in quel momento. Neanche quei tendoni che, poco prima, si erano chiusi alle sue spalle, allontanandola nuovamente da lui.
Oh no, ora niente poteva rovinarle la serata. Era il suo momento, finalmente avrebbe sentito Justin cantare, dal vivo questa volta. Fanculo le cuffiette del suo mp3, e fanculo l'mp3 stesso! Quella sera Alex sarebbe stata a un passo da lui, immersa in quel sogno che di sogno aveva ben poco. Sarebbe stata completamente immersa nella sua realtà. Quanto aveva aspettato? Tanto. Non quattro stupidi anni, bensì una vita intera. Quegli anni erano sembrati secoli, i giorni sembravano interminabilmente lunghi e tristi.
Ora, fanculo tutto, lei era lì. E le cose non potevano andar meglio di così.
Aveva ormai raggiunto il suo posto, aveva Sonny alla sua sinistra, e il palco era così vicino. Era uno dei primi settori posti orizzontalmente sotto il palco, e la sua fila era la seconda. Non poteva chiedere di meglio, Justin era stato troppo buono a darle dei biglietti, dei posti, come quelli. Era davvero tutto troppo perfetto. Ma se lo meritava dopotutto, vero? Se lo stra-meritava!
Meritava che, in quel momento, il tempo passasse velocemente solo per arrivare all'inizio dello show. Meritava che arrivasse subito il tanto atteso momento, forse il più importante della sua vita fino ad allora.
Le ragazze intorno a lei dissero qualcosa che scatenò forti brividi lungo la schiena di Alex:
 
“Mancano pochi minuti!”
 
Pochi minuti? Il tempo era terminato? Davvero Justin sarebbe salito su quel palco da un momento all'altro? Davvero l'avrebbe visto muoversi, ballare come solo lui sapeva fare? Davvero l'avrebbe sentito cantare?
Il cuore sembrava non ragionare più, batteva all'impazzata, a un ritmo irregolare, e forse Alex avrebbe dovuto preoccuparsi in altre circostanze, ma non in quella. Era normale, si trattava di Justin. Lui poteva fare questo e tanto altro al suo povero cuore, ormai se n'era fatta una ragione, e non le dispiaceva più di tanto perché sapeva di essere in buone -ottime- mani.
Le luci sopra di lei si spensero all'improvviso e l'arena cominciò a tremare dal boato che irruppe in quel preciso istante.
Gli occhi di Alex si spalancarono e il cuore smise di battere. Sonny le prese la mano stringendola forte, forse per l'emozione; forse per accertarsi che Alex non svenisse; forse per farle sentire che lei c'era e non era sola. Forse perché era semplicemente la sua migliore amica e sapeva benissimo come si stesse sentendo Alex in quel momento. 
Le urla non svanirono e non sarebbero svanite per tutta la durata del concerto. Forse l'unica immobile e zitta era Alex che non ragionava. Aveva il cuore a mille, gli occhi fuori dalle orbite, e un caos incredibile nella sua testa.
 
Dov'era Justin?
 
 
 
*
 
 
 
Dietro le quinte, nel frattempo, Justin si preparava. Non era ancora il suo momento, ma non vedeva l'ora di mettere fine a quell'attesa, a quell'ansia che un po' corrodeva anche lui. Voleva uscire e sorprendere tutti, ma ora era il momento di Carly Rae Jepsen che apriva il concerto, insieme a Cody Simpson.
Le note di This Kiss già si sentivano e Justin sorrise nel constatare che il suo momento si faceva sempre più vicino. Cody era lì dietro il palco, ancora dei minuti e sarebbe salito anche lui.
Justin era ormai pronto, era vestito di nero, con i guanti a mezze dita color oro, e i capelli erano tirati su. Tutto okay, come la sera precedente -a parte il fatto che adesso c'era Alex-.
Non sapeva perché ma sentiva che doveva dare il massimo quella sera. Era l'inizio del tour e comunque aveva tanta energia, aveva già iniziato alla grande, ma quella sera voleva dare più di quanto avesse già dato negli show precedenti, e più di quanto potesse dare negli show successivi. Quel concerto era diverso e la differenza non stava nel posto, nella città, nelle luci o cosa. Stava in una sola persona, che però valeva per mille. 
Erano strani tutti questi pensieri, quasi non si riconosceva. Era davvero nervoso perché una ragazza era lì per guardarlo. Dio, ci saranno state ventimila persone, ma lui era nervoso per una sola presenza, quella di Alex.
Perché? 
Quante volte si era fatto questa domanda negli ultimi giorni?
 
“Perché?”
 
Il perché non lo sapeva manco lui, o almeno non era sicuro di saperlo.
Il fatto è che stava imparando a conoscere i suoi sentimenti, ma non capiva perché li provasse.
Giusto due settimane prima all'incirca aveva conosciuto Alex -e neanche sapeva il suo cognome-, eppure sentiva di volerla vedere più spesso, di volerla sentire, e di sapere ogni cosa di lei. Di fare realmente parte della sua vita, non come idolo, come cantante, ma come amico, o forse qualcosa di più -chissà-. A lui bastava farne parte, esserci, aiutarla, darle consigli, abbracciarla quando ne aveva bisogno, e aveva come la sensazione che Alex avrebbe avuto perennemente bisogno di un suo abbraccio. E per lui non sarebbe stato difficile diventare la sua casa, se Alex avesse voluto.
Per quanto potesse fargli piacere, non voleva che lei lo vedesse come Justin Bieber, il suo idolo. Voleva che lei lo vedesse come... come Justin, un ragazzo poco più grande di lei, che magari ha i suoi stessi gusti musicali, chissà!
Ecco, non sapeva neanche quale musica ascoltasse oltre la sua, o chi fosse il suo attore preferito! Non sapeva quale colore le piacesse più degli altri, non sapeva quale tipo di cucina la facesse impazzire -magari quella cinese, o giapponese, o messicana, o magari quella italiana?-, non sapeva dove e quando fosse nata, ma lui voleva scoprirlo. Voleva arrivare a conoscere tutto di lei, e ce l'avrebbe fatta, perché lei aveva bisogno di lui.
Non aveva bisogno di qualcuno, così, per generalizzare. No, aveva bisogno di lui, di Justin. Lui lo sapeva, lo percepiva, e forse la cosa era reciproca.
In quel momento l'unica cosa che poteva fare era salire su quel palco, sfoderare il suo sorriso migliore e metterci tutto sé stesso in ogni cosa. Voleva che Alex fosse contenta, completamente su di giri, e che fosse fiera di lui.
Le note di Good Time, accompagnate dalle voci di Carly e Cody, erano terminate già da un pezzo e ora era il turno di Justin.
Ora doveva indossare un paio d'occhiali neri, crearsi una figura da 'imsexyandiknowit', e diventare Justin Bieber, la star.
...Sarebbe andato tutto bene, lo sapeva. Lo sentiva.
 
Pronta a sorridere, Alex?
 
 
 
*
 
 
 
Il grande schermo sopra il palco si accese e una voce maschile irruppe nell'arena. La gente nell'arena urlava a squarciagola e Alex non capì niente di quello che l'uomo nel video disse. Si vedevano le sue labbra, grandi forse come quelle di Kenny, o forse un po' meno.
Voleva assolutamente vedere Justin, aveva bisogno -in quel momento più che mai- di vederlo, di sentirlo. Doveva sentirlo cantare, basta aspettare. Perché continuava ad attendere? A che pro? Non riusciva a resistere.
Le immagini di quell'uomo continuavano ad apparire sullo schermo, e ad Alex sembrò che stesse citando l'intera Bibbia. Sembrava non finire mai.
Ma ecco, non ebbe neanche il tempo di pensarlo che dovette ricredersi: in mezzo a quel caos, solo una cosa Alex riuscì a sentire, e forse era la cosa più importante. Era destino che avesse sentito solo quella?
 
BELIEVE.
 
Già, credere. Bisogna crederci, crederci sempre. I momenti brutti ci sono, sempre. Spesso la vita decide di metterci alla prova, vuole vedere se siamo in grado di lottare per ciò di cui ci importa; vuole vedere se siamo in grado di resistere e di avere la meglio, e spesso questa sfida può durare tanto tempo.
Bisogna crederci perché anche nei momenti più bui, un raggio di Sole arriva per tutti, nessuno escluso.
Non si pentiva affatto di aver aspettato così tanto, era contenta di essere rimasta sempre e comunque, anche se sarebbe rimasta in ogni caso, lo sapeva, perché era inevitabile aspettare Justin. Era inevitabile amarlo. 
Aveva sempre lottato e aspettato, anche quando credeva di essersi arresa, inconsciamente andava avanti, perché quando si tratta dei propri sogni non ci si arrende mai per davvero. Ed è così che deve andare, non ci si deve mai arrendere per nessun motivo al mondo, perché nessuna ragione sarà mai valida per una simile cosa. I sogni sono fatti per essere realizzati. Alex il suo lo aveva realizzato e lo stava vivendo a pieno.
Le ragazze intorno a lei urlavano a squarciagola, alzavano le braccia e allungavano le mani. Forse per riprendere il tutto; forse speravano -anche le persone nelle ultime file- di arrivare a toccare la mano di Justin; forse speravano di farsi notare e di riuscire a incrociare i suoi occhi.
Alex era immobile, mentre lo schermo gigante sopra di lei veniva illuminato al centro da alcuni riflettori. Si era formato un cerchio proprio al centro, e l'immagine di Justin era apparsa. Nera, nitida, ben definita, e il cuore di Alex cedette.
Quella era la sagoma di Justin che si guardava attorno, fino a prendere il volo per le ali che, immediatamente, si erano spiegate alle sue spalle.
Non era proprio Justin, ma l'effetto era qualcosa di incredibile. Rendeva ancora di più l'idea d'angelo che Alex s'era fatta.
Lui, con delle ali. Volava per l'arena, facendo quasi esplodere i riflettori che, lungo tutta l'arena, sorprendevano gli spettatori con i loro effetti speciali.
Il cantante volava da uno schermo all'altro, e le urla dei fans riempivano ancora l'aria.
L'immagine di Justin -o dell'angelo? Sono la stessa cosa dopotutto, no?- sparì, e lo schermo si divise lentamente in due parti, rivelando così una grande sorpresa.
Alex guardava il tutto incredula, mentre Sonny le stringeva la mano e registrava tutto.
La ragazza dagli occhi azzurri -e ora spalancati- non riusciva a urlare, si godeva il tutto senza dare segni di pazzia, anche se dentro di sé era ormai morta.
Justin non sarebbe salito sul palco, Alex lo capì quando lo vide appeso a delle ali che lo portavano giù lentamente. Justin sarebbe sceso, proprio come un angelo. 
Le sue mani erano poggiate ai fianchi e il viso era privo d'espressione. Alex però sapeva che Justin era nervoso, nonostante tutto, ma sapeva anche che avrebbe dato il meglio di sé.
Una musica -Alex non sapeva se definirla eroica o angelica, gli si addicevano entrambi i termini- accompagnava il tutto, e quando Justin toccò finalmente il palco i ballerini lo aiutarono a sfilarsi dalle ali. Le urla dei fans erano la forza di Justin che, particolarmente preso, urlò al pubblico di fare casino. Questo non se lo fece ripetere due volte, e scoppiò un boato che fece tremare il pavimento. Chiunque da fuori avrebbe capito che lì dentro c'era proprio Justin Bieber, le urla dei fans erano ben riconoscibili.
Justin si girò verso il palco e 'All Around The World' cominciò. Alex non aveva parole già in quel momento, e non osava immaginare come sarebbe stato l'intero concerto. Cos'aveva Justin in serbo per i fans? Cos'avrebbe fatto, quali canzoni avrebbe cantato? Era così curiosa, tremava, e non riusciva ancora a urlare. Riusciva solo a sentire il suo cuore battere forte, sembrava quasi unirsi alla voce di Justin e andare a ritmo con la canzone. Era qualcosa di magnifico, e non sarebbe mai riuscita a descrivere quel momento a nessuno, neanche a sé stessa.
Justin ballava da dio, e aveva una voce suadente che avrebbe fatto incantare chiunque. Alex si sentiva così vittima di tutto quello, dipendeva completamente da lui e non poté che sentirsi piena in quel momento.
Alex credeva che il tempo sarebbe passato lentamente, che ci sarebbero state delle pause tra una canzone e l'altra, ma si sbagliava. Si sbagliava di grosso.
Justin sembrava avesse fretta, sembrava dovesse scappare da un momento all'altro, e Alex sapeva che non dipendeva minimamente da lui la cosa, è solo che voleva goderselo, e 'tenerlo con sé' un po' di più. Voleva che quegli attimi non avessero mai fine, che quella sera fosse infinita.
Take You, Catching Feelings.. erano canzoni che Alex conosceva bene, canzoni con le quali era stata in fissa per parecchio tempo e che le davano qualcosa, specialmente Catching Feelings, durante la quale una donna da un lungo vestito veniva tenuta in aria e si muoveva, mentre Justin si girava e si rigirava, cantando quelle parole alla perfezione. Ma poteva davvero aspettarsi qualche errore? Era giusto pensare che Justin potesse sbagliare, ma allo stesso tempo non se lo aspettava, Justin non l'aveva mai delusa.
Il DJ, Tay James, sorprese Alex dicendo qualcosa che fece scoppiare la ragazza in lacrime in men che non si dica e la fece svegliare da quel coma in cui sembrava esser caduta:
 
“When I say Justin, you say Bieber! Justin?”
 
Alex non perse l'occasione e urlò con tutta sé stessa, scatenando la risata di Sonny: « Bieber! »
 
“Justin?”
« Bieber! »
“When I say One, you say Time! One?”
« Time! »
“One?”
« Time! »
 
Le lacrime continuavano a rigarle il viso, e un Justin ancora ricco di energia, e vestito completamente in bianco, cominciò a saltellare muovendo le braccia mentre un 'Aye aye aye aye' raggiunse le orecchie di Alex che, incredula, chinò violentemente il capo, coprendosi la bocca, e piangendo disperatamente.
Sonny, al suo fianco, l'abbracciò comprendendo il significato di quel gesto e le accarezzò la spalla.
Attorno ad Alex, una folla di fans muovevano in avanti le braccia, imitando un Justin di quindici anni che, nel video di quella canzone, si divertiva mentre cantava allegramente.
 
“Aye aye aye aye aye”
 
« Aye aye aye aye aye! » cantò Alex con la voce che le tremava in gola, e le lacrime che scendevano velocemente mentre, tremando, muoveva anche lei le braccia in avanti per imitare Justin.
La canzone scorreva e lei sperava sempre di più di riuscire a incontrare lo sguardo del cantante. Nelle tre canzoni precedenti si era sentita vicina a lui ma non abbastanza da guardarlo negli occhi, e odiava quei metri che li speravano, quelle luci che impedivano al cantante di capire chi avesse difronte a sé.
Ma l'odio per queste cose, in quel momento, passava in secondo piano, o forse non contava proprio, perché lei era lì, davanti a sé aveva Justin, il vero Justin, e non poteva lamentarsi di nulla. Era tutto troppo bello per essere reale.
Era lì davanti a lei che ballava come se non ci fosse stato un domani. Come faceva?
Alex se lo chiedeva. Lui era lì e ballava divinamente, cantava, avvicinandosi alle fans e toccando loro le mani. Ed eccolo lì, il suo sorriso che rivolgeva alle Beliebers che tanto amava. Eccolo lì, a un passo da lei, che si chinava per dare attenzioni a chi lo sosteneva.
La canzone venne tagliata e il DJ fece partire 'Eenie Meenie', una delle preferite di Alex, che saltò sul posto lanciando un gridolino eccitato. Sonny al suo fianco rideva di gusto e registrava, registrava, registrava...
Durante il ritornello Justin si divertiva a saltare e coinvolgere il pubblico, facendo avanti e indietro sulla pedana, con la sua solita grinta che sembrava non volerlo abbandonare.
La canzone era durata forse un minuto, perché Justin cantò solamente la sua parte. Ma ecco che una canzone meravigliosa sorprese ancora una volta Alex: Somebody To Love.
Nessuno lo sapeva, ma Justin ci mise tutto il cuore in quella canzone. Sì, ballava come se fosse una canzone allegra, e sembrava realmente preso dalla coreografia, ma la verità è che lui era preso dal testo e dal suo significato. Lui voleva qualcuno da amare, e quel qualcuno era in mezzo al pubblico, in seconda fila, sotto il palco.
I ballerini vestiti completamente in nero lasciavano spazio a Justin che dava il meglio di sé.
Alex cantava e le lacrime scendevano libere su quelle guance che chiedevano solo di essere accarezzate da lui, da Justin.
La pedana venne ancora percorsa da un Justin seguito dai ballerini, mentre la canzone volgeva al termine.
 
“Is she out there?” 
 
Il cuore di Alex sembrò tuffarsi in uno degli abissi più profondi. No, questo no. Non poteva cantare quella parte, mentre lei era lì tra 19.999 persone, lei non poteva reggere una simile cosa...
 
“Justin, io.. sono qui” riusciva a pensare la ragazza, mentre il cantante cercava tra la folla la sua 'lei'.
 
“Is she out there?” cantò, indicando con il braccio il lato destro della platea. L'avrebbe trovata quella ragazza?
 
Justin si girò verso l'area di Alex. Questa perse un battito quando Justin posizionò la mano sinistra sulla sua fronte, come a voler scrutare quel lato in cerca di lei.
Il suo sguardo vagava sulla folla, sembrava veramente che stesse cercando qualcuno, e Alex aveva una strana sensazione. Voleva incrociare il suo sguardo, e allo stesso tempo temeva di riuscirci. E se fosse crollata?
Non ebbe il tempo di riuscire a calmare il suo povero cuore ché il cantante puntò il suo sguardo in quello di Alex, mentre continuava a cantare:
 
Is she out there?
 
Sorrise, sorrise sinceramente ed ebbe come la sensazione che sì, lei era "lì fuori", aveva trovato quella ragazza. Sì, lei era lì.
Il suo sorriso era chiaramente rivolto a lei, a lei che stava morendo e le sembrava di percepire quello che Justin cercava di dirle. O forse stava solo impazzendo? Forse era frutto della sua immaginazione?
Il sorriso di Justin non svanì, e pronunciò l'ultima frase:
 
“I just need somebody to love”
 
Oh, anche Alex aveva bisogno di qualcuno da amare. Ma non uno qualunque, non uno di quelli che incontri per caso al supermercato, o che conosci a scuola in qualche corso. Ma non si trattava neanche di un cantante. Si trattava semplicemente di Justin.
Il cuore della ragazza batteva forte mentre il cantante si girava per allontanarsi; e poco prima che le luci si spegnessero del tutto, cercò ancora il suo sguardo, trovandolo e facendolo suo ancora una volta. Le rivolse un piccolo sorriso, che forse lei non riuscì a vedere perché le luci si spensero e l'arena venne illuminata solo dagli starlight dei fans in delirio.
...Era successo davvero?
Justin le aveva sorriso? Justin l'aveva guardata, tra tutte quelle persone? O forse.. forse non l'aveva riconosciuta, con tutte quelle luci che quasi gli bruciavano la cornea?
Lei aveva la sensazione -no, era sicura- che lui l'avesse riconosciuta. Perché era stato diverso e più intenso con lei. Ma era quella frase ad averla spezzata in due: 'Is she out there?'
Aveva paura di essersi immaginata tutto, ma le gomitate che Sonny le stava tirando le dicevano che, no, non si era immaginata un bel niente. Justin aveva cantato quella canzone, quella frase, guardandola dritto negli occhi e sorridendole dolcemente.
Possibile che fosse così perfetto? E se... se fosse stato solo un gioco per lui? Per farsi amare di più dalle fans, per farle cadere ai suoi piedi? Per farle innamorare sempre di più? Per essere un rubacuori? Per fare la sua bella figura? Poteva essere? Justin non era solo un immagine, un cantante che doveva fare colpo, Justin era Justin e.. non poteva essere una finzione, anche se per certi versi sembrava finto.
Oh, Justin, se solo sapessi cosa trasmetti alle tue fans. Se solo sapessi che Alex è morta nel preciso istante in cui i tuoi occhi hanno incontrato i suoi. Se solo sapessi cosa hai combinato al suo cuore; se solo sapessi cosa sei capace di fare; se solo fossi a conoscenza del potere che hai.
Se solo non fossi così.. impossibile.
Se solo fossi un po' più vicino.
Se solo potessi essere reale.
Se solo non avessi una vita così complicata e difficile da gestire. 
Se solo fossi libero.
Se solo ti facessi amare.
Se solo ti svegliassi.
Se solo ti accorgessi che Alex non è assolutamente una ragazza da lasciar andare.
Se solo potessi mandare tutto a quel paese e prenderla con te.
Se solo non fosse così facile a parole.
Se solo non fosse un sogno... un sogno meraviglioso che deve uscire da quel dannato cassetto. Un sogno da realizzare.
Alex non capiva cosa le stesse capitando, aveva una strana morsa al cuore e questo si stringeva sempre di più. Non poteva sul serio amarlo in quel modo. Non poteva piangere così tanto, e desiderare che fosse ancora più vicino. E anche in un abbraccio lo sentiva ancora tremendamente distante. Avrebbe voluto averlo sulla sua stessa pelle per sempre.
Ma l'amore.. si dice sia più forte di qualsiasi altra cosa.
Forse è così.
Alex avrebbe fatto di tutto, per quanto la cosa potesse sembrarle impossibile, e per quanto potesse sembrare sciocca a sé stessa, lei avrebbe fatto di tutto per averlo accanto a sé.
E lei non lo sapeva, ma Justin.. Justin era dello stesso pensiero.
Lottavano l'uno per l'altra, seppur si appartenessero già.
 
Se solo non fosse così difficile..
 
 
 
 
CIAO PEOPLE :)
MI DISPIACE DI ESSERE STATA ASSENTE PIU' DI UN MESE, MA SONO STATA A ROMA DALLA MIA MIGLIORE AMICA. INOLTRE, COME POTETE BEN VEDERE E' UN CAPITOLO ABBASTANZA LUNGO, QUINDI DOVEVO LAVORARCI BENE, ANCHE PERCHE' NON CI TENGO A DELUDERVI.
HO NOTATO, PERO', CHE NON HO PIU' COSI' TANTE VISUALIZZAZIONI AI MIEI CAPITOLI ULTIMAMENTE..
AL PRIMO, PER ESEMPIO, NE HO QUASI MILLE, GLI ULTIMI NON ARRIVANO NEANCHE A CENTO. SPERO SOLO DI NON ESSERE NOIOSA, E SPERO CHE LA MIA STORIA NON VI SIA SCADUTA. LO SPERO VIVAMENTE.
SCUSATE ANCORA SE SONO STATA ASSENTE COSI' TANTO :) UN BACIONE.
RECENSITE PLEASE c: FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE!
SCIAO GENTE ♥
  
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