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Autore: Prince Lev Swann    12/08/2013    0 recensioni
"Sora voleva tornare un'ultima volta nel Rifugio segreto, il posticino nascosto che da sempre aveva un significato profondo per lui, Riku e Kairi...
Ma la sua attenzione fu attratta da qualcos'altro... Un Keyblade splendeva alla luce del sole sulla spiaggia, poco prima della riva... Era simile al suo, ma i colori erano più sul grigio. Lo prese e lo esaminò con cura... Era il Keyblade che aveva Aqua quando l'aveva incontrata poco tempo prima, prima di riavere il suo, il Keyblade del Maestro Eraqus!
Che cosa ci faceva lì? Perché l'aveva trovato lui?"
La fine epica della storia più epica come me la immagino e come mi piacerebbe che fosse. La mia fanfic è la continuazione di Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance ed è stata scritta dopo l'uscita di questo e prima dell'uscita dell'ufficiale "Kingdom Hearts 3".
In mondi nuovi e affascinanti, in vari gruppi tutti i personaggi affrontano sfide e combattono le tredici oscurità.
Tredici oscurità contro sette luci... La guerra è vicina.
Ma la scoperta più sconvolgente riguarderà proprio il protagonista.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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nc3 La luce proveniente da un'enorme luna a forma di cuore coprì quasi immediatamente il buio, facendo splendere nuovamente la lama dorata del X-Blade. Sora era sospeso in aria.
Si voltò e osservò l'abbagliante Kingdom Hearts, quasi identico a quello artificiale creato da Xemnas tempo prima, ma più che bianco era azzurrino. O era sempre stato di questo colore? No, impossibile. Lui lo aveva visto solo due volte: in un'occasione si era presentato all'Heartless di Xehanort come una massa nera e indefinita a forma di cuore, con un enorme porta bianca. Invece un anno dopo l'aveva visto proprio come lo vedeva ora, ma candido come la neve. Eppure non gli sembrava la prima volta che lo vedeva così, ed era stato proprio al Cimitero dei Keyblade che lo aveva mostrato il maestro Xehanort... Possibile che quel posto fosse come il Castello dell'Oblio? Stava perdendo i suoi ricordi per ottenerne di falsi? Ma non erano falsi, no... Ormai sapeva la storia di Terra, Aqua e Ven... Quei ricordi appartenevano a loro tre... Poi si accorse che il bagliore proveniente dalla collana si era espanso, facendo splendere tutto il suo corpo, e che sotto di lui c'erano delle nuvole scure. Queste si aprirono formando un grande buco, e Sora riuscì a intravedere la terra ormai desolata del Cimitero dei Keyblade. Desolata... Dov'erano tutti? Possibile che lui, Sora, li avesse...?
- Sì, li hai assorbiti - rivelò uno Xehanort giovane, con la sua voce profonda, senza pizzetto e dai capelli argentati, confermando i suoi sospetti.
Erano accadute più cose insieme: la versione Giovane di Xehanort, anche se più possente e alta del solito, si era materializzata davanti a lui e un'enorme piattaforma tonda e alta come un Grattacielo era comparsa sotto di loro e sotto il X-Blade. Il trovarsi improvvisamente sulla superficie piatta e disegnata di quella piattaforma non turbò Sora. Era già successo varie volte: tredici anni prima lui e Vanitas avevano combattuto in un posto simile... No, era Ven che aveva combattuto Vanitas... Inoltre, in uno di quei luoghi, lui, Ven, era stato aiutato da quel bambino di nome Sora... Un momento, lui non era Ven, era Sora... In una di queste "stazioni" aveva combattuto l'Aculeo Spinato... In quell'occasione però era Roxas. Chissà che fine avrebbe fatto il suo Nessuno che, gli aveva spiegato Xion, in realtà era già tornato, sottoforma di Ven e Sora.... Di persona c'era già stato due o tre volte. Una volta aveva combattuto la sua ombra, il Darkside, e aveva scoperto di poter controllare un'arma simile a una chiave chiamata  "Keyblade"... Lì aveva affrontato Roxas...
Sulla superfice della Stazione dei cuori, circolare come sempre, vi erano ora disegnate due persone: il Giovane Xehanort, il medesimo che era proprio davanti a lui, e lui stesso, Sora. Nell'enorme immagine entrambi erano distesi di profilo, uno di fronte all'altro, in modo obliquo e con un ginocchio piegato, in una posizione a "V",  con gli occhi chiusi e senza toccarsi, ma come separati dalla differenza di colori. Metà della piattaforma, quella occupata dall'immagine di Xehanort, era nera e dai contorni argentati, e intorno alla figura del giovane erano raffigurati dieci capi incappucciati, tutti uguali. Invece la parte di Sora, bianca e dai contorni dorati, era occupata dalle faccie allegre dei sette Guardiani della Luce e delle Principesse Dal Cuore Puro, che sorridevano intorno alla figura addormentata di Sora. I capi di Eraqus e Terra erano in mezzo, uno sopra e uno sotto, tra le due metà, senza cappuccio ma con le faccie oscurate.
- Cosa... cosa vuoi dire? - domandò Sora nervoso. Xehanort fece qualche passo, ma si fermò quasi subito.
- Hai assorbito coloro che combattono per la luce, come io ho assorbito coloro che combattono per l'oscurità. Ecco cosa voglio dire, stupido -  rispose Xehanort. Stranamente Sora si trovava nella parte delle Oscuità, Mentre Xehanort nella parte delle Luci. Il X-Blade era in mezzo, Il Kingdom Hearts splendeva ancora alto dietro Sora.
- Intendi tutti quelli che hanno combattuto? - chiese.
- Sì, tutti coloro che sono venuti per la Guerra dei Keyblade, che ti hanno appoggiato, che tu e i tuoi amici avete aiutato. L'hai detto tu: i tuoi amici sono il tuo potere. Confrontiamo il potere di Xehanort, padrone del tempo e dello spazio, dell'Oscurità e dell'esistenza, con quello di  Sora, l'accidentale custode, e quello dei suoi amichetti! - esclamò, ma stranamenente  non evocò nessun'arma, esitò un attimo e poi esclamò ferociemente:
 - X-Blade, vieni dal tuo padrone! -
A queste parole l'enorme arma si avvicinò a Xehanort, che l'afferrò e fece un verso di esultazione. Sora evocò istintivamente la sua armatura per proteggersi, poi il Keyblade. Scoprì di averne undici, più tantissime armi che, sospese in aria, non riuscì a vedere. I Keyblade appartenevano, capì subito, ai Guardiani della Luce, a Xion, a Terra, a Eraqus e a Data-Sora. Xehanort, che evidentemente non se lo aspettava, s'infuriò maggiormente, ma aveva il X-Blade, l'arma invincibile... Iniziarono a scontrarsi. Le armi di Sora, a parte il suo Keyblade e quello della sua versione in dati, erano in aria e si gettavano sul nemico quasi di loro spontanea volontà. Con grande stupore e contentezza di Sora la battaglia non fu un'impresa impossibile da vincere, grazie alla Fusione Suprema.
- Perché? Perché non riesco a comandarti come dovrei? - urlò Xehanort al X-Blade, disperato. I Keyblade di Sora lo colpirono e lo fecero cadere all'indietro. Ora Sora lo sovrastava, e lo guardava con disgusto, dall'alto in basso.
- A quanto pare, Xehanort, hai sbagliato a sottovalutare la "forza dei miei amichetti". Hai viaggiato nel tempo e nello spazio e ancora non hai capito niente. Questa è la vera forza del Kingdom Hearts. L'amicizia e l'amore, la mia forza, e solo chi è dalla parte della luce la può capire. Per questo, te l'ho già detto, Kingdom Hearts è luce. Per questo voi pensate che io non valga niente... -
- Perché è così! - urlò, - La Profezia Della Strega... Parlava della forza che voi non capite. L'oscurità! Il X-Blade è venuto da me, ha dimostrato che quella è la vera forza di cui parlava la strega. Tutti noi nasciamo nell'oscurità, ed è lì che torniamo! È lì che finiranno nuovamente tutti i mondi! Sarò io a decidere cosa accadrà d'ora in avanti! - urlò Xehanort, alzandosi a fatica. Stava par attaccarlo, ma Sora, con un solo Keyblade, colpì il X-Blade, che scivolò di mano a Xehanort e fu spedito lontano da lui, caduto nuovamente a terra.
- Perché vuoi questo? - chiese Sora, calmo. Xehanort rimase in silenzio, leggermente confuso. - Ah, certo. - continuò, - Non sopporti più di vivere nella luce, ti fa male, ti procura un dolore insopportabile. Fare del male agli altri fa star bene te. Ecco perché vuoi sommergere tutto nell'oscurità -.
Xehanort tentò di nuovo di alzarsi, ma qualcosa nelle parole di Sora bloccava tutti i suoi poteri e i suoi moviumenti.
Le armi di Sora sparirono sotto suo ordine, poi , con enorme stupore di Xehanort, tese la mano.
- Non dev'essere per forza così, non devi vivere nell'oscurità. Noi possiamo aiutarti. Basta che tu trovi del rimorso in te, e la luce ti riaccoglierà. Puoi rimediare a quello che hai fatto. -
Xehanort esitò un istante, poi urlò: - Mai! -
Sora fece un respiro profondo, poi riprese: - La vedi questa? - chiese, e indicò la collana a forma di corona che portava al petto. - Questa è la prova. Ciò che dimostra la forza che c'è nel mio cuore. La forza che mi ha donato la luce. È vero, io sono il prescelto, ma sono colui che è stato prescelto da qualcosa di più grande, più significativo, di una semplice arma... -
 Finalmente capiva, e sentiva di saperlo da un sacco di tempo. Si alzò in volo, senza armi, e incrociò le braccia. - La trovaì molto tempo fa, sulla spiaggia del mio... del nostro piccolo e perfetto mondo, Xehanort.  Io sono il custode... il prescelto... il padrone del Kingdom Hearts -.
Xehanort era disperato, la bocca sigillata, forse non poteva neanche più parlare, ma gli occhi mostravano chiaramente lo stato di rabbia e disperazione in cui si trovava.
- Il X-Blade non serve più, non funziona come dovrebbe, non con te comunque. Più semplicemente, Xehanort, io sono il Kingdom Hearts.-
Un enorme scoppio fece voltare Sora e alzare il capo di Xehanort verso l'enorme luna a forma di cuore: era esploso in un enorme sole della stessa forma, un cuore. La luce dorata colpiva completamente Sora.
Insieme al Kingdom Hearts il X-Blade era svanito in mille pezzi. Anche Xehanort fece un urlo disperato, più forte che mai, prima di sparire dall'esistenza proprio come l'arma che per tempi immensi aveva bramato: in mille pezzi. Questi volarono nel vuoto. Sora li osservò un momento, non sapendo cosa provare, poi comparve una porta dorata. Era riccamente intagliata e alta come un palazzo. Dopo anni che utilizzava il Keyblade Sora sapeva esattamente cosa fare: puntò l'arma così simile a una chiave in alto, verso l'infinito, dalla quale fuoriuscì un raggio luminoso. Una musica dolcissima esplorò il cuore di Sora e lo spazio infinito, la porta si aprì accogliendolo. La luce obbedì così beatamente ai progetti che stava organizzando. Un unico mondo sarebbe bastato a tutti.




   
 
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