Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Jane Ale    12/08/2013    1 recensioni
[Prima storia della serie "Il ciclo di Caterina", ma può essere letta indipendentemente dalle altre storie.]
Caterina e Alessandro sono migliori amici, eppure non riescono ad andare d'accordo per più di qualche minuto. Ma poi Caterina capisce di essere innamorata di Alessandro e tutto si complica. Perché lui è stronzo, ma non ne è consapevole; lei, invece, è isterica, ma non sa come smettere.
Il solito vecchio cliché? Probabilmente (no).
Dalla storia:
-L'avevo capito. Di piacerti, intendo.-
Annuii. -Era piuttosto evidente.-
Si passò le mani sul viso, poi mi fissò di nuovo. -Cate, io mi sento molto attratto da te, non posso negarlo..-
A quelle parole avvampai, ma cercai di restare distaccata. -Ma?- gli chiesi.
-Ma al tempo stesso non riesco a provare quei sentimenti che vorrei. Ti voglio un mondo di bene, ma..-
Ma non sei innamorato di me, conlusi per lui nella mia mente.
Raccolsi tutto il coraggio che avevo e sorrisi. -Non preoccuparti, Ale, non importa. Non è successo niente.-
-Cate, ascoltami.-
-No, va bene così, nessuno si è fatto male.- Sorrisi ancora.
-Tu sì.- disse con semplicità. Ed era vero, io mi ero fatta molto male, più di quello che credevo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il ciclo di Caterina'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 13
Logica e non-logica






Image and video hosting by TinyPic







-Allora, mi vuoi dire il vero motivo per cui mi hai voluto vedere?- mi chiese Giovanni sorridendo come suo solito.
Sbuffai. -Ok, hai ragione, è inutile girarci intorno: ho bisogno di un tuo consiglio.- ammisi.
-Alessandro?-
-Già.- confermai.
-Le cose si sono complicate dopo ieri sera, eh?- mi domandò.
-Beh, era logico. Ma non è stato tanto il bacio di ieri, quanto quello che mi ha detto oggi quando ci siamo visti per "chiarire". Mi ha confusa immensamente.- Sospirai.
-Come ha giustificato il fatto che ti abbia baciata?-
-Attrazione. Soltanto una fottutissima dose di attrazione che, improvvisamente, gli fa venire voglia di saltarmi addosso. Logico, no?- risposi acida.
Giovanni mi accarezzò delicatamente i capelli per consolarmi e io appoggiai la testa sulla sua spalla sbuffando come un treno a vapore. Molto spesso mi sembrava di tornare ad essere la piccola bambina viziata che ero stata durante la mia infanzia: sbuffavo se i miei genitori non mi facevano fare quello che volevo, battevo i piedi se non mi compravano la Barbie che desideravo da tanto e piangevo se dovevo affrontare situazioni e persone nuove. E anche in quel momento lo stavo facendo, mi stavo lamentando perché, nonostante avessi baciato Alessandro, quella non era la situazione che avevo sognato di vivere. Avevo sempre desiderato che mi baciasse e che fosse innamorato di me, ma non avevo mai fatto i conti con il fato: il mio desiderio era stato esaudito...per metà.
-Cate, hai mai pensato che forse Alessandro potrebbe essere confuso quanto te?- mi domandò Giovanni con un tono di voce basso e pacato, quasi temendo una mia reazione.
In effetti il pensiero che Ale fosse confuso mi sembrava alquanto ridicolo e piuttosto offensivo nei miei confronti, ma non volevo certo rispondere male a Giovanni che era lì per me, così risposi con calma. -Cosa intendi?-
-Voglio dire che, forse, quello che Ale prova per te non è solo attrazione. Probabilmente non sa neppure lui cosa sia ed è spaventato da questa "cosa" nuova. Pensaci, non è strano che così, all'improvviso, lui sia attratto da te a tal punto?-
Il ragionamento di Giovanni non avrebbe fatto una piega se il ragazzo in questione non fosse stato Ale, ma siccome lo conoscevo più che bene, ero certa del fatto che la sua fosse attrazione. E basta.
-Ammetto che il fatto che i suoi ormoni si siano accorti di me nel giro di qualche giorno sia molto strano, ma la spiegazione a cui sono giunta è totalmente diversa: con il tempo si è accorto che ero una femmina anch'io, poi ha capito di piacermi, il che non era per niente difficile, e così ha approfittato di questa preziosa occasione. Ecco tutto.- Trasudavo sarcasmo e acidità da ogni poro.
Giovanni, invece, mi guardava divertito. -Quindi, secondo te, i suoi ormoni sono la causa di questa situazione?- mi chiese cercando di non ridere.
-Esatto.- risposi seria. A quel punto scoppiò a ridere.
-Giovanni, cosa cavolo ridi?- domandai un po' offesa.
-Non sto ridendo di te, però è vero che voi femmine siete un po' cieche alle volte.- mi disse lui.
-Ah! Perfetto, ora siamo cieche!-
-Sì, ci sono dei momenti in cui vi rifiutate di vedere ciò che vi sta davanti e rendete tutto più complicato. Per esempio, perché non puoi prendere in considerazione l'ipotesi che Alessandro provi davvero qualcosa per te? Perché devi darti spiegazioni stupide come quella degli ormoni?-
Abbassai lo sguardo e scossi la testa. -Lasciamo perdere, Giovanni. Non voglio darmi false speranze.-
-Perché dovrebbero essere false?- chiese.
-Non potrebbe essere altrimenti, ma ti prego, lasciamo stare questo discorso per ora.-
Vedevo che non era d'accordo e che avrebbe voluto convincermi, ma sarebbe stato solo un modo per crearmi inutili illusioni. Per quanto Giovanni stesse agendo per il mio bene, non capiva che Alessandro non aveva interesse per me, se non quello fisico. Certo, eravamo amici, e avrei fatto di tutto affiché questo non cambiasse, ma sapevo che i suoi sentimenti nei miei confronti non sarebbero mai potuti cambiare. Dovevo accettarlo ed evitare di farmi ulteriore male.

La mattina dopo, a scuola, riuscii a parlare con Roberta solo durante la ricreazione, poiché era entrata alla seconda ora.
-Roby, tutto bene?- le chiesi.
-Certo, ho solo fatto le analisi del sangue.- rispose indicandomi il braccio.
-Sì, quello l'ho notato. Intendevo con Emanuele. Hai parlato con lui, vero?- domadai suonando troppo minacciosa.
Lei annuì.
-E..?- la sollecitai.
-Ci siamo baciati.- rispose in un sussurro.
-Oddio!- dissi a voce alta. -Non ci credo!-
Ero felice per lei, vedevo che i suoi occhi brillavano di contentezza, anche se in quel momento prevaleva l'imbarazzo.
-E cosa vi siete detti?- le chiesi ancora.
-Abbiamo deciso di provarci. In fin dei conti ci conosciamo da parecchio tempo, ci piacciamo, non c'è niente di male se usciamo insieme come..insomma non proprio come amici. Avevi ragione, Cate, ti devo ringraziare.-
Sorrisi, ma non sentii i ringraziamenti, perché la mia mente si era fermata qualche parola prima.
Ci conosciamo da parecchio tempo, ci piacciamo, non c'è niente di male se usciamo insieme.
Detta così sembrava la cosa più logica del mondo: le persone si piacciono e decidono di uscire, in modo semplice e senza complicazioni. Allora perché nel mio caso sembrava tutto così privo di logica?
Io ed Ale ci conoscevamo da anni, eravamo migliori amici, lui era attratto da me, io ero innamorata di lui, ci eravamo baciati, ma non potevamo uscire insieme.
Dove era il problema?
Non dovetti pensare molto, però. Il problema stava nel fatto che lui non provava niente per me, la sola cosa che voleva era il mio corpo, mentre io gli volevo molto più che bene. Ecco dove risiedeva la non logicità della mia situazione.
-Cate, mi ascolti?- mi domandò Roberta.
-Oh, scusami, mi ero distratta un secondo. Dicevi?-
-Ti stavo dicendo che oggi pomeriggio mi ha chiesto di uscire. Un appuntamento, insomma.- mi disse raggiante.
-Hai accettato?- le chiesi.
-Certo! Devo solo decidere cosa mettere.-
Scoppiai a ridere. Roberta non sarebbe mai cambiata, era sempre la solita solare e divertente ragazza che avevo conosciuto qualche anno prima.
Stavo per risponderle, ma mi sentii chiamare. Mi voltai e vidi una delle poche persone che pregavo di non incontrare ogni singolo giorno della mia vita.
-Marica.- la salutai atona.
-Cate, ti stavo cercando. Puoi venire un attimo?- mi domandò con quel falso sorriso che aveva perennemente stampato sulla faccia.
-Puoi parlare davanti a Roberta.- ribattei.
-No, tolgo il disturbo.- disse Roberta. Mentre mi passava accanto mi sussurrò all'orecchio "Dopo mi dici!" e io annuii.
-Allora?- dissi rivolgendomi a Marica.
-Ho saputo di te ed Ale. Complimenti, ce l'hai fatta.- mi disse sempre sorridendo.
-Non capisco cosa vuoi dire.- Negare, sempre negare. Altrimenti fingere.
-Cosa non capisci? Il fatto che vi siate baciati o che tu ce l'abbia finalmente fatta dopo tutti i mesi in cui gli sei morta dietro? Non fare quella faccia, Caterina, lo sanno tutti da sempre che sei cotta di lui e mi stupisco che non l'abbia capito prima. Adesso che è il tuo turno di ricevere attenzioni immagino che sarai contenta, non vedevi l'ora. Ma stai attenta, non durerà molto.- Continuava a sorridere. Per un attimo desiderai che avesse una paralisi alla bocca, così avrebbe imparato a sorridere sempre quella stronza. Poi cancellai quei pensieri, non dovevo abbassarmi al suo livello. Non volevo diventare cattiva.
-Non riesco a capire se la tua è gelosia o semplicemente incapacità di farti i cazzi tuoi, Marica.- le dissi tranquillamente.
-Nessuna delle due, Caterina. Consideralo un consiglio da quella che una volta era tua amica.- mi rispose.
-Appunto, una volta. Ti ringrazio, ma i consigli valgono poco di per sé, pensa un po' quelli che escono dalla bocca di una che non è neppure mia amica.-
-Di certo non guardo al tuo interesse, ma fidati se ti dico che Alessandro si stancherà molto presto di te e a quel punto non gli servirai più nemmeno come amica.- E questa volta, dopo aver parlato, non sorrise.
-Perché?-
-Perché cosa?- mi chiese.
-Perché mi stai dicendo queste cose adesso? Cosa ne sai? Cosa c'è dietro, Marica?-
-Chiedilo a lui.- mi disse semplicemente.
-No, lo sto chiedendo a te.-
Sospirò. -Ha fatto lo stesso con me. Eravamo amici, mi ero presa una cotta per lui, siamo stati insieme per un po'. Poi si è stufato. Non c'è stato un momento preciso o un avvenimento, so solo che non voleva più stare con me. Certo, sapevo fin dall'inizio che lui non provava niente, ma speravo che almeno l'attrazione fisica lo potesse tenere legato a me.-
Era il discorso più lungo che le avessi mai sentito fare. Il più lungo e il più sbagliato. Marica ed Alessandro erano stati insieme, poi lui l'aveva lasciata. Ma erano stati insieme. Adesso il comportamento di Marica mi sembrava più normale, ma c'era ancora qualcosa che non mi tornava.
-Ti piace ancora?- le chiesi.
-No, ora ho Edoardo e sono innamorata di lui, però Alessandro è stato il mio primo vero ragazzo, a me piaceva veramente. Una parte di me resterà sempre legata a lui, per questo continuo a volergli bene ed è il mio migliore amico.- concluse.
Non avevo parole, letteralmente. Cosa avrei dovuto dire? Mi dispiace, non lo sapevo? Beh, che non lo sapessi era ovvio, la mia espressione lo diceva chiaramente. E per il fatto che mi dispiacesse non ne ero troppo sicura.
Optai per sembrare scema. -Ho capito.- dissi soltanto. Una scimmia sarebbe stata più eloquente.
Lei tornò a sorridere. -Caterina, lo so che da una parte sei felice che lui mi abbia lasciata, ma prova a guardare la cosa dal mio punto di vista, quando ho saputo di sabato sera mi è sembrato..-
Avevo capito. -Ti è sembrato di rivivere la stessa storia, solo che la protagonista non eri più tu.-
-Esattamente. E ti assicuro che, a parte i primi tempi, non è stata una storia felice. Lui non provava niente per me, lo vedevo. In più Ale non è mai stato il tipo da legarsi ad una ragazza per troppo tempo, ha sempre avuto problemi con le relazioni.- mi spiegò.
-E adesso come fai ad essergli amica?- chiesi davvero interessata alla risposta.
-Era mio amico prima e lo è ancora. Non potevo costringerlo ad amarmi, ma la nostra amicizia è sempre stata vera.- mi disse lei.
-Ti ringrazio per avermi detto queste cose.- le dissi sinceramente. -Ma tra me ed Ale non c'è e non ci sarà mai niente. Per quanto le nostre situazioni possono essere simili, questa volta lui sa benissimo di non provare niente per me e non si vuole incasinare. Non c'è nessun pericolo.-
-E a te va bene così? Puoi essere sua amica comunque?- mi domandò.
-Sì, presto si stancherà e la situazione tornerà come prima.-
-E tu, Caterina, cosa farai? Continuerai ad andargli dietro come un cagnolino anche quando troverà una nuova ragazza da "corteggiare"?-
Non ebbi il tempo di rispondere, perché la campanella suonò e Marica mi disse che doveva andare in bagno prima di rientrare in classe. Prima di andare, però, mi disse: -Rifletti su quello che ti ho detto. Non fare come me.-
Ero sconvolta. Non solo avevo ricevuto più notizie del dovuto in una botta sola, ma mi ero anche sentita un'estranea rispetto a quello che credevo il mio migliore amico: era stato con Marica e non mi aveva detto niente? Sicuramente era successo prima che ci conoscessimo e diventassimo amici, ma in tutto quel tempo non mi aveva detto niente. Né quando ero amica di Marica, né quando facevamo lunghe chiacchierate raccontandoci i nostri segreti, né quando piangevo raccontando le ultime cattiverie subite a causa di quella ragazza. Niente. Neppure un accenno. Ma chi ero io per Alessandro, allora?
Ripensai al ragionamento che avevo fatto su me ed Ale: avevo detto che, logicamente, eravamo amici. In quel momento capii che neppure la nostra amicizia era logica. La non-logica aveva colpito ancora.

Mentre uscivo dall'aula alla fine di quella lunghissima giornata di scuola, Alessandro mi prese per un braccio e mi trascinò di nuovo all'interno di quella stanza infernale che, ormai, si era svuotata.
-Ciao.- mi disse.
-Ehi.-
-Come va?- mi chiese.
-Bene.- risposi cercando di non far trapelare il mio nervosismo. -Tu?-
-Tutto bene.-
Annuii, poi ci fissammo per qualche secondo.
-Cate, cosa voleva oggi Marica?- mi chiese poco dopo. Sentii qualcosa di grosso, pesante e oscuro farsi spazio dentro di me.
-Niente.- mentii evitando accuratamente di guardarlo negli occhi.
-Cate, il tuo niente vuol dire sempre un mucchio di cose. Sii sincera.- mi disse sorridendo e sollevandomi il mento con due dita. Non appena le sue dita entrarono a contatto con la mia pelle, rabbrividii. Di piacere, però.
-Ale, non mi ha detto niente, davvero.- dissi cercando di risultare sincera.
-Non hai la faccia di una a cui non hanno detto niente.-
Cambiai tattica. -Secondo te cosa mi ha detto?-
-Non lo so, altrimenti non te lo chiederei.-
-Prova ad indovinare.-
Sbuffò. -Cate, smettila e dimmi cosa ti ha detto.- disse con tono palesemente scocciato.
Era scocciato, lui?! -Tutto, Alessandro, mi ha detto tutto!-
Per un attimo mi parve quasi disorientato, poi un lampo di consapevolezza attraversò i suoi occhi.
-Ah.- fu tutto ciò che disse.
-Già.-
-E perché avrebbe dovuto raccontarlo a te? Non siete più amiche da un pezzo.- mi chiese con un tono di voce più alto.
-Per mettermi in guardia.- risposi semplicemente.
-Da cosa?- domandò.
-Non da cosa. Da chi.-
-Non ti farei mai del male, Caterina. Lo sai!- mi disse quasi urlando.
-L'hai già fatto.- dissi, ma a voce molto bassa, quasi volendo che non mi sentisse. Ma mi sentì.
-No, ti sbagli. Se avessi voluto farti del male, lo avrei già fatto. E potrei fartene anche adesso, se solo volessi. Potrei essere la genesi dei tuoi casini, Cate.- mi sorrise allusivamente, poi continuò. -Ma non voglio, perché ti voglio bene e non voglio che tu stia male.-
Sembrava dannatamente sincero, ma poi ripensai agli ultimi avvemimenti: mi aveva detto che non mi voleva incasinare, di non volermi creare problemi e di non volermi vedere stare male, eppure nel giro di pochi secondi aveva sempre cercato di baciarmi. Per quanto i suoi propositi fossero stati buoni ogni volta, alla fine aveva fatto solo ciò che voleva e si era preso ciò che desiderava, fregandosene di me e dei miei sentimenti. Sembrava dannatamente sincero, certo, ma questa volta non ci sarei dovuta cascare.
-Ma tu lo sei già, Ale. Sei già la genesi dei miei casini da tanto tempo.- gli dissi.
Vidi i suoi occhi accendersi. In pochi passi mi fu di fronte, ma non volevo guardarlo in faccia, quindi puntai i miei occhi sul pavimento. Sentii le sue mani infilarsi delicatamente sotto la mia maglietta per poi massaggiarmi la schiena.
-Allora devo fare il mio lavoro per bene.- mi sussurrò all'orecchio. Poi la sua bocca cominciò a lasciare una scia di baci sul mio collo, su e giù, poi di nuovo su per arrivare al mio orecchio e mordicchiarlo.
-C-cosa?- chiesi già incapace di comprendere le sue parole. Ma dove volevo andare se dopo due moine ero già gelatina tra le sue braccia? Altro che resistere, se avesse continuato così sarei stata io a baciarlo per prima.
-Hai detto che sono già la genesi dei tuoi casini, no? Allora è giusto che faccia il mio lavoro nel migliore dei modi.- mi spiegò lui.
Mi avrebbe sicuramente fatta morire. Senza dubbio.
Le sue mani continuavano a vagare sotto la mia maglietta, questa volta più freneticamente, la sua bocca scendeva lentamente lungo la mia mandibola e non ci voleva molta immaginazione per capire quale fosse la sua meta. Quando la sua lingua tracciò i contorni delle mie labbra e le sue mani cercarono di intrufolarsi posteriormente sotto i miei jeans, sussultai e legai le mie mani dietro al suo collo per stringermi di più a lui. In quel momento logica e non-logica erano a centinaia di chilometri da noi, non mi importava niente di quello che eravamo o non eravamo, persino le parole di Marica si erano rifugiate in un angolo sconosciuto della mia mente.
Schiusi le labbra per la lasciare alla sua lingua libero accesso, ma prima che potessimo approfondire il bacio, qualcuno entrò nella stanza emettendo un colpetto di tosse.
-Scusate se vi interrompo, ma ho dimenticato una cosa.-
Nonostante fossi pervasa da una buona dose di istinto omicida per essere stata interrotta proprio in quel momento, la parte razionale del mio cervello aveva ripreso a funzionare e ringraziava chiunque avesse mandato quell'interruzione.
Mi aveva salvata. Alemeno per quel momento.





Note dell'autrice:

Salve a tutte/i!
Eccomi con un nuovo capitolo. Non è un granché, lo ammetto, ci sono molti dialoghi, spiegazioni e poco Alessandro, ma sono tutte cose necessarie. Spero, comunque, che sia di vostro gradimento. :)

Come sempre, ringrazio le persone speciali che hanno inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite e che hanno recensito. Vi ringrazio davvero tanto, siete delle creature stupende.

Se volete lasciare una piccola recensione ne sarò felicissima. :)
Alla prossima!
Un bacio,
Jane Ale



  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Jane Ale