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Autore: everyday35    13/08/2013    0 recensioni
"Dobbiamo andarci per forza mamma?" Dico subito dopo che la macchina si ferma a un semaforo.
"Si Liz. Papà ha dato una buona parola alla professoressa Katrin a proposito dell'inglese su di te. Quest'inverno sembravi così felice di partire in Inghilterra e per di più da sola! In una città come Manchester vedrai che ti divertirai molto." Prese a dire mia madre "tuo padre ha anche detto che andrai in un college di irlandesi, si dice che siano molto socievoli, magari trovi qualche ragazzo carino." Aggiunse con un sorriso.
"Forse ti sei scordata che sto con Nate, mamma. Da cinque mesi, ricordi? Te l'ho anche presentato."
"Giusto ma questo non toglie il fatto che potresti fare conoscenza con qualcuno del posto."
"Questo magari si."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Usciti dall'aereoporto, la professoressa ci fa salire su un autobus blu posizionato poco lontano dall'uscita.
Mi siedo a un posto nella quinta fila, come al solito vicino al finestrino.
"Posso?"
"Certo, Charlotte. Non ti ho visto da quando siamo saliti sull'aereo!"
"Non me ne parlare" si mette una mano tra i capelli "sono capitata accanto a due cinesi pazze che continuavano a parlare in modo incomprensibile!
Sono stata tutto il tempo con le cuffie infilate nelle orecchie per non sentirle!"
Ridiamo insieme mentre io le racconto quello che mi era successo con Peter: come mi aveva salvata, tranquillizzata e il resto.
"Non per intromettermi, ma la scorsa settimana non avevi detto che eri troppo scossa per Nate per avere una relazione con qualcun'altro?"
"E lo sono! Io e Peter siamo solo.. Amici ecco."
Certo, Liz. Amici. Stavo cercando di autoconvinceremi che Peter non mi piacesse. Ci conoscevamo da qualche ora eppure i suoi modi di fare, il suo stile mi avevano colpito sin dal primo momento.
Magari era anche fidanzato, magari stavo rovinando la sua relazione solo per i miei soliti capricci da bambina.
"Secondo te è fidanzato?" Chiedo subito a Charlotte dopo averle tolto una delle due cuffie dall'orecchio sinistro.
"Non lo so Liz, prova a chiederglielo. Ma ricorda, è a tuo rischio e pericolo."
Charlotte aveva ragione, se mi avesse risposto di no magari avrebbe pensato che mi interessasse.
Il che in realtà potrebbe essere vero. Non lo so.

Arriviamo al college.
Il bus parcheggia in una rotonda il cui centro è caratterizzato da una fontana di grandezza media.
Davanti a noi si innalza un grande blocco.
"Salve ragazzi." Un uomo dai capelli arancioni sulla quarantina arriva da dietro di noi.
Ci spiega che il college è diviso in blocchi. A noi italiani sarà riservato il blocco F.
L'edificio di fronte a noi è il blocco principale, A: quello dove ci sono le classi per fare lezione, la mensa, la sala computer, la discoteca e il cinema.
Superiamo l'edificio e davanti a noi troviamo una grande estensione di verde con due campi da calcio, due da pallavolo, uno da tennis e un grande salice verso la fine.
Un vialetto costruito un pietra ci fa strada verso il nostro blocco.
"5 piani, 20 stanze e 10 bagni, puliti giusto qualche ora fa. Ci siamo permessi di posizionare i maschi, in maggioranza sui primi due piani della palazzina, e le ragazze sugli ultimi due. Il piano in mezzo sarà messo a disposizione per la professoressa.
Naturalmente ricordo ai ragazzi di rispettare gli oggetti che troveranno in stanza e oh, quasi dimenticavo. Chiunque perdesse la chiave della propria stanza dovrà pagare multa e la sua camera da quel momento non potrà più essere chiusa a chiave finché quel ragazzo sarà dentro il college." il proprietario continuava a parlarci delle regole sorridendo a ogni parola lui dicesse e fissando la professoressa Katrin, alquanto compiaciuta di tutto ciò.
Dopo averci consegnato le chiavi, la professoressa ci annuncia che saremo liberi di visitare il college o fare qualsiasi cosa ci saltasse per la mente per le seguenti quattro ore. Dopo di chè saremmo dovuti andare a pranzo. Mi precipito nella mia stanza e la osservo attentamente: un lavandino difronte a te appena entri, alla cui destra si trova un grande armadio di legno scuro che nasconde il resto della piccola ma graziosa stanza. Lo supero e alla mia destra mi trovo un letto affiancato da un piccolo comodino a cassetti e una scrivania.
Corro verso la finestra e la apro, curiosa di sapere quale fosse il panorama che mi trovassi davanti. Le persiane cigolano un po' ma è questione di abitudine.
Lo sfondo è pazzesco. Si vede tutto il grande Prato che abbiamo scrutato poco prima e il salice che mi è rimasto nella mente.
Faccio una foto e la mando a Meg.
Prendo le mie cose e vado in bagno a farmi una doccia fresca.
  
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