Film > High School Musical
Ricorda la storia  |       
Autore: Vivy93    20/02/2008    6 recensioni
Ehilà! So che con "Sogno di una notte di..." sono in ritardo spaventoso, ma questa shot è dovuta!! La protagonista è Martha Cox, studentessa modello alla East High, con l'amore per la danza, e ora piena di amici. Manca l'amore, nella sua vita, e vedere tutte le sue amiche fidanzate non l'aiuta! Arriverà il suo turno, prima o poi? Questa è Martha Cox, ragazzi! ^^
Dedicata a tutte le mie Disneyane, a cui auguro ... l'amore.
Buona Lettura!!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ora tocca a me.

Mi sciolgo al sole d’autunno. Sei tu il mio sole?

Martha Cox non si riteneva una bella ragazza. Aveva i suoi chiletti e lo ammetteva con brio; tentava di sdrammatizzare con un sorriso allegro e cambiava argomento se qualche cheerleader la prendeva in giro, oppure passava al contrattacco. Credeva che soffrire in silenzio mentre loro godevano della propria arguzia (chi, le cheerleader?) fosse meglio che disperarsi ogni minuto della sua esistenza.

Eppure si sentiva un totale impiastro, in tutto. Meno male che c’era la poesia, e la danza.

Quando si alzò quella mattina, si sentì terribilmente felice. Era il primo giorno del nuovo anno scolastico, e prometteva scintille. Ormai il loro gruppo era compatto e ostili a quelle “mescolanze” erano rimaste solo le ochette svampite. Pon pon. Che idiozia!

S’incamminò verso il bagno con una giravolta, dopo aver impostato il suo stereo ad altissimo volume. I genitori ovviamente erano già al lavoro, quindi non disturbava nessuno.

Oh oh oh. Wake up today,

Feeling the way, I always do!

Le note incoraggianti del film Hairspray la tirarono su. Non doveva fare quei pensieri duri la mattina presto! Doveva godersi quella giornata con tutta se stessa, e andare fiera del suo aspetto esteriore! Tracy Turnbland, lei sì che aveva grinta. Ma era un personaggio, nient’altro che una storia costruita, e quella era la realtà, spietata. Quindi di grinta, rifletté gettandosi il sapone addosso nel vano doccia, ce ne voleva il doppio.

***

Taylor McKessie e Gabriella Montez erano diventate senza dubbio popolari, soprattutto per le loro vicende sentimentali; forse Gabriella, alla East High, lo era stato da sempre. E anche Kelsie, che aveva creato scalpore per aver schiaffeggiato Jason Cross nella mensa e che ora stava con Ryan Evans, meritava rispetto nel teatro, più di quanto non ne avesse prima, ma si teneva alla larga dai pettegolezzi con un rapporto timido e riservato. Sharpay Evans, nemmeno a parlarne. Lei era la regina incontrastata, a scuola. E a Martha, chi rimaneva? Alla fermata dell’autobus, quasi deserta, arrivò il mezzo che doveva portarla a scuola. Salì, accolta dai suoi amici con calore.

Calore. Ma che tipo di calore era? Di certo non il calore che provava Taylor quando Chad le sussurrava qualcosa all’orecchio. Represse un sospiro e mostrò un sorriso agli altri. Proprio quando l’autobus stava per svoltare l’angolo, un grido attrasse l’attenzione di Martha. Si voltò confusa. Per strada, per quella banalissima viuzza di cui Sharpay si lamentava sempre (“Mai che capiti qualcosa qui!”), un ragazzo alto e dai tratti latini correva alla velocità della luce, inseguendo il loro autobus. Non sembrava parlare americano, infatti imprecava in quello che sembrava spagnolo. Gabriella si voltò divertita, e Martha chiese il significato delle sue parole.

-Sta semplicemente supplicando l’autista! Diciamogli di fermarsi!- rispose lei con un’aria divisa tra il preoccupato e l’ironico. Troy si separò dal loro (troppo?) dolce abbraccio e andò verso il vano del guidatore dell’autobus, avvertendolo. Quello distolse per un attimo lo sguardo dalla strada e squadrò il Wildcat con una smorfia; poi, nel più assoluto silenzio, si voltò di nuovo. A quanto pareva, non gli andava a genio l’idea di fermarsi per quello studente in ritardo.

Martha aveva osservato la scena con attenzione; ogni tanto lanciava occhiate avide verso la strada, come ad accertarsi che il giovane “misterioso” fosse integro, e ancora alle calcagna del mezzo. Lui era sempre lì, e non si rassegnava. Forse si era appena trasferito, e non voleva sfigurare il primo giorno. Chissà …

Quando si accorse dello sprezzo che l’autista aveva dimostrato, si alzò anche lei e raggiunse Troy, poi ad altissima voce iniziò il suo discorso: - Senta, potrei ricondurre i suoi problemi psicologici a qualcosa che è accaduto quand’era bambino, magari uno che assomiglia a quel ragazzo lo ha ferito moralmente, come ipotizzerebbe il dottor Sigmund Freud, le ha detto che non troverà mai la sua anima gemella e che si ritroverà solo come un cane per sempre, ma mi sembra profondamente ingiusto quello che sta facendo, e secondo il regolamento che le è stato imposto dal preside Matsui, nell’articolo otto sottoparagrafo cinque riga due, quando si accorge di uno studente che non supera un ritardo di otto minuti per raggiungere la fermata dell’autobus, lei è obbligato ad accostare immediatamente. Ora, calcolando che diametralmente al suo percorso il suddetto studente sta correndo dietro al bus da almeno sei minuti e trentasei secondi, la vedo costretto ad obbedire alle regole.

Martha concluse la sua tesi, furente ed ansimante ma soddisfatta: se molti dei giovani presenti avessero ricordato qualcosa delle lezioni supplementari di psicologia, ci sarebbe stato un lungo e sincero applauso. Finalmente, sotto gli occhi sbalorditi di tutti, l’uomo fermò il veicolo interrompendo la corsa dello spagnolo. Quello entrò trafelato, sorridendo a Martha. Doveva aver notato il suo comportamento e ne era rimasto compiaciuto. La ragazza, dal canto suo, trasalì. Quella semplice espressione sul viso, mentre lui si raddrizzava gli occhiali con un dito, l’aveva assolutamente affascinata.

Si avvicinò al misterioso estraneo, che aveva preso posto lontano dagli altri.

-Posso sedermi?- Domandò timidamente indicando l’altro sedile. Lui annuì.

Quando però si sedette, Martha si trovò senza parole. Non sapeva nemmeno se lui parlava americano, dannazione! Doveva fare una prova. Prese fiato e … Sì, e cosa doveva chiedergli? Ehi tu, sei fidanzato???

Chiuse le labbra, maledicendosi per quella smorfia da pesce lesso. Teneva gli occhi bassi, imbarazzata; grinta, eh?! Non ne avrebbe mai avuta abbastanza. Non riusciva nemmeno a parlare con …

Una voce calda e suadente interruppe le sue autocritiche mentali: -Io sono Joaquin, molto piacere.- Joaquin. Joaquin Joaquin Joaquin Joaquin. Il bel Joaquin. Joaquin il magnifico. No. Doveva rimanere concentrata e non mostrarsi vulnerabile.

-Io sono Martha.- -Incantato.- sussurrò lui prima di baciarle elegantemente la mano. Si levò un Oooooh dall’autobus, emanato soprattutto dalle fiamme dell’invidia delle cheerleader. Il nuovo arrivato era attraente, non c’era altro da dire. Certo, era strano come non fossero venute a conoscenza della sua esistenza nelle ultime quarantotto ore, ma la sorpresa maggiore era vederlo appiccicato a quella secchiona da quattro soldi.

La secchiona in questione trasalì un'altra volta per quel contatto improvviso e inaspettato; addirittura, un baciamano? Magari le avrebbe anche insegnato il flamenco. Altro brivido. Non è che aveva la febbre? Avrebbe spiegato molte cose; e invece quei sentimenti nati così in fretta non ce l’avevano, una spiegazione.

-Joaquin … tu … sei nuovo, giusto?- mormorò incerta. Poco lontano, Kelsie esultava per lei, stretta tra le braccia di Ryan. Anche per la sua amica ballerina stava arrivando … l’amore.

***

Era l’ora di matematica, ma la signorina Cox non degnava il professor Williams di uno sguardo. Era piuttosto presa da Joaquin, che scribacchiava qualcosa su un foglio; non parevano appunti di algebra, però. Sospirò impercettibilmente, ripensando a qualche ora prima.

Lei e il suo nuovo amico erano rimasti a chiacchierare fino all’arrivo nella East High. Poi lei lo aveva condotto in presidenza, dove Matsui gli aveva dato il benvenuto. Solitamente i nuovi arrivati erano accompagnati da i genitori, ma Joaquin aveva spiegato al preside che i suoi erano molto impegnati col trasloco: venivano da Barcellona, e alcuni pacchi con i mobili arrivavano proprio quella giornata. Aveva presentato anche un biglietto della signora Càrdenaz, firmato accuratamente e che confermava le parole del ragazzo. Matsui allora, notando Martha fuori dalla porta che cercava di carpire informazioni dal discorso tra i due, aveva acconsentito a farla entrare e le aveva assegnato il compito di occuparsi di Joaquin. Lui si era voltato verso di lei con un ampio sorriso, sussurrando mentre il preside chiamava la segreteria per la chiave dell’armadietto.

-A quanto pare, sei destinata a badare a me.

E una nuova, terribile emozione aveva fatto capolino in quel momento, proprio mentre le iridi scure del ragazzo la attiravano a sé.

Finalmente, la campanella risuonò benigna nel liceo, annunciando l’ora della pausa pranzo. Martha si alzò e si costrinse mentalmente a raggiungere il giovane, imponendosi soprattutto un atteggiamento calmo e disinvolto. Sharpay le aveva mandato un bigliettino proprio a proposito; un suggerimento buffo e inaspettato, ma utile.

Fa come se il compito non ti facesse bollire troppo dall’eccitazione. Sì, devi accompagnarlo, ma la cosa ti è indifferente.

E allora perché le tremavano le gambe? Non le capitava mai, nemmeno se faceva break dance. Le sue gambe erano le sue colonne, il suo sostegno primario, la cosa più naturale del mondo. Ed ora cedevano!

-Ehi, Joaquin! Ora c’è il pranzo. Ti accompagno in mensa, ti va?

Ma purtroppo non era stata la signorina Cox a pronunciare quella frase allegra e sicura di sé. Una cheerleader. Maledetti i suoi pon pon!! Martha si arrestò a metà del suo cammino, intimorita. Il ragazzo stava in silenzio, fissando la biondina attentamente; stava soppesando la sua proposta, giusto? Se solo avesse potuto scrutare nei suoi pensieri … si sarebbe risparmiata queste elucubrazioni febbrili.

*Ma guarda questa! Stupida ochetta di prima mattina! Cominci bene, Joaquin. So perfettamente cosa fare.*

-Scusami …

- … Jenny!

… barlume di speranza …

-Sì, Jenny. Mi dispiace, ma ho già una perfetta accompagnatrice oggi. Me l’hanno assegnata …

… delusione totale …

- … e non intendo mollarla per nessun motivo. Anzi, vorrei tenermela stretta!

Il cuore di Martha Cox mancò un battito in maniera terribilmente preoccupante; un cardiologo si sarebbe messo a piangere disperato. Ma lei ormai capiva quello che le stava succedendo; ormai capiva tutto.

Era accaduto anche lei.

Gabriella al karaoke, Taylor ad una partita di basket, Kelsie dopo un musical, Sharpay nel cortile della scuola.

Si erano innamorate.

Le labbra si schiusero in un sorriso quando Joaquin raccolse i suoi libri e le si avvicinò, prendendola per mano. E nel suo cuore quel sentimento, così arcano e allarmante, aveva già trovato casa.

C’era un autista da ringraziare.

***

Sì, vabbé, adesso mi picchiate. XDDD Ho una long da finire, e anche da troppo. Ma questa shot era necessaria per darmi respiro da qualcosa che non capisco nemmeno io, ma che ormai ha “fatto capolino” anche nel mio cuore. Per una persona che perde sempre i mezzi di trasporto, che ti potrebbe far piangere solo fissandoti e che ormai ha inesorabilmente capito tutto. ^^

Dedicata alle mie Disneyane, che ovviamente hanno capito il loro ruolo in questa ficcy. Sono amiche magnifiche, e accetterò anche di farmi rapire, da loro! XDDDDD Titty, Aqua, Barbycam, Jud, Herm. Vi voglio bene, tesore mie. Tantissimo.

Spero che la shot vi sia piaciuta, ma non sono sicura che sia davvero bella. Se non siete contrarie e vorreste saperne di più sulla storia tra Martha e Joaquin, attraverso le recensioni (che mi auguro di ricevere XDDD), posterò un capitolo a mo’ di epilogo, per vedere un po’ in là di questo magico incontro.

Vi auguro di incontrare l’amore. Ma non sforzatevi di capirlo, di analizzarlo, di fare come Martha fa con quel povero autista antipatico, perché non è così facile. Anzi, è impossibile. Ma godetevelo, perché è quello che vi colma il cuore di felicità.

Con la speranza di non avervi annoiato con questa predicuccia innocente ma sdolcinata, vi saluto.

Baci, Vivy93.

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > High School Musical / Vai alla pagina dell'autore: Vivy93