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Autore: artemix_    13/08/2013    1 recensioni
Prim+Gale | Crack!Pairing
"[...] allungò il braccio, poggiando una mano sulle sue, chinandosi da sopra il suo bicipite fino a mischiare il suo respiro con quello di Gale; lo zigomo spigoloso di quest’ultimo sfiorò quello della ragazza. Le ciglia di lei gli solleticavano la guancia. Lui tremò."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Gale Hawthorne, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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	You know I would come for you

1.

Just see the side of me that no one does.
 

 
Primrose Everdeen era in piedi davanti alla porta. I capelli biondo cenere raccolti in una crocchia. Respirava regolarmente prima di rendersi conto che il battito aveva cominciato ad accelerarle e che sentiva male al petto. Poggiò una mano sulla maniglia per mantenersi stabile. Le tremavano le ginocchia.
"Avanti Prim" pensò. "Hai gia visto del sangue prima, cosa ti spaventa?"
Sorrise leggermente con l'angolo destro della bocca, cercando di far capire al corpo quel pensiero come ad auto-convincersi. Sospirò un’ultima volta e poi uscì di casa. L'aria stagnante del Distretto 12 le si schiacciò in faccia facendole subito colare il naso. Inciampò nel piccolo gradino che si trovava davanti all'entrata.
- Avanti Prim - si ripeté. Avanzò lungo il vialetto che portava alle altre case, consapevole che nel Distretto 12 tirava buona e cattiva aria allo stesso tempo.
Katniss e Peeta erano ancora vivi, in gara, i due tributi di quell’edizione, nonostante le mille pretese d'assassinio da parte degli Strateghi. Prim se li immaginava mentre escogitavano una nuova tattica.
Seguì la linea del piccolo sentiero fino a raggiungere il grande schermo posto al centro della piazza. La madre la aspettava in mezzo agli altri, la crocchia issata al centro della testa. Prese ad cercarla con lo sguardo sulla folla, poi si infilò in essa in un secondo di movimento, poiché gli abitanti del Distretto si davano il cambio in attesa di un colpo di scena.
Si chiese le persone cosa pensassero di sua sorella e se la conoscessero davvero. Raggiunse la madre e intrecciò le dita alle sue, mentre la donna fragile non staccava gli occhi dallo schermo.
Nessuno parlava in quelle circostanze, la tensione era palpabile nell'aria come se respirasse sul collo di tutti, come se attendesse il momento giusto per scattare e far crollare qualcuno. Prim si guardò attorno e tra la folla che diradava come un corridoio di carne febbrile riconobbe i genitori del ragazzo, Peeta Mellark. L'uomo e la donna, i panettieri del Distretto, si davano il cambio sul lavoro nonostante la pausa costante di quella morte costante del loro stesso sangue.
La gente aveva fame comunque, anche se in quei momenti, mentre quasi tutte le dita sembravano intrecciarsi in attesa di una vittoria per uno dei due ragazzi e per loro stessi, tutti avevano a cuore i giovani sul campo di battaglia come fossero figli loro, come fossero figli di tutto il Distretto.
Prim sospirò e riprese a guardare lo schermo. Vide sua sorella sull'albero, lo sguardo vacuo di sonno e poi subito attento. La bambina del Distretto 11 sull'albero affianco le stava dicendo qualcosa con lo sguardo, così sua sorella prese a tagliare il ramo su cui era attaccato un alveare di Aghi Inseguitori, poco più in su rispetto alla sua testa. Sua sorella dimostrava un coraggio e una pazienza e una sopportazione del dolore incredibile; stringeva ancora i denti per la ferita alla gamba.
Il Distretto 12 cominciò ad agitarsi.
Il bozzolo nero si schiantò al suolo liberando una quantità enorme di api geneticamente modificate. La telecamera si spostò sul viso di sua sorella, che cominciò a lamentarsi e poi ad urlare di dolore mentre si passava una mano sul collo, rendendosi conto che nonostante tutto era stata morsa.
Ma forse sapeva già che sarebbe successo.
Prim mugolò issandosi sulle punte, presa da un nervosismo improvviso. Si prese un ciuffo ribelle caduto dalla crocchia e se lo rigirò tra le dita, tirandoselo.
Gli Aghi Inseguitori cominciarono a pungere qualunque cosa pulsasse sangue sotto quell'albero su cui era seduta Katniss, finché non cadde anche lei, reggendosi appena sulle ginocchia troppo deboli. Cadde a faccia nel terreno e si rialzò velocemente per prendere l'arco e la faretra dalla ragazza oramai martoriata del Distretto 1.
Prim sorrise leggermente, godendosi quella piccola vittoria nel vedere una delle ragazze che il giorno prima si erano prese gioco di Kat morire.
Katniss girò per la foresta, poi cadde, svenne.
La telecamera cominciò ad inquadrare sugli altri ragazzi, mostrando le facce gonfie dei ragazzi colpiti dagli Aghi. La piccola Rue ridacchiava sull'albero, tenendosi con una mano sola mentre guardava giù. Prim guardò dall'altra parte della piccola piazza e Gale era lì, che teneva lo sguardo ancora fisso sullo schermo. Gli occhi grigi e lucidi.
Fissò i dettagli di quel cacciatore giovane, come sua sorella. Scorse la linea della mascella un po' marcata che in quel momento si incurvava nervosamente a destra, dando l'aria di uno sovrappensiero e che stentava a trattenere le lacrime. I capelli castani tirati all'indietro come se qualche secondo prima egli ci avesse passato una mano attraverso. La ragazzina bionda sospirò e gli corse incontro, leggera e senza accorgersene, e scontrò la faccia col suo petto duro. Il ragazzo stupito allargò le braccia, ma subito dopo posò una mano sulla testa della bionda.
- Siamo sulla stessa soglia della sofferenza, vero, Prim?
Ella annuì contro il suo giubbotto, sfregando la guancia contro quel cuoio ruvido. Gale tirò su col naso. Lei non alzò gli occhi per poter guardare la sua espressione perché già sapeva che stava piangendo silenziosamente.

***

Lo vide il giorno dopo, seduto su uno dei gradini dei negozi chiusi e trepidamente in attesa di un giorno in cui poter festeggiare. Le speranze erano tutte riposte nella giovane Katniss che sembrava attenta ai dettagli in quell'arena e abbastanza capace di riuscirci.
Prim salutò Gale con una mano alzata, lui le rispose con un cenno del capo e un mezzo sorriso, ritornando poi a fissarsi le mani a testa bassa.
Guardò il profilo di quel ragazzo troppo grande per lei, fermandosi in mezzo alla strada. Il vestito bluastro le si attorcigliava attorno alle gambe per colpa del vento. Gale si sentì osservato e le fece cenno di sedersi sullo scalino accanto a lui. Prim ubbidì.
Sospirò di dolore e rivolse un'altra occhiata al giovane, penetrando nel grigio delle sue pupille. Le sembrò quasi di intravedere il viso di sua sorella in quelle iridi pietrificate. Mugolò come faceva sempre e si voltò di scatto, presa da una morsa allo stomaco.
"Avanti Prim, che ti prende?" incitò se stessa. Prim sapeva bene le cause di tutto questo; la paura di imbattersi in quello sguardo, la smaniata voglia di farlo e il torpore al cuore che sentiva dopo.
Stava crescendo. L'esperienza che aveva coinvolto sua sorella l'aveva catapultata in un futuro troppo prossimo per appartenerle, ma il fatto che il suo futuro dipendeva dalle azioni di Katniss e dalla sua vittoria, la facevano sentire in dovere, anche se involontariamente, di crescere in fretta. Già sentiva montarle dentro la rabbia di una futura vendetta che non avrebbe compiuto. Era tutta una responsabilità.
Nel profondo sentiva anche di dover badare a sé stessa da sola, farsi da madre e sorella, intraprendere il ruolo che sentiva le appartenesse e che aveva preso la madre fin dalla tenera età.
Curare le persone.
Quella piccola ragazzina sentiva di dover avere un ruolo e smettere di sottostare ai tormenti di Capitol City.
Fissò il ragazzo dai lineamenti troppo contratti, di nuovo. Vide che si schiacciava le dita delle mani le une con le altre e così allungò il braccio, poggiando una mano sulle sue, chinandosi da sopra il suo bicipite fino a mischiare il suo respiro con quello di Gale; lo zigomo spigoloso di quest’ultimo sfiorò quello della ragazza. Le ciglia di lei gli solleticavano la guancia. Lui tremò.
Prim si ritrasse prima di pentirsene. Non era ancora la donna che voleva diventare, non era né sua sorella né sua madre. Era solo Primrose Everdeen.
E tutta quella paura, forse, era proprio la traccia infantile che in quell'era doveva eliminare.

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Angolo autrice:
(Ho avuto problemi con l'Html e perciò si vede male, non ho capito da cosa dipende.)
buonasera, finalmente riesco a postare il primo capitolo di questa fanfiction sui miei due personaggi preferiti della saga: Prim e Gale. Ho sperimentato questa nuova cosa della terza persona e mi sono detta molto soddisfatta *tocca ferro* e speriamo riesca a continuare a scrivere questa cosa qui. Che dire, speriamo vi piaccia e che la seguiate.
@xselene su twitter. 
  
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