||Questa FF nasce da una role con Alex, il mio unico Dean. E' ambientata durante la 4x21. Si consiglia un sottofondo drammatico.||




Dean entra piano nella camera e lascia una brocca piena d’acqua  su di una vecchia scrivania, senza proferire alcuna parola.
Sam, seduto sulla brandina della Panic Room dove è stato confinato, osserva suo fratello, muovendo solo gli occhi, poiché ogni minimo movimento è uguale ad una tremenda agonia.
“grazie” mormora piano, tornando a fissare un punto lontano.
Dean sussulta e prende ad osservarlo.
Di cosa lo sta ringraziando? Di averlo rinchiuso lì dentro come un dannatissimo fenomeno da baraccone?
Sam sente l’atmosfera farsi pesante. Vorrebbe alzarsi ed abbracciare Dean,scusarsi, implorare il suo perdono.
Ma sa bene che non farà nulla di tutto questo.
“Puoi .. passarmene un bicchiere?” osa chiedere.
Ha bisogno di un contatto umano, di un minimo cenno di gentilezza, tanto per sentirsi ancora fratello di quel ragazzo biondo che adesso lo guarda indeciso.
Dean lo guarda ancora e, senza parlare, gli porge lentamente un bicchiere pieno d’acqua fresca.
Il più giovane fa per afferrarlo con mano tremante, ma questo gli scivola tra le dita, finendo a terra e rompendosi in mille pezzi.
I vetri rotti brillano riflettendo debolmente la luce che filtra dal soffitto.
Sarebbe così facile afferrarne uno e far finire tutto.
Dean sospira, avvilito nel vedere suo fratello ridotto così, poi afferra la caraffa ed aiuta l’altro a bere, tenendogli il mento con dolcezza.
Il moro trattiene a stento le lacrime, non ha il coraggio di guardare Dean, di dirgli che può farcela, che entrambi possono. Non ci riesce, perché in questo momento non riesce neanche a sperare che le cose si sistemino.
“Dean” mormora quando il fratello posa la brocca “mi dispiace”
La voce ridotta in un sussurro atroce. E’ tutto cos dolorosamente assurdo.
Il biondo di inumidisce le labbra, lo sguardo basso ed afflitto; Alza il viso solo quando sente le parole mormorate dalla voce stanca dell’altro.
“Ascolta, so che tra noi non va un granché bene ultimamente … Ma volgio che tu sappia che tutto questo è solo per il tuo bene” risponde, con voce lontana.
Sammy abbassa nuovamente la testa. Le parole del fratello lo investono come un treno in corsa.
Quando di preciso si è trasformato nel suo peggiore incubo?
“io … lo so.” Mormora con il respiro spezzato dal dolore interiore e da quello fisico “ho solo bisogno che tu capisca.”
Il mondo viaggia troppo veloce e Sam ha perso la sua fermata.
“capire cosa?” replica Dean, aggrottando la fronte.
“che io non sono un mostro” risponde l’altro, riuscendo finalmente a trovare il coraggio di alzare lo sguardo per guardare suo fratello negli occhi.
Le parole escono dalla sua bocca intrise di veleno e sangue, trasformandosi in quella che non sembra più una verità.
Silenzio.
Il Winchester più grande osserva l’altro a lungo, poi si china e raccoglie i vetri sparsi sul pavimento, prima di lasciare la stanza a grandi falcate.
Sam lo osserva allontanarsi, il cuore a pezzi.
In questo momento, il ragazzo sta sanguinando in un posto che nessuno potrà mai guarire, un posto così nascosto e lontano che quasi si è perso in quella melma rossa e nera fatta di sogni infranti, di speranze soffocate e lunghe agonie solitarie.
E’ la sua anima che sanguina, o quel che ne resta.