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Autore: Son Of a Bitch    14/08/2013    4 recensioni
Ad un tratto, una lunga scia bianca lo attraversò in meno di un secondo. Fu così veloce che Dean pensò di esserselo immaginato.
«Dean, guarda!» disse Sam, indicando il punto in cui la scia era sparita. «Esprimi un desiderio» mormorò, chiudendo gli occhi pensando a qualcosa da desiderare. Ma la verità era che quel momento era così perfetto che Sam non desiderava nient’altro: suo fratello, una birra, l’Impala e le stelle.
«Ah, una stella cadente!» osservò in tono ironico, Dean. «Ma fai sul serio?» aggiunse, stranito, quando lo vide chiudere gli occhi e concentrarsi.
«Su, non fare l’idiota!»
Dean ridacchiò scuotendo la testa, divertito. Si passò la lingua tra le labbra, chiuse gli occhi e inarcò le sopracciglia, «Va bene, Sam» sospirò. «Esprimiamo un desiderio…»
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Quarta stagione
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Esprimi un desiderio Sam e Dean Dean prese due birre dal mini frigo, ne porse una al fratello e si sedette sul cofano dell’Impala, proprio accanto a lui. Sam lo ringraziò con un cenno della testa, poi alzò di nuovo lo sguardo verso il cielo nero e tappezzato di stelle, luminose e brillanti. Dean fece lo stesso, il silenzio regnava sovrano tra loro. Una leggere brezza notturna soffiava tra gli alberi del boschetto alle loro spalle, smuovendo appena i capelli disordinati del fratello minore. C’era calma, tanta pace.
Avevano appena concluso una caccia assai faticosa e tutto ciò di cui avevano bisogno era un momento rilassante come quello.
«Allora, amico, novità?» fece Sam, spezzando così il silenzio.
Dean inarcò un sopracciglio, un’espressione interrogativa stampata sulla faccia.
«Novità? Di che parli?» chiese.
Stappò la propria bottiglia e sorseggiandone il contenuto, tornò a guardare il manto nero sopra di loro. Sam ridacchiò tra sé.
«Sì, insomma… sai, Ellen e Bobby e… tu e Jo» rispose Sam, allusivo.
Dean aggrottò la fronte e fu costretto a distogliere lo sguardo da quello spettacolo mozzafiato per guardare il fratellino. Notò che aveva uno strano sorrisetto sulla faccia, di quelli che sembravano volessero dire qualcosa.
«Dovrei sapere di cosa stai parlando, Sammy?» domandò, scegliendo di fare il finto tonto.
«Andiamo, Dean! Sai perfettamente di cosa sto parlando» ribatté Sam, continuando a sorridere.
«Davvero?»
«Ah! Lascia stare» borbottò il ragazzone, sventolando una mano in un gesto noncurante.
Bevve un po’ della sua birra e sollevò il naso appuntito, gli occhi verde scuro persi nell’oscurità del cielo. Dean lo guardò a lungo, poi anche lui tornò ad osservare quello scenario. Ad un tratto, una lunga scia bianca lo attraversò in meno di un secondo. Fu così veloce che Dean pensò di esserselo immaginato.
«Dean, guarda!» disse Sam, indicando il punto in cui la scia era sparita. «Esprimi un desiderio» mormorò, chiudendo gli occhi pensando a qualcosa da desiderare. Ma la verità era che quel momento era così perfetto che Sam non desiderava nient’altro: suo fratello, una birra, l’Impala e le stelle.
«Ah, una stella cadente!» osservò in tono ironico, Dean. «Ma fai sul serio?» aggiunse, stranito, quando lo vide chiudere gli occhi e concentrarsi.
«Su, non fare l’idiota!»
Dean ridacchiò scuotendo la testa, divertito. Si passò la lingua tra le labbra, chiuse gli occhi e inarcò le sopracciglia, «Va bene, Sam» sospirò. «Esprimiamo un desiderio…»
Cosa potrei desiderare?, pensò, Una vita normale? La felicità? Che sua madre e suo padre tornassero da loro, vivi e vegeti? Ora come ora voleva soltanto che tutto finisse. Voleva che i sigilli, Lilith e la stramaledetta apocalisse si polverizzassero con uno schiocco delle dita.
Sam riaprì gli occhi e restò in silenzio a contemplare il fratello maggiore. Sorrise nel vederlo così concentrato, alla ricerca di ciò che più voleva. Sospirò e si schiarì la gola prima di parlare, interrompendolo, «Probabilmente mi prenderai in giro per il resto della nostra vita per questo, ma… ti voglio bene.»
Non sapeva nemmeno lui perché aveva sentito il bisogno di fargli quella piccola confessione. Le sue labbra avevano pronunciato quelle parole prima ancora che lui se ne rendesse conto.
Dean riaprì gli occhi verdi e increduli. Guardava il fratello come se gli avesse appena dato una notizia sconvolgente. Accennò un piccolo sorriso, era sorpreso.
«Mh, il cielo, una stella cadente e un magico momento fraterno» commentò, sollevando la bottiglia di birra a mezz’aria, come a voler brindare a questo. Sam rise, scuotendo la testa.
«A volte mi chiedo come sarebbe se papà fosse ancora qui. Se cacciassimo tutti e tre, insieme» mormorò, con voce lontana.
«Non smettereste di litigare nemmeno per un secondo» ribatté Dean, annuendo con convinzione.
Il sorriso di Sam affievolì velocemente. Abbassò lo sguardo, colpevole, sapendo che Dean aveva ragione.
«Magari tu non saresti così stupido però!» lo punzecchiò poi, riuscendo a strappare un altro sorriso al fratello maggiore.
«Divertente» borbottò Dean, gli occhi fissi sul cielo, tra le stelle.
«E le litigate tra Bobby e papà? Te li immagini? Io sì» continuò Sam, ridacchiando, figurandosi un Bobby armato fino ai denti che minacciava di uccidere un John rassegnato.
«Bobby e papà non sono mai andati d’accordo. Avevano degli ideali diversi, ma si volevano bene infondo» sentenziò Dean, rivolgendo un sorriso a Sam.
«Già», Sam annuì. Sospirò e alzò lo sguardo verso il cielo. Dean fece lo stesso subito dopo.
Ci fu un lungo minuto di silenzio, durante il quale entrambi i Winchester pensarono alla possibilità del “come sarebbe stato se…”. Poi Sam, senza distogliere lo sguardo da quell’attrazione della natura, domandò: «Dean, tu… tu hai dei rimpianti riguardo papà? C’è qualcosa che avresti voluto fare prima che…», lasciò la frase in sospeso, sapendo che Dean avrebbe capito.
Dean lo guardò. Esitò per un momento, decidendo di tenere la vera risposta per sé.
«Be’, non saprei.» In realtà non aveva mai mandato giù il fatto che suo padre avesse dato la propria vita per la sua. «E tu?»
Sam deglutì quantità industriali di saliva, gli occhi che viaggiavano ancora tra le galassie cominciarono a pizzicare leggermente.
«Io… credo… credo sia che…» tossicchiò. «Non credo di avergli mai d-detto quanto gli voglio bene.»
Dean aggrottò la fronte e assottigliò gli occhi, come per volerlo scrutare meglio. Osservò il profilo di Sam e notò le mascelle rigide. Capì che stava cercando con tutte le sue forze di trattenersi dal piangere. Allungò una mano verso la sua spalla e la strinse forse, come se volesse scuoterlo o aiutarlo a reagire.
«Ehi, papà lo sapeva. Ok? Lui era un maledetto figlio di puttana e il più delle volte passavate il tempo a scannarvi l’un l’altro senza un vero e proprio motivo. Ma lui ti voleva bene e sapeva benissimo che tu ne volevi a lui» disse con decisione.
Sam guardò Dean negli occhi mentre un nuovo sorriso gli si disegnava tra le labbra sottili.
«Avrei voluto darti ascolto, sai? Obbedire e smettere di fare polemiche, ma non ci sono mai riuscito», Sam scrollò la testa per scacciare via quell’orribile pensiero che, per un momento, era riuscito ad offuscargli la mente. «Grazie.»
«Non devi ringraziarmi» rispose Dean, liberandolo della sua presa. «Sei mio fratello» aggiunse, abbozzando un sorriso.
Sam annuì appena, ricambiando quel sorriso. Poi entrambi portarono il viso all’insù, lasciando che la brezza notturna li accarezzasse e che il cielo nero li coinvolgesse.
«Ah, Sam?» fece Dean, accigliato, lanciandogli un’occhiata.
«Mh?» mugugnò Sam, mentre beveva la sua birra.
«Per la cronaca, anche io ti voglio bene» aggiunse infine, Dean.
Sam quasi si strozzò. Si pulì le labbra con il polso e guardò il fratello maggiore con un sorriso. Preferì restare in silenzio, non dire nulla. Non aveva alcuna intenzione di rovinare quel momento. Perciò sospirò e tornò a guardare il cielo.
No, non c’era altro che potesse farlo stare bene più di quel momento. Non c’era altro che Sam  desiderasse adesso, nonostante tutto…
 

  
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