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Autore: Fenrir_23    14/08/2013    8 recensioni
Storia ambientata 25 anni dopo la partenza di Ash da casa. Il protagonista è il figlio di Ash.
"Qual era il Pokèmon migliore per lui? ... Quello che sicuramente l’attirava di più era Charmander."
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
Ash osservò il microscopico apparecchio nella mano del professore.
“Un microchip…” Sussurrò, leggendo la piccolissima scritta incisa su di esso. “Team Rocket, fabbrica Dark Pokémon.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                            LA PRIMA CATTURA


                        



Mat e il suo piccolo Charmander stavano percorrendo di buon passo la strada che li avrebbe portati a Viridian City. Mentre camminava, il giovane allenatore stava consultando il Pokédex per sapere qualcosa di più riguardo al suo Pokémon.
 "Il Charmander cromatico è particolarmente raro. Un allenatore che possiede un esemplare di questo tipo deve ritenersi più che fortunato.” Gli spiegò l’apparecchio elettronico, con voce gracchiante.
La lucertolina di fuoco si erse in tutta la sua piccola statura dopo aver sentito quel commento, come se volesse vantarsi. Fu solo in quel momento che Matthew si ricordò di non avere chiesto al suo Pokémon una cosa abbastanza importante.
“Charmander ma tu …” Borbottò, con fare un po’ impacciato. “Sei un maschio … o una femmina?”
Il piccolo rispose con un verso che Mat non riuscì a comprendere.
“Sei un maschio?” Domandò il ragazzino. Charmander scosse la testa.
“Allora sei una femmina, per forza …”
Il Pokémon annuì con uno sguardo compiaciuto. Mat non ebbe nemmeno il tempo di commentare la cosa, che un piccolo Pidgey saltò fuori da un cespuglio. Era l’occasione perfetta per provare a catturarlo.
“Vai, Charmander! spaventalo con un attacco ruggito e poi colpiscilo col tuo braciere!”
Il Pidgey non ebbe il tempo di volare via; Charmander fu molto veloce e non mancò il bersaglio. Mat lanciò prontamente una Pokéball.
“Vai, sfera Poké!”
Pidgey fu risucchiato dal laser rosso della sfera.
Matthew e Charmander osservavano la scena con emozione crescente. La Pokéball dondolò una volta, poi due e infine tre; ce l’avevano fatta, a prenderlo. Mat aveva catturato il suo primo Pokémon. Afferrò Charmander per le piccole braccia e cominciò a farla roteare, con grande disappunto di quest’ultima.
“Ce l’abbiamo fatta, siamo stati mitici!” Urlò il ragazzino, mentre continuava a saltellare. “Wow, ho preso il mio primo Pokémon!” Sollevò Charmander in aria, non notando la sua espressione sempre più seccata. Mat riprese a girare su se stesso con lei in braccio. “Questo è il primo passo per-“
Un braciere di Charmander in piena faccia lo riportò immediatamente alla realtà. Si sistemò il cappellino e raccolse da terra la sfera col Pokémon che aveva appena catturato. Dopo l’euforia iniziale, non poté fare a meno di farsi diverse domande, di cui capiva il reale peso solo ora che aveva veramente catturato un Pokémon, strappandolo alla natura. Che diritto aveva lui di portare via quel essere dalla terra in cui, molto probabilmente, era sempre vissuto? Magari quel Pidgey era una mamma che stava tornando dai suoi piccoli, o un papà che stava cacciando per loro. Lui che non aveva mai davvero vissuto con i suoi genitori – perché sua madre era morta e suo padre non stava mai a casa – sapeva benissimo cosa volesse dire non averli. Che diritto aveva di obbligare quella creatura a seguirlo, imponendogli il proprio volere?
Fece uscire il Pidgey dalla sfera.
“Ciao Pidgey, scusa se Charmander ti ha fatto male.” Gli disse, chinandosi davanti a lui. Il Pokémon rispose con uno strano verso.
“Se hai qualcuno che ti aspetta a casa e vuoi andare, vai pure.” Gli disse Mat, provando ad accarezzargli una piuma. “ Se invece vuoi viaggiare con me, scoprire il mondo e diventare un Pokémon forte, ti prometto che non ti deluderò.”
Il Pidgey lo guardò per diversi istanti, scrutandolo attentamente. Poi spalancò le ali e saltellò sulla spalla di Mat, tirandogli i capelli con fare scherzoso ed esibendosi in una serie di versi che esprimevano la sua felicità e il suo desiderio di restare con il giovane allenatore.
Charmander tirò una manica della maglietta di Mat, come a ricordargli che c’era anche lei e che aveva sentito quel discorso.
Matthew era commosso. Non aveva solo catturato un nuovo Pokèmon, ma aveva trovato un amico. Sorrise a Charmander e poi a Pidgey e, insieme, si rimisero in marcia.
 
 
 
 
 
 
Matthew osservò per l’ennesima volta la mappa che aveva in mano, cercando di capirci qualcosa. Aveva sicuramente sbagliato il sentiero, ma non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura. Perdersi nel percorso che andava da Pallet a Viridian City: nemmeno un bambino piccolo ne sarebbe stato capace. Sbuffò, dovendo ammettere davanti a se stesso di aver commesso un errore grossolano.
“Pidgey, non è che potresti volare e indicarmi da che parte dobbiamo andare per Viridian City?”
Il piccolo Pokémon, che ancora stava appollaiato sulla spalla dell'allenatore, spiccò il volo con un saltello e si allontanò dalla visuale di Mat e Charmander. I due attesero per un po’, ma quando Mat vide che Pidgey non tornava, iniziò a preoccuparsi.
“Crrrraaaargh!”
Prima che Matthew potesse capire da dove proveniva quel verso, Pidgey arrivò in picchiata, volando più veloce che poteva; inseguito da un enorme Fearow. Mat si affrettò a richiamare il suo Pokémon, poi si rivolse a Charmander.
“Bene, amica mia, io direi di … scappare!”
Allenatore e Pokémon si misero a correre a perdifiato nella fitta boscaglia, ma proprio quando pensavano di aver seminato il loro inseguitore, si trovarono davanti ad un alto precipizio. Prima che avessero il tempo di tornare indietro, il Fearow gli aveva già sbarrato la strada, spalancando le ali per sembrare ancora più grosso. Mat deglutì pesantemente: come ultima risorsa pensò di provare a lanciare una pokéball per cercare di catturarlo, ma il Fearow la respinse con un colpo d’ala.
Erano in trappola.
“Charmander, torna nella sfera.” La pregò Matthew.”Lì sarai al sicuro.”
La piccola lucertola di fuoco fece di no con la testa, avanzando coraggiosamente verso il grosso Pokémon che li aveva intrappolati e si stava preparando ad attaccarli.
“Chaaaaaaar!”
Charmander era determinata a proteggere il suo allenatore con tutte le forze che aveva. Gonfiò il petto e la fiamma sulla sua coda si fece più grande e vigorosa. Attaccò con un braciere a massima potenza, ma il Fearow nemico respinse il fuoco scatenando una folata d’aria che fece andare a sbattere Charmander contro una roccia.
“Charmander, no!” Matthew corse in aiuto del suo piccolo Pokémon.
“Maledetto uccellaccio, lasciaci in pace!”
Il Fearow si preparò ad attaccare di nuovo. Si alzò in volo e puntò l’enorme e affilatissimo becco verso Matthew e il suo Pokèmon, lanciandosi in una picchiata vertiginosa.
“Houndoom, turbofuoco!”
Una potentissima fiammata circondò il grosso Fearow, bloccando la sua picchiata.
Mat alzò lo sguardo per capire chi l’aveva soccorso. Era una ragazza dai capelli neri tagliati corti, che a una prima occhiata la facevano sembrare un maschiaccio. Portava una semplice maglietta a maniche corte con, al centro, il simbolo di una fiamma e dei pantaloncini che le arrivavano al ginocchio. In spalla aveva un pesante zaino da viaggio. Probabilmente era più grande di lui di una decina d’anni e sicuramente si trattava di un’allenatrice esperta. Lo si capiva dalla sicurezza con cui impartiva ordini al suo Pokémon e dall’alto livello d’intesa che c’era fra i due.
“Ora Houndoom, finiscilo con un Iper raggio!”
Il potente attacco colpì in pieno il Fearow, scatenando un polverone che impedì a Matthew di vedere quello che stava succedendo. Quando il ragazzino riaprì gli occhi, il Pokémon uccello era steso al suolo, esausto. L’allenatrice lanciò una sfera. Voleva catturarlo.
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
 
   
 
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