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Autore: _eco    14/08/2013    2 recensioni
[Raven/Charles]
- Oh, hai un… notevole gene TYRP1. – balbetta.
- Un che cosa? – replica Raven, il viso accartocciato in una smorfia di confusione e… offesa?
Cosa crede? Che sia un insulto?
- Non è un insulto. – chiarisce Charles. – E’ un modo scientifico per dire che hai dei bei capelli biondi. Un… complimento. – spiega.
[Partecipa alla challenge Multifandom e Originali con il prompt #145 Complimento]
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Raven Darkholme/Mystica
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Simple, che ama tanto tanto tanto Charles.
~Panini al formaggio~
[Raven/Charles]

Charles dondola tra i polpastrelli una costosa penna a sfera, un braccio poggiato allo schienale della sedia, l’altro al piano di legno massiccio della scrivania.
Sebbene sia un tipo studioso, per il momento il suo quaderno a quadri non è che un pezzo di carta di poca importanza.
L’attenzione di Charles è tutta per la strana creatura di fronte a lui, che siede sul bordo del letto.
Raven stenta ancora a prendere familiarità con tutto quel lusso, con le coperte di cotone pregiato e il parquet che ticchetta ad ogni passo. Si ostina ad adagiarsi appena sul materasso, la schiena diritta, le mani intrecciate sulle gambe.
- Puoi davvero trasformarti in qualsiasi cosa? – chiede Charles, dopo aver riflettuto attentamente sul tono da usare con lei.
Un tono non indagatore, non invadente, non curioso nel modo in cui un normale essere umano potrebbe esserlo per la pelle squamosa e blu di Raven, per i suoi capelli rosso scuro, per i suoi occhi gialli.
Per un attimo, teme che Raven se la sia presa, e si prepara a porgerle delle scuse per quella che potrebbe essere scambiata per curiosità morbosa. Del resto, si conoscono da appena una settimana, eppure… eppure cos’altro potrebbe chiederle, per conoscerla meglio?
Ha imparato che adora i panini al formaggio, così gliene fa trovare un paio ogni mattina. Raven non deve più rubare, anche se, ogni tanto, Charles la sorprende a fissare con particolare desiderio una confezione di biscotti al cioccolato, e intuisce che, nella sua mente, Raven sta già architettando un piano per trafugarne qualcuno. Con un colpetto sul braccio, Charles le ricorda sempre che basta chiedere, che un biscotto glielo offrirebbe senza esitare. Allora Raven rilassa il volto, e un’aria colpevole le increspa il viso in una smorfia d’imbarazzo.
Non gradisce l’uva passa, così Charles si premura di scartarla dai plum-cakes che Leevy sforna ogni mattina. Ma qualche informazione sui gusti culinari di Raven non lo aiuterebbe certo a conoscerla meglio.
Charles sa che tutto ciò che di più importante si potrebbe sapere su di lei, ruota intorno ad un unico, spigoloso argomento. Mutazione.
- Be’, sì. – risponde Raven, con un sorriso timido.
E Charles si sente libero di riprendere a respirare.
La pelle squamosa di Raven si accartoccia e cade sul pavimento. No, non cade. Scompare completamente, da qualche parte nel tragitto tra il letto e il parquet.
- Dovresti studiare, figliolo. – dice Raven, che ora ha l’aspetto e la voce burbera del signor Xavier.
Charles non può far a meno di ridere.
- Vuoi un po’ di cioccolata calda? – chiede adesso, nascondendo a stento una risata isterica, mentre i capelli si modellano in boccoli biondi e lavorati e le labbra aumentano di volume e si tingono di rosso vermiglio.
- Ah, no. Non attacca. – la rimbecca Charles. – Sai bene che mia madre non mi preparerebbe mai della cioccolata calda. -  le ricorda.
Raven storce le labbra e sbuffa, ravviandosi i capelli nodosi ed evidentemente tinti di un biondo troppo innaturale.
Continua così per minuti interi. Assume le sembianze del giardiniere pelato di casa Xavier, del maggiordomo magro come un chiodo che squittisce più che parlare, della professoressa privata di Charles, la signorina Jones, bassa e tarchiata, le gote sempre arrossate e i capelli scuri raccolti in una crocchia sulla testa. Charles si dimentica completamente del quaderno di matematica, delle complesse operazioni algebriche che è in grado di risolvere in pochi, immediati passaggi.
Si concentra sui repentini e inaspettati cambiamenti dell’aspetto di Raven; sull’allungarsi e l’accorciarsi degli arti, sulla mutazione del colore e del volume dei capelli.
- Forte! – si sorprende a dire, di tanto in tanto.
E Raven ride. Fiera. Divertita, persino. Perché, nella risata gorgogliante di Charles, c’è tutto, fuorché quel che lei ha sempre temuto: disprezzo.
Raven ha appena indossato i panni di una donnina civettuola e sfarzosamente vestita, una di quelle che viene in casa Xavier, sorseggia tè con sua madre e chiacchiera con lei di futilità e argomenti a dir poco ridicoli, quando succede.
Le sue gambe diventano più magre, si svestono della carne flaccida della donnina di prima. Le spalle sono esili, il viso assume lineamenti delicati e graziosi: il nasino all’insù, le labbra sottili e di un rosa appena accennato, le iridi verdeazzurre, gli zigomi alti e pieni, appena appena imporporati, i capelli biondo scuro lievemente ondulati sulle spalle. La nuova mutazione di Raven è una bambina, una ragazzina che non potrà avere più di undici o dodici anni.
- La conosci? – chiede Charles, incapace di distogliere lo sguardo da quel visetto che sembra fatto di porcellana.
Non conosce molti bambini della sua età, figurarsi bambine. A scuola non ci va. È la scuola a venire da lui, sotto forma di una donna garbata e amorevole, la signorina Jones, che tuttavia non potrà mai offrire a Charles il piacevole calore dell’amicizia.
La ragazzina reclina il capo da un lato e solo ora Charles nota la frenesia con cui sbatte la punta delle scarpe sul parquet.
- Sono io. – risponde Raven, con una voce sottile e un po’ acuta. – Questa. Sono io. –
Charles non può non pensare che sia molto carina, con quei capelli biondi sulle spalle e il nasino all’insù.
Per qualche assurdo motivo, quando aveva visto Raven e la sua pelle blu, aveva pensato che quello fosse il suo vero, unico aspetto. Che, dietro le squame, non potesse certo celarsi una bambina che somiglia tanto a quella ritratta nelle vecchie foto di sua madre.
- Oh, hai un… notevole gene TYRP1. – balbetta.
- Un che cosa? – replica Raven, il viso accartocciato in una smorfia di confusione e… offesa?
Cosa crede? Che sia un insulto?
- Non è un insulto. – chiarisce Charles. – È un modo scientifico per dire che hai dei bei capelli biondi. Un… complimento. – spiega.
Raven arrossisce un po’ e piega le labbra all’insù, nell’accenno di un sorriso. I suoi denti, bianchi e dritti, causano un contrasto minore con la pelle rosea che con il bozzolo blu e squamoso che la fascia di solito.
- Grazie. – risponde.
Raven ha un bel sorriso, si ritrova a pensare Charles.
Ma c’è un modo scientifico per dirlo? Forse, ma non l’ha ancora studiato.
Non è che la signorina Jones si sia mai dilettata nell'elencargli i geni che causano una determinata colorazione di capelli e occhi, eh. È solo che Charles è un ragazzino curioso e alquanto perspicace, per la sua età. E in casa Xavier ci sono tante di quelle enciclopedie, che non sfogliarle tutte sarebbe un delitto.
Charles pensa che non ha mai avuto un amico, che ha sempre espresso intimamente il desiderio di un fratellino o di una sorellina. Che Raven, con quegli occhi chiari e i capelli biondi, potrebbe benissimo essere la figlia che sua madre non ha mai avuto, né voluto. La sorella che Charles non ha, ma che ha sempre bramato. Si accorge che, improvvisamente, l’ardente desiderio di un compagno di giochi si va attenuando.
- Che ne dici di un panino al formaggio? – propone, abbandonando la penna sul foglio a quadri.
E Raven ride.
 

***

Mentre il signor Thompson stringe vigorosamente la mano di Charles, i suoi occhi sono già puntati sulla ragazza che gli sta accanto, due passi indietro.
- E chi è questa graziosa signorina? – chiede, con una voce troppo finta, troppo adulatrice, troppo trasudante di desiderio.
Charles si irrigidisce, contrae il mento e serra le labbra, all’improvviso disgustato dal comportamento dell’uomo che lo ha convocato per un colloquio.
Il curriculum di Charles è alquanto invitante e attraente, per i presidi delle università dell’intero stato. Ma, ora, Charles ha come il sospetto che al signor Thompson del suo curriculum non importi un fico secco.
- Raven. – si presenta la ragazza, che – così Charles ha notato – da un po’ di tempo gode nel vedere le attenzioni degli uomini puntate su di sé.
- Un nome molto bello. Raven. – si complimenta l’uomo, che sarà più o meno sulla quarantina.
È evidente che Raven non andrebbe mai a letto con uno che ha la pancia gonfia di birra e il collo così grosso da far esplodere la camicia. Ciononostante, Charles nota in lei un sorrisetto ammaliante e divertito.
- E, se permette, ha dei bellissimi occhi. – continua il signor Thompson.
Charles trattiene un conato di vomito. Quel tizio ha toccato il fondo, con un complimento tanto banale quanto irritante.
- Sa, una volta mi hanno detto che ho anche un… - si interrompe Raven, corrugando la fronte, - ah, sì: un notevole gene TURP1. –
- TYRP1. – la corregge Charles, incapace di frenare la lingua.
- Oh, fa lo stesso! – replica Raven, sbuffando.
– Mia sorella – ribatte Charles, e marca con la voce l’ultima parola, - ha voglia di scherzare, signor Thompson. –
Raven riduce gli occhi a due fessure, indispettita. Il signor Thompson ha come un sussulto, si ricompone e batte le mani, come a cacciare il suo comportamento del tutto inappropriato.
- È stato un piacere, signore. –
Charles gli stringe la mano, e depenna mentalmente l’università del signor Thompson da quelle che vorrebbe frequentare, mentre prende sottobraccio Raven e la conduce a passo spedito verso il portone.
- Sei un rompipalle, Charles Xavier. – biascica Raven, mollandogli una gomitata.
- Non dirmi che te lo saresti portato a letto? – le intima lui.
Raven soffia come un gatto infastidito, si libera della stretta di Charles e ticchetta con i tacchi sull’asfalto, in maniera deliberatamente chiassosa.
- Panino al formaggio? – urla Charles, qualche metro dietro di lei.
- Sei un rompipalle corruttore, Charles Xavier. Non c’è che dire! –

 


Angolo autrice:
Salve! (:
Questo è il mio "esordio" nel fandom di X-men. Non credo che pubblicherò molto altro, dopo questa.
Di recente Poco fa mi sono iscritta ad un Challenge davvero ispiroso (?), sul forum di EFP, e, tra i tanti prompt, questo qua mi ha ispirata particolarmente.
Non so quanto IC possano essere entrambi i personaggi, perché non sono un'esperta in campo "X-men".
Mi scuso per i possibili errori a livello di trama e credibilità dei fatti. Ah, per quanto riguarda il gene, mi sono documentata su Internet, e spero di non aver sparato una boiata LOL
La prima parte, è evidente, è ambientata nel periodo in cui Raven e Charles iniziano a conoscersi.
La seconda, quando sono già un po' cresciutelli, e Charles cerca un'università.
Bene, un abbraccio a chi ha letto!
Recensite, please.
S.

  
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