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Autore: Daydreamers_AlwaysA    14/08/2013    13 recensioni
''Non trovavo più il mio libro,mi ricordai che la sera prima ero rimasta in spiaggia a leggere,mi affacciai alla finestra,c'era una figura di un ragazzo seduto proprio dove leggevo di solito,uscii a gambe levate,correvo ma la sabbia era pesante e umida,si girò verso di me e quegli occhi profondi furono l'unica cosa che mi fece sciogliere in quell'inverno gelido''
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Storico
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Louis si era addormentato,lo misi sul letto di una camera,non sapevo di chi fosse,misi cuscini di lato per evitare che cadesse dal letto.Scesi giù e perdemmo molto tempo a sistemare le cose,la casa era molto grande quindi ogni angolo sembrava vuoto.Ormai erano verso le undici di sera,ero stanca e decisi che la mia camera era quella dove avevo messo Louis,la scrutai meglio,era meravigliosa,molto grande,la amavo perché c’era una vetrata enorme che mi permetteva di affacciarmi sul mare,che potevo desiderare di meglio?Entrai lentamente in camera,trovai Louis seduto sul letto,accesi la luce,aveva gli occhi vispi,sicuramente si era svegliato da tanto.Era strano che non piangeva,di solito quando si vedeva da solo piangeva a dirotto. Aveva un espressione strana,mi guadava ma non capivo cosa volevano dire quegli occhioni spalancati,si diede una spinta davanti e iniziò a gattonare sul letto,lo presi e uscii dalla stanza,mi voltai di nuovo vero quella porta,mi inquietava troppo,non erano i miei occhi si muoveva davvero,la cosa strana era che non si chiudeva mai completamente,forse perché nessuno l’avrebbe più aperta e se c’era qualcuno che avrebbe voluto intimorire gli abitanti di quella casa non si sarebbe divertito.fatto era che non avevo nessuna paura,avevo visto troppi film horror,troppe cose anche in casa mia,non provavo nulla,ma mi faceva rabbrividire mio fratello che appena guardava lì sia accovacciava sempre di più.
Scesi giù,non avevo neanche voglia di cenare,era troppo tardi,di sicuro non avrei dormito di notte,lasciai mio fratello ai miei,salii a farmi una doccia,mi misi un maglione lungo senza pantaloncini,ero da sola chi mi avrebbe vista?Non dovevo dar conto a nessuno.
Iniziai ad aprire gli scatoloni,nel corridoio si sentiva solo il rumore dei fogli,dei libri che messi uno sopra l’altro non reggevano e cadevano dal letto.Li avevo letti tate volte,ma continuavo a portarli con me,ogni tanto aprivo una pagina a caso e leggevo,mi ricordavo le righe a memoria. Pensai che i miei erano già a letto,sentivo Louis lamentarsi,sapevo che era con mia madre,per addormentarsi di sera faceva sempre tante storie;dopo un'altra oretta finii completamente di sistemare tutto,stavo per chiudere il mio guardaroba quando all’improvviso la finestra si spalancò,entrò un vento gelido,strano le avevo chiuse bene,mi affacciai c’era un aria veramente fredda,aveva smesso di piovere,guardai la luna,c’erano alcune nuvole scure che sembrava si fosse poggiata sopra,abbassai lo sguardo verso la spiaggia,c’era un ombra.
Chi era?Questo non lo sapevo,rimase lì per molto. Iniziai a stancarmi,lui era ancora lì,seduto sulla sabia,più lo guardavo più il chiarore di luna aggiungeva dettagli,si vedeva chiaramente che era un ragazzo,forse era lo stesso che stava rientrando quando sono arrivata..e neanche questo sapevo.Chiusi le tende lasciando la finestra aperta,mi infilai sotto le coperte,e guardavo fuori.
Le tende erano talmente sottili che la luna si vedeva chiaramente,il vento diventò leggero e ogni tanto si gonfiava e tornava allo stato di prima,chiusi gli occhi si sentiva chiaramente il rumore delle onde,lo amavo,mi faceva stare bene,sembrava di essere in paradiso,quel fruscio del vento emanato dalle piante vicine. Mentre affondavo la testa nel cuscino il vento si intensificò di un po,sentivo le ciocche dei miei capelli lunghi muoversi piano sul mio viso,tra quel rumore delle onde si aggiungeva quello di alcune gocce che battevano sul soffitto,altre sul vetro ,in lontananza si sentiva il boato di un tuono,si ripetevano sempre più frequentemente. Io mi lasciai accarezzare da quell’aria meravigliosa che si stava formando fino a quando mi addormentai.
-Mils la colazione e’ pronta!
La voce di mia madre che veniva dalla cucina,aprii lentamente gli occhi,guardai la sveglia,erano le otto e trenta,mi alzai dal letto,scesi e vidi solo mia madre,probabilmente era già andato a lavorare. Mi sedetti,riempii la mia tazza di cereali e ci versai un po di latte caldo,versai in un bicchiere del succo alla pesca e iniziai a mangiare
-Che facciamo oggi,mamma?
-Avevo pensato di andare al centro commerciale
-Ancora?Ma ci sei andata il giorno prima che partissimo.
-Di certo non vado per me,per te,per Louis,per la casa
-Si certo- Mi lasciai scappare una piccola risatina
-Sbrigati a mangiare che ti fai una doccia e usciamo.
-Va be’- risposi con la bocca piena.
Sapevo mamma com’era fatta,certo,non mi faceva mancare nulla,ma se entrava in un negozio doveva comprarsi qualcosa altrimenti si sentiva svenire,non andavo a scuola,avevo frequentato una scuola estiva tutta l’estate,in più frequentavo corsi privati che mi facevano anticipare le lezioni,così per il trasferimento non mi sarei disturbata e avevo più tempo per stabilizzarmi,per conoscere meglio il modo di vivere lì.Avrei ripreso le lezioni subito dopo le festività natalizie. Ci pensai,forse mi avrebbe fatto bene,magari avrei comprato un nuovo libro,si ok,ne avevo proprio bisogno,ingoiai l’ultimo boccone senza neanche masticarlo,rischiando anche di soffocare,in un sorso finii il bicchiere di succo e corsi sopra a farmi una doccia. Misi una camicetta bianca e un maglioncino di lana che si chiudeva con i bottoni blu,dei jeans scuri stretti e delle converse blu e bianche,lasciai i miei capelli sciolti,era l’unica cosa che amavo di me,erano lunghi,leggermente ondulati,quando ero piccola erano color oro,crescendo si scurirono un po ma rimasero alcune ciocche più chiare,erano al naturale sempre,e io amavo le cose naturali.
-Mils andiamo su,sbrigati,è tardi!
Non capivo la logica di mia madre,non aveva mai orari precisi,visto che papà tornava di sera potevamo benissimo pranzare fuori ma lei no,faceva le cose di fretta,a volte avevo voglia di mandarla a quel paese,era imprevedibile,non si poteva mai stare tranquilli con lei.
Andai verso l’auto,mi voltai ancora verso quella casa,sentii la porta sbattere,era di nuovo quel ragazzo,non riuscii a vederlo per bene,era girato,mi dava le spalle,aveva i capelli scuri,alto,aveva un maglioncino grigio e dei jeans chiari,aveva bel fisico e un culetto niente male.Non sorprendetevi,sono sempre stata un tipo che ama scrutare le persone e ne vado fiera. Tornando a noi.
Salii in auto e ci avviammo al centro commerciale,girammo per tanti negozi,mia madre fece degli acquisti per la casa e per Louis,certo il mio fratellino cresceva sempre di più,sembrava una palla. In compenso ebbi tempo di entrare in libreria,era enorme,avrei voluto comprare ogni singolo libro che si trovava su centinaia di scaffali,ma non avevo tempo di prenderli uno ad uno e capire di cosa parlasse. C’era un libro a terra,qualcuno rimbambito era passato per li,l’aveva fatto cadere e senza capire l’importanza non aveva neanche avuto la buona cortesia di rimetterlo apposto.Lo pesi,si intitolava ‘L’ultima canzone’ di Nicholas Sparks,lessi la trama,perfetto,era per me.
Subito pagai e uscii come se avessi un assassino che voleva uccidermi,in realtà non vedevo l’ora di essere da sola e leggerlo.
Arrivammo a casa,mia madre prima di scendere guardò dal finestrino
-Secondo me quel ragazzo ha qualcosa che non va
-Ma che dici?
-Guardalo,sembra stia aspettando qualcuno.
In effetti aveva ragione,questa volta era in spiaggia,aveva le mani in tasca,dava calci alla sabbia,secondo me ne aveva le scarpe piene,non sapevo perché era li,forse aveva litigato con la sua ragazza,o era triste per qualcosa,forse la sua famiglia era un po strafottente o la sua vita era complicata,ma chissà magari semplicemente gli piaceva starsene da solo in spiaggia proprio come me. Lo guardai un altro po’ e poi entrai in casa e andai in cucina;sul tavolo c’era il vaso con i fuori rovesciato ,l’acqua gocciolava ancora e finiva a terra,quel suono mi faceva rabbrividire,c’erano peonie smosse tra il vaso e  il tavolo,amavo quei fiori ma era come se qualcuno ci fosse passato con i piedi sopra,il vaso era di vetro,sul lato era spaccato e del’acqua restante e usciva da lì,per un secondo immaginavo le urla di mia madre,ma non avevo colpa,non avevo idea di cosa fosse successo.
-Ma che diamine è?
-Non lo so mamma..
-Sarà stato il vento forse
-Stai scherzando,pesa un accidenti,non credo sia stato il vento e da quando i vetri si spaccano da soli per un po di aria mossa?
Mia madre mi guardo immobile,sembrava avesse paura,davvero,non era una cosa appena uscita da un thriller,ma il vaso rovesciato rotto,con i fiori quasi spezzati,non era una cosa da tutti i giorni.Bastò un minuti e già aveva dimenticato tutto. Salii sopra,ancora quella porta fece rumore,mi avvicinai un po e risi,a quale scopo colui che aveva progettato quella casa avrebbe fatto una seconda scala in una porta?Dove poteva portare?Secondo me era una gran testa di cazzo.Era come se qualcuno mi avesse letto nel pensiero,dopo quello che pensai sentii una spinta dietro di me che mi spinse verso la scala ma seppi spostarmi e mi tenni al muro.Era tutto strano,ai miei genitori non era ancora capitato nulla?Ero sicura che tutto quello era vero,non era d certo la mia immaginazione a far rovesciare il vaso. Scossi la testa,andai in bagno,mi sciacquai il viso con l’acqua fredda,mi guardai allo specchio,mi faceva impressione fissarmi negli occhi,non so cosa sembravano,era grandi,avevano un colore blu,avevo le pupille dilatate,quasi avessi paura e sembravo spaventata,mi asciugai e andai giù,mia madre mi aveva chiamato per il pranzo. Guardia dalla finestra e lui era ancora lì,mi veniva voglia di andare li e domandargli che aveva,se c’era qualcosa che non andasse.
-M viene il dubbio che si sia dispiaciuto per il vaso- disse mia madre ridendo
Risi,aveva sempre il tono ironico e la battutina pronta,a volte squallida ma comunque ci riusciva sempre a farmi distrarre dai miei pensieri…
Era tardo pomeriggio,il sole stava tramontando,era l’ora esatta,ma c’era poca luce visto che i nuvoloni erano sempre presenti,ero seduta sulla sabbia,avevo già letto le prime trenta pagine,non mi fermavo un secondo,se avessi letto ad alta voce avrei avuto la bocca secca come un deserto.Il vento mi passava tra i capelli e mi accarezzava il viso con quelle correnti fredde,ma ero ancora lì,non volevo lasciare quel posto,stavo bene,tutto era concentrato tra quelle parole su cui i miei occhi scorrevano velocemente. Era la fine del sesto capitolo,poggiai il libro tra la sabbia,dovevo sistemarmi il maglioncino i capelli,le gambe e le mie mani si erano addormentate,ero rimasta in quella posizione curva per molto tempo,la schiena iniziava a farmi male,pensai ‘che diamine ma li ho sedici anni o sono una vecchia di novanta?’.
Stavo quasi per riprendere la lettura quando una voce di un ragazzo urlò ‘Hei,attenta!’ in quell’istante mi girai,e fui invasa dalla pioggia,arrivò giù a cascata,mi alzai e corsi verso casa mia,i vestiti mi si incollarono addosso,avevo freddo,il mio libro era lì chissà stava affogando tra sabbia e acqua,il mare si agitò. Non sapevo quella voce di chi fosse,ma non c’era veramente nessuno,il tempo peggiorava,decisi di rientrare.

 


                                                                                   

  
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