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Autore: Ladypotter97    14/08/2013    6 recensioni
-Io sono William Herondale- disse fissando intensamente Jace –E chiedo, nel nome di Raziel, di essere ospitato in questo Istituto-
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Un po' tutti, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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vecchie conoscenze 1

Spoiler "La principessa" e "Città delle anime perdute"

Istituto di New York 2007

 

Jece ancora stava cercando di controllare il fuoco che la spada di Raziel gli aveva lasciato dentro.

Spesso era una vera scocciatura, infatti la sua pelle bruciava così tanto che per Clary a volte era complicato stargli vicino.

E lo stupido mondano-vampiro continuava a sfotterlo chiamandolo “Torcia umana”. Jace non sapeva cosa significasse, ma dal ghigno che gli rivolgeva mentre lo diceva di sicuro era una stupida battuta.

Si asciugò il sudore che gli imperlava la fronte con il dorso del braccio. Quel giorno, come tutti i giorni della sua esistenza, si stava esercitando nella sala d’armi.

Impugnava una delle sue spade preferite e menava fendenti a nemici invisibili, ricordando le lezioni ricevute dai Lightwood; infatti cercava di saltare il più in alto possibile, manteneva la guardia tenendo ferma l’arma davanti al viso, si abbassava per schivare colpi, poi preso dall’euforia del combattimento, senza rendersene conto, tranciò di netto la testa di un manichino, che stava lì vicino.

La testa volò ai piedi del suo parabatai, che la fermò con il piede.

-Jace, i manichini servono per dare i pugni! Non per decapitarli – disse Alec inarcando un sopracciglio, aveva in mano l’arco ed era intento a lanciare frecce al bersaglio attaccato alla parete.

-Non puoi negare che era una decapitazione perfetta- disse Jace con un ghigno.

Sbuffando Alec si rimise in posizione, chiuse un occhio per prendere la mira e scoccò una freccia che si conficcò perfettamente al centro del bersaglio.

-Che ne dici?- il ragazzo guardò Jace soddisfatto, ma il parabatai si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

-Lightwood, orgogliosi fino al midollo- disse agitando la mano.

Alec gli rivolse un sorriso, e Jace, anche se non l’avrebbe ammesso, gli fu grato per quello.

Da quando Magnus l’aveva lasciato, Alec era diverso, e riuscire a farlo ridere era diventata un’ impresa.

Il parabatai stava per replicare, ma la sua voce fu coperta dal suono assordante del campanello dell’Istituto. I due ragazzi si guardarono confusi.

-Chi potrà mai essere?- chiese Alec poggiando l’arco e la faretra per terra.

-Non ne ho idea- rispose Jace –Forse è Clary- suppose.

-Ma lei sa come si entra- disse Alec –E poi è l’una di notte, la madre non le permetterebbe mai di venire-

-Comunque io vado a vedere chi è- Jace scrollò le spalle, e senza aspettare una risposta uscì dalla stanza.

L’istituto sembrava ancora più grande di notte, i corridoi erano tunnel senza fine, gli occhi vacui delle statue, seguivano Jace con lo sguardo.

Ma ormai l’edificio non lo terrorizzava più come un tempo. Crescendo tra quelle pareti aveva imparato ad amare ogni singolo particolare dell’Istituto.

-Per l’Angelo! Jace aspettami- gli urlò Alec raggiungendolo, poi gli ammollò una pacca sulla spalla per cercare di avere la sua attenzione, gli occhi azzurri erano tesi.

-Jace, dobbiamo stare attenti. Non aprire se non riconosci chi è- lo ammonì l’amico.

Nel frattempo avevano già sceso le scale e si trovavano nell’atrio. Davanti a loro si erigeva l’enorme porta dell’edificio, munita di ogni sorta di serratura possibile.

Si sentì di nuovo il campanello suonare.

Jace fissò incerto la porta, poi si avvicinò con lo stilo stretto in mano.

Esistevano vari modi per entrare nell’Istituto, per esempio il sangue dei cacciatori poteva aprire le porte, ma per evitare di imbrattare di sangue l’antica tappezzeria dell’ingresso, Maryse aveva preferito utilizzare una semplice runa d’apertura.

La cosa negativa di quella porta era che non si poteva vedere chi stava fuori perché non c’era uno spioncino.

-Chi è?- chiese Jace con voce ferma, ma fuori si sentì solo il rumore di un tuono.

Il ragazzo si girò e guardò Alec, che gli fece cenno di non aprire.

Ma il problema di Jace era che poche volte faceva le cose che gli consigliavano.

Trattenendo il respiro incise sul legno massiccio la runa d’apertura.

Si sentirono vari cigolii, poi le cinque serrature disposte sulla porta iniziarono ad aprirsi, scorrendo di lato, finché la porta non si spalancò facendo entrare il gelo, portato dal vento e dalla pioggia.

Sulla soglia c’era una figura incappucciata che guardava a terra, il lungo mantello che indossava sfrusciava per terra, e il cacciatore ipotizzò che fosse troppo robusto e alto per essere una ragazza.

-Chi sei?- gli chiese Jace, dietro poteva sentire i borbottii di Alec che lo accusava di essere uno stupido incosciente.

La figura si tolse il cappuccio, rivelando un viso di un giovane che poteva avere circa la stessa età di Jace, aveva gli occhi di un azzurro luminoso come il cielo dopo un temporale, i capelli corvini erano mossi e incorniciavano un viso dai lineamenti delicati, ma la corporatura non lo faceva sembrare effeminato , anzi gli conferiva un aspetto fiero e forte, sulla gola aveva incisa una runa della memoria.

Se Jace non avesse avuto Alec dietro, avrebbe scambiato sicuramente quel ragazzo per il suo parabatai.

Il cacciatore sentì dentro la sensazione di avere davanti un viso già conosciuto, come se fosse una vecchia fotografia sbiadita che cercava di riaffiorare tra i suoi ricordi.

-Io sono William Herondale- disse fissando intensamente Jace –E chiedo, nel nome di Raziel, di essere ospitato in questo Istituto-

 

 

 

 

 

Nota dell’autrice: Ebbene sì, l’ho fatto! Era un po’ che volevo fare una fusione tra le due saghe. Curiosi eh? Non posso davvero dirvi altro, altrimenti vi toglierei l’interesse di leggere i capitoli successivi.

Vi dico solo: immaginate cosa possono fare due Herondale insieme? <3

Detto questo vi invito a leggere le altre mie fan fiction su Malec e Sebastian, e vi ringrazio davvero per tutti gli obiettivi che mi avete permesso di raggiungere.

Ci vediamo al prossimo capitolo!!!

 

 

 

   
 
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